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Autore: Alia Corrino    28/11/2008    6 recensioni
La famiglia Malfoy per riscattarsi almeno nelle apparenze del suo passato di seguace/sostenitrice di Tu-Sai-Chi deve compiere un gesto che sia davvero eclatante. Cosa può essere meglio del fidanzamento tra l'erede di Lucius, nonché il mago più fascinoso di tutti i tempi, Draco Malfoy e l'intraprendente e testardissima componente femminile del Trio dei Miracoli, Hermione Granger? Ma i due ragazzi rispettivamente accasati con Carlino e Lenticchia come reagiranno? E i loro amici? Leggete leggete... ^^
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Nessun contesto
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1. Convocazione al Maniero
 
 
Quando Lucius l’aveva convocata per la prima volta non voleva andare.
Poi capì che lo doveva fare, come minimo per Harry e Ron. Si erano impegnati tanto per la guerra che si era da poco conclusa, erano riusciti a imprigionare la maggior parte dei Mangiamorte e Harry aveva ucciso Voldemort. A soli diciott’anni avevano vissuto tutte le emozioni di un una vera guerra sulla loro stessa pelle. E se ora Lucius Malfoy voleva dirle qualcosa che ancora non sapevano sul mondo di cui aveva fatto parte finché a lui e al suo odioso figlio era venuto comodo, beh, allora dovevo andare a sentire cosa avesse da raccontarle.  Harry e Ron erano davvero preoccupati per lei, avevano tentato di convincerla a declinare l’invito, o semplicemente a non presentarsi. Al suo fermo rifiuto si erano offerti di accompagnarla, o perlomeno di scortarla fino a quando non avesse fatto il suo ingresso nell’antico maniero. Non cedette, seppur lusingata dalle loro attenzioni. Era una cosa che doveva fare da sola. Sembrava strano da dire ma Lucius Malfoy in persona voleva vedere proprio lei. E se si fosse portata dietro la scorta sarebbe finita male, soprattutto conoscendo il carattere dei due. Inutile che perdesse tempo a ricordar ai suoi amici che era sempre stata lei, la più equilibrata.
La mattina che precedeva il suo incontro pomeridiano con Malfoy Senior, lo stesso Draco Malfoy, lungo i corridoi di una Hogwarts tenuta ancora sotto controllo dagli Auror e sfollata dei suoi studenti, l’aveva squadrata con fare altezzoso, mentre saliva le scale, e le aveva ricordato l’appuntamento col padre. -Sii puntuale Mezzosangue- le aveva detto -E vedi di venire da sola! - aveva aggiunto con un ghigno che le faceva venire voglia di avada-kevadrizzarlo all’istante. -Sono gli ordini di Lucius- aveva aggiunto, prima di proseguire lungo l’esile corridoio e sparire dalla sua vista, seguito dallo svolazzare del proprio mantello.
     
Quando si smaterializzò a poche decine di metri dalla salita che conduceva al maniero, maledisse la sua coscienza per costringerla a fare sempre "la scelta giusta”. La verità è che aveva una paura maledetta! Si incamminò a capo chino e al suo arrivo nei pressi del gigantesco cancello che la sovrastava in tutta la sua imponenza, con certe inferriate che terminavano in punte apparentemente parecchio acuminate, non fece in tempo a cercare intorno a sé un qualche modo per richiamare l’attenzione di chi stava là, molti metri più in su, poiché lo sbarramento si aprì da solo, ovviamente cigolando. Rimase a bocca aperta, sentendosi incredibilmente stupida e anche parecchio osservata. Mormorò a mezza voce un “Ron, perché non sei qui con me? “ ed entrò, proseguendo per quella salita sempre più ripida.
     
Stava insieme a Ron da qualche mese ormai, il loro era un legame solido e fatto per durare.
O almeno, questo era ciò che dicevano tutti, e con tutti si intendeva Ginny, Harry, la signora Weasley, Fred e George, qualsiasi altro rosso famigliare dei componenti della Tana, nonché lei stessa. Se lo ripeteva nei momenti di sconforto, le (non) poche volte in cui si era chiesta se avesse fatto la scelta giusta a “sacrificare” la loro casta amicizia per un “salto di qualità”. A diciotto anni, o poco meno, nel mondo Babbano sarebbe stata considerata più che giovane, quasi una bambina, razionalmente sapeva che aveva l’età giusta per compiere degli errori belli grossi, in campo sentimentale. Non era solo un suo diritto, era quasi inevitabile, e mettersi con la persona con cui si era convinti si sarebbe finiti per condividere la propria intera vita, subito dopo una guerra, quando aveva bisogno di spensieratezza e non era sicura che le sue scelte potessero essere attendibili come suo solito, capitava che non le sembrasse più una grande idea.
Si sentiva come se la loro relazione dovesse ingranare subito e al meglio o sarebbe andato tutto a farsi benedire, e a volte si chiedeva se averci tentato così presto non fosse stato uno sbaglio, si chiedeva se avrebbero potuto riprovarci più avanti, nel caso non avesse funzionato, o se la loro unica possibilità di stare insieme se la stessero giocando ora. Comunque, quando ci pensava a mente lucida, non trovava nessun motivo razionale per cui non sarebbe dovuto andare tutto per il meglio, non c’era nessuno di più adatto a lei. Forse l’unico problema stava nell’aggettivo “razionale”.  Voleva bene a Ron, lo adorava, avrebbe dato la vita per lui, come d’altronde l’avrebbe data anche per Harry o per Ginny. Quando vedeva i futuri coniugi Potter vicini, impegnati a coccolarsi, non riusciva a riconoscere nel loro trasporto gli attimi di tenerezza incerta che condivideva con Ron. Dava la colpa alla sua impacciataggine e alla propria presunta freddezza, lui per scherzo la chiamava “frigida”, ma a lei non faceva tanto ridere.
     
Una volta avevo chiesto a Ginny quando aveva deciso che Harry sarebbe stato il ragazzo con cui avrebbe voluto passare il resto della propria vita (quei due guardavano già molto più avanti, per Ron ed Hermione i progetti a lungo termine riguardavano il week-end seguente). Ginny l’aveva guardata con un piccolo sorriso tra il divertito e l’imbarazzato, quasi come se una domanda del genere non potesse esserci una risposta esaustiva. Disse che lei non lo aveva “deciso”, semplicemente l’aveva capito, era successo. Con tono solenne le aveva detto -Ma, Herm, non si sceglie mica d’innamorarsi di qualcuno, non lo si decide, capita e basta! - Hermione aveva riso con lei, assentendo, già, che razza di domande andava a fare! Ma era rimasta con l’idea che per ogni persona funzionasse in maniera differente, nella sua vita, ad esempio, tutto doveva essere meticolosamente preso in esame. Ron aveva delle qualità, quasi dei requisiti, che lo rendevano l’uomo perfetto per lei, la compensava. Era accomodante, istintivo nelle cose che faceva e ridanciano. Amava Ron. O almeno ne era abbastanza certa per la maggior parte delle volte in cui veniva assalita dai dubbi.
     
Ovvio che invocare il suo nome in un momento di paura non le diede chissà quale rassicurazione.
Primo perché non l’avrebbe di certo sentita. Secondo perché non avrebbe potuto fare un bel niente, tanto più che in quella situazione ci si era cacciata da sola, quando avrebbe semplicemente potuto scordarsene casualmente – sebbene sarebbe certamente stata prelevata da dovunque si trovasse e recapitata al maniero, in un’eventualità del genere. Terzo, c’era da dire che, se fosse stato lì con lei, sarebbe toccato a lei l’arduo compito di rincuorarlo, prima, e di limitare i danni della sua irruenza, dopo. Perciò prese a invocare il nome di Harry sottovoce, il che l’aiutò un po’ di più, continuando a camminare nella candida neve che formava un morbido manto in cui affondava fino quasi al polpaccio. Aveva sentito il pesante cancello in ferro chiudersi alle sue spalle con un frastuono degno di un temporale e la cosa l’aveva fatta sobbalzare leggermente. Una risata strascicata e fin troppo nota giunse alle sue orecchie. Si rese conto di avere i sensi volti a captare ogni più piccolo rumore e i nervi a fior di pelle. Tremava leggermente, quando si voltò verso la sua destra. 
    
Su una panchina di pietra, sostenuta da dei leoni in pietra dall’aria sofferente avvolti nelle spire di grossi serpenti dello stesso materiale, sedeva l’Essere, meglio conosciuto come Draco Lucius Malfoy l’Egregio Rompipalle. Hermione sibilò -Malfoy, che cazzo, mi hai fatto prendere un colpo! - ma ciò non fece altro che aumentare le sue grasse risate. Non aggiunse altro e si limitò ad osservarlo per bene, era diventato un ragazzo dalla bellezza sprezzante, se ne stava stravaccato sulla suddetta panchina, con l’aria di poter prendere tra le mani l’intero pianeta e giocarci a pallacanestro, se solo avesse voluto. Indossava una leggera camicia nera, sbottonata per i primi tre bottoni, con l’autocompiacimento di chi sta mostrando i suoi addominali al mondo per il gusto di provocare gli ammiccamenti delle donzelle. Il mantello era gettato alla sua sinistra e i capelli di un biondo più scuro di quanto non fossero quando avevo avuto “l’onore” di conoscerlo a undici anni, finalmente liberi dal gel e leggermente più lunghi di quando li teneva pettinati all’indietro, gli ricadevano, spettinati, sulla fronte, fin quasi negli occhi. Occhi impenetrabili come al solito.
     
-Hai finito di farmi la lastra? Tutto a posto? Se vuoi una foto autografata, Granger, non fare complimenti! Ora possiamo andare? Avrei una certa fretta di rientrare, qua fuori si gela – l’aggredì, con la sua classica aria sfacciata. Hermione non lo degnò di alcuna risposta, riprese il suo faticoso cammino verso la porta del maniero e lo sentì chiaramente alzarsi e seguirla. Quando salirono i pochi gradini che rialzavano l’ingresso dal terreno e lo vide sbattere via lo sporco e la neve dal mantello che trasportava ripiegato sul braccio, gli chiese -Non ti sembra un po’ incosciente stare in maniche di camicia, quando fuori nevica? - La poca stoffa che indossava era arrotolata sugli avambracci, lasciava scoperte due mani grandi, attraverso la cui pelle candida s’intravedevano le vene, e due braccia robuste.  -Non sei già stufa di fare la mamma a Lenticchia e Sfregiato? La devi fare anche a me? - la zittì lui. Stizzita, decide di non contro ribattere, che morisse assiderato, se era scemo non ne poteva niente nessuno!
Quando finalmente Malfoy si decise a spingere il portone in legno scuro, che lei pensava essere chiuso dall’interno, e a farle cenno di entrare, Hermione prese il più grande scivolone della propria vita. Si trovò col sedere a terra su quell’ultimo, spesso, duro, gelido gradino. Draco, che stava giusto di fianco a lei, la soppesò per qualche secondo con lo sguardo, prima di scoppiare in una risata che sapeva più di derisione, che di reale divertimento. Le passò oltre e varcò l’ingresso del maniero, dolorante lei si alzò e fece lo stesso, con uno slancio impostole dalla vergogna. Il parquet di legno, sotto le sue suole innevate, la fece vacillare nuovamente, prima che potesse rovinare a terra per la seconda volta, portandosi dietro metà della mobilia a cui, per frenare la caduta, si sarebbe istintivamente aggrappata, venne riacciuffata per un gomito dal coetaneo, che fece forza sulla propria presa per non essere trascinato giù con lei. Mentre Hermione cercava di ritrovare un proprio equilibrio, la mano che, in concomitanza, aveva aiutato a sostenerla, scivolò via dal fianco su cui si era appoggiata. Con orrore, la Grifona seppe di aver registrato la robustezza del corpo caldo di Malfoy e sapeva di averne sondato la solidità col tatto. Guardò la propria mano appoggiata al suo petto come se non le appartenesse, sentì lo sguardo di Malfoy su di sé mentre si allontanava con tutto il corpo, ormai lasciata libera di muoversi. -Ti hanno almeno insegnato a camminare, lurida Mezzosangue? - le sputò addosso, con disprezzo. Si sentì umiliata e gli diede le spalle, mentre si rassettava i vestiti, decisa a non rivolgergli mai più parola per tutto il resto della propria “visita”. Quell’essere spocchioso la precedette per un intrico di corridoi che la fecero addentrare sempre più a fondo all’interno del maniero. Le porte di tutte le stanze erano serrate, i corridoi assomigliavano l'uno all'altro, un brivido le passò lungo la schiena e per un attimo l’irrazionalità d’un pensiero fugace ebbe il sopravvento: poteva anche essere, si disse, che, in un posto come quello, nessuno fosse più in grado di ritrovarla.
   
* * *
 
Data di pubblicazione:  28/11/2008
Edit: 20/06/2015
  
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