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Autore: Ross_S    06/02/2015    4 recensioni
Io sono pazza. Pazza. Suona strano, ma è vero. Io sono pazza e quello che faccio è sbagliato.
Genere: Dark, Horror, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Idiota!» urlò. «Non sai fare nulla, sei solo un'idiota!»
Ero raggomitolata sul mio letto, con le spalle al muro e lei continuava a gridare.
«Io ho a che fare solo con gente inutile qui dentro!» strillò di nuovo.
Smettila, ti prego. Smettila, smettila, smettila.
«Avrei voluto che tu non fossi mai nata! Sarebbe meglio che morissi subito!»
Non devo piangere. Non devo piangere! Non posso piangere davanti a una madre che ti maledice! Trattieni le lacrime. Trattieni le lacrime! Ti sfogherai dopo. TRATTIENI LE LACRIME!
«Un giorno ti ammazzo con le mie mani! Ricordatelo!»
Lei è solo pazza. Lo sai. Pazza, pazza, pazza.
«Stupida bastarda!» urlò ancora e uscì dalla camera sbattendo così tanto la porta da allungare la crepa sul muro.
Lei è pazza. Ho una madre pazza. Ma io non lo sono. No, io non sono pazza. Non sono come lei. Non posso esserlo!
Le lacrime mi inondarono il viso appena lei uscì dalla camera e continuavano a sgorgare interminabili. Sapevo che sarebbe rientrata perciò non potevo restarmene lì a piangere. Andai in bagno, cercando di non farmi sentire. Raggiunsi il lavandino e mi sciacquai la faccia con l'acqua fredda. Cos'altro potevo fare? Sentivo come un masso nel petto che mi pesava sempre di più. Un masso che mi spingeva sempre più giù. Mi accasciai a terra, incapace di trovare le forze per alzarmi. Solo il pavimento gelato mi strappava dal pensiero che fosse solo un sogno. Volsi involontariamente la testa alla mia destra e il mio sguardo cadde su un pacchetto bianco dentro all'armadietto dei detergenti. Mi allungai un po' per riuscire a prenderlo, ma la mano strinse solo il coperchio facendo cadere il contenitore e il suo contenuto sul pavimento. Lamette.

È così che si inizia la prima volta: per caso. Poi ti ritrovi a farlo tutti i giorni.

Quel momentaneo senso di liberazione da un peso che provi mentre appoggi la lametta fredda e tagliente sulle braccia, sulle gambe, sulla pancia. Un senso di liberazione che scompare subito, perchè il tuo corpo ha bisogno di molto di più per liberarsi completamente. E allora premi con più forza e affondi la lama nella carne. Il sangue sgorga sul lavandino. Provi un dolore forte, ma liberatorio. E allora affondi e affondi e affondi la lama sempre di più perchè vuoi liberarti da tutto quel dolore opprimente che hai nel petto. Un dolore che si puo' sconfiggere solo con altro dolore. Le lacrime continuano a rigarti il viso mentre pensi che finalmente hai trovato la soluzione ai tuoi problemi, ma poi ti accorgi che ti senti esattamente come prima e che quello che stai facendo è sbagliato. Ti guardi allo specchio e ti accorgi che tu sei sbagliata. Tu non dovevi nascere, non dovevi vivere, non meritavi questa vita. La lama è già abbastanza in profondità allora tiri in modo da fare un taglio orizzontale perchè ti manca il coraggio per farne uno verticale. E tiri e tiri e tiri. Il più lentamente possibile, in modo da sentire ad ogni millimetro che devi solo morire. Proprio come ha detto lei.
Tiri la lama fuori dalla tua carne e il senso di oppressione che sentivi prima è lo stesso. Ti guardi allo specchio e ti senti pazza. Proprio come lei. Tale madre tale figlia. Ma ormai hai iniziato e non riesci più a fermarti. E allora lo fai ancora e ancora e ancora, finchè hai perso tanto sangue da non reggerti più in piedi. E crolli a terra, stanca, peggio di prima. Ti prometti che non lo farai più perchè sai che non ti sta facendo nessun bene, eppure, il giorno dopo, ti ritrovi sempre lì. Tutti i giorni nella stessa posizione, tutti i giorni con la stessa convinzione che riuscirai a liberarti almeno un po' del peso che hai nel petto e tutti i giorni promettendo che quella è stata l'ultima volta. Una promessa che non riuscirai mai a mantenere davvero.
   
 
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