Era un
giorno tranquillo nel Regno dei Funghi. Il cielo era più
azzurro di un puffo
con la cancrena e il sole batteva talmente forte che ha spaccato un
paio di
montagne vicino al Castello di Peach, il luogo nella quale
comincerà la nostra
storia, che è talmente bella che la volevo chiamare la
Divina Commedia, ma a
cui ho dovuto cambiare titolo a causa di un tipo medievale dal naso
talmente
adunco da arrivargli alla bocca, di nome Dante, perché
diceva che gli avevo
plagiato il suo libretto di scarso successo.
Ok,
ritorniamo alla storia…
Nel
Castello di Peach si respirava un’aria tranquilla, noiosa,
che faceva
addormentare quasi tutti i Toad nelle vicinanze. La Principessa era
seduta su
una poltrona color pastello per bambine dell’asilo insieme al
suo fidanzato
Mario, talmente brutto che sembrava un incrocio tra Hitler e
Platinette. Non
facevano niente di particolare, si stavano giusto limonando talmente
forte che
chi passava loro vicino pensava che stessero facendo qualcosa di
più spinto.
A un certo
punto si sentì bussare la porta.
Mario si
alzò, e incazzato borbottò: “Se sono
ancora i
testimoni di Geova, chiamo la polizia”
E
strusciò i suoi piedi fino all’ingresso,
aprì la
porta e urlò: ”Qui siamo cattolici e non vogliamo
cambiare religione!” e sbattè
la porta con violenza.
Si
sentì ancora bussare.
Mario
riaprì la porta e aprì la bocca per insultare
chiunque gli stesse davanti, ma quando vide chi ebbe di fronte, si rese
conto
di aver appena fatto una figura di merda.
Erano due
esseri, un’umana che agli occhi di Mario
pareva una gnocca e un quadrato blu con monocolo, un cilindro e un
grande
mantello. Entrambi avevano un sorriso più finto di quelli
che fa Berlusconi di
quando è in TV e la ragazza cominciò a salutare:
”Ciao Mario! Ti ricordi di
noi?”
Mario guardo i
seni della ragazza e disse: “Mmm…
sssss… no”
Il quadrato
guardò male l’idraulico, ma cercò di
trattenersi, rispondendo educatamente: “Siamo noi, Blumiere e
Farfalà. Non ti
sarai dimenticato di quella volta che mi hai salvato il culo per aver
quasi distrutto
il mondo?”
Il fontaniere
pensò a tutte le avventure che passò, e
gli ritornò in mente tutto quanto. Mario sorrise e fece:
”Ah, il conte Cenere
con la sua sigh… moglie! Entrate pure.
C’è pure Peach”
E li
guidò dentro al castello, pieno zeppo di stanze a
parer di Cenere inutili, e quando tutti arrivarono nella stanza di
Peach, la
Principessa li salutò gentilmente: “Ciao ragazzi!
Da quanto tempo!” E abbracciò
gli ospiti come se fossero dei cuscini antistress , talmente forte da
far
diventare rossa la faccia del Conte, che chiedeva di essere lasciato
con la
stessa voce di una gallina che viene strozzata dal fattore.
La principessa
in rosa lasciò il Conte, che
ringraziava tutte le divinità del mondo per non essere morto
e cominciò a
parlare del più e del meno con i due nuovi arrivati.
Peach era
talmente curiosa di sapere cosa era successo
nella vita dell’Oscuro e della sua donna che si mise un
tailleur e una parrucca
castana, travestendosi da Barbara d’Urso e
cominciò a fare talmente tante
domande imbarazzanti che per calmarla, Mario le suggerì di
preparare un po’ del
suo magnifico tè all’aroma di calzino sporco di
Mastro Toad.
Peach
tornò a indossare il suo classico abito rosa e
corse verso la cucina.
Ma nessuno si
sarebbe mai gustato questo tè.
Infatti il cielo
diventò grigio e il vento si alzò
impetuoso. E una strana puzza di zolfo si cominciava a percepire.
“Mmm…
Il tè di Peach sta bollendo. Solo lei può far
scatenare tutte queste cose quando cucina qualcosa” fece
Mario deliziato.
“Non
proprio” precisò il Conte
“Guarda
fuori dalla finestra” continuò la moglie.
L’idraulico
si girò e vide un tartarugone a bordo di
una Clown Car verde
e gialla.
“Ahhh… ecco perchè c'è buio! E' solo Bowser” rise Mario
“Scusate
per la puzza” disse Bowser “Ho fatto una
scoreggia”
“Ah,
vabbè fa niente, tutti scoreggiano” gli rispose
placidamente il quadrato col monocolo.
E fu
lì che il Koopa gigante notò Cenere, in tutta la
sua eleganza, talmente appariscente che Enzo Miccio gli farebbe
condurre un
programma, e disse: ”Ehi bello, sai che sei particolare?
Sembri un effeminato.
Mi piaci.”
Il conte
rispose: “Ma Bowser, non ti ricordi di me?
Sono il Conte Cenere? Tu eri uno dei quattro eroi che ha salvato il
mondo!”
Il Tartarugone,
infischiandosene di quello che
l’elegantone gli stava cercando di ricordare, scese dalla
Clown Car, abbracciò
il Conte, lo mise sulla spalla come se fosse Peach e lo
portò in macchina,
senza che nessuno intervenisse, neppure Mario, che durante quel dialogo
era
intento a trovare tutte le caccole possibili nel naso, e
volò via lontano da
tutti verso il suo castello.
Farfalà,
dopo essere rimasta impietrita, cominciò a
piangere come una bambina che ha appena scoperto che Babbo Natale non
esiste, e
dopo essersi calmata un pochino, le venne in mente un’idea
talmente geniale che
neanche ad Einstein non poteva venire in mente, cioè salvare
suo marito.
Felice di essere
utile a qualcosa, la ragazza cominciò
a correre uscendo dal castello nella stessa direzione dove era partito
Bowser,
ma inciampò nel vestito lungo, e tornò nel
castello per indossare qualcosa di
comodo, quindi salì verso la camera da letto di Peach e
indossò il primo
indumento semplice che trovò, una tuta da ginnastica di
pessimo gusto bianca e
nera e degli scaldamuscoli bianchi e rosa e cominciò a
incamminarsi verso una
nuova avventura, ma visto che dopo un po’ cominciò
ad stufarsi del silenzio che
le stava attorno e cominciò a cantare “99 scimmie
saltavano sul letto ma una
cadde a letto e si ruppe il cervelletto”
E
dopo 123434956 anni Bowser and
Peach/RosalindaxLudwig/ClarinetPeach (ok, ho più nomi
d’arte di Bello figo Gu
XD) posta qualcosa, una storia assolutamente nosense che cerca di far
ridere.
Spero che vi piaccia
E
ci vediamo nel prossimo capitolo :3