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Autore: eliala    29/11/2008    3 recensioni
"gomenasai" e' la parola che si usa per chiedere scusa. e' una di quelle parole che la gete vorrebbe tanto spesso avere la forza di dire, ma che troppo spesso si tiene chiusa nel cuore. lavi pensa a questo, e non puo' che stare male, perche' a causa di questa piccola parola, da lui omessa un po' troppo spesso, e' costretto a soffrire in un modo che non e' piu' disposto a sopportare. piu' o meno la trama iniziale era questa, poi, come spesso succede, (soprattutto a me) ha un po' cambiato strada.
forse e' un po' ooc, ma non credo che la cosa sia cosi' evidente da doverlo segnalare, comunque, se alla lettura risulta fastidioso, avvertitemi che rimediero'.
spero sia di gradimento per qualcuno ^-^
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Rabi/Lavi | Coppie: Rabi/Kanda
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Piccola introduzione, forse sclerante: la storia e’ nata per colpa della Maleficavocinafontediognimale, che, come dice il nome, e’ un essere crudele e malefico. E’ la prima che scrivo con questi personaggi, che per altro, non mi convincono in modo particolare. Solo la mia ennesima speranza di trovare finalmente un po’ di sano yaoi, leggero leggero, in qualche manga. Ah, la mia mente malata e traviata ne vede ovunque ^_^’
Imploro umilmente commenti.... T_____T .
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Gomenasai





Si dice che “perdonami” sia una delle parole più complesse da pronunciare.
Non pensarlo, non sentirlo dentro, quella è una cosa naturale, ma dar voce a questo pensiero è tutta un’altra cosa.
Per quanto tempo ho voluto gridarle, le mie scuse, a te, che stavi andando a morire; a te, che sto abbracciando forte, a quella parte di me che da così tanto sto provando a sopprimere…ma sono un debole, e non ne ho la capacità, o forse ho solo paura di perdere quella montagna di bugie sotto la quale mi sono rifugiato.
Eppure quel tuo sguardo, questo sguardo che rivolgi solo a me, questo sguardo che dura solo un battito di ciglia o forse meno, mi uccide,per quell’istante che dura la sua breve vita mi da la certezza incrollabile che tutto quello che ho fatto fino ad ora è solo sbagliato, che tutta la sofferenza che ho creato è stata semplicemente inutile.

-Hem, mi dispiace, Yu, che tu ci abbia visti… così…-
-quindi, tu e Lenalee… state… insieme?-
-sì- Lavi si gratta la testa, come sempre quando non sa che fare, come rispondere, ed abbassa lo sguardo, perché Yu non lo fa perché lo sguardo di Yu è tagliente e penetrante, e sembra avere il potere di scrutargli l’anima, smascherando le sue menzogne.
-Tsk!-esclama il giapponese. Nulla di più, solo non detti che rendono pesante l’atmosfera.
E poi, Yu si gira bruscamente, e il suo profumo colpisce Lavi come una lama, anzi, è un qualcosa di crudelmente peggiore: è l’assaggio di ciò che si desidera ma che si sa di non poter avere.
E allora, di nuovo, Lavi trema, e sente il sapore della solitudine che lo assale all’improvviso, e allora, appena può, stringe forte quel corpo che gli ricorda il suo in modo così spaventosamente vivido, e gli viene da piangere, e gli viene voglia di urlare, ma non lo fa, bacia le labbra di lei, passa le dita tra i suoi capelli corvini, ne respira profondamente il profumo.
C’è un “bugiardo” appena sussurrato, che ancora brucia. Perché Yu lo sa, lo sa che Lavi non fa altro che mentire, e Lavi sa che Yu Kanda è l’unica persona che ha capito che ormai tutte quelle menzogne sono parte di lui.
E allora bacia la sua Lena, Lavi, e la fa sorridere, e si odia, e vorrebbe che lo scoprisse anche lei, che in realtà non la ama, così che lo possa odiare per bene.



Non ti mette paura? Il Noha della rabbia, non ti spaventa? Quello sguardo, mi stai dicendo che hai paura? Mi stai dicendo che potremmo non vederci mai più mi stai dicendo addio? Oh, no, tu tornerei, e nuovamente morirò nel vederti, perfetto, gelido, distante, ma tornerai da me, da noi, e nuovamente vedrai le mie mille e mille bugie, e ancora ti chiederò scusa in silenzio, ancora chiederò scusa a me stesso, per tutto il male che sto facendo a noi , e chiederò scusa a lei per tutto quello che le ho fatto e che le farò. –Lavi, andiamo-
ecco, sei tornato “normale”, i tuoi occhi sono di nuovo crudeli, di nuovo sottolineano il distacco che metti tra noi.
Agiti le spade, minaccioso come al solito, ed io ti volto le spalle. Lenalee indugia, e io vorrei restare con te, ma il tuo nemico lo sconfiggerai da solo.
Mi spezzo ancora, Yu, nell’ultimo, fugace sguardo che rivolgo alla tua schiena.
Lei mi guarda e sorride, vorrebbe che l’abbracciassi, che le dicessi che andrà tutto bene, che non sarai l’ennesimo compagno a morire, ma non ne sono capace, non ne ho la forza.
Proseguiremo, ci dimenticheremo, quasi, di te, combatteremo nuove battaglie e forse quando ti rivedrò, riuscirò finalmente ad affrontare me stesso.


Non so con esattezza quanto tempo sia trascorso, non so se siano passate ore, giorni, o addirittura mesi. So che ogniuno di noi ha combattuto la propria personale battaglia, ed ognuno ha necessariamente vinto.
Io sono stato in fine messo di fronte alle mie bugie, e sono stato costretto ad uccidere una perte di me per ottenere il permesso di proseguire su una strada che non ho scelto io.
Adesso il mio respiro si e’ fatto affannoso, difficile, sei di nuovo davanti ai mie occhi, in piedi, distante, fiero, nonostante i tuoi capelli siano sciolti ed i tuoi abiti stracciati. Il tatuaggio, la tua protezione e la tua maledizione, segna con chiarezza agghiacciante la tua spalla, il tuo petto... vorrei fermarmi, sto ordinando alle mie gambe di fermarsi, ma non vogliono ascoltarmi... in un attimo sono di fronte a te, a pochi centimetri... se allungassi la mano potrei toccarti e tu torneresti a tormentarmi, con la tua realta’ schiacciante, con tutto il gelo che mi rivolgi da anni. E per un attimo ti guardo, e mi perdo nei tuoi occhi d’ebano, e il resto del mondo sparisce. Non so quando, non so come, ma mi getto su di te, ti stringo forte come non mi ero mai concesso di sperare, e poso il viso nell’icavo tra la tua spalla ed il tuo collo, e mi immergo nel tuo profumo, e le mie mani sfiorano appena la tua schiena bianca quano ti sento rispondere al mio abbaraccio.
E per un attimo mi dimentico delle mie colpe, e per un attimo sono felice, e per un attimo ci siamo solo noi.
Il mondo tornera', tornera' il dolore, l’odio per me stesso, ma per ora no. Per ora esistiamo solo noi, con il tuo profumo che invade il mio personale universo, e le tue mani che stringono forte le mie spalle.

  
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