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Autore: Liz Briel    04/02/2015    1 recensioni
Iris è una ragazzina con un'intelligenza nella norma, ma che è costretta a vivere alla Wammy's House, un orfanotrofio pieno di geni. E' una ragazza persa nei suoi sogni, nel suo dolore, ma che si ritroverà a perdersi nell'oscurità di un paio d'occhi di ghiaccio.
Tratto dal primo capitolo:
"- Ragazzina, sei seduta sulla mia sedia!- esclamò una voce maschile.
Scocciata, alzò lo sguardo incontrando un paio di occhi color ghiaccio. Le erano sempre piaciuti gli occhi chiari, erano sempre quelli più difficili da leggere. I suoi neri, sfortunatamente, erano un libro aperto."
Genere: Comico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Matt, Mello, Near, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1
 
 

Si era sempre chiesta il perché avesse seguito il fratello in quella casa piena di geni. Lei non aveva la sua intelligenza, era una ragazza nella norma. Era una frana nella matematica, anzi, per dirla tutta, in tutte le materie scientifiche; l'unica materia in cui se la cavava era letteratura.
Amava leggere e, come ogni pomeriggio, era immersa in un giallo che la stava facendo rimanere con il fiato sospeso. I suoi occhi si muovevano freneticamente sulla pagina nell'attesa di scoprire chi fosse il killer.

- Ragazzina, sei seduta sulla mia sedia!- esclamò una voce maschile.
Scocciata, alzò lo sguardo incontrando un paio di occhi color ghiaccio. Le erano sempre piaciuti gli occhi chiari, erano sempre quelli più difficili da leggere. I suoi neri, sfortunatamente, erano un libro aperto.
- Non mi sembra che ci sia scritto il tuo nome- disse la ragazza riprendendo la lettura. Non sopportava che le persone la disturbassero quando era in biblioteca, voleva che ci fosse silenzio e calma, ma con Mello non poteva essere così.
- Ma io mi siedo sempre qui, quindi sloggia- continuò testardo il ragazzo.
- Mello, non è giornata oggi- gli disse guardandolo negli occhi. Quel giorno aveva sentito due ragazze ridere di lei e della sua mediocrità. Odiava come la maggior parte dei ragazzi che abitavano lì si credessero superiori a chiunque e quindi potevano trattare, quelli che avevano il quoziente intellettuale nella norma, come degli stupidi.
Il ragazzo di fronte a lei ne era un esempio.
- Senti, come le ho date a tuo fratello, le do anche a te-. A quelle parole Iris non ci vide più. Si alzò dalla sedia, posò il libro e si alzò sulle punte arrivando all'altezza dell'orecchio del biondo.
- Tocca ancora mio fratello e dovrai trovare un metodo alternativo per urinare- e detto questo lo lasciò lì, senza neanche lasciargli il tempo di replicare.
Attraversò il corridoio a passo svelto dirigendosi in camera sua, sapeva che l'avrebbe trovato lì.
Appena aprì la porta della sua stanza, trovò sul suo letto una macchia bianca.
- Near, quell'idiota mi ha raccontato quello che ti ha fatto. Perchè non ti difendi?- gli chiese la ragazza sedendosi accanto a lui. Ormai, sempre più spesso, accadeva che Mello, preso dai suoi scatti d'ira, se la prendesse con l'albino e tutto ciò accadeva perché questultimo era al primo posto come successore di Elle mentre il biondo era secondo.
- Non ne vale la pena- rispose il ragazzino prestando attenzione ai due robottini che teneva in mano.
Senza aggiungere altro, Iris si alzò, prese un fazzoletto e iniziò ad osservare il volto del fratello notando del sangue che usciva dal naso.
Dopo averlo pulito e avergli accarezzato i capelli, la ragazza accompagnò il minore alla porta ricordandogli di fare attenzione a Mello.
Seguì con lo sguardo il fratello fino a che non divenne una macchia indistinta in quel lungo corridoio.
Sospirando si sdraiò sul letto e iniziò a osservare il soffitto.
Da quando era lì non aveva avuto un attimo per rilassarsi, per comportarsi come una ragazzina di tredici anni. Quando i suoi genitori morirono non poté concedersi il lusso di lasciarsi andare al dolore, doveva badare a Near.
Dopo cinque mesi dalla tragedia, bussò alla porta un uomo che all'incirca poteva avere cinquant'anni e che si presentò dicendo di essere un certo Quillsh Wammy e che gestiva un orfanotrofio per ragazzi dotati.
Iris sorrise nel ripensare a quello che gli aveva detto.
- Faccio schifo in matematica, credo che abbiate sbagliato casa-. Non poteva credere che lui fosse venuto lì per suo fratellino di otto anni,
Alla fine dovette seguire Near in quello strano orfanotrofio pieno di ragazzini eccezionali.
Era ancora persa nei suoi pensieri quando una massa rossa fece irruzione nella sua stanza.
- Riri, hai visto il gioco che ho lasciato stamattina sul letto?- le chiese Matt iniziando a disfare il letto. A causa della carenza di ragazze alla Wammy's house, era stata assegnata in una stanza con quattro ragazzi, tra cui c'era Matt, il migliore amico di Mello.
Il rosso era un ragazzo dolce, ma molto strano. Andava sempre in giro con degli occhiali da aviatore e mostrava poche volte quei occhi verdi come lo smeraldo.
Anche se lui e Mello erano inseparabili, Matt non l'aveva mai derisa o disturbata come, invece, faceva il biondo.
- Hai provato a controllare sotto il letto?- rispose la ragazza rivolgendogli uno sguardo annoiato. Ogni volta era sempre la stessa storia, il ragazzo perdeva i giochi che, puntualmente, finivano sotto il letto.
- Trovato!- esclamò l'irlandese, uscendo velocemente dalla stanza.
Annoiata voltò lo sguardo sulla sveglia appoggiata sul comodino accanto al letto di Matt; erano le otto, era l'ora della cena.
Velocemente si diresse verso la sala da pranzo, Roger non sopportava il ritardo.
Arrivata, si sedette accanto a Near, nessuno si sedeva accanto a lui, era definito strano.
Potevano anche essere dei geni, ma erano solo dei superficiali, pensò Iris osservandosi intorno. Tutti si fermavano solo sull'aspetto del fratello, nessuno cercava di guardare al di là.
Inorridì appena spostò il suo sguardo sul piatto davanti a sé. Quella sera avevano servito carne e insalata di pomodoro, le odiava il pomodoro.
Non fece in tempo ad afferrare la forchetta che qualcuno prese i pomodorini dal suo piatto. Si voltò verso l'albino che era intento a mangiare l'insalata. Sorrise.
La cena trascorse tranquillamente, tranne per il fatto che era stata, più volte, tentata di colpire Mello con la forchetta. Quel ragazzo riusciva ad innervosirla con poco.

 

Erano le due di mattina, ma lei non riusciva a dormire.
Sbuffando si alzò dal letto e, in punta di piedi, si diresse verso il letto di Near.
- Pss- sussurrò al bambino accarezzandogli la testa. - Posso dormire con te?- sussurrò ancora cercando di farsi spazio nel piccolo letto.
- Come se non fossi già nel letto- mugugnò il minore senza aprire gli occhi.
Mentre Iris chiudeva gli occhi sentì una mano accarezzarle il braccio.


Angolo Autrice
Salve a tutti ^^
Questa è la mia prima ff su Death Note, quindi spero che perdoniate i miei errori. Mi impegnerò perchè non voglio sfociare nell'OCC.
Ora io vado a vedermi un episodio di Soul Eater xD
Baci.
Liz.

 

  
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