The wolves
they howled for my lost soul
I fell down a deep black hole
He left me for another lady
She poured the drinks and she poured the power
Diamond girl who could talk for hours
He left me for another lady
1. The
“Sirius”
ripeto con tono scocciato “muovi
quel culo. So che mi stai sentendo”
Alzo
il passo e attraverso un incrocio, facendo ben attenzione a non farmi
investire
da uno sconosciuto folle con più caffeina in corpo che
sangue, di corsa, e per
aggiunta di prima mattina.
“Sono
da te fra due minuti esatti e giuro che se non sei perfettamente
presentabile
entro quell’arco di tempo io ti—cristo”
Se
il karma esistesse, in questo preciso istante, starebbe ridendo. Il mio
cellulare morto non mi darebbe affatto fastidio se non fosse per questa
scomoda
e patetica situazione in cui sono infilata. Congratulazioni, Lily.
Mormoro
qualcosa di impreciso e mi affretto ad arrivare di fronte
all’enorme portone di
Roden Street, maestoso nella sua eleganza data dal marmo chiaro e,
invece,
curioso se osservato con me nelle vicinanze.
“Rispondi,
rispondi, rispondi—“
“E’
aperto” – replica una voce assonnata
quanto ironica, alterata dal citofono e macchiata da un non so che di
metallico
che mi fa, comunque, percepire l’interezza della sua ironia
– “Entra pure”
Non
ricordo con precisione a quali nuovi insulti la mia mente abbia dato
origine,
ma ventisette secondi dopo la porta d’ingresso bianca
dell’appartamento del mio
migliore amico era spalancata. Ed io ci sono entrata senza ritenere un
gesto
assurdo guardarla aperta per lasciarvi entrare chiunque, anche un
possibile
ladro e maniaco con manie di sadismo—
“Curioso”
prorompe nell’istante esatto in cui i suoi occhi scorgono la
mia figura “come
ogni qualvolta tu debba vedermi la mia segreteria si riempia di
quattordicimila
messaggi”
“Ciao
anche a te”
Si
passa una mano fra i capelli, spettinandoli e facendomi storcere il
naso. Il
mio sguardo è puntato già
sulla sua
camicia bianca con alcune asole aperte, la cravatta blu sulle spalle
mentre un
forte odore di dopobarba maschile mi inebria le narici.
Le
sue dita sono intente a dare un aspetto più elegante alla
camicia che indossa,
e le mie sono passate, quasi senza che me ne accorgessi, ad annodare
quella
cravatta disordinata, tanto che lo faccio sbuffare, divertito.
“La
tua sciarpa” esclama a un tratto, quando io mi sono fatta
indietro e rovisto
fra le giacche nella cabina armadio. Il mio cipiglio stranito deve
farlo
parlare prima ancora che apra bocca, perché
“l’hai dimenticata qui” continua
poco dopo, “…l’altra sera”
“La
maratona di Modern Family”
Annuisce,
distratto. “Ti sei addormentata qui”
“E
la tua vicina di casa pensa che siamo una qualche coppia di amici con
benefici”
Sento
la sua risata dall’altra stanza, profonda e che assomiglia
vagamente ad un
latrato. Cane. “Già, soprattutto dal momento che
ho rifiutato il suo flirtare gratuito
dicendo che avevo una
relazione”
Sgrano
gli occhi, “Stai scherzando? E’ per questo che da
un po’ di tempo non mi
rivolge nemmeno più la parola?”
Il
bastardo ride daccapo, muovendosi sino a raggiungere la sua stanza e
annuire
compiaciuto di fronte al capo meraviglioso che gli ho silenziosamente
proposto.
“Non è colpa mia se ha frainteso, io non ho
specificato né che tipo di
relazione né chi oltre me ne fosse coinvolto”
“Platonica”
borbotto, estraendo dalla mia borsa un vestito azzurro e iniziando a
spogliarmi, “Con la tua motocicletta”
Percepisco
la sua figura rimanere bloccata in quella posizione per un
po’, il tempo
necessario per far aderire il mio corpo a quell’abito del
colore del cielo.
“Non
c’è bisogno di essere gelosi”
– fa, sorridendo sghembo – “Saresti la
ragazza
perfetta se non fosse strano averti
intorno in quel modo”
Adesso
ghigna. Un cuscino lo colpisce in pieno viso.
“E
tu saresti l’uomo dei miei sogni se non fossi
tu. E poi” mi schiarisco la voce e tento di
assumere un tono
serio, “Smettila di guardarmi il fondoschiena!”
“Madre
Natura ha fatto un bel lavoro… e, comunque, puoi dirla, la
parola con la c… c,
u, l—“ Lo schiaffeggio, il volto ormai in fiamme,
una gradazione che fa
simpaticamente concorrenza ai miei capelli composti da onde morbide.
“Abbiamo
un matrimonio a cui partecipare”
Oggettivamente,
la sala ricevimento prenotata da Petunia per il suo matrimonio
è qualcosa di
puramente mozzafiato. Tutto inondato dal colore bianco e le sue
infinite
gradazioni, meno che le vetrate ed il verde della vegetazione
all’esterno.
Mentre, se fossi costretta a dare un parere più che
soggettivo, direi senza
dubbio che è qualcosa più
che mozzafiato.
Penso al concetto di lussuria e questo scenario che ho di fronte non
può
nemmeno avvicinarsi all’ idea. Tutto è
schifosamente impeccabile, a partire
dall’atteggiamento degli invitati, per arrivare alla musica
di sottofondo, una
melodia calzante a pennello per mia sorella.
Mi
volto verso Sirius, immerso in un mondo che gli suona velatamente
famigliare,
con gli occhi che trapelano una malcelata malinconia dei
bei tempi andati. Mi sembra persino strano pensarlo, ma lui
appartiene a un mondo del genere, fatto di lusso e un fascino
retrò anni 30,
con imprenditori la cui vita dipende dalla finanza e al cui cospetto vi
è un
sigaro profumato e una donna in un tailleur rosso, che non ha nulla a
che
vedere con la moda tipicamente androgina e libertina degli anni venti.
“Pensi
servano alcolici? O tua sorella preferisce evitare inconvenienti quali
sbronze
colossali e opta unicamente per acqua, vino bianco e champagne, per
rimanere
schifosamente brilli?”
“Non
che ci importi”
– ribatto incrociando
le braccia sotto il seno e muovendo lo sguardo rapidamente fra gli
invitati,
nella vana speranza di imbattermi nei miei genitori nel minor tempo
possibile –
“Scommetto quello che vuoi che hai una fiaschetta di whiskey
da qualche parte”
“Sorvolo
magnanimamente sul tuo essere vaga nella posizione della mia compagna
per
questa giornata—giusto perché la condividerai con me”
Una
chioma bionda stretta in uno chignon nient’affatto severo fa
capolino nella mia
visuale, costringendomi a prendere un respiro profondo perché
sa tanto di casa ed emana quel vago senso di sicurezza che
solo i tuoi genitori possono darti. Sirius deve aver capito,
perché si avvicina
al buffet—o ad un mio familiare lontano che lo idolatra,
ovviamente.
“Lily!”
– il tono sorpreso potrebbe anche offendermi se non fosse per
quello che è
successo – “Tesoro! Non pensavo saresti
venuta… hai già parlato con papà?
Petunia…?”
Scuoto
il capo, lasciando oscillare i miei capelli mossi su cui si posa il suo
sguardo. Stessi occhi smeraldini, e daccapo il senso di
familiarità e affetto
che divampa a partire dal mio petto e si dirama nel resto del corpo.
“Volevo
parlarti… Io, ehm, stavo ripensando alla mia scelta:
Castlebury—”
“Lily?”
Un
corpetto senza spalline ricamato che si apre su una gonna morbida, a
balze,
semplice nella sua eleganza. Petunia.
Degli
occhi della stessa sfumatura di quelli di papà mi scrutano
nervosi, mi fanno
sentire quasi un peso e, per la
seconda volta nel giro di poco tempo, mi ritrovo a incrociare le
braccia sotto
il seno, percependo il calore familiare far posto a una sensazione di
disagio.
“Congratulazioni”
– mormoro quasi sconnessa, accennando un sorriso –
“Il tuo vestito è molto
bello, e la location non è da meno—“
“Cosa
ci fai qui?!”
“Petunia…”
“No,
mamma, questo è il mio
matrimonio e
non ricordo di aver avuto una qualche conferma da parte di Lily Evans”
“Ho
trascorso un brutto periodo e pensavo che venendo avremmo
potuto-“
“Cosa?
Riagganciare i rapporti? Essere una famiglia?”
“Petunia”
“E’
il mio matrimonio” ripete, cauta, con un tono così
basso da far trattenere il
respiro “Puoi persino esserti imbucata con quello
squinternato del tuo amico, ma non
sono affatto costretta
a tollerare la tua presenza. O
la tua
voce.”
Chiunque
abbia detto che le parole feriscono come coltelli, avrebbe dovuto avere
un
qualche premio. O una vita stralunata, maniera più o meno
gentile per definire
un’esistenza triste, dettata da una turbolenza soprattutto
interiore. In questo
momento vorrei sotterrare la testa in giardino, magari accanto ad una
bella
pianta che non fiorisce, oppure finire per avere gli occhi lucidi data
la birra
che Sirius mi avrebbe offerto in una serata qualsiasi, movimentata
dalla tv
accesa di fronte al divano su un canale prettamente noioso.
Non
so se Petunia sia la voce della ragione, la mia coscienza, una dura
verità, una
menzogna bella e grande o un fantasma del mio passato, presente e,
chissà,
futuro, che interviene quando meno lo desideri nella tua vita.
“Va
bene”
Mamma
mi rivolge uno sguardo implorante, in netto contrasto con quello
d’ira del
sangue del mio sangue.
Forse
va davvero bene così.
Un
sorriso presuntuoso è stampato sulle labbra di Vernon,
l’uomo che ha tagliato
via mia sorella dalla mia già precedentemente rovinata
famiglia… oppure, da un
altro punto di vista, si potrebbe dire esattamente l’opposto:
un nuovo membro è
stato solennemente accettato ed entrato a far parte del mio insieme di
consanguinei. Tiro su con il naso, dimostrando la mia
pateticità a tutti i nani
dal giardino nascosti da qualche parte, ai due bicchieri di champagne
vuoti e
al vestito costato un sacco ormai sporco d’erba.
“Non
mi avvicinerei se non fossi
tu”
La
sua figura si poggia per terra, al mio fianco, e lo percepisco
sorridere
freddamente anche senza davvero guardarlo. Elimino con il dorso delle
mani lacrime
bollenti che avevano solleticato il mio viso, apparendo sempre
più sciocca.
Cosa credevo?
“Tua
zia Celeste ha detto che vuole essere invitata al nostro
matrimonio” – sussurra
Sirius al mio orecchio come se fosse un segreto di chissà
che importanza. Sobbalzo
alla vicinanza ma mi rilasso nel momento in cui realizzo cosa abbia
detto – “Ma
penso di averla traumatizzata raccontandole dei nostri futuri figli,
capelli
rossi e occhi grigi, disordinati cronici e futuri esattori delle
tasse”
“Voglio
tornare a casa”
Chiude
la fiaschetta nelle sue mani. C’è solo silenzio,
poi. “Pensavo che questa fosse
la tua casa”
“Non
più”
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Seera! Uhm, non so da dove iniziare, ho un sacco di cose da dire! Sicuramente parto con il ringraziare chiunque sia arrivato qui nella lettura, dal momento che credo molti siano restii nell'accettare/leggere Muggles!Au qui su Efp :)
E' un progetto a cui sono dedita da molto tempo, ne sono incredibilmente affezionata per un sacco di ragioni e doverlo abbandonare perchè io perda la voglia di scrivere (uhm ho molti dubbi per quanto riguarda il mio stile, ma anche l'idea in generale... cioè, a me piace, ma il non piacere altrui finirà per devastarmi if you know what i mean) mi ucciderà, ecco ahah vi chiedo di essere pazienti e provare a leggere qualche capitolo prima di decidere che non vi piaccia del tutto (questo primo è breve e confusionario, mentre gli altri due - più o meno - introduttivi, e la figura di james non apparirà nel prossimo, ad esempio), soprattutto dal momento che è una storia puramente incentrata sul cambiamento, sul viaggio di Lily come persona e sul rapporto che si crea fra i vari personaggi, sulle relazioni, quindi: vedetelo un po' come una di quelle serie tv, tipo how i met your mother, the big bang theory, friends e varie...
ci sono un sacco di novità, ecco, rispetto alla norma: vale a dire che sirius, ad esempio, non conosce ancora james e remus, in più è il migliore amico di lily; l'ambientazione si sposta dall'inghilterra all'america dei nostri anni, un sacco di personaggi compariranno più avanti, saranno quasi diluiti nel corso della storia, e daccapo, le loro relazioni non saranno strettamente quelle canon/usuali etc
lily ha preso una scelta nel suo passato più recente che la spingerà a cambiare, e a muoversi: più in avanti tornerà Castlebury come città e verranno spiegate molte cose relative all'amicizia sirius/lily... ringrazio The Carrie Diaries per aver creato questa cittadina perchè me ne sono innamorata e fa proprio per i Sily! ahahah poooi, seppure james e lily siano i protagonisti della fic, anche gli altri personaggi avranno una storyline importante, nonostante debbano lasciare i jily sempre sotto il riflettore :)
(inserisco il pairing jily fra i dati e non tutti gli altri perchè sono coppie che si creeranno, ma o non per molto o comunque non sono importanti e non voglio svelarvi il finale, ecco)
la
canzone di Paloma Faith è un po' la colonna sonora della
fic! spero piaccia e ammalii come a me piace e mi ha ammaliata!:)
il titolo del capitolo è ideato da quel gran uomo che
Fitzgerald è (my man<3)
You
have a place in my heart no one else ever could have.
— F.
Scott Fitzgerald, The
vi lascio con i vestiti delle
due evans!
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a presto, spero! un bacio enorme<3<3
fede
il mio ask.fm