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Autore: pierre    02/02/2015    2 recensioni
Spencer Reid sarà coinvolto in una delle indagini più pericolose e dolorose della sua vita.
Genere: Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Spencer Reid
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Note: il personaggio di Spencer Reid è tra i miei preferiti e anch’io adoro immaginarlo tra le braccia di Derek.
In questa storia però ho ritenuto che funzionasse meglio un altro personaggio, totalmente inventato, dando a Morgan un’altra importantissima veste. Inoltre sono particolarmente affezionata alla prima serie quando Spencer era un cucciolo adorabile e inesperto.
Ricompare perciò la figura di Ghideon che a mio avviso era davvero bella e ben rappresentata.
Preparatevi perché al povero Spencer gliene faccio passare di tutti i colori…
 
 
 
I
 
Assassinava solo alcuni professori universitari, dovevano essere eccezionali insegnanti, dei veri geni, considerati le punte di diamante dalle varie università sparse per gli Stati Uniti.
E adesso avrebbe colpito la New York University, ne era più che certo! Stavano per iniziare una serie di simposi riguardanti gli opportuni protocolli da adottare per salvare il pianeta Terra, una maratona infinita e interdisciplinare tra i vari illustrissimi docenti degli atenei più prestigiosi.
Alcuni di loro erano arrivati dall’Europa.
Aaron Hotchner, aveva convocato urgentemente la sua squadra a Quantico e nella sede di competenza avevano cominciato a tracciare il profilo del Killer seriale.
“E’ un uomo sui trenta, quarant’anni, bianco con un passato di bambino abusato, probabilmente dal padre oppure da un’altra figura rilevante come un maestro o un istruttore”.
JJ, una delicata biondina con un cipiglio da leonessa, aveva cominciato a rivolgersi con fermezza agli altri membri del suo gruppo, dove troneggiava la figura del creolo Derek, uno splendido rappresentante dei Caraibi, uno psicologo eccezionale e un poliziotto affidabile.
Jason Ghideon annuiva altrettanto convinto, lui per loro era una specie di padre ma non bisognava mai dimenticare che era anche ritenuto il profiler più esperto e famoso degli States … era quasi impazzito per colpa di un serial killer che lo aveva veramente mandato in pezzi, ma alla fine era riuscito a scovarlo.
Poi per due anni era stato trasferito a Quantico a fare l’insegnante, e qui aveva conosciuto Spencer.
Spencer… JJ sospirò e proprio lui approfittando dell’attimo di silenzio della sua collega, prese la parola: “Il nostro serial killer probabilmente è un docente Universitario, una mente brillante che riesce facilmente a incantare i suoi studenti, un manipolatore!”
Mentre il ragazzo continuava a parlare, la detective pensò che Spencer sarebbe potuto diventare una mente criminale, e invece era il più geniale elemento del loro gruppo, tre lauree, una in Psicologia, un criminologo dalla memoria edetica, capace di passare senza battere ciglio dalle nozioni storiche a quelle scientifiche.
Spencer aveva ventitré anni appena compiuti… si era diplomato a dodici anni e a diciotto era stato dirottato dal Ministero degli Affari Interni a Quantico, la sede centrale del F.B.I. perché il ragazzino era riuscito a dimostrare nella sua tesi di Criminologia, che i sistemi di sicurezza periferici dell’intera struttura erano aggredibili.
Dopo averlo sondato con una serie infinita di test e interrogatori, i grandi capi avevano deciso che era meglio averlo con loro che contro di loro!
Ghideon quando lo aveva conosciuto era rimasto incantato dalla combinazione d’intelligenza, timidezza, rigore e candore che convivevano nella testa di Reid.
Era riuscito a leggere le carte che riguardavano la sua storia personale e aveva così scoperto che la madre era schizofrenica e che a due anni il ragazzo era stato bollato come autistico perché, non faceva che muoversi e lamentarsi in continuazione.
Per fortuna, uno psichiatra infantile aveva intuito che la smania di Spencer era dovuta a un divorante bisogno d’informazioni.
A tre anni il piccolo sapeva leggere e scrivere e poi si era incamminato lungo un sentiero fatto d’incredibili successi scolastici, gare di matematica tutte vinte, premi in denaro e tanta, tanta solitudine.
Di lui si erano occupati l’Assistenza Sociale e lo psichiatra che aveva scoperto la sua intelligenza, quindi rispetto a tanti altri bambini era stato molto fortunato ma Reid non aveva mai avuto un guantone e una palla, non aveva giocato con un cane né tantomeno aveva avuto amici con cui potersi confrontare, nessun giornaletto o una maglia da condividere con un fratello maggiore: rare le carezze.
Deprivazione sensoriale, questa era stata la diagnosi lapidaria degli psicologi di Quantico, una voragine sentimentale riempita da una tonnellata d’informazioni.
Poi era arrivato Ghideon che aveva preteso Spencer come suo assistente e da quel momento le cose erano cominciate a cambiare, anche se spesso l’umanità dell’uomo mandava in confusione la razionalità del ragazzo.
Andavano insieme alle partite di basket, dove di solito Spencer riusciva attraverso un suo speciale calcolo delle probabilità a intuire che avrebbe vinto.
“Che urlerà a fare tutta questa gente” domandava sconcertato.
Preferiva andare con il suo mentore in giro per musei, dove passava le ore a elaborare linee, punti e spazi per presentarli al suo cervello in una forma razionale, perché era così che funzionava il cervello di Spencer.
 
Si fermò per dare la parola a Derek che iniziò a descrivere il killer dal punto di vista più viscerale.
”Sevizia le vittime per giorni prima di ucciderle: vuole avere il massimo controllo su di loro e le stupra per stabilire un legame più intimo, in realtà crede di amarle consumando con loro un atto che ritiene consenziente”.
Un atto consenziente, Spencer aveva condiviso il suo primo atto consenziente circa sei mesi prima con una gran bella ragazza salvata dalle attenzioni di un maniaco sessuale che la voleva rapire.
Aveva fatto l’amore con lei ed era stato bello.
La ragazza, Susan, si era anche un po’ innamorata mentre per il giovane era stata semplicemente un’esperienza irrazionale da catalogare nel suo archivio privatissimo, quello infilato nelle pieghe più profonde della sua mente.
Derek non la smetteva di prenderlo in giro e lui gli aveva detto secco: “stai zitto” ed era scappato via come un fulmine.
Anche Derek lo attirava molto… e lui si sentiva un po’ confuso.
Ne aveva parlato con Ghideon il quale molto serenamente gli aveva detto: ”Probabilmente sei bisessuale”.
“E questo è un male?” si era informato Spencer.
“Non per quanto mi riguarda, ma eviterei di fare coppia con lui perché durante le azioni pericolose, i sentimenti rendono incerti!”
“Io non sono innamorato di lui, mi piace, tutto qui!”
E Derek era un uomo che sarebbe piaciuto anche ai sassi.
Ghideon aveva consigliato Spencer di non farne parola con nessun altro, lì a Quantico non tutti erano spiriti liberi.
Reid era spesso in coppia con JJ e si trovava magnificamente con lei, gli sembrava di ragionare con un ragazzo e non doveva fare i conti con quella parte del femminile così istintivo e imprevedibile, anzi spesso le faceva delle domande anche imbarazzanti sul misterioso mondo delle donne.
“Perché siete nervose quando avete il ciclo mestruale? Il testosterone non può influenzare così tanto il carattere, ho calcolato il quantitativo in grammi dell’ormone e…”
JJ si faceva le matte risate e tentava di far entrare in quella testa strana che non c’erano soltanto grammi e centilitri dentro un essere umano, ma lui insisteva: “perché mi lasciano dei bigliettini nell’agenda, non farebbero prima a chiedermi se voglio fare l’amore?”
Spencer non aveva mai usato la parola scopare, la riteneva insufficiente a descrivere l’atto sessuale.
“O santo cielo! Ti lasciano i messaggi per vedere la tua reazione, un no detto categoricamente in faccia sarebbe uno sfacelo emotivo!”
“Perché? Sì o no e poi perché io?”
“Perché sei bello, coglione!”  
Di solito questa simpatica frase arrivava da Derek.
Loro erano la sua famiglia: Ghideon gli faceva da padre, JJ da sorella maggiore e Derek poteva rappresentare il cuginetto con cui fare i primi passi nel magico mondo dell’eros… Spencer aveva letto testi interessantissimi su quello che i ragazzi eterosessuali facevano tra loro durante la fase prepuberale.
Lui non aveva avuto questa fase, o no? Un ricordo improvviso lo aveva colto in un momento di guardia abbassata del subconscio e si era ricordato di un ragazzo più grande, ospite insieme con lui nel collegio che lo aveva ospitato fino al compimento dei suoi diciotto anni.
Gli era successo mentre dormiva, aveva sognato di essere tra le braccia di Robert? No, Rupert, e di essere stato benissimo.
Chi sa che fine aveva fatto? Non si era preoccupato più di tanto.
Aaron Hotchner invece era il capo.
E a Spencer piaceva avere quel capo perché ordinava le sue idee, lo capiva e prendeva sempre in considerazione le sue uscite anche quando sembravano astruse.
Come quella volta che da un collage di foto aveva capito, riuscendo a ricomporre, dentro la sua testa, i pezzetti di quella specie di quadro astratto, che l’assassino era una donna e non un uomo.
Tutti gli avevano dato del pazzo invece Aaron lo aveva seguito nel suo ragionamento e un altro killer adesso marciva in galera.
Per Hotchner quel ragazzino rappresentava un mistero della creazione.
Quando lo aveva valutato per il suo gruppo di profiler, su sostenuta insistenza di Ghideon, si era trovato di fronte un elemento assolutamente non conforme al soggetto che lui si era immaginato. Intanto, un genio provvisto di tre lauree, non assomigliava mai a un modello, invece Spencer avrebbe potuto fare il ragazzo copertina di qualche stilista emergente: era magrissimo, alto e con un viso modernissimo ed efebico, niente a che vedere con certi tori da monta.
Aveva i capelli leggermente ondulati, portati con la riga in mezzo e spesso tenuti composti dietro le orecchie: non lunghi, incorniciavano dei lineamenti perfetti e chiarissimi, quasi esangui, un nasino reso ancora più particolare da una piccola gobbetta e una bocca carnosa e colorita.
Gli occhi, sempre tondi di curiosità, erano vivacissimi e affamati d’informazioni.
La cosa più sconcertante era l’assoluta indifferenza del ragazzo per cose che alla sua età erano basilari: le macchine sportive, il basket, la musica rock, le ragazze e la birra, un’indifferenza dovuta alla mancanza di dati utili da analizzare.
Reid non aveva mai voluto saperne nulla, lui nei suoi appena compiuti ventitré anni aveva solo studiato.
E non conosceva New York.
E loro lo stavano per gettare in bocca al lupo.
“Allora Reid, ti senti in grado di affrontare la situazione? Non è uno scherzo, tu dovrai mescolarti in mezzo ad un nutrito gruppo di studiosi e fare da esca, cercare di attrarre l’attenzione del killer su di te e portarlo da noi… non è uno scherzo, davvero!”
Quando mai io ho scherzato, pensò tra se il ragazzo.
“Capitano, per me non è la prima volta, le vorrei ricordare quando sono riuscito a convincere un pazzo a fidarsi di me mentre teneva in ostaggio un intero autobus pieno di passeggeri!”
Era vero, Reid aveva convinto il folle ad arrendersi agli alieni perché tanto lui lo avrebbe riportato su Orione e lo aveva fatto con quella sua aria pulita e svagata.
Era veramente così: un puro, assolutamente privo di malizia.
E adesso si stava dando in pasto a un serial killer.
Spencer percepì l’ansia dell’intero gruppo e cercò di rassicurarli.
“Ascoltatemi bene… si è creata una occasione irripetibile, si tratta di un congresso voluto dall’Università di New York, lavori atti ad analizzare il comportamento umano da un punto di vista biologico, architettonico, psicologico, strutturale, virale, ambientale, economico, ecologico, spirituale e criminologico” riprese fiato “una ricerca a trecentosessanta gradi che, detto tra di noi, mi intriga parecchio! Tutti i docenti si alterneranno nelle esposizioni delle loro ricerche presso l’anfiteatro della facoltà di Architettura che si trova a Manhattan, il luogo più centrale di tutta la Grande Mela e noi siamo stati tutti collocati al Regency Hotel, tra la quinta e la dodicesima, molto vicino alla New York University!”
Sembrava tutto facile per Reid ma Derek lo interruppe:
“Si professore, ma tra di voi probabilmente ci sarà anche il killer che si diverte ad ammazzare docenti universitari, un vero pescecane in un acquario pieno di pesciolini rimbecilliti e distratti!” Era stato aggressivo ma in realtà era molto preoccupato, si sentiva tanto una specie di fratello maggiore e riteneva Spencer in certi momenti, soprattutto quando si estraniava, il più rimbecillito di tutti.
Una voce lo aveva interrotto:
“Noi saremo mescolati al servizio di sorveglianza, non si farà male nessuno!”
Ghideon era quasi certo che il pluriassassino non si sarebbe fatto vedere ma il battito cardiaco accelerato svelava anche la sua paura: Spencer sarebbe stata una preda ambitissima, uno dei più giovani professori al mondo, un criminologo forense servito su un piatto d’argento. Una figura così incredibile che neanche il killer avrebbe potuto sospettare fosse uno sbirro.
“Insomma ormai è tutto pronto, domani entrerò in quell’albergo dalla porta principale…vi prego sorridete e fate almeno finta di credere che andrà tutto per il meglio!” Esclamò Reid e tutti si misero a ridere.
 
   
 
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