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Autore: ilovebooks3    06/02/2015    3 recensioni
ATTENZIONE SPOILER 7X10 !
Una breve one-shot dal punto di vista di Cho, ambientata nell'episodio "Nothing gold can stay".
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Kimball Cho
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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“KEEP BREATHING”
 


 
 
No.
Non hai combinato nessun casino.
Sei stata brava.
Tu.
Il casino l’ho combinato io.
Grosso.
Eri una recluta, e io il tuo superiore.
Il mio compito era proteggerti.
Non l’ho fatto.
Ti ho lasciato viva, con una pistola in mano e la determinazione negli occhi.
Ti ho trovato in un lago di sangue.
Sentivi dolore, ma io non potevo fare niente.
Solo tamponare la ferita e dirti di respirare.
Ma tu, a un certo punto, non hai più respirato.
Avresti obbedito a qualunque mio ordine.
Ma non stavolta.
Non potevi.
Mi hanno addestrato anche a questo:
a perdere uomini e a mantenermi lucido.
L’ho dovuto fare spesso.
Ma stavolta è dura.
Eri giovane.
Troppo giovane per affrontare una sparatoria da sola.
Troppo giovane per morire.
Eppure hai fatto tutte e due le cose.
Per colpa mia.
Il tuo superiore.
Il tuo insegnante.
Il tuo mentore.
Balle.
Dovevo imparare io delle cose da te.
Il tuo entusiasmo.
La tua curiosità.
Il tuo coraggio.
Il tuo rigore.
La tua dedizione al lavoro.
La tua ironia.
Oggi avevamo scherzato.
Mi avevi chiesto se ero emozionato per la mia promozione.
Lo ero.
Anche se non lo dimostravo.
Sono fatto così.
Tu avevi riso, ti avevo vista.
E avevo sorriso anch’io.
Ora non me ne frega più niente della promozione.
Avrei dovuto dirti delle cose.
Ad esempio che mi piaceva andare in missione con te.
Tu parlavi, io stavo zitto.
Facevo il burbero, ma ci intendevamo.
Ammiravo come combattevi.
Ti buttavi a capofitto, ma sapevi sempre quello che facevi.
Quasi sempre, evidentemente.
Ammiravo come guidavi negli inseguimenti:
da pazza scatenata, ma funzionava.
Stavi imparando a condurre gli interrogatori da sola.
Saresti diventata brava.
Non mi è mai venuto in mente di dirtelo.
Sarebbe stato meglio averlo fatto.
Te lo dico ora.
In realtà parlo da solo, ma non importa.
Voglio dirti un’altra cosa.
Mi fidavo di te.
Sì, anche dopo quella bugia.
Non avevi bisogno di uno stupido esercizio di caduta.
Ce l’avevi fatta.
Ti eri guadagnata la mia fiducia.
E il mio rispetto.
Sul campo.
Giorno dopo giorno.
Facendo quello che sapevi fare: la poliziotta.
La fiducia, comunque, è sopravvalutata.
Se non mi fossi fidato di te non ti avrei lasciato sola.
E saresti ancora viva.
Anche tu ti sei fidata troppo di me.
E tra poche ore finirai in una bara.
Mi sembra impossibile.
Cinque minuti prima chiacchieravamo;
cinque minuti dopo stavi morendo.
Ti vendicherò.
Ucciderò i tuoi assassini.
Te lo devo.
Se non avessi notato quei fottuti rialzi delle scarpe saresti ancora viva.
Troppo attenta.
Troppo intelligente.
Forse, troppo irresponsabile.
No.
L’irresponsabile sono io.
E anche il responsabile.
Chiamerò i tuoi familiari.
È compito mio.
Non di Abbot.
C’ero io lì con te.
Dirò che sei morta da eroe.
Non sarà una frase fatta.
Sei davvero un eroe.
Ma preferirei che fossi rimasta quello che eri.
Una recluta chiacchierona e volenterosa.
Una pessima bugiarda.
Un ex militare abituato a obbedire agli ordini, ma anche a fare di testa sua.
Un agente brillante, nei blitz e sotto copertura.
Una ragazza con tutta la vita davanti.
Quello che è certo è che tuo padre sarebbe orgoglioso.
Ma anche lui, lo so, la penserebbe come me.
Dicono che sono di ghiaccio.
Che non provo emozioni.
Non è vero.
Vorrei che lo fosse.
Almeno queste fottute lacrime non brucerebbero così tanto.
Respira, Kimball.
Respira.
Dicono che diventerò il capo della squadra.
Non so più se sarò in grado di farlo.
Non so più se sarò in grado di proteggere i miei uomini.
Cercherò.
Lo farò anche in tua memoria, agente Vega.
Ti prometto che non metterò quella nuova regola per le reclute chiacchierone.
Ti prometto che non ne lascerò morire una mai più.
Sono onorato di aver potuto lavorare con te, Michelle.
 








********** 
 
 
Questo episodio mi ha abbastanza sconvolta. Il risultato è il monologo interiore di un Cho in piena crisi.
Se vi va, fatemi sapere cosa ne pensate.
A presto!!
 

 
  
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