Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: heliodor    01/02/2015    4 recensioni
Dopo essere tornati ad Arendelle, Elsa, Anna e i loro amici si godono il meritato riposo. Ma dal profondo nord arriva una nuova minaccia.
Maia, la Regina dell'Inverno, è venuta a reclamare indietro il suo cuore. Al suo fianco un esercito di creature ghiacciate che invadono il fiordo.
Rimasta sola e senza alleati, Elsa dovrà intraprendere una lunga e pericolosa odissea per salvare i suoi cari e il regno.
Fino al confronto finale con Maia per decidere chi, tra le due, sarà l'unica Regina dell'Inverno...
Cursed è il terzo (e ultimo) episodio della serie The Winter Queen.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'The Winter Queen'
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Il pavimento del tunnel affonda nella roccia e prosegue verso il basso sparendo nel buio.
Anna si ferma sull'entrata, si guarda indietro e vede il ghiaccio risalire lungo le pareti e avvolgere la volta della sala. Stringe la gemma al petto e si lancia nel cunicolo. Un istante dopo scivola sul pavimento ghiacciato.
Dietro di lei la patina di ghiaccio prosegue la sua corsa indisturbata.
Distesa sulla schiena, le mani raccolte sul petto, Anna scivola a velocità folle nel tunnel. Quando il buio l'avvolge chiude gli occhi.
Un tenue chiarore le illumina il viso.
Anna apre gli occhi.
Alla fine del tunnel si intravede un cerchio di luce che si allarga sempre di più. Un istante dopo il cerchio si trasforma in un'ampia sala.
Anna termina la corsa rotolando sul fianco.
La sala è una cupola che avvolge un anfiteatro scolpito nella roccia e ricoperto di ghiaccio. Statue dalla forma umana sono disseminate per l'ampia valle racchiusa tra le pareti. In lontananza si intravedono case con i tetti spioventi, un pozzo, dei granai e persino un carro trainato da due cavalli. E poi bambini che giocano a rincorrersi per strada, due anziani che si tengono per mano, un contadino che spinge un aratro, un ponte che attraversa un fiume congelato.
Anna rabbrividisce.
Vista dall'alto, Anna si trova all'estremità opposta della valle, poco distante dalla parete che si innalza alle sue spalle. Colonne di ghiaccio larghe come querce sostengono il soffitto della volta.
Gli occhi vagano lungo le pareti della conca fino a individuare una spaccatura che la taglia in due. Oltre il baratro sorge una pedana sostenuta da una ragnatela fatta di ghiaccio. Sopra di esse si muovono due figure minuscole.
***
Maia distoglie lo sguardo dallo specchio per fissare un punto distante della cupola. ― È arrivato l'ospite d'onore. A quanto pare, ho sottovalutato tua sorella.
Elsa si volta di scatto e guarda nella stessa direzione. ― Anna ― esclama. Poi, a voce più alta: ― Anna!
― Elsa ― risponde la principessa. Avanza di un paio di passi verso la pedana. ― Sto arrivando. Resisti.
― Vattene, Anna ― grida Elsa. ― Non venire qui.
― Invece sì ― risponde Anna. Solleva la gemma. ― Vengo a portarti questo.
Maia ride. ― Che scena commovente. Sei stata coraggiosa, Anna di Arendelle. Dimostrati anche ragionevole e potrei perdonarti.
Anna avanza lungo la spianata con sguardo deciso. ― Lascia andare Elsa. È la tua ultima possibilità.
― Coraggiosa ma avventata ― risponde Maia mostrando i denti affilati. ― Non sai con chi hai a che fare.
― Ti sei messa contro le sorelle sbagliate.
Maia solleva le braccia. ― Rendiamo la sfida più interessante.
Una delle colonne che sostengono la volta si sgretola in mille pezzi. Le dita di Maia danzano nell'aria. I blocchi di ghiaccio si dispongono a formare un golem alto una ventina di metri. Il mostro svetta al di sopra di Anna, ora a un centinaio di passi di distanza.
Maia osserva soddisfatta la sua creazione. ― Che ne pensi ora, chiacchierona? ― domanda con tono canzonatorio.
Anna fissa il mostro con aria di sfida, prende un lungo respiro e continua ad avanzare dritta verso la pedana.
― Anna, no ― grida Elsa disperata. ― Ti prego ― dice a Maia. ― Farò qualsiasi cosa tu voglia, ma non farle del male.
― È stata lei a venire qui ― dice Maia con tono gelido.
Il golem batte un piede sul pavimento facendolo tremare.
Altro ghiaccio inizia a formarsi vicino all'entrata del tunnel e poi lungo le pareti della cupola, per poi espandersi lungo il pavimento in un crepitio incessante.
Anna si volta per un istante, aumenta il passo e avanza verso il golem, che la guarda minaccioso.
― Maia, ti prego. ― Elsa si piega in due, il viso nascosto dalle mani.
Maia osserva Anna avanzare verso il golem. Dietro di lei la patina di ghiaccio avanza inesorabile lungo la conca, avvolgendo nella sua morsa tutto ciò che incontra.
Anna stringe la gemma nel pungo e si lancia di corsa verso il golem, che reagisce sollevando le enormi braccia, pronto a colpire.
Maia trattiene il fiato, gli occhi che vagano dal golem ad Anna e di nuovo al mostro. ― Sciocca ― sussurra.
Anna smette di correre e inizia scivolare sulla lastra di ghiaccio. Le braccia del golem calano sulla ragazza, ma un attimo prima lei si china in avanti a accelera, passando sotto le gambe divaricate del mostro.
Il golem colpisce il pavimento davanti ai suoi piedi spaccandolo e disseminando schegge di ghiaccio in tutte le direzioni.
Maia si acciglia.
Anna prosegue per qualche metro, si raddrizza. Il golem è alle sue spalle, il braccio ancora conficcato nel ghiaccio.
Il mostro si volta di scatto e lancia un urlo che fa tremare l’aria. Il ghiaccio gli artiglia una gamba e poi l’altra. Un istante dopo il golem si ritrova intrappolato.
Anna riprende a correre verso la pedana. Il ghiaccio è pochi passi da lei, una macchia che si espande a velocità folle lungo il pavimento della conca sovrapponendosi a quello già esistente.
Elsa e Maia la fissano a bocca spalancata mentre il ghiaccio le intrappola i piedi e risale lungo le gambe. Anna si tende all'indietro e poi fa scattare il braccio in avanti e verso l'alto. Il cuore di Elsa si stacca dalla mano. Nello stesso momento il ghiaccio le ricopre l'addome e poi il viso.
La gemma disegna una parabola perfetta nell'aria, supera il bordo della fenditura che separa la pedana dal resto della conca e a metà strada inizia a scendere. Un istante dopo precipita nel buio.
Maia reclina la testa all'indietro ed esplode in una risata fragorosa. ― Bel tentativo ― dice dopo essersi calmata. ― Ammetto che sono sorpresa. Non immaginavo che tua sorella fosse così stupida.
Elsa fissa Anna e poi il buio oltre il bordo della pedana. Qualcosa luccica sul fondo del crepaccio.
Maia torna verso il trono di ghiaccio. ― Che patetico e inutile atto d'amore ― dice con espressione disgustata. ― E ora, Elsa di Arendelle, restiamo solo tu e io.
Elsa fissa il puntino di luce in fondo al buio allargarsi sempre più. ― Un atto d'amore ― sussurra. Sul viso appare un sorriso. Guarda la sorella, che la fissa con occhi di ghiaccio dall'altra parte del crepaccio. ― Ben fatto Anna. ― Il chiarore le fa luccicare gli occhi.
Maia si piazza alle sue spalle, una decina di passi più indietro. ― È tempo di mettere la parola fine a questa storia.
Elsa si solleva e si volta verso la donna, che ora la fissa accigliata. Un leggero chiarore l'avvolge e si proietta sulle pareti ricoperte di ghiaccio. Filamenti di energia le avvolgono il corpo, percorrendolo in tutte le direzioni.
― Non so come tu abbia fatto ― dice Maia. ― Ma sappi che non ti servirà a niente. ― Punta le braccia in avanti e nello stesso momento un vento impetuoso investe la pedana.
Elsa indietreggia sotto la spinta del vento. Dietro di lei il baratro è più vicino a ogni passo.
― Chi è la più forte, Elsa? ― grida Maia per sovrastare l'ululato del vento. L'aria si riempie di fiocchi di neve, come se una bufera si fosse appena scatenata nella conca.
Elsa solleva un braccio per proteggersi dalla furia del vento e stringe i denti.
― Chi è la più forte? ― ripete Maia.
― Fermati ― grida Elsa.
Maia viene investita da un vento che la fa vacillare.
Entrambe indietreggiano, allontanandosi. Nel turbinio di fiocchi di neve che le avvolge le due figure si intravedono come fantasmi che vagano in una tormenta di neve.
Elsa si allontana dal baratro su gambe malferme.
― Chi è la più forte? ― ringhia Maia.
― Ti prego, non costringermi.
― Dillo!
― Basta Maia!
Elsa si volta di scatto, le braccia tese in avanti. Maia solleva le mani verso la regina di Arendelle.
Dardi color azzurro chiaro scaturiscono dalla tormenta, aprendosi a ventaglio in tutte le direzioni e spegnendosi solo dopo alcuni metri.
Il vento si placa, la tormenta cala d'intensità fino a sparire del tutto.
Maia è in ginocchio, la mano appoggiata al trono. Elsa, piegata sulle ginocchia, la fissa a una decina di passi di distanza.
Maia tenta di rialzarsi, ma il braccio cede e lei scivola in ginocchio sul ghiaccio. Respira a fatica, la mano stretta sul cuore.
Elsa si avvicina con passo incerto.
Maia solleva la testa e le mostra i denti appuntiti in una sorta di sorriso misto a un ringhio di sfida.
― Mia sorella è la più forte ― dice Elsa.
Maia china la testa in avanti, il corpo scosso da un leggero tremito. I capelli diventano bianchi. ― Ho freddo ― sussurra mentre prima le gambe e le braccia e poi il resto del corpo si tramutano in ghiaccio.
Nel pavimento della pedana si aprono delle crepe. La ragnatela che la tiene sospesa sul baratro si spezza e precipita di sotto.
Con un gesto del braccio Elsa crea un ponte verso il bordo opposto del crepaccio e lo attraversa con passo malfermo. Alle sue spalle la pedana si sgretola in mille pezzi e precipita nel buio trascinandosi dietro Maia.
Il ghiaccio che ricopre la cupola si dissolve nell'aria come cenere. Decine di luci si accendono nel buio. In piedi sul bordo del crepaccio, gli occhi di Elsa luccicano nel lucore delle luci che risalgono l'abisso come altrettante fiammelle, lasciandosi dietro una scia luminosa.
Alcune di esse si fermano davanti al viso della regina di Arendelle, danzano attorno a lei e poi si dirigono verso l'alto, sparendo nel grande spicchio di cielo che si intravede oltre la sommità aperta della cupola.
Elsa trae un profondo sospiro e si porta la mano al cuore.
***
Kai, Gerda e la gente di Arendelle raccolta dietro le mura del palazzo osservano stupiti i golem che si dissolvono nell'aria. La foschia che aveva invaso i dintorni del fiordo sparisce allo stesso modo e al suo posto appaiono le montagne che lo hanno sempre protetto.
***
I lupi lanciano un ultimo ululato prima di sciogliersi come neve al sole. Olaf, Brick, Bulda, Erik e Sven si stringono l'uno all'altro.
― Abbiamo vinto ― esulta il pupazzo di neve.
Il vecchio troll, sciolto l'abbraccio, rivolge un'occhiata preoccupata. ― Una grande vittoria richiede un grande sacrificio.
***
Kristoff e Kastelgaard arrivano nella cupola insieme e si guardano intorno, lo sguardo che vaga per la valle desolata.
― Anna ― esclama il montanaro alla vista della statua di ghiaccio immobile davanti al crepaccio.
Accanto a lei, Elsa l'osserva con la mano sul petto, le ginocchia piegate in avanti.
Kristoff le corre incontro e le porge le braccia per sostenerla. ― Elsa. Sei ferita?
― Sto bene ― dice lei con un filo di voce.
― Non è vero ― dice Kastelgaard aiutando l'altro.
Kristoff impallidisce. ― Sei gelata.
Elsa distoglie lo sguardo.
― Che sta succedendo? ― domanda Kastelgaard preoccupato.
Una sottile patina di ghiaccio avvolge le mani di Elsa.
― No, no, no. ― Kristoff scuote la testa. ― Non può essere.
Elsa indica Anna con un cenno della testa. ― Occupati di lei.
― Sarai tu a occupartene. ― Guarda Kastelgaard. ― Serve un atto d'amore. Subito.
Elsa si raddrizza. ― Kristoff. È questo il mio atto d'amore. ― Uno sbuffo di condensa aleggia davanti al volto diafano. ― Per Arendelle. E per voi.
Kastelgaard le stringe le mani tra le sue. ― Elsa. Io...
― Lo so John. Lo so.
― Viaggerò per tutto il mondo conosciuto ― dice lui con gli occhi lucidi. ― Troverò il modo di spezzare l'incantesimo.
Lei ricambia con un sorriso. ― È quello che desidero che tu faccia.
― Grazie di tutto ― dice Kristoff con le lacrime che gli rigano le guance arrossate.
― Grazie a voi. È la seconda volta che mi salvate. Ora tocca a me.
Lui scuote la testa e si volta.
Elsa raggiunge Anna. Il volto della ragazza è sereno anche nella fissità del ghiaccio. Le accarezza la guancia. Un raggio di sole le bacia i capelli e scivola lungo il corpo di lei. Il ghiaccio inizia a evaporare.
Il corpo della principessa è scosso da un leggero fremito quando il viso riprende il colorito roseo. Gli occhi di Anna fissano quelli di Elsa, che ricambia lo sguardo con un leggero sorriso.
― Lo sapevo che ce l'avresti fatta ― dice Anna felice. ― L'ho gettata di proposito nella crepa, sai? ― Le braccia e le gambe sono ancora intrappolate dal ghiaccio, ma lei può muovere il collo e le spalle.
― Lo so. Sei stata brava. ― Mentre parla una ciocca di capelli diventa bianca.
Anna sgrana gli occhi. ― Ti prego Elsa, no ― dice con voce rotta dal pianto.
― Va tutto bene. ― Gambe e braccia diventano di ghiaccio.
― Non può finire così.
― Non è la fine. ― Elsa sorride.
Anna fissa il suo volto riflesso negli occhi della sorella. L'ultimo strato di ghiaccio si dissolve e lei è libera di gettarsi sulla statua di ghiaccio di Elsa, aggrappandosi al suo collo con entrambe le braccia.
Kristoff e Kastelgaard vegliano in silenzio sui suoi singhiozzi.
 
*
*
*
 
Titoli di Coda
 
Il sole del tardo pomeriggio brilla alto su Arendelle, inondando il fiordo con luce calda e soffusa. Nel cortile della reggia sono radunati i cittadini del regno. Tutti hanno indossato il loro abito migliore. I bambini si guardano attorno con sguardo irrequieto, le donne faticano a tenere a bada i più piccoli. Un palco è stato sistemato davanti all'entrata della reggia. Addobbi floreali decorano la facciata e le mura. Due file di soldati ritti sull'attenti scrutano la folla dall'alto delle mura. Sul lato opposto, Erik il golem sorveglia il cortile.
Sul palco, il vescovo di Arendelle, la massima autorità religiosa del regno, attende in piedi. Accanto a lui, Kastelgaard in alta uniforme e Kristoff con un abito bianco da parata rivolgono il loro sguardo in direzione del cancello.
A un cenno convenuto, i soldati di guardia spalancano le porte.
Le teste dei presenti si voltano.
Sulla soglia, la mano sotto il braccio di un Kai imbarazzato e in uniforme da parata con i colori viola e verde di Arendelle, una ragazza vestita di un abito bianco e un lungo strascico, tutto decorato con motivi floreali.
Alle loro spalle si intravede un carro trainato da Sven. Anna si volta per un istante verso la renna e le rivolge un sorriso.
Sven gonfia il petto orgoglioso.
Anna e Kai avanzano con passo lento lungo il tappeto viola e verde steso tra l'entrata e il palco. Alla loro destra un coro di uomini e donne vestite di lunghe tuniche rosse intona una melodia che si spande nell'aria.
Anna ha gli occhi bassi e le guance arrossate. Ogni tanto solleva gli occhi per incrociare lo sguardo degli spettatori.
Mescolato tra la folla, Nadir la saluta con un cenno della testa. Una leggera brezza agita una ciocca di capelli di Anna, che ridacchia e la rimette a posto con un rapido movimento della mano.
Più avanti, due giovani assistono al passaggio della principessa con sguardo fiero. Lise e Fen le rivolgono un sorriso quando passa davanti a loro. Anna risponde agitando la mano in segno di saluto.
Poco più avanti, un uomo in alta uniforme scatta sull'attenti. L'ammiraglio Westergaard si inchina al passaggio di Anna e così il tizio barbuto che gli sta accanto.
Anna rivolge un leggero inchino della testa all'Ammiraglio e Mangiaghiaccio.
Arrivati in prossimità del palco, Kai e Anna si fermano. L'uomo prende la mano della ragazza e la porge a Kristoff, che l'aiuta a fare gli ultimi gradini. I due si ritrovano in piedi davanti al vescovo.
Kai torna tra la folla e si stropiccia gli occhi. Gerda tira fuori un fazzoletto dal taschino e glielo porge. L'uomo lo usa per asciugarsi le lacrime.
Olaf sbuca fuori all'improvviso. Tra le braccia ha un cuscino di seta bianca dove sono appoggiati due anelli. Una vistosa patata dipinta di rosso è in bella mostra al centro del viso di forma ovale. Kastelgaard sospira e scuote la testa.
Anna e Kristoff si scambiano un'occhiata e ridacchiano.
***
Il carro trainato da Sven si ferma al centro della valle. Le pietre disseminate si animano e rotolano verso la renna e gli occupanti del carro.
Anna e Kristoff balzano a terra e ricevono l'abbraccio dei troll.
Olaf si mescola alla folla di piccoli troll che si accalca attorno a loro.
Brick abbraccia Anna.
Bulda stringe Kristoff, cha la solleva e la fa danzare nell'aria.
Granpapà sopraggiunge rotolando e porge ad Anna un libro. La ragazza lo stringe al petto. I due si scambiano un cenno di saluto.
Kristoff risale sul carro e saluta i troll.
Anna lo segue e si accomoda alla sua sinistra.
Olaf e i troll li salutano con ampi gesti delle braccia mentre si allontanano.
***
Il Canto del Mare lascia il fiordo, le vele gonfie del vento che spira impetuoso dall'entroterra. Sull'albero più alto sventola fiero il blasone di Arendelle: il giglio dorato in campo verde e viola.
Ritto sul castello di poppa, Kastelgaard rivolge il suo sguardo al fiordo. Ha gli occhi velati dalla tristezza.
Dietro di lui, Gull manovra la ruota del timone.
Kastelgaard trae un profondo sospiro e si volta. Un fiocco di neve ondeggia nell'aria e gli sfiora la guancia. Lui si porta la mano sul viso e sorride.
***
Gli occhi di Anna scivolano lungo la dolce curva del fiordo. Vista da lontano Arendelle sembra un giocattolo per bambini. Le navi entrano ed escono dalla baia raccolta tra i due promontori.
Anna sospira e si volta. Percorre a passo lento la distanza che la separa dal carro trainato da Sven, dove Kristoff l'attende.
Si accomoda al suo fianco, le mani conserte.
Kristoff le rivolge una rapida occhiata, lei ricambia con uno sguardo perplesso. Poi il montanaro sorride e le porge le redini.
Anna sobbalza, gli occhi spalancati per la sorpresa. Abbraccia Kristoff e lo bacia.
Quando si separano, Anna afferra le redini e le scuote. Sven si mette in marcia.
Kristoff si stiracchia e con le mani dietro la nuca appoggia i piedi sul montante del carro.
Anna gli scocca un'occhiata severa e scuote la testa.
Il montanaro sospira e si risiede composto.
Anna passa la mano sul montante come a volerlo lucidare e torna a osservare la strada con aria soddisfatta.
***
Il rifugio è immerso nel buio. L'unica luce è quella che filtra da una finestra aperta. Il viso di Anna fa capolino dietro di essa, un'espressione di sorpresa dipinta sul volto.
Un secondo dopo la porta del rifugio si apre e la principessa, coperta da una mantellina che le scende fino alle caviglie, ne esce di corsa.
Anna fa qualche passo, gli stivali che affondano nella neve fresca.
Sopra di lei, il cielo è un caleidoscopio di colori cangianti che vanno dal verde al rosso e dal giallo al viola. L'aurora boreale si distende fino all'orizzonte come un enorme serpente di luce.
Anna trae un profondo sospiro. Una nuvoletta di condensa si forma vicino alle sue labbra. Si volta, l'occhio le scivola su di un mucchio di neve che si è raccolto in un angolo.
L'aurora cresce d'intensità. Nuovi filamenti si aggiungono agli altri, creando nuovi intrecci al posto di quelli che si dissolvono.
Anna si china sul mucchio di neve, l'osserva per qualche istante con la testa piegata di lato, l'espressione assorta, poi affonda le dita nella sua soffice consistenza.
Usando le mani come palette, raccoglie la neve in un cumulo più piccolo e lo solleva su quello più grande. L'aria si riempie di fiocchi di neve che danzano attorno al suo viso. E quando le sue labbra si schiudono, quella che ne esce è la risata felice di una bambina.
 
FINE

 
So già che non è il finale che vi aspettavate, ma è uscito così e io l'ho solo assecondato.
Devo ammettere che ho pensato e ripensato al modo migliore di chiudere questa lunga storia. Un giorno o l'altro aggiungerò i finali alternativi (due), così da darvi un'idea di cosa ho scartato.
Ora lasciatemi ringraziare tutti quelli che mi hanno fatto compagnia in questa lunga cavalcata, dai lettori della prima ora come Starfighter e Amberly e Franz e altri a quelli che si sono aggiunti per strada.
GRAZIE
A tutti quelli che hanno commentato.
A tutti quelli che hanno letto e seguito in silenzio la storia.
A tutti quelli che lo faranno in futuro.
Non lascerò il fandom (ok, immagino che questa sembri più una minaccia :D ). Ho altri progetti in mente, ma questa saga è conclusa e non ci metterò più mano (cit. George Lucas).
Che altro aggiungere?
Ci si rivede su queste pagine con la mia prossima faticaccia. Vi ho già detto di cosa parla? No? Lo saprete a Maggio!
 
Lunga vita e prosperità!
 
Heliodor

 
  
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