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Autore: luna08    04/02/2015    1 recensioni
E se Peeta riesce a parlare con Katniss prima dei giochi ?
Come si sarebbe evoluta la storia ?
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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TOGETHER
 
Capitolo 1
 
Cosa mi prende?
 
 
Mi sveglio completamente sudata, il solito incubo sulla morte di mio padre, avvenuta ormai quattro anni fa. Sogno sempre la stessa cosa, vedo la sua morte, il che in rèaltà non è accaduto perché mio padre è morto in miniera a un centinaio di metri sotto terra, ma... io... nell'incubo, non so come sono là. Corro con tutte le mie forze e lo chiamo, voglio che venga via con me, perché so già cosa sta per accadere, lo chiamo con tutto il fiato che ho in corpo,
-Papà! Papà! Andiamo vieni!-.
Una parte di me vorrebbe andare via da qui, dove le pareti e il soffitto mi sembrano troppo vicini e mi soffocano, ma non posso lasciarlo qui devo salvarlo, continuo a correre verso di lui e a chiamarlo, finalmente mi sente e mi viene in contro, corre anche lui verso di me e mi chiama sorridendomi, lui non sa..., non sa niente, vuole solo abbracciarmi è felice di vedere la sua bambina. Quando gli sono quasi vicina allungo la mano per afferrare la sua, ma nel momento che la sfioro vedo gli occhi di mio padre, occhi grigi da giacimento come i miei, passare dal sorriso al terrore, si è appena sentita l'esplosione.... Un solo attimo, neanche il tempo di pronunciare il mio nome, che resta sospeso sulle sue labbra, il suo corpo esplode in milioni di microscopici pezzettini che mi finiscono addosso, io urlo e mi sveglio.
Così quasi ogni notte mi ritrovo sola nel mio letto ansimando per riprendere fiato, con il vuoto nel cuore e la frustazione di non essere riuscita a salvarlo neanche questa volta. So bene che non mi sarebbe stato possibile, io non ero lì, ma soprattutto ero solo una bambina di undici anni, costretta da quel momento in poi a crescere in fretta, a doversi occupare di una sorella di soli sette anni e di una madre che era come morta anche lei, incapace di reaggire alla perdita dell'uomo che amava.
Forse se avessimo potuto seppellire mio padre mi sarei rassegnata, ma ciò non è avvenuto, non è stato trovato niente di lui, e non abbiamo una tomba su cui piangerlo.
Così ora sono qua nel bel mezzo della notte, con la paura di riaddormentarmi e la sensazione di sentirmi schiacciata dai pensieri e le preoccupazioni, che mi fanno sentire come se avessi vissuto cento anni.
Se solo riuscissi a trovare un momento spensierato durante la giornata appena trascorsa, forse un sorriso della mia sorellina Prim, riuscirei a tranquillizzarmi. Ma un altro sorriso mi torna alla mente, un sorriso capace di illuminare una stanza, con due occhi così azzurri da sembrare due mari profondi. Un momento, ma cosa sto facendo? Perché sto pensando a lui? Non ci siamo neanche mai parlati io e Peeta, e poi non ho il tempo per i ragazzi, queste cose non riempiono i piatti a fine giornata, sono solo una perdita di tempo e a me non interessano, io non avrò mai un ragazzo e soprattutto non ho alcuna intenzione di sposarmi, se questo vuol dire fare la fine di mia madre incapace di reaggire al dolore.
Un raggio di sole che filtra attraverso la finestra mi sveglia, senza rendermene conto mi sono riaddormentatata, e queste poche ore di sonno mi hanno fatto bene mi sento più riposata di quando riesco a dormire per una notte intera. Sento dei passi, so già chi è, faccio finta di dormire ancora.
- Katniss! Sveglia sorellona! - mi scuote leggermente, ma io non mi muovo, Prim si gira ed io veloce l'afferro da dietro tirandola sul letto e inizio a farle il solletico, ride a perdi fiato non lo sopporta per niente.
- Smettila! Mi arrendo - io la lascio andare e lei mi mette un finto broncio
- sempre il solito scherzo ed io ci casco ogni volta - le do un bacio sulla guancia - su! Lo sai che mi piace iniziare la giornata con un tuo sorriso, è tutto cosi griggio quì senza il tuo bel sorriso. -
- Va bene! Però ora muoviti "dormigliona", non voglio fare tardi per colpa tua.-
Non sono una che dorme fino a tardi, anzi mi sveglio sempre molto presto, ma mamma e Prim sanno dei miei incubi, quando vedono che dormo mi lasciano riposare un po di più, per recuperare il sonno perso.
Non mi serve molto tempo per prepararmi, non bado a ciò che indosso mi basta che sia comodo, non ho neanche l'imbarazzo della scelta, non possiamo permerterci molti vestiti e quelli che ho sono tutti usati. Così mi infilò il mio pantalone e il mio maglione comodo e caldo, fa ancora molto freddo qui al dodici anche se siamo già a marzo, vado in bagno mi lavo e mi rifaccio la mia treccia, anche questa è comoda la mattina mi bastano pochi colpi di spazzola ed è fatto.
In cucina trovo mia sorella già pronta che mi aspetta, bevo il mio bicchiere di latte, saluto la mamma e prendo la giacca di mio padre, mi va un po grande, anzi un bel po, ma non m'importa quando la indosso è come se mio padre mi abbracciasse, la stringo al petto e ci incaminiamo verso la scuola. Dobbiamo fare un bel po di strada per arrivarci visto che noi abitiamo alla fine dell distretto, mentre la scuola è dalla parte opposta un po dopo la piazza centrale, oggi ci tocca correre, per mia fortuna arriviamo appena in tempo, se no chi l'avrebbe sentita Prim.
Saluto Prim davanti al suo ingresso e scappo verso la mia classe, appena entro il mio sguardo va verso il banco di Peeta e trovo i suoi occhi azzurri che fissano i miei, abbassiamo entrambi lo sguardo ma io sono diventata rossa come un peperone, ho le guancie in fiamme, speriamo che nessuno lo noti, mi siedo al mio posto e mi auguro solo che Peeta non mi abbia visto arrossire, "ho cavolo! Di nuovo" ma cosa mi importa di quello che pensa Peeta! Che pensi pure quello che vuole, noi non abbiamo un bel niente in comune, infatti, mentre io sono figlia di un minatore e vivo nella parte povera del distretto, chiamata giacimento, lui è figlio di un fornaio e vive al centro tra i ricchi commercianti, che non hanno il problema di cosa mettere in tavola vanno dal macellaio e comprano la carne, io se non vado a caccia, rischiando la mia vita perché la caccia è illegale, i nostri piatti restano vuoti.
Forse è meglio che faccio finta d'interessarmi alla lezione, l'insegnante sta spiegando per l'ennesima volta le fasi del carbone, ce lo spieganno ogni anno sono sempre le stesse cose, come se da un anno a l'altro potessero cambiare, questa è l'ora più noiosa.
Finalmente è arrivata la pausa, mi fiondo in cortile e mi siedo su una delle panche al tiepido sole di marzo, sono presto raggiunta da Madge.
-Disturbo? Posso?- mi dice sempre la stesa cosa e io rispondo sempre allo stesso o modo - ma no! Figurati mi fa piacere- ed è vero la compagnia di Madge non mi disturba, mi fa sentire meno diversa dagl 'altri, anche se non diciamo praticamente più nulla, lei è come me taciturna, non credo di averla mai vista in compagnia di un'altra ragazza, l'unica con cui scambia qualche parola sono io, beh! io non sono da meno siamo uguali ma solo in questo perché lei è la figlia del sindaco e vive al centro, ha dei bei capelli biondi tenuti con un nastro, gli occhi verdi e la carnagione chiara, somiglia molto a Peeta tranne per il carattere, lui è sempre al centro delle attenzioni circondato da molti amici, e ti pareva di nuovo lui non riesco proprio a togliermelo dalla testa, andando a scuola insieme non è facile me lo trovo sempre tra i piedi.
Sentiamo ridere proprio dietro di noi e ci voltiamo ed io ritrovo gli occhi di Peeta nei miei, resto per qualche istante immobile incapace di distogliere lo sguardo, per fortuna dura poco appena sento le mie guance andare a fuoco mi giro di scatto e abbasso la testa, Madge non mi fa nessuna domanda anche se sono sicura che si è accorta del mio rossore, ma lei non è un'impicciona e per questo mi piace.
Quando rientro in classe mi assicuro di tenere la testa bassa così non farò altre figure, per mia fortuna le ore successive passano in fretta e come suona la campana dell'ultima ora mi precipito fuori e vado a prendere Prim. Mai una volta che Prim esce per prima, appena la vedo l'affermò per il braccio e comincio a correre verso casa, ma lei si libera dalla mia presa e si ferma -Katniss! La smetti di trascinarmi, che fretta c'è? il pranzo non scappa-
-no!... è solo che... dopo devo andare nei boschi e fa buio presto- cerco di giustificarmi -non c'è bisogno che facciamo la corsa, basta camminare veloci- mi fa lei ed io non voglio altre domande quindi mi accontenterò di questo ma non faccio altro che voltarmi indietro come se fossi seguita, siamo quasi davanti alla panetteria della famiglia di Peeta quando mi volto un'ultima volta trovando gli splendidi occhi di Peeta che mi guardano e ha un magnifico sorriso, non riesco a distogliere subito lo sguardo sono incantata a guardare il volto di questo ragazzo e senza neanche accorgermene le mie labbra si aprono in un sorriso, "cosa diamine sto facendo?" Distolgo immediatamente lo sguardo arrossendo come al solito, per mia fortuna Prim sta chiacchierando con la sua amica Sally e non mi notano.
A casa troviamo la zuppa di cereali e verdure che ha preparato mia madre, ne ho abbastanza è quasi una settimana che non mangiamo altro, tutto quello che ho preso l'ho venduto per comprare un paio di scarpe per Prim, a questa età si cresce in fretta ne ho trovato un paio quasi nuove, per comprarle nuove avrei dovuto vendere tutto per quasi tre settimane o di più, visto che in questo periedo le prede scarseggiano.
Appena finito di mangiare prendo la mia sacca ed esco, mi incamino verso il prato poco distante da casa, arrivata alla recinzione che circonda il distretto mi fermo e mi guardo in giro per vedere se c'è qualcuno, se mi beccano ad attraversare la recinzione mi fustigano, la recinzione è un alto recinto di ferro sormontato da filo spinato dovrebbe  essere elettrificata ma qui al dodici l'elettricità è un optional, il governo giustifica queste recinzioni dicendo che servono a tener fuori gli animali pericolosi, secondo me servono per tenere dentro noi. Infatti il distretto è una vera prigione con tanto di recinti e guardie carcerarie, i pacificatori che di pacifico non hanno niente anche se quelli che abbiamo qui non sono tanto terribili, quelli che vengono per la mietitura sono peggio. Avvicino l'orecchio alla recinzione per assicurarmi che non si senta il ronzio della corente, mi avvicino al cespuglio che nasconde un buco che mi permette di oltrepassarla, finalmente mi dirigo verso i boschi dove mi sento a casa, mio padre mi ha portato qui fin da piccola, sono cresciuta tra questi alberi che ora sono ancora spogli ma presto si ricopriranno di foglie nuove di un bel verde intenso, la vita ritornerà tra questi rami con tante uova e uccelli, nei prati usciranno le nuove piante commestibili che d'inverno scarseggiano. Mentre m 'inoltro nel bosco penso a tutte le volte che mi sono arrampicata su questi pini, riposata sotto questi aceri, tra questi alberi mio padre mi ha insegnato a cacciare, in questi prati mi ha insegnato a riconoscere le piante commestibili e mediche e lungo questi sentieri mi insegnava le canzoni del distretto.
Sono al punto di ritrovo, lungo la strada ho recuperato il mio arco che nascondo in un albero cavo, nel distretto non è permesso avere armi, mi siedo sulla roccia a guardare il panorama, il cielo è limpido e di un azzurro intenso, come gli occhi di Peeta mentre tornavano da scuola, e quel sorriso? non gli avevo mai visto fare un sorriso così ... luminoso.
-Catnip! È da molto che aspetti?-
-HEI, Gale! Sono appena arrivata-. Gale è il mio migliore amico, ha due anni più di me, anche lui come me perse il padre in quel maledetto incidente e come me si è ritrovato ad essere responsabile della sopravvivenza dei suoi famigliari. Ci siamo incontrati qui nei boschi, circa tre anni fa.
Ero a caccia da circa due ore e non ero riuscita a prendere niente mi imbattei in una trappola con un bel coniglio, mi avvicinai ad osservare più da vicino il coniglio e la trapola. -lo sai che il furto nel nostro distretto è punito con l'impiccagione? - mi voltai e vidi un ragazzo alto con i capelli scuri e la carnagione olivastra, che mi fissava -non avevo nessuna intenzione di rubare la tua preda, volevo osservare la trappola - gli dissi, cercando di sembrare più calma possibile, -ti conviene togliere le mani di là, se non vuoi ritrovati con un dito in meno, quella te lo stacca di netto - non me lo feci ripetere due volte e ritirai immediatamente la mano, il ragazzo mi guardava ancora come se fossi una ladra, allora io indispettita gli feci:
- sono in grado di procurarmi delle prede anch'io, questo non lo porto per gioco- così dicendo gli mostrai il mio arco, lui allora raccolse un sasso -mostramelo! - e laccio il sasso verso dei cespugli, uscirono una marea di uccelli io senza pensarci incoccai una freccia dopo l'altra e in poco tempo abbatei sei uccelli e uno scoiattolo, lui mi guardò sompreso, lo ero anche io due ore senza prendere niente e ora per dimostrare a questo ragazzo che non ero una bugiarda avevo un bottino niente male.
- Brava! Come ti chiami?-
- Katniss - lo dissi con un filo di voce
- Catnip? Che nome strano, comunque io sono Gale -
Da quel giorno siamo andati a caccia insieme, io gli ho insegnato a tirare con l'arco e lui mi ha insegnato a mettere delle trappole, in seguito gli ho dato uno degli archi che fabbricava mio padre, ne aveva alcuni nascosti nei boschi, gli ho anche insegnato a raccogliere le erbe commestibili e mediche. Non è stato facile all'inizio, ma ora siamo una squadra ben affiatata ci capiamo al volo solo con uno sguardo. Anche se ora conosce il mio nome lui continua a chiamarmi in quel modo, ben sapendo che mi da fastidio.
Per il periedo in cui siamo, non è male come bottino, nelle trappole abbiamo trovato un coniglio ed un faggiano, abbiamo anche abbattuto qualche uccello, io ho trovato alcune erbe mediche e un pò di menta, ci faremo un bel tè di menta fresca stasera, si sta facendo buio quindi torniamo verso la recinzione. Andiamo al forno per vendere parte di ciò che abbiamo preso, il forno non è altro che un vecchio deposito di carbone in disuso che è stato trasformato in un mercato nero, dove puoi trovare di tutto dalle scarpe ai vestiti usati, dal grasso per cucinare al sapone fatto in casa, ci trovi anche alcol fatto in casa e altro, c'e il banco di Sea la zozza che propina improbabili zuppe fatte con gli animali più disparati, ma molto gustose soprattutto se sei affamato o infreddolito. Dopo aver veduto parte del cacciato, compro del sapone e ci dividiamo il resto compresa la menta, arrivata a casa consegno tutto a mia madre, -hoh! Per fortuna ne hai trovato un po, l'ho finita proprio oggi quella che avevo in casa, si sono già ammalate diverse persone, ho preparato un bel po di infusi.- la mamma è una guaritrice, non tutti si possono permettere un dottore o delle vere medicine così si rivolgono a lei che li cura con erbe mediche, la mamma è brava quanto un dottore, ma costa di meno.
Mentre la mamma cucina io faccio i compiti e dopo cena gioco un po con Prim, è dolce e carina la mia sorellina sembra una bambola con le sue treccine bionde il colorito candido, gli occhi azzurri della mamma, non ci somigliano per niente io sono bruna, di carnagione olivastra e ho gli occhi grigi di mio padre, lei sembra più sorella di Peeta, no! Ci sono cascata di nuovo, per fortuna questa giornata è finita, domani è sabato il che vuol dire che dopodomani potrò trascorrere l'intera giornata nei miei boschi. Con questo pensiero felice mi infilò sotto le coperte, vorrei solo riposare tranquilla.
 
Nota autrice : Scusate se c'ho messo tanto per ripubliccare ma finalmente ce l'ho fatta. Visto che è passato molto tempo ho pensato di ripublicare tutto il primo capitolo compresa la parte già pubblicata. Grazie a tutti.
 
 
  
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