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Autore: cristal_93    02/02/2015    0 recensioni
[Brevi pezzi di vita dei Pokémon del futuro dopo gli avvenimenti di "Una Speranza per il futuro"] (dal testo) Non avrei mai pensato che un giorno mi sarei trovata a scrivere un diario, ma ho avvertito una forte esigenza di farlo: ho bisogno di fare ordine nei miei pensieri, anche se pensavo che non ne avrei avuto il tempo. Tempo... questa parola ormai ha assunto tutto un altro significato per noi abitanti del futuro. Fino a poco tempo fa avremmo affermato che non la conoscevamo davvero, perché praticamente non esisteva: solo pochi mesi fa il nostro mondo, il mondo del futuro, era paralizzato, condannato a vivere in un'oscurità perpetua, senza sole, senza vita, e soprattutto senza un domani. Era praticamente impossibile vivere in un mondo del genere, e solo pochi coraggiosi riuscirono a cavarsela e a non farsi sopraffare dalla disperazione e dalla negatività che permeava quest'epoca; i meno fortunati ne furono contagiati, persero il senno e divennero malvagi, lottando non per puro istinto di sopravvivenza ma per perseverare il proprio essere, la propria essenza. Come quello che successe al nostro signore, Dialga, il Titano del Tempo.
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Celebi, Grovyle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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Piccolo filler tra “ Una speranza per il futuro” e “ Un'amicizia oltre i confini dello spazio”. Volevo lasciare un po' di spazio anche a Grovyle agli altri, sapere cosa gli è successo dopo che il loro mondo è tornato normale, e anche se non è una storia vera e propria e avrebbe dovuto essere una OneShot, si è trasformata in qualcosa di più, temo di essermi fatta prendere un po' la mano. Spero comunque di aver fatto un buon lavoro e di non essermi dilungata troppo. Buona lettura!


- Dal diario di Celebi -


Non avrei mai pensato che un giorno mi sarei trovata a scrivere un diario, ma ho avvertito una forte esigenza di farlo: ho bisogno di fare ordine nei miei pensieri, anche se pensavo che non ne avrei avuto il tempo. Tempo... questa parola ormai ha assunto tutto un altro significato per noi abitanti del futuro. Fino a poco tempo fa avremmo affermato che non la conoscevamo davvero, perché praticamente non esisteva: solo pochi mesi fa il nostro mondo, il mondo del futuro, era paralizzato, condannato a vivere in un'oscurità perpetua, senza sole, senza vita, e soprattutto senza un domani. Era praticamente impossibile vivere in un mondo del genere, e solo pochi coraggiosi riuscirono a cavarsela e a non farsi sopraffare dalla disperazione e dalla negatività che permeava quest'epoca; i meno fortunati ne furono contagiati, persero il senno e divennero malvagi, lottando non per puro istinto di sopravvivenza ma per perseverare il proprio essere, la propria essenza. Come quello che successe al nostro signore, Dialga, il Titano del Tempo. Anni fa, Dialga controllava il flusso del Tempo dalla Torre del Tempo, la roccaforte di cui era padrone e sovrano, ma questa crollò e il flusso sfuggì al suo controllo, e il pianeta rimase paralizzato. Con il Tempo fuori controllo, anche Dialga perse la ragione, cadde in balia dell'oscurità e si trasformò in Dialga Oscuro, una presenza primordiale. Non provava emozioni, cercava solo di preservare se stesso, e perseguitò per molti anni tutti coloro che provarono a sfidarlo per cercare di farlo tornare alla ragione.
Ma non tutti si arresero, e due compagni coraggiosi, il Pokémon Grovyle e il suo amico umano Tyler, scapparono nel passato per prevenire la paralisi del pianeta, e salvare così il nostro mondo. Tutti noi eravamo ben più che consapevoli che, facendolo, gli abitanti del futuro sarebbero scomparsi, ma era un sacrificio che eravamo pronti a fare, tranne, ovviamente, coloro che, come Dialga, non volevano che la loro esistenza venisse cancellata, e più di una volta lui mandò i suoi sgherri a contrastare i nostri volontari nel passato, e anche se successero molte cose nel frattempo, grazie anche all'aiuto di alcuni ragazzi del passato finalmente il futuro fu salvato, e anche noi : nessuno è ancora riuscito a spiegarsi come o perché, ma fatto sta che, invece di sparire, siamo stati tutti sottratti dalla morte dal potere di un essere potente e sconosciuto, superiore persino a Dialga. Non abbiamo ancora scoperto chi sia, ma non perdiamo la speranza di poterlo incontrare, un giorno e ringraziarlo per quello che ha fatto. Ora che il peggio è passato, però, la gente racconta di questa storia come se fosse un pettegolezzo, un fastidioso peso di cui è felice di essersi liberata, qualcosa di talmente noioso che, ora che è finito, ci si può permettere il lusso di di screditarla come una cosa da niente.
Per noi che l'abbiamo vissuta sulla nostra pelle, invece, fa impressione sentirne parlare così a cuor leggero, e anche se vorremmo cucire la bocca a suon di botte a chiunque lo sentiamo dire, ci sforziamo di non abbassarci ad un simile livello e lottiamo per mantenere viva la vera versione dei fatti e fare in modo che non venga ridicolizzata ma raccontata per come è stata davvero, senza omissioni e senza segreti. E' l'eredità che ci è stata lasciata, ed è nostro dovere tramandarla alle generazioni future, perché possano impararla e trasmetterla a loro volta in modo che nessuno possa dimenticare. Nel frattempo, ci siamo messi a lavorare duramente, e ogni giorno abbiamo talmente tanto da fare che quasi non abbiamo il tempo per respirare. Da quando il nostro mondo è rinato siamo stati catapultati in un vortice fitto di impegni, non mi sono quasi accorta del tempo che è trascorso dal giorno in cui ha cominciato ad esistere anche in quest'epoca, e in cui noi tutti abbiamo smesso di sopravvivere e abbiamo cominciato a vivere sul serio; sembra ieri che vivevamo avvolti nell'incubo di un mondo senza speranza, ancora non mi sembra vero. Ci stiamo impegnando anima e corpo per contribuire a mantenere questa pace per cui, bene o male, molti hanno lavorato duramente e sacrificato tanto, e a cui tutti, anche chi sembrava preda dall'Oscurità più assoluta, aspiravamo.
Io, Grovyle e Dusknoir ora stiamo sempre insieme, e con la collaborazione degli altri Pokémon abbiamo fondato una Gilda, la prima che sia mai esistita nel nostro mondo, a cui hanno aderito molta più gente di quanta avessimo pensato. L'abbiamo costruita a immagine e somiglianza della Torre del Tempo, anche se in dimensioni piuttosto ridotte rispetto all'originale. Non volevamo screditare Dialga, ci mancherebbe: lo abbiamo fatto perché la Torre è stata il principio e la fine di tutto: è da lì che è cominciata la paralisi che ha condannato il nostro pianeta ed è da lì che la paralisi è stata fermata nel passato, e come tale abbiamo voluta celebrarla. Ovviamente abbiamo chiesto il permesso a Dialga prima di fare qualsiasi cosa, e lui è stato ben più che felice di appoggiare il nostro progetto, proponendosi anche per dare una mano in prima persona. Noi abbiamo rifiutato con gentilezza la sua offerta, ricordandogli che lui aveva già una torre a cui badare, e che il suo compito sarebbe stato quello di proteggerla ad ogni costo ed evitare un suo altro possibile crollo. La nostra torre sarebbe stata al tempo stesso simbolo del passato, perché non dimenticassimo i tempi più duri che la nostra epoca aveva attraversato, e anche del futuro, emblema di quello che avevamo raggiunto e per cui tutti noi avremmo lavorato sodo per contribuire a mantenere e a migliorare.
E' un'enorme soddisfazione vedere ogni giorno un'enorme affluenza di Pokémon volenterosi di formare squadre d'esplorazione e motivati ad accogliere le richieste d'aiuto che ci giungono da ogni dove. Ma nessuno è come noi: io e gli altri due abbiamo fondato il primo Team d'esplorazione da quando la Gilda è nata e in breve tempo ne siamo diventati la squadra più rinomata, nonché la più forte. Il nome con cui siamo riconosciuti non l'abbiamo proprio scelto noi, ma dopo tutto quello che avevamo passato, Dialga ( ogni tanto viene a trovarci, e a complimentarsi per il nostro lavoro ) ha pensato che fosse la scelta più ovvia, e un buon modo per onorare e ricordare sempre le avventure passate insieme ai nostri amici per portare la salvezza nella nostra epoca, quindi ora siamo conosciuti come “Team Futuro”, ma anche se a nessuno di noi piaceva granché, non abbiamo potuto contestare perché non abbiamo avuto idee migliori. Persino Dusknoir, che con la sua cieca lealtà a Dialga si butterebbe nelle fiamme per lui, ha trovato questo nome abbastanza scontato e prevedibile, ma non si è lamentato oltre, e come noi ha accettato di buon grado e se l'è fatto piacere. Siamo gli unici però a non vedere molto bene il nostro nome, perché alla gente non importa niente di come ci chiamiamo ma chi siamo noi: io, Celebi, il Leggendario Pokémon Tempovia; Grovyle, il guerriero che tempo fa si offrì di intraprendere la missione di salvare il pianeta, e Dusknoir, ancora il fedele braccio destro di Dialga ma animato da uno spirito nuovo, diverso da quello che lo aveva caratterizzato in passato. Abbiamo portato a termine missioni su missioni, e in poco tempo, grazie anche alle avventure sopra citate, siamo diventati famosi in tutto il continente: siamo entrati nella Storia, o meglio, nella Leggenda. La gente ci guarda sempre quando passiamo per strada, e c'è chi sussurra i nostri nomi con rispetto ( talvolta inchinandosi al nostro passaggio), e anche chi ogni tanto si fa avanti e ci ringrazia per tutti gli sforzi e le tortuosità che abbiamo dovuto subire per realizzare tutto questo. Grovyle è indifferente a queste cose come lo è sempre stato quindi non ci fa molto caso; Dusknoir, che un tempo a ricevere simili attenzioni si sarebbe riempito di superbia e avrebbe fatto il presuntuoso con chiunque, ora risponde con un timido cenno del capo come se si fosse imbarazzato a ricevere certe lodi. Credo che sia perché non sente di meritarsele, non dopo tutti i guai che lui, per ordine di Dialga, ha combinato. Ma la gente sembra averlo dimenticato, o comunque ha scelto di metterci una pietra sopra; è lui che non è ancora riuscito a perdonarsi, e in fondo lo posso capire bene. Per quanto mi riguarda, invece... ricevere tutte queste attenzioni mi imbarazza non poco. Ho passato la mia vita nell'ombra, ignorata da tutti, la gente a malapena sapeva che esistevo. Ora invece il mio nome è sulla bocca di tutti, ed io non so davvero se sentirmi onorata o preoccupata per questo. Ovviamente, però, c'è anche il rovescio della medaglia: anche se l'affluenza di Pokémon cattivi è notevolmente diminuita con la guarigione dalla paralisi temporale, molto spesso, oltre alle missioni, riceviamo anche parecchie lettere di sfida da furfanti intenzionati a combattere con noi.
Non per soldi, non gliene importa niente, e per fortuna non ci siamo mai trovati a dover lottare contro dei sicari assoldati apposta per farci fuori. Sembra che lo scopo comune sia quello di sconfiggerci, niente di più, ma la conosco la solfa: se si riuscisse a sconfiggere un Team Leggendario come il nostro, le possibilità di entrare nella Leggenda sarebbero molto alte. Certo... come se glielo potessimo permettere. Non so cosa ne pensino Grovyle e Dusknoir, ma a me queste parole fanno solo rabbia. Di solito mi mordo la lingua per non parlare a sproposito ( certe volte la mia lingua è più letale e forcuta di quella di Grovyle, so essere davvero terribile), ma la mia furia cresce, e con lei la mia voglia di rispedire quegli idioti da dove sono venuti, cosa che poi mi riesce anche abbastanza rapidamente, talvolta senza nemmeno l'aiuto dei miei compagni. Non che generalmente mi considerino debole, ma devo dire che mi fa ancora abbastanza effetto combattere senza l'aiuto di nessuno, e anche se gli avversari sono il più delle volte scadenti, la mia autostima è migliorata parecchio negli ultimi tempi. Questa volta però non ho nessuna intenzione di cadere ancora in circoli viziosi come quello dello sprezzo o dell'arroganza che è propria del mio essere un Leggendario.
E' passato molto tempo, e anche se penso di poter affermare di essere cambiata molto da come ero rispetto a prima, certe vecchie abitudini sono dure a morire, e il mio orgoglio di Leggendario mi gioca ancora brutti scherzi. E' più forte di me, ma sentire dei farabutti da due soldi che affermano con presunzioni di voler diventare Leggenda è la peggiore delle ingiurie, e temo che un giorno di questi mi caccerò in guai seri se non imparerò a controllare il mio temperamento. Cosa credono quegli stupidi, che sia un gioco? Che abbiamo combattuto contro Dialga solo per questo, per diventare famosi? Ogni volta spaccherei la testa a tutti quelli che vengono fuori con simili idiozie, anche solo per capire come ragionano e se hanno davvero un cervello. Nessuno di loro era con noi quando è successo, nessuno può capire quello che abbiamo dovuto affrontare, e non parlo solo di Dialga. Mi sento talmente punta sul vivo quando sento questi discorsi che ho già rischiato di esagerare sul serio più di una volta, e devo ringraziare che Grovyle sia sempre pronto a fermarmi in tempo, altrimenti temo che a quest'ora avrei parecchie vittime sulla coscienza.
Sono un po' preoccupata delle mie reazioni, e ogni tanto penso che forse dovrei trovare qualcuno presso cui possa informarmi un po' di più su noi Pokémon Leggendari, o quantomeno, sulla mia razza in particolare. Non ho mai avuto molti incontri ravvicinati con i miei colleghi, l'unico altro Leggendario che conosco è Dialga, ma lui forse non è esattamente l'esempio migliore da prendere a modello, quindi non posso stabilire con certezza se l'orgoglio e questo istinto omicida che provo ogni volta che sento qualcuno farsi beffe dei Leggendari siano propri di quelli come noi, ma ad essere sinceri preferirei non trovare risposta a questa domanda, e impegnarmi invece per maturare sempre più. Solo perché sono una Leggendaria non significa che io sia migliore di qualcuno a prescindere, questa è una importante lezione che ho imparato a mie spese tempo fa e che ora è parte integrante delle mie convinzioni, quelle a cui mi atterrò tutta la vita per imparare a perfezionarmi e diventare così, a mia volta, un esempio per qualcun'altro, ed essere una Leggendaria non più solo di nome ma anche di fatto. La battaglia contro Dialga ha lasciato un segno su me e i miei amici, sia fisicamente che spiritualmente, e anche se penso che da quello scontro siamo usciti molto più forti di prima, non stiamo certo a dormire sugli allori e ad accontentarci di come siamo. Ci alleniamo spesso insieme per aiutarci a vicenda, ma questo non significa che ognuno di noi non lavori anche individualmente: io, ad esempio, ora che ho riscoperto i miei veri poteri, sto cercando di conoscerli al meglio, e ogni giorno faccio una nuova scoperta al riguardo.
In ogni caso, tra gli impegni alla Gilda, gli allenamenti e il resto, le giornate passano in fretta, non riusciamo quasi a tirare fiato per il lavoro di un giorno che subito dobbiamo affrontare quello nuovo del giorno dopo. Anche i Sableye ci danno una mano a gestire la Gilda: sono talmente tanti ( anzi, credo che il numero sia anche aumentato) che si sono divisi in plotoni. Non l'avrei mai detto, ma sono davvero dei bravi lavoratori: c'è chi gestisce gli affari della Gilda in nostra assenza ( e succede abbastanza spesso quindi è come se ne fossero i dirigenti ufficiali), chi archivia le varie missioni che riceviamo e anche chi si incarica di viaggiare in tutto il continente per raccogliere le richieste dei Pokémon. Lavoriamo talmente tanto che il fondo cassa della nostra Gilda è sempre pieno, ma non siamo avidi, e comunque non abbiamo mai dato molta importanza al denaro finora anche perché non ci era mai servito, quindi non ci interessa accumularlo. Per questo non ci interessano molto le ricompense, e non permettiamo che i nostri committenti vogliano offrirci molto di più rispetto a quanto è stato pattuito precedentemente. Visto che neanche i Sableye vogliono soldi ( pagarli per la grande mano che ci danno ci sembrava il minimo, ma loro hanno rifiutato dicendo che poter essere d'aiuto era una ricompensa più che sufficiente, visto che anche loro, come Dusknoir, si sentono ancora in colpa per ciò che avevano fatto in passato e vogliono fari perdonare a tutti i costi ), teniamo con noi solo il necessario per sopperire alle spese della Gilda, e il resto lo mandiamo a chi ne ha bisogno, ma anche così sembra non finire mai.
Ma non lavoriamo solo per la Gilda: Dusknoir e seguito (anche Grovyle si è offerto) si sono rimboccati le maniche e danno una mano a Dialga per ricostruire la Torre del Tempo. Anche con il potere del Signore del Tempo ci vorrà un po' perché quella costruzione recuperi il suo antico splendore. Dialga è piuttosto preoccupato però, teme che ciò che è successo in passato possa ripetersi ancora; visto e considerato poi che nemmeno lui sua ancora riuscito a spiegarsi come sia stato possibile ora è in campana, sempre all'erta e teso come una corda, attento a non farsi sfuggire nemmeno la più piccola anomalia. 
Gli abbiamo promesso che anche noi saremmo stati molto attenti, e lui apprezza molto l'aiuto che gli abbiamo offerto. Per quanto mi riguarda, mi sto impegnando con i miei poteri da Guardiano Verde per far rinascere la Foresta Tenebrosa, la mia casa, che ora non è più un luogo lugubre e sinistro ma solare e rigoglioso, e proprio per questo l'ho ribattezzata in questo modo, Foresta Rigogliosa ( in quanto a dare nomi noi Pokémon pecchiamo molto di fantasia, questo non lo si può negare), ed io me ne prendo cura con tutta me stessa, e l'ho trasformata in un rifugio felice dove chiunque può venire per rilassarsi dalle fatiche della giornata e per ammirare le rinnovate meraviglie insite al suo interno. Per farla breve, non ricordo di aver mai vissuto un periodo più bello in vita mia, ed è un sentimento condiviso da molti; ormai sono rimasti in pochi che ancora vanno in giro squadrando il prossimo dall'alto in basso, ora vediamo solo visi sorridenti. Che poi è anche questo lo scopo che ci siamo prefissi, l'obiettivo della nostra Gilda: oltre a sistemare le cose nel nostro mondo, vogliamo portare serenità e speranza a chi ancora non è riuscito a trovarla. Purtroppo, però, anche nella più splendida delle luci si nasconde una piccola ombra: anche se lavoriamo sodo per portare la felicità agli altri, non siamo ancora riusciti a trovare la nostra. I nostri cuori non sono ancora completamente guariti dai brutti ricordi che ancora premono e talvolta diventano così forti da toglierci il fiato. Evitiamo di toccare l'argomento per non rievocare vecchie ferite, ma stiamo solo scappando, lo so: un giorno che finalmente dal nostro mondo sarà scomparsa anche la più piccola traccia dell'oscurità che l'ha permeato, forse ci siederemo e riusciremo a discuterne con calma; fino ad allora, ognuno di noi si impegnerà per convivere con i propri fantasmi senza che questi intacchino il nostro lavoro.
Ma non è facile, soprattutto di notte: avendo vissuto nell'oscurità per così tanto tempo, io ho paura quando il sole tramonta , e la notte non riesco a dormire perché, facendolo, ho il terrore ci svegliarmi e scoprire che è stato tutto un sogno, che il nostro in mondo in realtà non è stato salvato e che è ancora paralizzato in una perenne notte senza stelle. Ho talmente paura che di solito mi raggomitolo su me stessa e mi metto a tremare, rifiutandomi di cedere al sonno e aspettando con impazienza che il sole sorga, e quando lo fa tiro un sospiro di sollievo. E' ancora un fatto strano poter assistere all'alba ogni giorno, ma non mi azzarderò mai a darla per scontata. Non potrò andare avanti in questo modo in eterno, lo so, ma ci vorrà ancora molto prima che riesca a reagire. E un enorme sforzo di volontà, che però non sento di possedere. So che un peso è più leggero se si condivide con gli altri, ma non siamo ancora pronti, le nostre ferite sono ancora fresche, ci vorrà tempo perché guariscano del tutto. Ma come possiamo sperare di andare avanti spensieratamente, dopo tutto quello che abbiamo passato? Ci sono cose che il tempo non può accomodare. Ci sono ferite talmente profonde che lasciano il segno. A Grovyle in particolar modo non smetteranno di sanguinare tanto presto. Facendo parte della stessa squadra io e lui ora stiamo insieme come non abbiamo mai fatto dalla prima volta che l'ho incontrato, ma in sostanza non è cambiato niente: è sempre chiuso, distante, lontano da tutto e da tutti, come è sempre stato. Io cerco di fare del mio meglio per non essere invadente, anche se al tempo stesso cerco di parlare con lui, di provare a sostenere una conversazione degna di questo nome. Ogni tanto mi dà retta, ma credo che sia solo per gentilezza nei miei confronti, difatti le nostre chiacchierate non si possono nemmeno definire tali, sono solo qualche sporadico commento su come le cose stiano andando sempre per il meglio qui nella nostra epoca. Per il resto del tempo è assente, perso nei suoi pensieri come sempre. Lo conobbi anni fa, ma non ero mai riuscita ad andare oltre la sua espressione, a scavare sotto quella maschera indecifrabile che è il suo volto, ma questa volta penso di essere in grado di capire cosa gli passa per la testa, e la cosa mi fa soffrire. Perché lo so: so perché è così malinconico, anche se con noi non mostra mai alcuna emozione, so cosa cerca quando ha lo sguardo perso a guardare l'orizzonte e lo sento sospirare, so perché, quando non so dove sia, lo trovo davanti alla statua che capeggia nella sala centrale della nostra Gilda, a guardarla con profonda malinconia . So il motivo della sua tristezza e lo condivido, anche se mi fa più male che lui ci pensi e sia così giù per questo, ma rispetto a qualche mese fa penso di essere diventata abbastanza brava nel convivere con questo dolore, anche se non è facile, non lo è stato sin dal primo momento in cui ha piantato un seme nel mio cuore ed è arrivato ad avvelenarlo con sentimenti bui e sbagliati. Quello che sta provando Grovyle... lo provo anch'io, lo sta provando anche Dusknoir, è vero, ma mi duole ammettere che sicuramente nessuno di noi sta peggio di Grovyle, e che è lui quello che sta maggiormente soffrendo, e non posso fargliene una colpa, ormai me ne sono fatta una ragione.
Ma c'è qualcos'altro di cui non riuscirò mai a farmene una ragione: perché solo a lui? Perché proprio a lui è toccato il sacrificio più grande? Perdere prima il suo migliore amico, l'essere che gli stava più a cuore al mondo, e poi... lei. Perché è dovuta andare così, perché è arrivato ad affezionarsi così tanto a Leah? Ma sopratutto... perché lei doveva essere umana e appartenere al mondo del passato e non a questo? Se fosse stata un abitante della nostra epoca ora sarebbe qui con noi, e Grovyle non sarebbe così triste, o almeno, sì, lo sarebbe perché sentirebbe comunque la mancanza di Tyler, ma con la presenza di Leah al suo fianco sarebbe confortato, non si sentirebbe solo. E se lei poi fosse stata davvero un Espeon... forse loro due avrebbero potuto approfondire meglio il loro rapporto, e magari scoprire di volersi bene molto più che da semplici amici e Grovyle sarebbe stato felice. Mi si spezza il cuore a scrivere certe cose ma è la verità, è così che sarebbe dovuta andare, sarebbe stato praticamente scontato se non ci fosse quel problemino relativo alle nostre epoche e razza di appartenenza.
Il destino è veramente crudele, a volte, ma a pensarci bene, se Leah fosse stata davvero un abitante del futuro come noi le cose sarebbero andate diversamente, e loro magari non si sarebbero neanche conosciuti. Io sono una Pokémon Tempovia, ma ho solo la capacità di viaggiare nel Tempo, non di guardare nel flusso di esso e vedere come sarebbe potuta diventare una storia se qualcuno avesse preso una decisione invece di un'altra, non ho il potere di seguire il flusso temporale delle vite di ciascuno e le mille sfaccettature delle loro esistenze. Nessuno può sapere quale destino lo avrebbe atteso se, al momento giusto, avesse fatto certe cose invece di altre. Leah, ad esempio: l'ho odiata come non credevo avrei mai odiato qualcuno, nemmeno per Dusknoir o per Dialga sono stata così accecata da questo sentimento che mi ha contaminato il cuore. Ho desiderato più di una volta che sparisse, che morisse e che non fosse mai esistita, ma se non ci fosse stata lei molte cose non sarebbero mai successe. Tanto per citare qualche esempio, senza di lei noi, Grovyle per primo, saremmo morti molto tempo fa, ancor prima di poter affrontare Dialga nello scontro finale, ancor prima che Grovyle riuscisse a portare avanti la sua missione nel passato. Leah ha salvato tutti noi, ma più di tutti ha stretto un forte legame con Grovyle, ed io sono qui a chiedermi come sarebbe andata davvero se lui non l'avesse mai incontrata, ma non me lo chiedo più con quel velo oscuro che mi è calato sugli occhi quando ho incontrato Leah la prima volta e che mi ha resa un mostro nei suoi confronti. Mi sono sempre chiesta cos'avesse lei più di me, e sopratutto perché Grovyle la guardasse in modo completamente diverso da come era solito guardare gli altri, o come mai con lei tirasse fuori il suo carattere infantile e attaccabrighe, un lato che io non avrei mai pensato esistesse.
Ho iniziato a odiare Leah ingiustamente senza neanche conoscerla, e il mio odio mi ha impedito di vedere cose così evidenti che era impossibile non notarle tranne per me, che invece ho impiegato troppo tempo per farlo. E alla fine ho capito: ho capito cosa la rendeva diversa da me, ho capito perché con lei Grovyle si permetteva di lasciarsi andare ed essere completamente sé stesso, senza nascondersi dietro la sua perenne maschera che nessuno, al di là di Tyler, era mai riuscito a scalfire o a vedere al di là di essa: perchè avevano molto in comune. Leah ha avuto una vita difficile: ha scoperto troppo presto la durezza del mondo esterno e ha dovuto crescere in fretta e imparare a lottare per la sopravvivenza, ma non è rimasta nascosta da qualche parte a osservare il mondo che scorreva senza di lei.
Per questo però non è mai riuscita a fidarsi degli altri, riponendo tutta la sua fiducia in un solo Pokémon, quello che per lei era più che un fratello. Grovyle aveva lo stesso rapporto con Tyler e anche lo stesso tipo di approccio con il mondo, anche lui ha dovuto imparare fin da subito a badare a se stesso. Mentre però lui è diventato un individuo duro e scorbutico con chiunque tranne che con Tyler, di cui pensava gli bastasse la sua sola compagnia, e per cui pensava di non avere bisogno di nessun' altro, Leah, al contrario, malgrado tutto quello che aveva passato, è sempre stata una persona sorridente e gentile con tutti, pronta a dare una mano a chi era in difficoltà e a regalare una parola o un sorriso di conforto a serviva, quando invece era forse lei quella che ne avrebbe avuto più bisogno, anche se non l'ha mai chiesto. Diceva di aver passato troppo tempo a farsi confortare dagli altri, e che alla lunga avrebbe solo rischiato di rimanere bloccata col proprio dolore, senza fare niente. E' per questo che è diversa da me, è per questo che Grovyle si comportava in maniera diversa con lei: non per pietà, ma perché rivedeva sé stesso in lei e... perché l'ammirava. Io... non credo di essere mai stata un tipo da ammirare, e nemmeno il mio essere un Leggendario mi ha mai dato questo tipo di soddisfazione. Non ho molti ricordi della mia famiglia, anzi, non ricordo proprio di averne avuta una ( se ce lo avuta), e da che ne ho memoria sono sempre stata a guardia della Foresta Rigogliosa, anche se, con il tempo congelato e senza nemmeno essere a conoscenza dei miei pieni poteri, c'era ben poco che io potessi fare, al massimo mi sarò impegnata qualche volta a cacciare i furfanti che capitavano da quelle parti. Sono presuntuosa a pensare questo, ma ci rimanevo un po' male quando scoprivo che nessuno di loro aveva sentito parlare di me e dei miei poteri e che era venuto a cercarmi perché sperava di riuscire a catturarmi per sfruttarmi; tralasciando il fatto che comunque non mi sarei mai lasciata catturare così facilmente, sembrava quasi che io non esistessi nemmeno.
Nessuno mi ha mai visto per davvero, sotto nessun punto di vista. La mia esistenza non aveva alcun valore, l'ho sempre pensata così. Ciononostante sono sempre rimasta fedele al mio dovere di Guardiano, ma non ho mai fatto niente di concreto: ogni tanto compivo viaggi in altre epoche, ma non ho mai contribuito in nessun modo alla guerra silenziosa che si portava avanti da anni nel nostro mondo, tra coloro che ormai si erano arresi alla nostra misera condizione e quelli che, invece, avevano continuato a lottare. Per la maggior parte della mia vita sono solo rimasta al sicuro nelle mia foresta, per quanto si possa considerare sicuro un posto in cui venivano a rifugiarsi Pokémon col cuore contaminato dall'Oscurità. Non cambiò molto neanche quando conobbi Grovyle, anche se lui portò una scintilla di luce nella mia vita grigia e monotona. Niente di che, gli offrii semplicemente il mio aiuto per nasconderlo dagli sgherri di Dialga, ma fu di breve durata, perché appena il pericolo cessò lui mi ringraziò e corse via velocemente.
Qualcuno potrebbe chiamarlo amore a prima vista, o colpo di fulmine, neanch'io riesco a spiegarmelo, fatto sta che lui fu il primo che mi guardò per davvero e che mi ringraziò perché gli ero stata d'aiuto. Per la prima volta in vita ero stata utile a qualcuno, e per la prima volta la mia esistenza fu riconosciuta. Il nostro incontro fu così breve che probabilmente non siamo stati insieme che per pochi attimi, ma ricordo benissimo che furono sufficienti per farmi innamorare di lui. Quando se ne andò sperai di poterlo rivedere, e in effetti successe, anche se non nel modo in cui avevo sperato: tornò qualche tempo dopo, accompagnato dal suo amico Tyler, a chiedere ancora il mio aiuto. La prima volta che vidi quel ragazzo rimasi sconvolta perché non avevo mai visto un essere umano prima di allora e temevo che fosse pericoloso, ma né lui né Grovyle mi concessero delle spiegazioni al merito e andarono dritti al motivo della loro visita, mettendomi al corrente sulla ragione per cui entrambi avevano gli scagnozzi di Dialga alle calcagna e come mai erano venuti da me. Il loro racconto mi conquistò, ma ancora di più vedere un Pokémon e un essere umano così affiatati: mi dissero che erano anni che combattevano insieme per cercare un modo per salvare il nostro mondo, per liberarci dalle tenebre che da secoli ci opprimevano. Avevano saputo del fatto che fossi l'unica in grado di attivare il Portale del Tempo, il passaggio magico per viaggiare nel Tempo, e mi chiesero se mi andava di sostenere la loro causa e prestargli il mio potere. 
Io mi dichiarai subito al loro servizio, contenta che finalmente fosse giunta la mia occasione per rendermi utile, per dare il mio contributo in qualche maniera. A pensarci ora, però, credo in realtà di averlo fatto anche perché Grovyle, dopo ciò che mi avevano raccontato, mi era sembrato ancora più affascinante. E' un atteggiamento da gatta morta, lo so, e anche piuttosto smorfioso, ma era quello che sentivo, e continuai a sentirlo farsi sempre più forte ogni qualvolta lui e Tyler vennero a mettermi al corrente della situazione o di eventuali novità. Non sapevo mai quando sarebbero venuti: una volta venivano dopo due giorni, talvolta una volta alla settimana, altre volte invece lasciarono passare addirittura mesi. Io aspettavo con ansia sempre e comunque, e il mio cuore scoppiava di gioia quando vedevo Grovyle. Ma il nostro rapporto si è sempre limitato solo a questo, non abbiamo mai parlato di nient'altro se non della missione. Io imparai ben presto a farmi bastare lo stesso quei brevi momenti in cui Grovyle faceva la sua comparsa prima di scappare di nuovo, perché vederlo significava che era vivo, che stava bene, e ogni volta la speranza nel mio cuore si rinnovava.
Sono egoista a pensarla così, ma da quando l'avevo conosciuto avevo preso più a cuore più la sua salvezza che di quella del mondo Per lui, però, quelli non erano altro che momenti di circostanza a cui era costretto a piegarsi perché necessari al compimento della missione, e non ha mai cercato di fare le cose in modo diverso, una volta tanto. Io, d'altro canto, non ho mai saputo veramente cosa dirgli, non ho mai avuto il coraggio di fare la prima mossa e rompere il ghiaccio chiedendogli qualcosa su di lui, qualcosa che non riguardasse per forza la missione, qualunque cosa. Ma ogni volta che mi imponevo di provarci mi bloccavo, e come non avrebbe potuto essere altrimenti? Lui era sempre così serio, così freddo, conosceva e aveva visto cose che io potevo solo immaginare. Mentre io... io non avevo mai visto veramente il mondo esterno, non avevo mai preso parte a nessun tipo di sfida, non avevo o mai incontrato terribili pericoli come quelli a cui lui andava incontro tutto il tempo. Non avevo mai sperimentato per davvero cosa volesse dire lottare per sopravvivere, e forse per questo non sono mai riuscita a capire Grovyle, non sono mai riuscita a fermarlo e impedirgli di andare là fuori a rischiare la vita. Lui però non ha mai voluto mollare, anche se i rischi erano troppo alti: era una cosa da pazzi, lo sapeva benissimo, ma era il suo obiettivo, il suo destino, quello che si era scelto da solo, si era ribellato a quello che invece era stato imposto a tutti noi dal nostro mondo di tenebre perpetue: vivere costantemente nell'ombra, limitandoci a sopravvivere, senza la possibilità di sperare in un domani migliore, lottando per non farsi corrompere dal male. Una vita così non era per niente degna di essere vissuta, non si poteva neanche definire tale.
Piuttosto che vivere un'esistenza lunga, vuota e priva di significato, lui aveva preferito rischiare la vita ogni giorno per un progetto che aveva poche speranze di essere realizzato veramente. Non gli importava di morire: se il suo sacrificio fosse servito a regalarci una nuova speranza, allora quando sarebbe stato il momento sarebbe stato pronto. 


                                                                                                                                                       -  Continua  -

   
 
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