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Autore: The_winter_honey    06/02/2015    1 recensioni
"-Oh, bene! Ma tu sei messa proprio bene! Ti addormenti a lezione, perché di pomeriggio combini
chissà cosa a casa di DUE RAGAZZI, che per altro sono fratelli e tra cui uno è un playboy
e l’altro è un buon samaritano (che poi alla fine si rivelano i peggiori)! Ed io devo stare tranquilla! Ovviamente, giusto?
-Sì! - sorrise divertita dalla reazione dell’amica -Certo che sì!"
Se vi ho incuriosite leggete e per favore recensite,
per me questa storia è davvero importante...siate clementi! ;)
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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 PAROLE 



-Leo...- mormorò la ragazza in un soffio, per poi diventare rossa.
Se avesse guardato di fianco a sè, dietro di qualche passo, avrebbe potuto ammirare l'espressione divertita e
palesemente scherzosa di uno dei suoi migliori amici, con le mani immerse nelle tasche dei jeans e gli occhi che
studiavano la ragazza dai lunghi capelli castani che le ricadevano fin sotto la vita sottile di quel corpo ancora
acerbo di quindicenne. Studiava la sua reazione alla vista del ragazzo che le piaceva da ormai tre anni, ne era curioso.
Egli non era mai stato dietro ad una qualsiasi sua coetanea per così tanto tempo, un po' perchè cedevano subito e un
po' perchè perdevano il loro fascino ancora prima. Credeva di non aver mai guardato una ragazza come la sua amica
faceva con Leo, anzi più che credere, ne era certo. 
Ma non era una novità, avevano due caratteri completamente diversi, due modi di trattare con le persone e di vedere
il mondo. A volte tutto questo lo esasperava.
Come il fatto che non avesse mai trovato il coraggio di parlarci per più di un saluto. 
-Ci siete solo voi?- chiese Lele, osservando l'oratorio con gli occhi chiari indagatori.
-No, dentro ci sono le ragazze. Silvia aveva le chiavi!- rispose un ragazzo basso, alto più o meno come Jess, con le
spalle ampie, il viso leggermente squadrato coperto da una leggera barba nera che faceva risaltare la sua pelle chiara
e gli occhi castani scuri allegri. Aveva preso la palla da calcio tra i piedi e si stava pettinando il ciuffo scuro all'indietro,
prima di abbracciare fraternamente Lele.
-Quindi Simo non è ancora arrivato...che novità!- sorrise sarcastico Guglielmo, prendendo sottobraccio la ragazza -Che
ne dici di entrare con le altre, piccola?
-Ti spiace se rimane qui? Sarebbe carino avere qualcuno che assista e faccia il tifo mentre io e Lele battiamo te e Leo!-
ghignò il piccoletto.
-Non è giusto, lo sai che Gugu non è un granchè a calcio!- rise Leo.
-Se è per questo neppure Lele, ma io valgo per tre!- si gonfiò il petto Roberto, pavoneggiandosi di essere veloce e
scattante mal grado la bassa statura.
-Ah, è una sfida?- ghignò Gugu, dando un colpetto al gemello -Hai sentito, fratello? 
Ismaele scrollò le spalle, pacifico come sempre, ma non potè trattenersi dal sorridere alla facccia strafottente del ragazzo,
mentre Jessica si era messa a spostare il peso da un piede a un altro. Si sentiva a disagio, lì in mezzo ai ragazzi, soprattutto
davanti agli occhi brillanti e caldi di Leo. Il ragazzo era ben più alto di lei, torreggiava su tutti anche se i gemelli erano già
alti rispetto alla media (e anche dal basso punto di vista della ragazza). Gli occhi di lei osservavano timidamente quel viso
dai tratti fini, il naso sottile, la bocca carnosa, con il labbro inferiore leggermente più carnoso di quello superiore, la pelle
ancora sfumata dal sole estivo e le sembrò di vedere qualcosa di magnifico e unico. Indossava una giacca grigia aperta su
jeans stretti e una felpa verde militare, aveva al collo una di quelle catenine da militare con la targhetta che luccicava agli
ultimi raggi di sole.
Un brivido le corse lungo la schiena, quando si accorse che anche Leo la stava guardando. 
Distolse lo sguardo, notando che Gugu le si era allontanato e stava rubando la palla a Roby.
Non sapeva che fare, lo stomaco le si stava contorcendo,era la prima volta che si faceva beccare mentre lo guardava e sperò
di non aver avuto la tipica faccia da bava che pende dalla bocca. Arrossì solo al pensiero, poi notò che le si era avvicinato
sorridendo sinceramente. 
-Ciao Jessica, non farti condizionare da quello che ha detto Roby se vuoi entra con le altre- mi fece l'occhiolino, prima di
raggiungere il piccolette e Gugu, prendendo la palla con facilità. 
Lele sorrise notando l'espressione incantata e rossa dell'amica, le accarezzò una spalla come per farla tornare alla realta,
prima che suo fratello lo chiamasse ad aiutare Roby. La lasciò dandole un buffetto sulla guancia.
La sua amica era proprio cotta.








Avevano appena finito di mangiare la pizza e di parlare, Simo stava facendo un bel lavoro con loro.
Da quando era arrivato nella loro parrocchia, sebbene fosse solo un giovane uomo di 25 anni stava facendo grandi cose
sia per gli adolescenti che per i bambini. Aveva idee nuove, un sorriso sempre disposto ad essere condiviso con chiunque
e l'arte di essere un ottimo oratore. Tutti i ragazzi nutrivano una forte stima per quel piccolo uomo dalla pelle un po' rossa,
la barba scura che gli copriva un po' il volto ma lasciava scoperti quegli occhi stupendi color cioccolato caldi e accoglienti,
che ispiravano a tutti i ragazzi presenti in oratorio un aura di famiglia e amore. 
Simone stava studiando per diventare sacerdote ed era un bel ragazzo, uno di quelli che vedi e ti fanno sorridere,
perchè glielo si leggeva in faccia che amava la vita e amava Dio. 
E mentre era fuori a fumare una sigaretta con Gugu e gli altri che li avevano seguiti per parlare, Jessica insieme a Vale,
Silvia e Kiki stavano sparecchiando e mettendo a posto quella piccola stanza che fungeva come sala riunioni in quelle
serate a base di famiglia e amore. 
Portò in cucina il sacco dell'umodo con dentro tutto quello che era rimasto e lo mise nel bidone, con un sospiro, per poi
mettere a posto ciò che avevano tirato fuori dal frigor e il resto.
-Vuoi una mano?
La ragazza rimase quasi senza fiato quando delle mani le sfilarono un tovagliolo, piegandolo e infilandolo nel relativo
cassetto. Sapeva che quella era la voce del ragazzo che abitava nella sua testa da troppo tempo. si voltò a guardarlo
riordinare le posate e ricevette in cambio un sorriso.
-Piaciuta la pizza? Secondo me era meglio quella che avevamo preso settimana scorsa...- riflettè Leo,con sguardo
pensieroso -Anche se la pizza è la pizza, e buona buona deve esserlo soprattutto quella di Napoli. Tu prendi sempre la
margherita, vero?
Jess annuì, stupita. Non solo le stava parlando, ma le aveva pure fatto presente che aveva notato il tipo di pizza che
prendeva di solito...questo le fece saltare il cuore nel petto.
-Perchè sempre margherita?
-Ecco...ehm...- le parole le sfuggivano improvvisamente dalla mente ecercò di calmarsi -Ecco, quando sono in compagnia
mi si chiude sempre lo stomaco e quindi tendo a mangiare poco e leggero...- "In realtà mi succedo soprattutto se nella
stanza ci sei tu..."
si trattenne dal dire, pensierosa.
-Ah, cavolo, per me è tutto il contrario - rise lui, scrollando le spalle -Anche se a dir il vero ho sempre fame...secondo me è
tutto qui- le si avvicinò e le tocco leggermente la fronte, facendola sussultare -Dovresti stare rilassata, siamo tutti insieme
ed è bello, non devi essere tesa, principessa.-
Jess rimase quasi senza fiato, non sapendo più che fare. Avrebbe voluto ribattere, ma la timidezza le si stava arrampicando
addosso per immobilizzarla, perciò riuscì solo a balbettare:-Principessa?
Il sorriso di Lero si fece ancora più caldo mentre, tornava a sistemare le cose:-Beh sì, principessa. Gugu e Lele ti chiamano
"piccola", io ti chiamerò "principessa"...hai capelli lunghi come Raperonzolo- 
Lo osservò mentre intrecciava una sua ciocca scura sul suo dito e divenne ancora più rossa:-Ehm...già.
-E poi sei...carina.- le fece l'occhiolino.
-Gr...grazie Leo.
Lui scosse le spalle e si chinò a ritirare le ultime cose, mentre lei si muoveva come un automa per tornare nella sala dove
c'erano le altre, visto che Kiki l'aveva chiamata. Si fermò un attimo, ancora non del tutto consapevole di ciò che era
successo.
Solo una volta tornata a casa, sotto le coperte, ripensandoci, le spuntò un sorriso pieno di felicità.
Aveva parlato con Leo, le aveva sorriso e poi...poi...l'aveva chiamata "principessa".
Si addormentò così, con un sorriso sulle labbra donatole da una semplice parola,
che però aveva un peso enorme nel suo cuore.

E suonava così dolce alle sue orecchie innamorate...
















 
***ANGOLO AUTRICE***
Ciao a tutti, finalmente sono riuscita ad aggiornare!
Grazie a tutti quelli che leggeranno  questo nuovo capitolo e 
che non mi hanno ucciso al ritardo del capitolo scorso, mi spiace tantissimo!
Sono stata impegnatissima e spero di aggiornare prima la prossima volta!
Chi vuol può dirmi che ne pensa di questo nuovo capitolo? Ne sarei contentissima!
Un grosso abbraccio J :)






 

 
  
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