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Autore: cucciola967    06/02/2015    1 recensioni
Ed ecco la mia seconda fanfiction^^
E se Debrah accecata dall'odio si vendicasse per ciò che è accaduto nell'episodio 17?
ATTENZIONE:
questa storia fa riferimento a eventi accaduti negli episodi 16 e 17 di dolce flirt. Pertanto se non li avete ancora giocati non capirete il senso della storia.
Genere: Horror, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Debrah, Debrah, Dolcetta
Note: OOC | Avvertimenti: Triangolo
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Sentire la tua voce mi disgusta, guardarti in faccia mi fa rabbia.
“ Perchè non parli? Il gatto ti ha mangiato la lingua? Oh, è vero...Te l ho tagliata!”
Non è la prima volta che rapisco qualcuno. Quando stavo con Castiel, quello che sfidava tutto e tutti, ne ho imparati di trucchi su come sequestrare le persone.
Ogni volta che lui commetteva i suoi “piccoli reati” stavo in disparte, e come la brava alunna osservavo, imparavo ed ero fiera di essere sua. Ricordo ancora l'odore di rissa che si respirava ogni volta che qualcuno per i corridoi del Dolce Amoris incrociava il suo sguardo, lo stesso con cui mi ha sedotta. Ora però tutto è cambiato, lui è cambiato.
“Hey Stella, rivuoi la tua lingua?”
La sensazione appagante che sto provando nel vederti davanti a me legata ed inconsapevole di ciò che ho in serbo per te mi rende felice, orgogliosa. Quasi ne è valsa la pena perdere il mio manager, e la paura che quei beoti del liceo provavano vedendomi, se questo è il risultato. In fondo è tutta colpa tua, sei stata un incosciente. Tutti conoscevano la mia fama e quella di Castiel: due bulletti molto cattivi che si divertivano a picchiare gli alunni e spillare soldi agli indifesi, eppure dovevi immischiarti. Mi mancano tanto quei giorni in cui litigavamo, per poi fare la pace in camera da letto. Non potevamo vivere l'uno senza l'altra. Quando sei arrivata tu, con la tua aria angelica e la voglia di aiutare tutto e tutti indipendentemente da chi fossero, lui ha sentito il desiderio di ritornare sui suoi passi. Solo a quel punto, quando ho capito che di lì a poco mi avrebbe lasciata per poi invaghirsi di te mi sono messa sulla difensiva: decisi di usarlo per poter diventare una cantante. Si sa com'è: ai manager non importava se io fossi una stronza o una santarellina, a loro importavano solo la mia voce, i soldi e la fama che avrebbe portato loro il mio debutto. Sei stata l'unica in grado di mettermi i piedi in testa, e dopo che anche quest'opportunità mi è stata tolta a causa tua, ho iniziato a pianificare un qualcosa che potesse ucciderti; prima interiormente e poi esteriormente. 
“Ti taglio la lingua, ti provoco e tu non reagisci?”
Maledetta. Devi piangere, urlare se no non godo abbastanza!
“Inizio a spazientirmi. Non vuoi piangere? D'accordo, troverò io un modo per farti uscire tante, tante lacrime.”
Tiro un calcio dopo l'altro, e ti spacco qualcosa all'interno della pancia.
“Aaaah!”
Del sangue esce dalla tua bocca.
Finalmente delle lacrime! L'urlo è pessimo. D'altronde ti ho appena tagliato la lingua!
“Ahahahaha”
Adesso sì che mi sto divertendo. Strano però. Quando ho ammazzato Ambra, Violette e Melody avevano tutt'altra espressione. Mi fai arrabbiare in tutto ciò che fai, ogni singola cosa.
“Stella, lo sai che quella stupida di Violette non ha smesso di piangere, implorandomi di lasciarla vivere? Da brava, segui il suo esempio!”
Scommetto che se avessi potuto parlare mi avresti urlato di tutto, non hai mai avuto paura di me.
Una lacrima dopo l'altra scendono sul tuo viso, ancor più bagnato di quanto non era stato finora.
L'angioletto che mi portò via Castiel ora è distrutto.
“Ho ammazzato anche Ambra  e Melody, all'unico scopo di vederti così!”
In realtà  Ambra l'ho uccisa solo per sperimentare torture che poi avrei usato su di te, non ti è mai importato di lei e questo lo so bene.
Una sensazione non ben descrivibile mi pervade il corpo: a ogni tua lacrima io raggiungo l'estasi.
Devo fare di più, devi soffrire di più. Penso ad un'ultima tortura, questa volta più per vendicarmi che per far soffrire te e così mi attengo al piano.
“Torno subito, tu non ti muovere.”
Certo,come se potessi farlo. Prendo la tua lingua che avevo poggiato per terra e ti sfilo un orecchino, facendo attenzione a strapparti il lobo dell'orecchio.
Esco e mi dirigo in un bar dove Castiel è solito suonare con la sua band. Conoscendolo bene so che è li, ed infatti lo vedo.
“Castiel”
Lui si gira e rimane sorpreso nel vedermi. Poi seccato dice:
“ Senti non voglio avere problemi con Stella, preferirei non parlarti.”
L'unica cosa rimasta intatta è la sua voce. I capelli rosso fuoco, l'atteggiamento aggressivo e l'abbigliamento che lo caratterizzavano sono spariti per lasciar spazio ad un look casual, noioso.
“Lo sai che ho rapito Stella?”
Un sorrisino appena accennato compare sulla sua faccia.
“Certo, come se si facesse rapire!”
Lo sapevo che non mi avrebbe creduto. Non ti preoccupare Castielino, ride bene chi ride ultimo.
Tiro fuori dalla tasca un fazzoletto con avvolta la lingua. Infilzato c'era l'orecchino di Stella.
“Sai Castiel, non l'ho ancora ammazzata per far contento te.”
Non sorride piu'. All'improvviso diventa pallido e con la voce tremante dice:
“N-non ci credo! Questo è l'orecchino di Stella! Maledetta! Dov'è?”
I suoi insulti non mi fanno più male. Ho pianificato tutto nei minimi dettagli, ora non mi scappate.
“Se vuoi ti porto da lei.”
Rimane fermo per una manciata di secondi. Poi riguarda l'orecchino e accetta di seguirmi.
Così torniamo nella cantina in cui ho nascosto Stella.
Appena si guardano in faccia i loro occhi fanno capire quanta voglia hanno di uscire da lì insieme, mano nella mano. Peccato che non succederà.
“S-Stella!”
Si precipita da lei, ma non riesce a slegarla. Gli serve un coltello per poterla liberare.
“ Perchè?” Mi chiede.
Lacrime iniziano a scendere anche dal suo volto, ma al contrario di quando piangeva lei mi facevano male, quelle lacrime.
Lo avevo visto con lo sguardo da bullo, da persona normale, ma solo in tua presenza aveva uno sguardo innamorato, e adesso anche sofferente. Con me quegli sguardi non li ha mai avuti.
La cosa alimenta la mia tristezza e la mia rabbia. Sono sopraffatta dalla gelosia.
Prendo in mano la pistola che tenevo nascosta in un'altra tasca.
Castiel cerca di fermarmi ma gli sparo e cade a terra. Non provo nessuna emozione alla vista della morte del mio amore.
Stella diventa bianca e cerca di urlare ma non ci riesce, vista l'assenza della lingua e il dolore che provava dopo i calci alla pancia. Ormai ha gli occhi rossi da quanto sta piangendo.
Lui per terra, ormai morente si gira verso di te e con gli occhi stracolmi di lacrime sussurra:
“Mi dispiace Stella, non sono riuscito a proteggerti.”
Il suo ultimo respiro, lo dedica a te. Questa è una tortura anche per me.
Così mi avvicino, e ti punto la pistola contro. Un solo colpo, che ti attraversa la testa.
Due cadaveri nel giro di una giornata.
Ti raggiungo e mi abbasso solo per dirti questo:
“Sai, forse tutto il rancore verso di te e tutta la rabbia derivano dal fatto che tu sei tutto ciò che ho sempre voluto essere io.”
   
 
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