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Autore: Mian22    05/02/2015    1 recensioni
Si era dimenticata quanto fosse piacevole il rumore che facevano i tasti nel silenzio della sua stanza e allora diventava inevitabile chiedersi perché avesse smesso di sentirli, perché lei stessa avesse messo fine a quel rumore così confortante.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era da così tanto tempo che non scriveva qualcosa, qualsiasi cosa: storie così,
senza nessun senso in particolare,considerazioni personali o poesie terribili che non avrebbe mai fatto leggere a nessuno.
Ebbene si, a volte aveva l'ardire di improvvisarsi scrittrice.
Era da così tanto che non usava la tastiera del suo computer che non ricordava nemmeno più
dove fossero posizionate le lettere tant'è che in dieci righe campeggiavano almeno una ventina di errori.
Tutte le volte che in passato aveva iniziato a buttare giù qualche riga, le era sempre sembrano di stare per
iniziare un capolavoro e dunque si perdeva nei suoi pensieri immaginando quanti complimenti avrebbe ricevuto, quanta fama
ne avrebbe guadagnato, quanto orgoglio avrebbe provato verso se stessa, ma puntualmente, l'ispirazione svaniva
dopo una pagina o due lasciando così incompleti decine di possibili successi che non avrebbero mai visto una fine.
A volte si chiedeva come facessero i grandi scrittori a creare mondi fantastici che permettevano al lettore di distaccarsi dalla noiosa realtà che ci circonda.
Come riuscivano a progettare le strategie, i piani, le avventure di così tanti personaggi?
Poteva farcela anche lei? La sua fantasia sarebbe bastata?
O sarebbe stata costretta per sempre a iniziare a scrivere per poi arrendersi poco dopo?
Come si manteneva viva l'ispirazione?
Erano queste le domande che poneva a se stessa durante quelle notti insonni in cui si trovava a fissare
lo schermo del televisore acceso.
Si era dimenticata quanto fosse piacevole il rumore che facevano i tasti nel silenzio della sua stanza e allora diventava
inevitabile chiedersi perché avesse smesso di sentirli, perché lei stessa avesse messo fine a quel rumore così confortante.
Beh, non c'era risposta a questa domanda, come a tante altre che ci affollano la mente per tutta la vita.
Si può tentare di darvi una risposta ma con la consapevolezza che nessuna sarai mai del tutto giusta.
Dunque, quella notte, dopo aver concluso di leggere uno dei suoi soliti libri, pensò di riaccendere
quel computer un po' malandato che ormai era spento da troppo tempo e di scrivere qualcosa.
Quelle volte in cui le mani prendevano vita e scrivevano, muovendosi libere sulla tastiera facevano si
che tutto il resto non avesse più importanza. Ed erano così belli e sereni quei momenti, che si gustava
ogni secondo e guardava quelle mani vive che il suo cervello non comandava più e semplicemente rimaneva
a fissare la magia che si compiva davanti a lei lasciando una scia di inchiostro dietro di sè.
E poi, finito il momento, tirava un sospiro, come se si risvegliasse da un momentaneo sonno psichico e
trovasse di fronte a sè il residuo di ciò che era avvenuto.
Non pretendeva certo di scrivere come i grandi autori ma nel piccolo della sua stanza, anche lei
creava qualcosa di nuovo, che prima non c'era e a cui nessuno aveva mai pensato. Magia.
La magia esiste.
E la vediamo ogni giorno di fronte ai nostri occhi.
Purtroppo ormai quasi tutti sono troppo cinici e disillusi per credere a qualcosa che va al di là di ogni razionalità.
Paradossalmente questo mondo ci sta rubando la nostra vita, la nostra vitalità.
Tuttavia c'è ancora qualcuno che resiste.
Qualche superstite.
Sono pochi e si confondono con la massa ma ad un occhio attento risulta chiaro come questi siano diversi dagli altri.
Lei era sicuramente una superstite. Con i suoi capelli castani e gli occhi verdi si amalgamava
benissimo tra la massa, ma in lei c'era qualcosa.
Non che fosse così speciale, solo..diversa, e non sempre la diversità è un male.
Certo, ti crea non pochi problemi ma è assolutamente indispensabile per non diventare uno zombie del sistema.
Lei lo sapeva, lo sapeva di essere diversa, lo sentiva.
Sapeva di valere di più di quello che gli altri pensavano, dai suoi amici che la consideravano stupida,
ai suoi professori che pensavano non avesse un futuro. Ma lei un futuro l'aveva eccome! Oh se l'aveva.
Forse non sarebbe stato sempre roseo, ma senza dubbio si sarebbe rivelato grandioso.
   
 
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