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Autore: Ranocchia_Chan    02/02/2015    0 recensioni
[Creepypasta]
(tratto dal testo)
Come le tessere dei puzzle formano dei disegni, il mio corpo è formato da tessere degli stessi, come un puzzle prende i colori delle immagini da replicare, i prendo i colori delle mie vittime, e ne assumo l'aspetto secondo necessità.
[...]
Il laboratorio ha cambiato il mio corpo, il mondo ha cambiato la mia psiche.
Ora sono qui, davanti la casa dei miei genitori con un coltello in mano.
Alla mia collezione di colori ne manca solo uno.
Il rosso dell'odio dato dal sangue di quei due mostri che chiamavo mamma e papà.
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Piccola Fic di stallo intanto che riedito "Rooksville", questa è la storia di una mia OC spero vi piaccia ^-^
Genere: Dark, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Correvo velocemente per la via poco illuminata.

Mi guardavo spesso alle spalle. Avevo paura che loro mi stessero ancora seguendo.

I tasselli del mio corpo vibravano mentre correvo, non so cosa fosse, ma dentro il mio petto sentivo come un bruciore, come se mi avessero acceso un fiammifero nella cassa toracica.

Svoltai in un vicolo e mi lanciai nella prima porta che mi si presentò.

Mi gettai a terra nascondendomi nell'ombra di un sottoscala.

Sentiì le guardie in lontananza che urlavano ordini. Parlavano di me.

Ero una fuggitiva, un esperimento andato a male che andava eliminato.

Non sapevano che sapevo usare quei nuovi poteri meglio di come avevo dimostrato. Non si aspettavano che io potessi scappare dal laboratorio.

Non appena fu calato il silenzio mi arrampicai agilmente sulla scala percorrendola di corsa e salendo vari piani.

Arrivai ad una grande stanza dall soffitto a volta, il pavimento era di legno, le assi dissestate e mangiate dai tarli in alcuni punti. C'erano dei teli bianchi che coprivano dei mobili, ne potevo intravedere le basi in basso.

L'unica fonte di luce era una piccola finestra -alla quale si arrivava con due scalini- da cui entravano i raggi della luna ormai sorta.

Mi sedetti a terra priva quasi di tutte le forze.

Mi guardavo le mani osservando il colore dei tasselli che componevano la mia pelle.

Nero.

La trasformazione che ero riuscita ad effettuare poche ore prima era svanita lasciandomi totalmente priva di forze.

Sulle mie gambe alcuni tasselli erano scomparsi lasciando intravedere l'interno buio delle mie viscere.

Mi guardai intorno cercando qualcosa che magari potesse riempire gli spazi vuoti.

In fondo alla stanza vi era un grande baule rivestito in cuoio.

Mi avvicinai gattonando e lo apriì.

Di solito i vecchi ghiochi come quelli vengono messi in bauli simili, o almeno mia madre faceva così per i miei.

Lanciai in aria i vecchi vestiti che erano in superficie facendomi strada nella grande scatola di legno fino a che le mie mani non toccarono una scatola di cartone inpolverata.

Socchiusi gli occhi sforzando la vista per capire cosa contenesse ma invano.

Mi avvicinai di fretta alla finestra esponendo il contenitore alla palida luce della luna.

Uno scintillio si impossessò dei miei occhi.

Era un puzzle per bambini.

Sorrisi incredula e lanciai via il coperchio guardano i tasselli con gioia.

Iniziai a provare quale di quelli andasse bene per colmare i miei pezzi mancanti ma nessuno andava bene.

Abbassai il viso sconsolata fissando i pezzi con dispiacere.

"Magari se provassi a immetterli nel mio corpo in un altro modo..."

Pensavo guardando un tassello che tenevo fra le mani.

Lo avvicinai alla bocca e lo mangiai.

Era piuttosto complicato da masticare, ed il sapore non era dei migliori però valeva la pena di provare.

Inghiottiì facendo una smorfia. Guardai uno dei fori sulle mie gambe e con sorpresa notai che era nuovamente riempito.

Guardai nuovamente i tasselli ricordando quello disgustoto sapore, ma dovevo farlo se non volevo cadere a pezzi da un momento all'altro.

Iniziai a mangiare uno ad uno i tasselli finchè ogni foro che avevo sul corpo non fu di nuovo completo.

Chiusi la scatola e ripresi a guardare il mio corpo.

Ero decisamente troppo riconoscibile così.

Mi avvicinai alla massa di abiti che avevo lanciato via poco prima e cercai qualcosa da indossare.

Trovai solo un inumento che potesse andarmi bene: un abito bianco con la gonna in pizzo e maniche a palloncino.

Mi alzai e lo spolverai sgrullandolo.

Lo indossai.

Cercai tra i mobili coperti dai teli uno specchio per guardare come mi stesse.

Appena ne trovai uno tolsi il telo di netto lasciando che si adagiasse a terra.

Sgranai gli occhi.

Io ero davvero fatta così?

I capelli lunghi, composti da migliaia di piccoli tasselli circolari grigi e semitrasparenti.

Gli occhi neri con lunghe ciglia.

La pelle nera come il fumo composta da dei tasselli di varie misure.

Il vestito mi arrivava a metà coscia, cadeva morbido sul mio corpo come se fosse stato cucito apposta per esso.

Notai con sorpresa che avevo molte più forme di come immaginavo, il seno formoso, le gambe esili come quelle di una gazzella, la vita stretta come una piccola bambola e i fianchi rotondi e morbidi.

Girai su me stessa.

Dovevo ammettere che ero particolarmente bella.

Mi avvicinai allo specchio osservandomi meglio.

"Se avessi dei colori sarei molto più bella"

 

Uno scricchiolio alle mie spalle mi fece destare dai miei pensieri facendomi girare di scatto allarmata.

Un grosso gatto rosso e bianco si avvicinava a me placidamente. I suoi grandi occhi mi scrutavano nell'oscurità brillando di due colori diversi.

Mi chinai tendendo la mano verso di lui.

Mi annusò le dita leccandomi la punta dell'indice.

Sorrisi.

Lo presi in braccio sedendomi a terra e chiusi gli occhi mentre lo accarezzavo e lui iniziò a fare le fusa strusciando il muso sul mio collo.

Dopo qualche minuto non si muoveva più. Lo guardai sorpresa e inorridita lo scagliai lontano da me.

Il suo pelo era nero come la pece privo di ogni colore e freddo come la pietra. Gli occhi erano bianchi e privi di vita.

Mi guardai le mani non capendo e fu allora che lo notai.

La mia pelle era rosa e morbida mi voltai di fretta verso lo specchio saltando sul posto per lo stupore.

I miei capelli erano bianchi da un lato e rossi dall'altro mentre i miei occhi erano bicromatici.

Verde il sinistro, azzurro il destro.

Mi toccai il viso mentre i miei occhi si facevano lucidi.

Mi avvicinai al gatto e lo accarezzai nuovamente sperando che esso tornasse con i suoi colori, ma non successe nulla.

Mi allontanai dal cadavere avvicinandomi di nuovo al baule. Ne trassi fuori due piccoli stivaletti neri e dei guanti di pelle grigia. Li infilai e andai verso la finestra aprendola e scappando sui tetti.

 

Da quel giorno ho pensato di potermi chiamare in tanti modi, ma solo uno mi descrive veramente.

Dòminia.

Come le tessere dei puzzle formano dei disegni, il mio corpo è formato da tessere degli stessi, come un puzzle prende i colori delle immagini da replicare, i prendo i colori delle mie vittime, e ne assumo l'aspetto secondo necessità.

Quando i miei genitori mi hanno abbandonata avrebbero dovuto pensare a cosa sarebbe potuto succedere dopo gli esperimenti.

Il laboratorio ha cambiato il mio corpo, il mondo ha cambiato la mia psiche.

Ora sono qui, davanti la casa dei miei genitori con un coltello in mano.

Alla mia collezione di colori ne manca solo uno.

Il rosso dell'odio dato dal sangue di quei due mostri che chiamavo mamma e papà.




Angolo della rana unicorno(?)
Macciao bimbi! allora questa One-shot erano mesi che mi ronzava in zucca così finalmente approfittando della pausa da "rooksville" ho deciso di scriverla.
come avete ben visto Dòmina è una dolcissima ragazza :'D
Dòminia- *la guarda malissimo* cosa intendi dire tesserina? -_-
Ran- Nulla u.u *dentro una cassaforte al sicuro* ;w;
Dòminia- *Guarda i lettori minacciosa* ... piacere .w.! *saluta tutti*
Ran- non è giusto T^T solo con me sei stronza!!
Dòmina- Si. u-u 
Ran- Vabè T^T... spero la storia vi sia piaciuta, un bacione a tutti e ricordate come sempre u.u "VOTE RAINBOW UNICORN FOR PRESIDENT" 
Kiss Kiss <3 
 

   
 
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