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Autore: Korin no Ronin    06/02/2015    0 recensioni
Sono molto affezionata a questa ff, benchè l'abbia lasciata triste e abbandonata per tanto tempo; proprio per questo potrebbero esserci discrepanze nello stile tra un capitolo e l'altro.
Questa storia ripercorre i fatti che legano Seishiro e Subaru e tenta di spiegare il mutamento impercettibile e continuo che alla fine a portato un Sumeragi ad accettare il compito di un Sakurazukamori; diciamo che ho pilotato un po' le cose^^ e che sono andata oltre quello che è il punto in cui il manga è arrivato; non è una AU, ho solo sfruttato tutto quello che le autrici hanno lasciato in qualche modo in sospeso, almeno secondo la mia opinione. Ho cercato di mantenere intatto il carattere imprevedibile e frizzante di Hokuto, con qualche siparietto che richiama lo stile di Tokyo Babylon.
Il rating oscilla tra il giallo e l'arancione, sarà rosso solo per il ventunesimo capitolo
Genere: Angst, Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Hokuto Sumeragi, Seishiro Sakurazuka, Subaru Sumeragi
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Titolo: At the end
Pair: Fuuma, Hokuto,
Rating:  giallo
Disclaimers: i soliti, le CLAMP possiedono tutti i diritti relativi alla loro opera e non ho un tornaconto economico per quanto scrivo.


Grazie a tutti voi che avete avuto la volontà e la pazienza di arrivare fino a questo punto; vi sono molto grata per avere apprezzato quello che ho scritto.
 
At the end
 
 
Fuuma si stiracchiò pigramente, poi si accomodò su una delle panchine in ferro battuto che ornavano il giardino; aveva deciso di godersi un po’ di pace su una delle terrazze panoramiche più belle della città; gli piaceva l’idea che sopra dei tetti si potessero ricostruire angoli di natura così graziosi. Certo era tutto troppo perfetto, nessuna erbaccia, nessun animale, ma era sempre meglio della tristezza dei parchi cittadini. Si accese una sigaretta e si concesse il piacere di godersi la brezza leggera, almeno per un po’.
-Allora, signorina Sumeragi, sei soddisfatta, ora?- chiese all’improvviso.
-Sì.-
Lo spettro gli comparve al fianco, seduta sulla panchina.
Il Drago soffiò il fumo con noncuranza.
-Mi hai fregato per bene, non c’era riuscito nessuno fino ad ora.-
Hokuto ridacchiò.
-Quando si è morti si ha un sacco di tempo per riflettere.-
-Il tempo serve a poco se non hai abbastanza intelligenza.-
-Oh! Mi stai facendo un complimento?-
Il ragazzo scrollò le spalle.
-E’ una constatazione.- le gettò un’occhiata -Levami una curiosità, piuttosto. Mi hai costretto a fare tutto quello che volevi, in fondo me lo devi.-
-Cosa vuoi sapere?-
-Come hai fatto a sfuggire al Sakura?-
Lo spirito scrollò le spalle.
-Oh, è una storia davvero buffa sai? Quando sono morta ho scoperto all’improvviso che il potere spirituale era limitato proprio dal mio corpo; ho vincolato Seishiro usando tutta la forza che avevo in quel momento, è stato dopo che mi sono accorta di quello che potevo fare; non mi sarei lasciata imprigionare in eterno da un demone, così, quando ho provato a difendermi, mi sono resa conto di quanta forza possedessi. Il Sakura non è riuscito a trattenermi, e dopo la prima volta non ci ha più provato.-
Fuuma scosse la cenere della sigaretta.
-Voi Sumeragi riservate sempre delle sorprese. Eppure sei riuscita ad entrare nei sogni di Kakyoh anche da viva.-
Hokuto ridacchiò.
-Era stata un bella sorpresa.-
-Perché non torni da lui?-
-Non voglio che passi il tempo a desiderare la morte a causa mia.-
-Lo sta già facendo.-
-Lo ha sempre fatto, ma non deve farlo per me.- sollevò un angolo della bocca -E poi ci rivedremo in ogni caso.-
-Cosa vuoi fare? Passare il tempo a fare l’angelo custode di quei due?-
-Sì.- si alzò in piedi -Non voglio che parlino di me, né che mi pensino più dello stretto necessario. Avranno già abbastanza problemi con la guerra; anche se ormai non vi parteciperanno più non ci sarà posto al mondo in cui essere al sicuro.- infilò le mani nelle maniche e lo guardò negli occhi -Li proteggerò dal peso dei loro ricordi, perché voglio che almeno adesso vivano qualche attimo di pace.-
-Ah, ma guarda, allora hai anche un desiderio tuo?-
Hokuto gli gettò un’occhiata furba.
-Non ho intenzione di richiedere i tuoi servigi, per questo.- sollevò un angolo della bocca -O forse hai pensato che io abbia fatto tutto questo solo per loro?-
Fuuma scrollò le spalle.
-I desideri hanno sempre un fondo di egoismo, perfino quello con cui mi hai legato . Alla fine eri tu a volerli meno infelici, però, in parte questo rispecchiava anche quello che volevano loro. Per un Sakurazukamori essere meno infelice è la certezza che il loro amante li ucciderà; è accaduto, perciò da lì in poi con Seishiro hai avuto campo libero. E lo stesso valeva per tuo fratello. In verità non mi sorprende il fatto che tu voglia continuare a stare con loro.- rise, piano -Il Sakura avrà vita dura, eh.-
-Siamo alla fine di un’epoca, non poteva aspettarsi di meglio.-
Fuuma rise.
-Credo che nessun assassino, prima di oggi, sia mai riuscito a mettere un demone in una situazione tanto imbarazzante. E’ davvero divertente.-
Hokuto scrollò le spalle.
-Dimmi cosa hai intenzione di fare.-
Il ragazzo tornò serio.
-Con loro? Non sono più Draghi, per quel che mi riguarda. Probabilmente Kamui cercherà il consiglio di Subaru, ma la cosa non mi preoccupa; tuo fratello ha deciso di abbandonare la guerra, e adesso ha un motivo in più per starne lontano.- sogghignò -Ho anche l’impressione che intromettermi nelle loro vite sarebbe parecchio controproducente, per me.-
-Hai ragione.- lo sguardo dello spirito divenne tagliente – E io li difenderò fino a che avranno vita, e non mancherò alla mia promessa.-
-Non mi permetterei di dubitare di una cosa del genere.-
Il ragazzo gettò con noncuranza il mozzicone a terra e si alzò in piedi.
-Se c’è una cosa che ho imparato, è che voi Sumeragi andate trattati con tutte le cautele del caso. Non mi intrometterò, non voglio altri guai.-
-Bene.-
Fuuma s’incamminò verso il parapetto, quando si voltò per l’ultima volta verso di lei, vi era già salito.
-Questo non significa che non gli ronzerò attorno in qualche modo, sono davvero curioso di vedere cosa faranno delle loro vite, adesso.- disse, prima di sparire oltre la barriera di ferro battuto.
Hokuto ridacchiò. Non poteva impedirgli di fare loro visita, ma dubitava che avrebbe ricevuto un’accoglienza così calorosa da spingerlo a tornare troppo spesso. In ogni caso, lei sarebbe rimasta lì a vegliare, appena oltre il limite delle loro percezioni.
Alzò lo sguardo verso la luna, a malapena visibile. Non aveva idea di quanto sarebbe ancora durato il loro mondo, né di come sarebbe stato dopo, per il momento le interessava solo che le persone che amava potessero scrollarsi dalle spalle almeno parte della sofferenza che aveva avvelenato costantemente il loro rapporto e le loro vite.
Gettò un’occhiata la mozzicone, ormai spento, che occhieggiava tra i fili d’erba. Con un certo disappunto lo sollevò e lo fece ricomparire all’interno di uno dei posacenere seminascosti dai cespugli.
Aveva a che fare con un ragazzino davvero ribelle, sarebbe stato divertente stuzzicarlo, di tanto in tanto.
Allungò le braccia e si stiracchiò la schiena. Non ne aveva bisogno, era solo un gesto dettato dalle vecchie abitudini. Si lisciò l’abito e quindi scomparve. Doveva tenere a bada il Sakura, e impedire che suo fratello e Seishiro indugiassero in pensieri pericolosi; la seconda parte sarebbe stata la più impegnativa.
Davvero, da quel momento non avrebbe mai più corso il rischio di restare con le mani in mano.
 
 
  
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