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Autore: missimissisipi    04/02/2015    4 recensioni
ON HIATUS
E’ nella città più insonne al mondo che Lily Evans vive alcuni dei più importanti anni della sua vita. Insomma, tutto inizia con Sirius che le porge con gentilezza le chiavi di casa, per poi andare al college e lasciare che siano Dorcas, Benjy, Alice, Frank e Amos a insegnarle come cavarsela nella giungla. E’ sempre Sirius la persona che conosce da più tempo e fungerà da ponte («Di Brooklyn, Lils. Sono il ponte di Brooklyn») fra il passato – quella famiglia complicata che l’ha tagliata fuori dalla propria vita – ed il futuro, che ha un po’ la forma di un ragazzo con una montatura vintage sul naso e i capelli più spettinati di tutta New York («Preferisce i prequel di Star Wars alla classica trilogia, ma ti assicuro che è un bravo ragazzo. Sa anche cucinare»)
Lo stesso porterà nella sua vita anche Remus, Marlene, convinta femminista amante di Doctor Who e Peter, l’amico di vecchia data di James, quello che ride costantemente alle sue squallide battute. («Cosa sta facendo?» «Il cestino, chiaramente. Si rifiuta»)
E’ nella loro strada senza meta che si ritrovano. E si fanno bastare tutto.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Remus Lupin, Sirius Black, Un po' tutti | Coppie: James/Lily
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto, Malandrini/I guerra magica
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The wolves they howled for my lost soul
I fell down a deep black hole
He left me for another lady
She poured the drinks and she poured the power
Diamond girl who could talk for hours
He left me for another lady

 New York, Paloma Faith

1. The Ice Palace

 

Sirius” ripeto con tono scocciato “muovi quel culo. So che mi stai sentendo”

Alzo il passo e attraverso un incrocio, facendo ben attenzione a non farmi investire da uno sconosciuto folle con più caffeina in corpo che sangue, di corsa, e per aggiunta di prima mattina.

“Sono da te fra due minuti esatti e giuro che se non sei perfettamente presentabile entro quell’arco di tempo io ti—cristo

Se il karma esistesse, in questo preciso istante, starebbe ridendo. Il mio cellulare morto non mi darebbe affatto fastidio se non fosse per questa scomoda e patetica situazione in cui sono infilata. Congratulazioni, Lily. Mormoro qualcosa di impreciso e mi affretto ad arrivare di fronte all’enorme portone di Roden Street, maestoso nella sua eleganza data dal marmo chiaro e, invece, curioso se osservato con me nelle vicinanze.

“Rispondi, rispondi, rispondi—“

E’ aperto” – replica una voce assonnata quanto ironica, alterata dal citofono e macchiata da un non so che di metallico che mi fa, comunque, percepire l’interezza della sua ironia – “Entra pure

Non ricordo con precisione a quali nuovi insulti la mia mente abbia dato origine, ma ventisette secondi dopo la porta d’ingresso bianca dell’appartamento del mio migliore amico era spalancata. Ed io ci sono entrata senza ritenere un gesto assurdo guardarla aperta per lasciarvi entrare chiunque, anche un possibile ladro e maniaco con manie di sadismo—

“Curioso” prorompe nell’istante esatto in cui i suoi occhi scorgono la mia figura “come ogni qualvolta tu debba vedermi la mia segreteria si riempia di quattordicimila messaggi”

“Ciao anche a te”

Si passa una mano fra i capelli, spettinandoli e facendomi storcere il naso. Il mio sguardo è puntato già sulla sua camicia bianca con alcune asole aperte, la cravatta blu sulle spalle mentre un forte odore di dopobarba maschile mi inebria le narici.

Le sue dita sono intente a dare un aspetto più elegante alla camicia che indossa, e le mie sono passate, quasi senza che me ne accorgessi, ad annodare quella cravatta disordinata, tanto che lo faccio sbuffare, divertito.

“La tua sciarpa” esclama a un tratto, quando io mi sono fatta indietro e rovisto fra le giacche nella cabina armadio. Il mio cipiglio stranito deve farlo parlare prima ancora che apra bocca, perché “l’hai dimenticata qui” continua poco dopo, “…l’altra sera”

“La maratona di Modern Family

Annuisce, distratto. “Ti sei addormentata qui”

“E la tua vicina di casa pensa che siamo una qualche coppia di amici con benefici”

Sento la sua risata dall’altra stanza, profonda e che assomiglia vagamente ad un latrato. Cane. “Già, soprattutto dal momento che ho rifiutato il suo flirtare gratuito dicendo che avevo una relazione”

Sgrano gli occhi, “Stai scherzando? E’ per questo che da un po’ di tempo non mi rivolge nemmeno più la parola?”

Il bastardo ride daccapo, muovendosi sino a raggiungere la sua stanza e annuire compiaciuto di fronte al capo meraviglioso che gli ho silenziosamente proposto. “Non è colpa mia se ha frainteso, io non ho specificato né che tipo di relazione né chi oltre me ne fosse coinvolto”

“Platonica” borbotto, estraendo dalla mia borsa un vestito azzurro e iniziando a spogliarmi, “Con la tua motocicletta

Percepisco la sua figura rimanere bloccata in quella posizione per un po’, il tempo necessario per far aderire il mio corpo a quell’abito del colore del cielo.

“Non c’è bisogno di essere gelosi” – fa, sorridendo sghembo – “Saresti la ragazza perfetta se non fosse strano averti intorno in quel modo”

Adesso ghigna. Un cuscino lo colpisce in pieno viso.

“E tu saresti l’uomo dei miei sogni se non fossi tu. E poi” mi schiarisco la voce e tento di assumere un tono serio, “Smettila di guardarmi il fondoschiena!”

“Madre Natura ha fatto un bel lavoro… e, comunque, puoi dirla, la parola con la c… c, u, l—“ Lo schiaffeggio, il volto ormai in fiamme, una gradazione che fa simpaticamente concorrenza ai miei capelli composti da onde morbide.

“Abbiamo un matrimonio a cui partecipare”

 

Oggettivamente, la sala ricevimento prenotata da Petunia per il suo matrimonio è qualcosa di puramente mozzafiato. Tutto inondato dal colore bianco e le sue infinite gradazioni, meno che le vetrate ed il verde della vegetazione all’esterno. Mentre, se fossi costretta a dare un parere più che soggettivo, direi senza dubbio che è qualcosa più che mozzafiato. Penso al concetto di lussuria e questo scenario che ho di fronte non può nemmeno avvicinarsi all’ idea. Tutto è schifosamente impeccabile, a partire dall’atteggiamento degli invitati, per arrivare alla musica di sottofondo, una melodia calzante a pennello per mia sorella.

Mi volto verso Sirius, immerso in un mondo che gli suona velatamente famigliare, con gli occhi che trapelano una malcelata malinconia dei bei tempi andati. Mi sembra persino strano pensarlo, ma lui appartiene a un mondo del genere, fatto di lusso e un fascino retrò anni 30, con imprenditori la cui vita dipende dalla finanza e al cui cospetto vi è un sigaro profumato e una donna in un tailleur rosso, che non ha nulla a che vedere con la moda tipicamente androgina e libertina degli anni venti.

“Pensi servano alcolici? O tua sorella preferisce evitare inconvenienti quali sbronze colossali e opta unicamente per acqua, vino bianco e champagne, per rimanere schifosamente brilli?”

“Non che ci importi” – ribatto incrociando le braccia sotto il seno e muovendo lo sguardo rapidamente fra gli invitati, nella vana speranza di imbattermi nei miei genitori nel minor tempo possibile – “Scommetto quello che vuoi che hai una fiaschetta di whiskey da qualche parte”

“Sorvolo magnanimamente sul tuo essere vaga nella posizione della mia compagna per questa giornata—giusto perché la condividerai con me

Una chioma bionda stretta in uno chignon nient’affatto severo fa capolino nella mia visuale, costringendomi a prendere un respiro profondo perché sa tanto di casa ed emana quel vago senso di sicurezza che solo i tuoi genitori possono darti. Sirius deve aver capito, perché si avvicina al buffet—o ad un mio familiare lontano che lo idolatra, ovviamente.

“Lily!” – il tono sorpreso potrebbe anche offendermi se non fosse per quello che è successo – “Tesoro! Non pensavo saresti venuta… hai già parlato con papà? Petunia…?”

Scuoto il capo, lasciando oscillare i miei capelli mossi su cui si posa il suo sguardo. Stessi occhi smeraldini, e daccapo il senso di familiarità e affetto che divampa a partire dal mio petto e si dirama nel resto del corpo.

“Volevo parlarti… Io, ehm, stavo ripensando alla mia scelta: Castlebury—”

“Lily?”

Un corpetto senza spalline ricamato che si apre su una gonna morbida, a balze, semplice nella sua eleganza. Petunia.

Degli occhi della stessa sfumatura di quelli di papà mi scrutano nervosi,  mi fanno sentire quasi un peso e, per la seconda volta nel giro di poco tempo, mi ritrovo a incrociare le braccia sotto il seno, percependo il calore familiare far posto a una sensazione di disagio.

“Congratulazioni” – mormoro quasi sconnessa, accennando un sorriso – “Il tuo vestito è molto bello, e la location non è da meno—“

Cosa ci fai qui?!”

“Petunia…”

“No, mamma, questo è il mio matrimonio e non ricordo di aver avuto una qualche conferma da parte di Lily Evans

“Ho trascorso un brutto periodo e pensavo che venendo avremmo potuto-“

“Cosa? Riagganciare i rapporti? Essere una famiglia?”

“Petunia”

“E’ il mio matrimonio” ripete, cauta, con un tono così basso da far trattenere il respiro “Puoi persino esserti imbucata con quello squinternato del tuo amico, ma non sono affatto costretta a tollerare la tua presenza.  O la tua voce.”

Chiunque abbia detto che le parole feriscono come coltelli, avrebbe dovuto avere un qualche premio. O una vita stralunata, maniera più o meno gentile per definire un’esistenza triste, dettata da una turbolenza soprattutto interiore. In questo momento vorrei sotterrare la testa in giardino, magari accanto ad una bella pianta che non fiorisce, oppure finire per avere gli occhi lucidi data la birra che Sirius mi avrebbe offerto in una serata qualsiasi, movimentata dalla tv accesa di fronte al divano su un canale prettamente noioso.

Non so se Petunia sia la voce della ragione, la mia coscienza, una dura verità, una menzogna bella e grande o un fantasma del mio passato, presente e, chissà, futuro, che interviene quando meno lo desideri nella tua vita.

“Va bene”

Mamma mi rivolge uno sguardo implorante, in netto contrasto con quello d’ira del sangue del mio sangue.

Forse va davvero bene così.

 

Un sorriso presuntuoso è stampato sulle labbra di Vernon, l’uomo che ha tagliato via mia sorella dalla mia già precedentemente rovinata famiglia… oppure, da un altro punto di vista, si potrebbe dire esattamente l’opposto: un nuovo membro è stato solennemente accettato ed entrato a far parte del mio insieme di consanguinei. Tiro su con il naso, dimostrando la mia pateticità a tutti i nani dal giardino nascosti da qualche parte, ai due bicchieri di champagne vuoti e al vestito costato un sacco ormai sporco d’erba.

“Non mi avvicinerei se non fossi tu”

La sua figura si poggia per terra, al mio fianco, e lo percepisco sorridere freddamente anche senza davvero guardarlo. Elimino con il dorso delle mani lacrime bollenti che avevano solleticato il mio viso, apparendo sempre più sciocca. Cosa credevo?

“Tua zia Celeste ha detto che vuole essere invitata al nostro matrimonio” – sussurra Sirius al mio orecchio come se fosse un segreto di chissà che importanza. Sobbalzo alla vicinanza ma mi rilasso nel momento in cui realizzo cosa abbia detto – “Ma penso di averla traumatizzata raccontandole dei nostri futuri figli, capelli rossi e occhi grigi, disordinati cronici e futuri esattori delle tasse”

“Voglio tornare a casa”

Chiude la fiaschetta nelle sue mani. C’è solo silenzio, poi. “Pensavo che questa fosse la tua casa”

“Non più”

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Seera! Uhm, non so da dove iniziare, ho un sacco di cose da dire! Sicuramente parto con il ringraziare chiunque sia arrivato qui nella lettura, dal momento che credo molti siano restii nell'accettare/leggere Muggles!Au qui su Efp :) 

E' un progetto a cui sono dedita da molto tempo, ne sono incredibilmente affezionata per un sacco di ragioni e doverlo abbandonare perchè io perda la voglia di scrivere (uhm ho molti dubbi per quanto riguarda il mio stile, ma anche l'idea in generale... cioè, a me piace, ma il non piacere altrui finirà per devastarmi if you know what i mean) mi ucciderà, ecco ahah vi chiedo di essere pazienti e provare a leggere qualche capitolo prima di decidere che non vi piaccia del tutto (questo primo è breve e confusionario, mentre gli altri due - più o meno - introduttivi, e la figura di james non apparirà nel prossimo, ad esempio), soprattutto dal momento che è una storia puramente incentrata sul cambiamento, sul viaggio di Lily come persona e sul rapporto che si crea fra i vari personaggi, sulle relazioni, quindi: vedetelo un po' come una di quelle serie tv, tipo how i met your mother, the big bang theory, friends e varie... 

ci sono un sacco di novità, ecco, rispetto alla norma: vale a dire che sirius, ad esempio, non conosce ancora james e remus, in più è il migliore amico di lily; l'ambientazione si sposta dall'inghilterra all'america dei nostri anni, un sacco di personaggi compariranno più avanti, saranno quasi diluiti nel corso della storia, e daccapo, le loro relazioni non saranno strettamente quelle canon/usuali etc

lily ha preso una scelta nel suo passato più recente che la spingerà a cambiare, e a muoversi: più in avanti tornerà Castlebury come città e verranno spiegate molte cose relative all'amicizia sirius/lily... ringrazio The Carrie Diaries per aver creato questa cittadina perchè me ne sono innamorata e fa proprio per i Sily! ahahah poooi, seppure james e lily siano i protagonisti della fic, anche gli altri personaggi avranno una storyline importante, nonostante debbano lasciare i jily sempre sotto il riflettore :)

(inserisco il pairing jily fra i dati e non tutti gli altri perchè sono coppie che si creeranno, ma o non per molto o comunque non sono importanti e non voglio svelarvi il finale, ecco)

la canzone di Paloma Faith è un po' la colonna sonora della fic! spero piaccia e ammalii come a me piace e mi ha ammaliata!:)
il titolo del capitolo è ideato da quel gran uomo che Fitzgerald è (my man<3)
You have a place in my heart no one else ever could have.
 F. Scott Fitzgerald, The Ice Palace 

vi lascio con i vestiti delle due evans!
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a presto, spero! un bacio enorme<3<3

fede 

il mio ask.fm

  
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