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Autore: LoveStoriesInMyHead    05/02/2015    7 recensioni
IN FASE DI CORREZIONE
******Tratto dalla storia*********
“Ti amo Elena” mi sussurrò tra un bacio e l’altro.
“Stefano io…sto con Mattia.”
“Lascialo allora” disse staccandosi e fissandomi negli occhi.
“E' sbagliato! Stefano non posso farlo e tu lo sai bene” dissi dispiaciuta.
“Tu ami me!” alzò la voce.
Rimasi in silenzio. Osservavo la sua schiena allontanarsi verso la parte opposta della stanza.
Una lacrima rigò il mio viso. Cosa stavo facendo? Io lo amo, perché non gliel'ho detto? Cosa mi tiene ancora legata a lui da non farmelo dimenticare?
*************************************
Cosa succederà? Elena riuscirà a trovare il suo lieto fine o tutto andrà all'aria per colpa del destino?
'Please, don't go away' è il libro per chi ha sofferto per amore, per chi si è addormentato con le lacrime agli occhi e allo stesso modo si è svegliato al mattino, per chi è stato abbandonato dalla persona più importante della propria vita, per chi ha visto la vita andare avanti, non riuscendo più a raggiungerla. Questo libro è per te, che hai imparato a vivere nonostante il dolore.
Genere: Fluff, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Guardai l’orologio, erano passati tre minuti da quando avevo inviato quel messaggio a Mattia. Come avrebbe reagito? Si sarebbe arrabbiato?

Troppi dubbi, troppe domande, troppi casini da risolvere per una sola ragazza. Perché non potevo avere una vita semplice, piatta, monotona? A me piaceva quel genere di vita. Volevo solo vivere nella completa tranquillità, nella serenità più assoluta.

Un ragazzo normale, delle care amiche... Stringevo forte il mio cellulare tra le mani per allevare almeno un po’ la tensione, che aumentò non appena vidi Mattia dirigersi verso di me con un’espressione preoccupata in viso.

“E’ successo qualcosa?” chiese sedendosi accanto a me sulla panchina.

“Mattia, io devo parlarti di una cosa davvero importante, quindi ti chiedo di ascoltarmi in silenzio” chiarii subito.

Annuì e io cominciai il mio lungo discorso.

“Tu sei stato davvero un perfetto ragazzo, carino, gentile, romantico…”

Mentre io parlavo il suo viso si rabbuiò, aveva già capito dove le mie parole volevano andare a finire.

“Ma, sento che tra noi non può funzionare” ad ogni mia parola i suoi occhi si spegnevano, diventavano sempre più neri come la pece.

“C’entra quel ragazzo vero?” mi interruppe.

Era ovvio, sapeva tutto da tempo.

Annuii, non riuscivo a guardarlo negli occhi. Continuavo a fissare il suolo, come se in esso ci fosse la soluzione a quell’enorme problema.

“Da quando ti sei accorta di amarlo?” chiese irritato.

“Da sempre, non ho mai smesso, credo…” risposi vaga.

“Quindi mi hai solo preso in giro?” alzò la voce.

“N-no, non è come pensi!” alzai la voce anch’io.

“Sta’ zitta!” urlò avvicinandosi a me. Alzò il braccio con la mano aperta. Sta per colpirmi pensai strizzando gli occhi e preparandomi al colpo.

“Cosa pensi di fare?” urlò una terza voce. “Non ti azzardare a picchiarla!” disse Stefano mentre colpiva la guancia destra di Mattia, che cadde a terra dal duro colpo.

“Bastardo!” disse quest’ultimo rialzandosi da terra.

Cominciarono a picchiarsi.

“Sei solo un figlio di puttana!” urlava Mattia.

“Sta’ zitto stronzo” ribatteva l’altro.

Non riuscivo a vederli distruggersi a vicenda, dovevo fermarli.

“Basta ragazzi!” urlai mettendomi in mezzo.

Nella confusione ricevetti un pugno sullo stomaco. L’aria mi mancò per qualche secondo e caddi a terra.

“Guarda cosa hai fatto!”

“Cosa hai fatto tu!”

Continuavano ad urlarsi contro.

“Smettetela di fare i bambini!” li rimproverai rialzandomi da terra.

Finalmente si calmarono e potei osservarli meglio.

Mattia aveva il labbro spaccato e un grosso livido sulla guancia destra, mentre Stefano aveva solo un graffio sulla guancia sinistra e qualche livido qua e là. Era ovvio, Mattia non era un granché a combattere.

Dopo un attimo di respiro mi trascinai in infermeria Mattia. Scelsi lui perché era quello ridotto peggio. Stefano lo capì e rimase seduto ad aspettarmi.

“Cosa ti è passato per la testa?” chiesi mentre tamponavo con un pezzo di cotone, imbevuto di disinfettante, le sue labbra.

“Non sopporto il fatto che un ragazzino mi abbia rubato la ragazza più sexy della scuola” scherzò lui sorridendo.  Gli portò dolore quel suo ultimo gesto a causa di tutti i lividi che aveva in viso.

“Non è divertente” dissi a bassa voce.

“Si hai ragione”  tornò serio. “Elena mi dispiace. Ti ho forzata con questa storia” disse con un filo di voce.

“No Mattia, sono stata io a non averti spiegato da subito” cercai di dire.

 “Sai, ti ho amata davvero” mi disse fissandomi dritto negli occhi.

“Mattia io…” le parole mi morirono in bocca.

Un ultimo bacio, il sigillo a quella tormentata storia d’amore, un ultimo bacio per seppellire per sempre quel periodo della mia vita.

“Sii felice” mi disse mentre si allontanava.

“Si” risposi mentre osservavo la sua schiena allontanarsi per sempre da me. “Grazie” dissi con un piccolo sorriso.

 Mattia's pov

E me ne andai, non potevo continuare a stare in quella stanza con lei. L’amavo troppo e non avrei resistito ad un altro suo sguardo.

“Grazie” le sentii dire prima che fossi troppo lontano.

Continuai a camminare senza voltarmi, se lo avessi fatto avrebbe certamente visto i mie occhi lucidi.

Cazzo perché? Cosa ho sbagliato? Continuavo a chiedermi. Ero ormai in corridoio quando il professore mi trovò.

“Mattia che fine hai fatto? Cosa ti è successo alla faccia?” chiese indicando i lividi.

“Niente professore” risposi abbassando il capo.

“Non dirmi che hai ricominciato a fare a botte?” chiese quasi urlando.

Non risposi, ero mentalmente instabile, non riuscivo nemmeno a formulare una risposta che potesse convincerlo.

“Per adesso entra in classe, ne riparleremo più tardi” disse aprendo la porta.

“Amico chi ti ha conciato così?” chiese Leonardo toccandomi il labbro.

 “Lascia perdere”  allontanai il suo dito dalla mia faccia.

“Sei arrugginito!” affermò ridendo.

“Vuoi che ti picchi come ai vecchi tempi?” gli chiesi irritato, mostrandogli la mia mano chiusa in un pugno.

“N-no” balbettò tornando serio.

Finalmente si ammutolì e potei seguire le lezioni tranquillamente, anche se per la testa avevo ben altro…

***

Le lezioni terminarono ed io mi diressi verso l’uscita.

“Mattia” una voce mi chiamò. Mi voltai e vidi il preside con  un’espressione corrugata in faccia.

“Mi dica preside” risposi in modo formale.

“Venga nel mio ufficio” disse freddamente mentre si voltava.

Lo seguii ed entrai. Una sedia era già occupata. Chissà chi c'era.

Mi avvicinai e mi sedetti accanto al ragazzo. Mi voltai per scorgere il suo viso e mi ritrovai davanti la faccia di Stefano, visibilmente irritato.

Ci scambiammo sguardi interrogativi. 
Il preside batté la mano sulla scrivania facendo saltare una matita e rovesciando il portapenne. A quel colpo ci girammo di scatto indirizzando la nostra attenzione a quell'uomo. 
"Mi è giunta voce che a scuola c'è stata una rissa" cominciò appoggiando i gomiti alla scrivania e intrecciando  le dita delle mani. "Ne sapete qualcosa?" Continuò duro.
Ci scambiammo un veloce sguardo e i nostri occhi tornarono a fissare quelli color ghiaccio del preside. 
Rimanemmo in silenzio, era ovvio che sapeva che eravamo stati noi ad azzuffarci. 
"Bene" ruppe il silenzio. "Visto che non avete intenzione di parlare, la punizione andrà ad entrambi" disse con un'espressione adirata in viso.
Non proferimmo parola.

"Entrambi aiuterete le cuoche a pulire la cucina e la mensa al termine delle lezioni per una settimana" disse con tono duro.
"M-ma preside!" Ribatté Stefano, parlando per la prima volta dall’inizio del colloquio. 
"Niente ma. Inizierete dopo le vacanze natalizie. Potete andare."
Ottimo!  Di bene in meglio!  Sbuffai nella mia mente. Ci alzammo ed uscimmo dall'ufficio. 
"Grande!" Sospirò Stefano. 

“Sta’ zitto! È tutta colpa tua” ribattei irritato.

“Volete allungare la punizione ad un mese?” chiese il preside uscendo dalla porta. Movemmo le teste in senso negativo. Ci bastava decisamente una settimana.

Mi voltai e cominciai a camminare, superando Stefano e il preside.

Elena mi starà sicuramente aspettando pensai per un attimo. Sul mio viso nacque un sorriso malinconico. Che stupido! Non dovrò più accompagnarla pensai un attimo dopo essermi fermato di colpo in mezzo al corridoio, ormai vuoto. Non potrò più tenerla per mano, proteggerla, baciarla e amarla. Ormai non faccio più parte della sua vita, la persona più importante per lei non sono più io.

***

Elena' pov

Ero appena uscita da scuola, ma di Stefano nessuna traccia. Forse era ancora dentro l’edificio,  quindi decisi di sedermi su una panchina ad aspettarlo. Pensavo alla faccia che avrebbe fatto alla notizia. ‘Stef ho lasciato Mattia, finalmente potremo amarci come ai vecchi tempi.’ Già fantasticavo. Un sorriso spuntò sul mio viso a quell’immagine.

Alla fine, vidi Stefano uscire dai cancelli e correre verso di me. Mi alzai in piedi, in attesa che mi stringesse a sé. Le sue braccia circondavano saldamente i miei fianchi. Cominciò a girare su se stesso, facendomi volare.

“Basta! Mi vengono le vertigini!” dissi stringendo il suo giubbotto con tutta la forza che avevo. Con lui era impossibile non ridere.

Mi mise giù e si allontanò un attimo da me, cominciando a guardarmi in modo serio.

“Gli hai parlato?” disse di colpo. Non era ovvio? Ma che posso farci, i maschi… sono maschi. Devo avere pazienza. Smisi di ridere e lo guardai dritto negli occhi.

Un’espressione spaventata e delusa al contempo vidi sul suo volto. La tensione aumentava sempre di più nei suoi occhi. Volevo fargli uno scherzetto. Che faccia! Pensai. Scoppiai a ridere.

“Elena!” disse leggermente arrabbiato.

“Che c’è?” chiesi avvicinandomi a lui.

“Sei sempre la solita bambina dispet- ” cominciò a blaterare.

Ero stufa di sentirlo farfugliare quanto fossi infantile, così lo baciai, interrompendo il suo noiosissimo discorso.

“Non sei cambiata per niente” mi disse tra un bacio e l’altro. “Ti amo” continuò con voce profonda.

“Ti amo anch’io.”

“Perdonami per esser stato via questa estate” mi disse dolcemente.

“Non importa, non voglio sapere quello che è successo. L'importante è che adesso tu sia qui con me"gli dissi continuando a baciarlo. "Non lasciarmi mai più.” 

 

Magari essermi innamorata di lui è stato un errore, ma se così fosse, preferirei sbagliare tutta la vita piuttosto che stargli lontana anche solo un secondo.



 

*RINGRAZIAMENTI*
Vorrei ringraziare tutti coloro che hanno letto, recensito e seguito questa storia. 
Non immaginate quanto io sia felice di essere arrivata fino alla fine. 
Quando ho cominciato a scrivere per passatempo, non avrei mai immaginato che una delle mie storie
potesse piacere così tanto. 
Uno dei miei sogni è quello di riuscire a scrivere una storia decente. E grazie a voi sento di esserci riuscita, almeno un po'.
Grazie per tutto il supporto che mi avete dato lungo tutta questa avventura vissuta insieme.
Ogni vostro commento mi ha riempito il cuore di gioia.
Grazie per la vostra presenza. Senza di voi io non sarei qui.
Grazie infinite!
 

   
 
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