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Autore: Matteo Il Censore    03/02/2015    1 recensioni
Non prendete questa storia troppo sul serio. Queste sono le eroiche imprese di una gomma qualsiasi, un oggetto apparentemente insignificante ma capace di vivere attraverso una penna maldestra. E' stata definita un' Ode alla Cancelleria. L'unico intento di queste pagine, scritte con tono volutamente latineggiante e epicamente altisonante, è quello di strapparvi l'atto d'amore più antico del mondo: il sorriso.
Genere: Avventura, Parodia, Poesia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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I
Scorre il tempo più veloce lontano
o è solo un gioco della memoria?
Fa paura il nostro Destino, la Storia?
L'orologio resta un gran ciarlatano,
come le nubi fuggono pel cielo
infinito, così squarciasi il velo

degli antichi timori:
prima della conquista,
innalzano livori.

II
L'accampamento pare quasi mostro
dormiente, svolge la notte 'l suo telo,
dal buio emerge il mattino e 'l gelo.
Sella il cavallo, scintilla già il rostro.
Si morde il freno, la furia infuria.
Il viaggio trafigge questa terra spuria.

III
Bic apre 'l glorioso dispiegamento;
circondato dalla sua tronfia curia,
insuegue l'orizzonte della follia.
All'interno striscia il movimento,
s'apre via nella verde foresta:
la brucia feroce e mai si arresta.

E' la crudele fine
della natura onesta
per l'umana tempesta.

IV
Cercare gloria è poco glorioso:
non si conosce guerra che fu festa.
Presto diventa e triste e scabroso,
impenetrabile natura resta
quella che silenziosa li circonda:
e con l'armi anche la speme affonda.

V
Seguitano coraggiosi a marciare,
rumori dalla foresta profonda
volano, minacciosa baraonda.
Nell'armi per la paura tremare,
temono un'insidiosa imboscata
nelle lande di gente dimenticata.

VI 
Umidi fruscii, suoni soffocati
fuggono al sole e alla giornata.
Vola improvvisa freccia avvelenata,
'l respiro abbandona gli sventurati.
"Non crucciatevi di torture infami,
s'hanno da conquistare mille reami!"

VII
Disse Bic, lo ascoltano muti
ché eran del comandante i dettami.
L'oscuro nemico è fatto a rottami:
impugnan di nuovo e l'armi e scuti.
Indigeni avvolti in mantelli scuri,
spaventosi e a vincersi duri.

VIII
La lor presenza era assai celata,
come giovane amore contra i muri
freddi della notte, su balaustrata
di brezze fugaci tremano, puri.
Così i condottieri incontrano
ignota paura, falsi cantano

tremende le canzoni
di sanguinosa guerra,
d'eroiche azioni
che fan tremar la terra.

IX
Fino al cielo fragorose s'alzano,
devono nascondere paura vasta;
Per ritrovarsi 'l coraggio in tasca,
le vecchie preghiere mai non bastano.
Squillano le trombe, nel sole fulgenti,
s'ha da avanzare e guai ai lenti!
   
 
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