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Autore: Alecraft Mounts    03/02/2015    3 recensioni
Tratto dal testo:
"Diede un'occhiata veloce al cielo notturno, lo sguardo freddo e vitreo. Il cielo era puntellato da varie macchioline bianche e luminose.
Quasi gli parve di vedere il volto del fratello, riflesso in quel pallore bianco della luna.
Scosse la testa, sbuffando sonoramente.
Avvertiva un dolore fortissimo all'altezza del petto e un nodo alla gola, dolorante e fastidioso.
Deglutì, cercando di reprimere le lacrime che minacciavano di rigargli copiosamente le guance.
Si sentiva... Male.
Malissimo.
A ogni minuto che passava il dolore pareva aumentare."
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Baymax, Hiro Hamada, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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.:TADASHI È QUI:.

 

In groppa a Baymax, Hiro si precipitò a tutta velocità contro l'uomo mascherato.
Quest'ultimo, prontamente, colpì il robot con i suoi microbot, telecomandati grazie alla telecinesi.
Baymax fu colpito in pieno, ma Hiro riuscì a salvarsi, saltando dalla schiena del suo amico artificiale e gettandosi sull'uomo mascherato, cadendo rovinosamente a terra, sul pavimento gelido della piattaforma del laboratorio sotterraneo.
All'impatto col pavimento, l'uomo perse la maschera, che cadde a pochi centimetri di distanza dal corpo di Hiro, ancora stonato dalla potente caduta.
Il quattordicenne, un po' dolorante, fece leva sui gomiti, osservando con occhi leggermente storditi la figura dell'uomo, incappucciato con un mantello nero, steso a terra.
Lo sguardo del ragazzo passò alla maschera, che prontamente afferrò, allontanandosi dal personaggio sconosciuto.
Avevano qualche idea su di chi si potesse trattare, ma non erano sicuri della loro affermazione.
I quattro ragazzi osservavano la scena dalla piattaforma, soprastante a quella dove erano rovinati Hiro e il loro nemico, che già in precedenza aveva cercato di farli fuori.
Il gruppo pensava si potesse trattare del signor Alistair Krei.
O almeno questo era ciò che pensava Fred.
Il ricco imprenditore, alla fiera organizzatasi all'Università di robotica di San Fransokyo, notando la favolosa invenzione di Hiro, ovvero i microbot,  aveva cercato di acquistarli, ma il ragazzo non volle accettare la sua proposta, convinto anche dal professor Robert Callaghan, inventore delle leggi della robotica e professore della grande Università.
Il ragazzo dai capelli corvini si rimise in piedi, osservando con sguardo attento il loro nemico.
I quattro aspettavano con ansia di sapere chi si celasse dietro a quel travestimento.
Baymax ancora non si vedeva.
-E' finita, Krei.- parlò in modo freddo Hiro, disattivando la visiera del suo casco viola.
Aveva il battito cardiaco leggermente accelerato e il respiro un po' affannoso, era ancora leggermente intontito dall'impatto della caduta, ma si sentiva già meglio.
Eppure, dentro di lui vi era qualcosa che non riusciva a spiegarsi.
Aveva una strana sensazione, come se... Come se...
Non se lo sapeva spiegare.
Aveva solo ansia.
Non era sicuro che si trattasse di Alistair Krei.
Eppure, una parte di lui, era come se in quel momento confermasse i suoi dubbi, era come se gli dicesse che dietro quel travestimento non vi fosse Alistair...
Ma allora chi?
L'uomo s'alzò lentamente in piedi, di spalle ai cinque ragazzi. Poi, tutto d'un botto, si voltò, mostrando il suo vero aspetto.
L'espressione di Hiro, da fredda, passò a sorpresa.
-P...Professor Callaghan? Ma... Era morto.- balbettò con voce flebile e incredula.
Non si sarebbe aspettato di trovare proprio lui dietro quella maschera.
Fred, Wasabi, GoGo ed Honey erano sorpresi quanto Hiro.
Ma mai potevano immaginare cosa poteva provare in quel momento il quattordicenne.
Insomma... Era morto nell'incendio! Com'era possibile che fosse ancora vivo allora?
-Avevo i tuoi microbot.- fu la risposta secca e gelida del professore.
Hiro si sentì come svuotato.
Cominciò a sentire uno strano calore all'altezza del cuore.
Il professore era vivo... Vivo e vegeto...
Tadashi no.
Un senso di dispiacere e tristezza gli fece inumidire gli occhi.
-T...Tadashi... L'ha lasciato morire...- continuò Hiro con un filo di voce, quasi sul punto di scoppiare in lacrime.
Al solo pensiero che Tadashi fosse morto invano si sentiva morire.
-Hiro, dammi quella maschera!- gli ordinò Callaghan, avvicinandosi di qualche passo al ragazzo e tendendo verso quest'ultimo la sua mano destra.
Hiro, in un momento di crisi, cominciò ad alzare la voce, iniziando a provare un forte senso di rabbia verso il professore. Quella figura che aveva ritenuto sicura e affidabile.
-Lui era rientrato per salvarla!- urlò, avvicinandosi al professore. Lo sguardo deluso e freddo.
-Beh, tanto peggio per lui!- fu la seconda risposta secca e carica di odio di Robert.
Hiro, per un istante, sgranò gli occhi. Il senso di delusione aumentò, facendolo sentire ancora peggio.
Lui... Tadashi... Era  morto per il professore... E lui cosa faceva? Lo insultava a quel modo!
Baymax, intanto, s'era ripreso dall'impatto con i micrbot e si era posizionato dietro al ragazzo, richiudendo le sue ali meccaniche e fissando Robert, che per un secondo osservò intimorito l'enorme mole del robot, muovendo qualche passo indietro.
Lo sguardo di Hiro si caricò di odio puro nei confronti del professore.
Le parole che pronunciò fecero pietrificare i quattro ragazzi e Callaghan.
-Baymax, distruggilo!- urlò, accecato dall'odio e dalla rabbia che in quel momento avevano preso possesso di lui.
-Il mio programma mi impedisce di ferire un essere umano.-fu la risposta esaudiente del robot, che si piegò verso destra per osservare meglio il ragazzo.
-Adesso non più.- rispose rude e freddo, mentre schiacciava con violenza il portello d'accesso di Baymax, dove vi erano contenuti due chip: il primo era un chip sanitario, creato da Tadashi, il secondo era da combattimento, creato da Hiro.
Quest'ultimo estrasse con rabbia il chip sanitario da Baymax, scagliandolo lontano.
-Hiro, non è questo che...- cercò di farlo ragionare. Ma non fece in tempo.
Hiro schiacciò con violenza il portello d'accesso del robot, che in pochi istanti perse del tutto il suo aspetto simpatico e rassicurante, come lo aveva programmato Tadashi.
I suoi occhi s'accesero di una luce rossa color sangue.
-Avanti Baymax! Distruggilo!- gli ordinò Hiro, gli occhi che si inumidivano sempre più, la voce carica di odio e dolore. Soprattutto dolore.
Subito il robot caricò il suo pugno a propulsione, direzionandolo contro il povero professor Callaghan, che riuscì per un pelo ad evitarlo.
Immediatamente i quattro ragazzi intervennero.
Baymax stava per colpire nuovamente Robert con uno dei suoi pugni a propulsione, ma GoGo intervenne prontamente, gettandosi sul braccio del robot, che sbagliò nuovamente mira di pochi millimetri.
La ragazza dai capelli corvini fu violentemente sbattuta contro una delle pareti gelide del laboratorio sotterraneo.
Baymax continuava ad inseguire il professore che, disperato, non sapeva dove fuggire e come evitare di venir ucciso da quella macchina da guerra, che inizialmente conobbe come infermiere dall'aspetto rassicurante e coccoloso, come lo descrisse il suo alunno Tadashi Hamada.
Cadde a terra durante la fuga disperata. Gli occhi piccoli e azzurri, spauriti, osservavano quelli inespressivi e rosso fuoco del robot che gli si stagliava davanti in tutta la sua mole.
Baymax fece per sparare nuovamente, ma stavolta fu bloccato da Fred, che gli saltò sulle spalle, cercando di allontanarlo dal professore. Il ragazzo fu sbattuto contro la parete, ma riuscì ad aggrapparsi nuovamente al braccio del robot.
Hiro intanto osservava la scena, sguardo deluso e pieno di odio.
Non capiva perché i suoi amici si stessero comportando a quel modo!
-Sta scappando via!- urlò al robot che lo ignorò.
Anzi, si scrollò di dosso Fred, scagliandolo contro il povero Hiro, che fu travolto dall'amico.
Nella caduta, la maschera gli scivolò via, che fu prontamente afferrata dal professore.
I tre, vedendo il robot inferocito più che mai, avvicinarsi al professore e caricare un altro pugno a propulsione, cercarono nuovamente di bloccarlo.
Wasabi gli si posizionò di fronte, afferrandolo per i fianchi e cercando di tenerlo fermo.
GoGo tirava Baymax per uno dei suoi pugni.
Fred cercava di aiutare Wasabi.
Honey raccolse il chip d'infermiere dal pavimento, decisa più che mai a tentare il rischio di inserirglielo di nuovo.
GoGo fu spinta da Wasabi, preoccupato che il robot potesse spararle contro il pugno che lei teneva fermo.
Wasabi fu allontanato brutalmente dalla forza del braccio meccanico di Baymax, Fred lo stesso.
Intanto il professore stava fuggendo via grazie ai microbot, che adesso poteva controllare nuovamente.
Baymax caricò per l'ennesima volta il suo pugno a propulsione. Stavolta nessuno l'avrebbe ostacolato.
Stava per sparare, quando si bloccò.
I suoi occhi, da rosso rubino, ritornarono nero pece, acquisendo nuovamente quell'aspetto sicuro che avevano perso.
Baymax abbassò il braccio, guardandosi intorno, frastornato. Poi il suo sguardo si posò sui volti spaventati e doloranti dei suoi amici.
Honey respirava profondamente, cercando di calmarsi, Fred era ancora steso a terra, ai piedi del robot, dolorante. Wasabi e GoGo osservavano ancora leggermente intimoriti la mole del robot.
-Il mio protocollo è stato violato.- parlò, mentre s'avvicinava a Fred camminando in modo goffo, aiutandolo a rialzarsi.
Quest'ultimo si scostò, indietreggiando di qualche passo. Tra tutti, era quello che aveva subito peggio. Essere sbattuti ripetutamente contro dei muri e scagliati via di certo non era una cosa piacevole.
-Mi dispiace di aver creato eventuali disagi.- continuò Baymax, osservando ancora i volti sconvolti e stremati dei quattro ragazzi.
Nessuno si sarebbe aspettata una reazione del genere da parte del buon robot.
Lo stesso Baymax non riusciva più a controllarsi. Aveva anche cercato di aiutare Hiro, ma non ce l'ha fatta in tempo. Vedeva ciò che faceva, ma non riusciva a fermarsi, nonostante non volesse ammazzare per davvero Callaghan e ferire i suoi amici.
Tutto ad un tratto riuscì a vedere Hiro, visibilmente arrabbiato e accecato dall'odio, e deluso nel profondo del cuore. Quella cicatrice che tanto aveva cercato di curare adesso s'era riaperta, in modo anche più doloroso.
-Perché lo avete fatto?!- urlò, in preda alla rabbia e al forte sentimento di vendetta. -Lo avevo in pugno!- sbottò un'ultima volta, osservando con sguardo carico di odio GoGo, Honey, Wasabi e Fred.
-”Questo”...- cominciò Wasabi, abbassandosi all'altezza di Hiro e alzando leggermente la mano destra, come per ammonirlo, -...non faceva parte dei nostri piani. Lo sai.- terminò, mentre allontanava da se il quattordicenne che gli si stava avvicinando con un leggero movimento delle braccia.
Hiro tentennò col capo, non seguendo ciò che gli veniva detto.
A peggiorare la situazione vi si mette anche GoGo, usando un tono ancora più duro di quello di Wasabi:
-Il nostro compito era quello di acciuffarlo. Tutto. Qua.- lo ammonì, parlando in modo lento, in modo che Hiro comprendesse.
Ma avvenne il contrario.
Hiro, invece di calmarsi, s'agitò ancora di più, rivolgendosi male ai suoi amici:
-Non mi sarei mai dovuto far aiutare da voi!- urlò, guardando male i quattro, che si scambiarono occhiate stranite  e leggermente deluse.
-Baymax, trova Callaghan!- continuò il ragazzo dai capelli corvini, osservando con sguardo freddo il robot, che non riusciva ad attivare il suo scan, probabilmente danneggiato a causa dei vari impatti subìti.
-Il mio scan è fuori uso.- scandì Baymax con la sua voce robotica.
Hiro sbuffò, stizzito, dirigendosi verso la schiena del robot e salendogli in groppa.
I quattro cercarono di farlo ragionare, ma Hiro non li diede retta, ordinando al robot di spiccare il volo.
Baymax spiegò le sue ali meccaniche rosse, attivando i propulsori e prendendo quota, dirigendosi all'esterno di quel laboratorio infernale e abbandonando i quattro ragazzi su quell'isola.

Durante il viaggio verso casa, Hiro osservava con sguardo spento il mare sotto di loro, illuminato dalla luce lunare.
In quel momento si sarebbe goduto quella volata verso casa, sotto il firmamento.
Ma non dopo quello che era appena successo.
Diede un'occhiata veloce al cielo notturno, lo sguardo freddo e vitreo. Il cielo era puntellato da varie macchioline bianche e luminose.
Quasi gli parve di vedere il volto del fratello, riflesso in quel pallore bianco della luna.
Scosse la testa, sbuffando sonoramente.
Avvertiva un dolore fortissimo all'altezza del petto e un nodo alla gola, dolorante e fastidioso.
Deglutì, cercando di reprimere le lacrime che minacciavano di rigargli copiosamente le guance.
Si sentiva... Male.
Malissimo.
A ogni minuto che passava il dolore pareva aumentare.
-Perché... Perché proprio a te, Tadashi?- mormorò, mentre strizzava gli occhi, incapace di trattenere le lacrime.
-Cos'hai fatto di male per meritarti questo?... Cos'HO fatto per meritarmi tutto ciò...- continuò, mentre serrava i pugni, premendoli contro la corazza di Baymax.
Per un attimo rischiò di perdere l'equilibrio, ma riuscì a ricollegarsi in tempo al robot, che proseguiva verso la sua meta, senza commentare.
Riusciva a sentire il ragazzo, ma non lo dava a vedere. Lasciò che si sfogasse, o almeno, lasciò che ci provasse.
Hiro gettò uno sguardo all'isola che si stavano lasciando alle spalle.
La sua rabbia aumentò.
Callaghan l'avrebbe pagata cara per ciò che aveva fatto. Non solo non aveva salvato Tadashi che era rientrato per salvarlo, ma aveva anche avuto il coraggio di rivolgersi a lui in quel modo così brutale, ferendolo nel profondo dei sentimenti.
Il dolore che provava per la perdita del fratello s'era come quadruplicato.
-Giuro che...- cominciò Hiro, mentre osservava distrattamente, con occhi colmi di odio e sentimento di vendetta, il mare sottostante.
Ma un'improvvisa virata di Baymax lo fece ritornare alla realtà, interrompendo il filo dei suoi pensieri.
-Fa' attenzione, Baymax!- sbraitò contro l'amico, osservando il porto di San Fransokyo avvicinarsi sempre più.
Adesso doveva solo riparare lo scan del robot, poi avrebbe dato inizio alla sua vendetta.

Arrivati al garage, Hiro, nervosamente e agitato, si diresse verso uno dei tanti computer che possedeva, attivandolo. Prese una scaletta, poggiandola di fronte a Baymax, che nel frattempo si era posizionato al centro del garage, analizzando lo stato emotivo e fisico del ragazzo, per cercar di capire come fare per aiutarlo.
Hiro utilizzò la scaletta per raggiungere quasi la stessa altezza del robot e sfilargli il casco, che riparò al computer in breve tempo.
-La tua pressione sanguigna è alta. Direi che tu sia... Sotto stress.- analizzò il robot, cercando di essere utile al ragazzo.
Il quattordicenne sbuffò:
-Ah, sto bene. -affermò, mentre gli rimetteva apposto il casco, adesso completamente riparato.
-Adesso funziona?- chiese. Il tono di voce ancora freddo tradiva il suo sentimento di rabbia. Ma non gli importava affatto.
Baymax provò il suo scan, constatando che funzionava alla grande.
-il mio scan è operativo.- annunciò il robot, continuando ad osservare i comportamenti del ragazzo.
-Bene, adesso...- cominciò il quattordicenne, tastando sul portello d'accesso di Baymax. Di norma si sarebbe dovuto aprire, ma non lo fece.
-Cosa...?- fu ciò che riuscì a dire, stranito dallo strano comportamento del robot.
Lo pigiò altre tre, quattro volte, ma niente. Baymax non gli permetteva di aprirlo.
-Vorresti rimuovere il mio chip sanitario?- chiese Baymax.
-Si! Apriii...- imprecò il ragazzo, mentre cercava di aprire a forza il portello.
-Il mio scopo è quello di guarire i feriti e i malati...- cominciò Baymax, ma venne interrotto dal ragazzo che, innervosito, pigiava sempre più violentemente.
-Ti ho detto di aprire!- urlò Hiro, mentre smontava l'armatura del robot, avendo più facile accesso al verso portello.
Accecato dalla rabbia, cercava di aprire gli sportelli di quel vano, senza risultati affermativi.
-Sopprimere il professor Callaghan, migliorerebbe il tuo stato emotivo?- cercò di farlo ragionare.
-Si!... No!... N...Non lo so! Apri il portello d'accesso!- continuò a sbraitare, confuso e irritato, mentre scuoteva il robot, cercando di aprire quel vano con la forza delle sue mani.
Baymax sapeva come farlo ragionare, ma non voleva peggiorare la situazione del ragazzo.
Eppure, tentò di parlargli di lui.
-E' questo ciò che vorrebbe Tadashi?- cominciò.
Hiro, innervosendosi ancor più, tirava il portello. Sul suo sguardo, al solo sentir nominare del fratello, si dipinse un espressione triste e disperata, mescolata alla rabbia.
-Non importa!- urlò.
-Tadashi mi ha programmato per...- volle tentare nuovamente, ma fu interrotto di nuovo.
-Tadashi! Non c'è più!- esclamò per l'ennesima volta, smettendo di tirare  e colpendo con i suoi pugni il torace del robot bianco, per poi poggiare la testa su quest'ultimo, in preda alla tristezza.
-Tadashi... Non c'è più...- ripetè, stavolta con un filo di voce, flebile, debole.
Deglutì, pensando all'incendio della scuola.
-Tadashi è qui.- parlò Baymax, con il suo tono di voce robotico, eppure simpaticissimo.
-No.. Lui non è qui.- continuò Hiro, mentre le lacrime cominciavano a pungergli gli occhi, minacciando di rigargli il viso.
-Tadashi è qui.- ripeté il robot, cominciando a mostrare i video dei test di robotica che effettuò su di lui.
Provò molte volte a costruirlo, senza mai arrendersi, nonostante la stanchezza e i vari tentativi andati a vuoto.
Hiro si commosse e sentì di aver sbagliato tutto allo stesso tempo.
Baymax era stato creato per aiutare, non per distruggere, come aveva cercato di fare lui.
Si pentì di tutto ciò che aveva compiuto in quel laboratorio, sentendo di aver deluso il fratello con quel suo comportamento.
Tadashi voleva aiutare, non fra del male, come aveva cercato di fare lui.
Cominciò a piangere, osservando Baymax.
Finalmente aveva capito.
-Grazie, Baymax...- sussurrò con un filo di voce, guardando gli occhi tondi e neri del robot. -Forse, non sono come mio fratello...- ammise a testa bassa, mentre la sua attenzione veniva catturata dalla presenza dei quattro migliori amici di Tadashi, che lo avevano appena raggiunto.
-Hiro...- cominciò Gogo, avvicinandosi al ragazzo, che non trovava il coraggio di guardarla negli occhi.
-Ragazzi io... Io...- cercò di trovare le parole giuste per scusarsi, quando fu abbracciato dalla ragazza dai capelli corvini, proprio come i suoi.
Gogo sciolse l'abbraccio, osservandolo negli occhi e poggiando le mani sulle sue spalle.
-Acciufferemo Callaghan, stavolta nel modo corretto...- ammise, mentre Hiro annuiva con la testa.
Avrebbero sconfitto il professore.
Avrebbero aiutato Alistair.
Avrebbero salvato l'intera città di San Fransokyo.
Tutti insieme.
Non avrebbe mai smesso di ringraziare Baymax per ciò che aveva fatto per lui.

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Angolo autrice:
Salve a tutti! Eccomi qui con la seconda One-Shot su Big Hero 6! Di nuovo con una delle scene più tristi... Spero che vi sia piaciuto il modo in cui ho raccontato l'accaduto, ma sopratutto spero che abbiate apprezzato la mia piccola modifica ^^
Dedico nuovamente questa One-Shot a tutti voi fan di Big Hero 6 e in particolare (e di nuovo aggiungerei ^^”) a Wolfie017, che spero legga ciò che ho scritto.
Un abbraccio da parte di Alecraft Mounts!
Ciao ciao a tutti!

   
 
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