Non ci era riuscito. Tutte quelle volte in cui si era inchinato dinanzi a lei ripetendo «Yes, Your Highness!» con una pronuncia pressoché mediocre dell’inglese britannico quasi sconosciuto e arcano ai giapponesi, pensava sarebbe riuscito a portare a termine ogni incarico che il suo compito di cavaliere riservava.

Credeva che, un giorno, Euphemia Li Britannia avrebbe rischiato di non vedere più la luce del sole, allora sarebbe giunto lui, il cavaliere dall’armatura di un bianco puro ed elegante, pronto a salvare la principessa che gli diede quell’ordine così bizzarro e inaspettato.

«Suzaku Kururugi, ti ordino di amarmi.»

Riusciva a ricordare alla perfezione quelle parole a lui così soavi, forse poiché le udiva frequentemente nei suoi sogni quando gli era concesso di riposare, forse solo per l’estrema piacevolezza di quel ricordo.

«Yes, Your Highness!»

La risposta che mai mancava, sia dalla sua voce nei suoi spettacoli immaginari, sia nella concretezza delle parole pronunciate davanti a Euphemia.

Non riusciva, tuttavia, a comprendere il motivo di quella frase continuamente ripetuta; la principessa era solita chiedergli amichevolmente, ma senza mancare di regalità, di non risponderle così, giacché lui non era più un semplice protettore e ogni volta che lo faceva, quella frase sembrava essere per lei un delicato solletico all’addome.

Fedeltà? Rispetto? Nessuna risposta, né da lui, né tanto meno dalla ragazza di nobile famiglia.

Quando cercava le risposte, la sua mente non percepiva i risultati, bensì la risatina gioviale di Euphemia accompagnata da un sospiro, leggero come il volo di una farfalla.

Riascoltare attraverso la memoria quel grazioso suono all’inizio del ricordo gli riscaldava ardentemente il cuore, ma sul finire quell’atmosfera dolce cessava di cullarlo ed era come se una mano dura e ruvida stesse sfiorando la ferita ancora fresca, una ferita che non aveva smesso di sanguinare, nemmeno dopo aver sparato a Zero e averlo consegnato davanti all’imperatore di Britannia.

«Non sono riuscito a proteggerti, Euphie» mugugnava tra sé e sé, singhiozzando con le guance infiammate dal sale delle lacrime e ripensando, un’altra volta, al volto languido della principessa, il cui sangue era colato tra le braccia di Suzaku come una lenta e disperata pioggia, e ai suoi occhi dalla lucentezza sempre più evanescente salutare il fidato e amato cavaliere.

Ulteriori spiegazioni

Ho da poco iniziato a guardare la R2 di Code Geass. Ho ripensato per un momento agli sgoccioli della R1 e sono tornate le lacrime al solo pensiero della morte della dolce Euphemia, senza dubbio il mio personaggio preferito dell’anime dopo la stravagante C.C.

Spero di scrivere su questa meraviglia di anime ancora, con personaggi e temi diversi. 
Spero inoltre che questo straccio di angst e cose brutte vi sia piaciuto, ringrazio tutti coloro che hanno letto.
Arrivederci

Kuraisu