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Autore: happley    07/02/2015    2 recensioni
[ Genderbend & shoujo-ai - fem!Asahi x fem!Nishinoya ]
Asahi è una ragazza che non si piace; le piacerebbe essere bella e aggraziata, invece si sente completamente sbagliata. Ma per fortuna, quando questi pensieri la rattristano, Nishinoya è sempre pronta a ricordarle quanto sia bella e a darle tutto l'affetto di cui ha bisogno.
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"Asahi-san, tu sei bellissima. Non credere a nessuno che dica il contrario, nemmeno a te stessa. È il cuore che conta” afferma e le posa una mano sul petto, a sinistra, dove il cuore di Asahi sta facendo gli straordinari da un quarto d’ora.
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Asahi Azumane, Yuu Nishinoya
Note: nessuna | Avvertimenti: Gender Bender
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Allora, comincio dicendo grazie a Reby che mi ha sostenuta mentre scrivevo questa fic e ci ha dato una prima lettura ♥
In questa fic tutti i ragazzi del Karasuno sono in genderbend, quindi pensate a loro come se fossero sempre state delle dolci fanciulle~
Buona lettura!


È il cuore che conta

Guardandosi allo specchio, Asahi non si piace.
Goffamente, nervosamente, si sfila la maglia da gioco sudata - rischia di incastrarsi nel colletto perché ha la testa grande e la pettinatura alta non aiuta affatto, s’ingarbuglia  nelle maniche, ma alla fine riesce a sfilarla. Il suo sguardo cade istintivamente sul prosperoso seno che il reggiseno sportivo nero riesce a malapena a contenere – non le piace, sembra davvero una maggiorata come dicono tutti. La gonna che si è appena infilata le arriva molto sopra il ginocchio, troppo corta perché una misura grande come la sua non l’avevano, e lascia scoperte una buona porzione delle sue cosce. Asahi osserva preoccupata il modo in cui i calzettoni scuri le fasciano le gambe; sono uguali a come li porta Sugawara, li hanno comprati insieme, e dovrebbero essere un dettaglio particolarmente femminile, adorabile. Quando li indossa Sugawara, lo sono, pensa Asahi sconsolata;  invece su di lei no. Qualunque cosa indossi le sembra brutto, sbagliato, come cercare di mettere un tutù ad un elefante. Lei invece vorrebbe davvero essere come Sugawara, che possiede una bellezza naturale, mite e delicata come un fiore.
Asahi solleva lentamente la mano e torce una ciocca di capelli tra le dita; la pettinatura si è rovinata, lo chignon si è disfatto e ora i lunghi capelli scuri le ricadono scompigliati sul viso e sulle spalle…
“Ah!” Una voce squillante la fa sussultare, e subito dopo qualcun altro compare nell’immagine dello specchio, alle sue spalle.
Al contrario di lei, Nishinoya è stata velocissima a cambiarsi, si è anche fatta una veloce doccia e ora indossa l’uniforme scolastica, con il pantalone della tuta sotto la gonna e una giacca di pelle scura, nelle cui tasche tiene infilate le mani, perché le temperature si sono abbassate di recente. Nishinoya si avvicina ad Asahi trotterellando, incurante dell’espressione imbarazzata e sorpresa dell’altra – Asahi credeva di essere rimasta l’ultima a cambiarsi, dopo aver salutato Sawamura e Sugawara.
“Asahi-san, i tuoi capelli sono un disastro!” esclama Noya, soffia per spostare il ciuffo biondo che le è ricaduto sugli occhi e ride.
Quella ragazza ride con la bocca, con gli occhi, con tutto il viso, e Asahi non può fare a meno di farsi contagiare: si scioglie istintivamente in un piccolo sorriso imbarazzato mentre osserva la compagna. Nishinoya non ha la bellezza pacata di Sugawara, ma è ugualmente splendente; più che un fiore, lei è un’esplosione di energia, un fuoco d’artificio sempre in movimento, imprevedibile.
“Asahi-san? Non imbambolarti! Sbrigati a cambiarti!”
Asahi è talmente persa nelle sue riflessioni che non si accorge che Noya si è avvicinata finché non si gira e se la trova davanti, a pochi centimetri da sé: Noya la squadra per alcuni istanti, con i grandi occhi completamente concentrati su di lei, e infine aggrotta la fronte.
“Asahi-san, è tutto il giorno che hai la testa tra le nuvole” affermò, ed è così vicina che Asahi riesce ad intravedere lo scintillio dei quattro orecchini che la compagna porta all’orecchio destro. Il ciuffo biondo le ricade di nuovo davanti agli occhi e Asahi sente il forte impulso di aiutarla a sistemarlo, magari lasciando che le dita scorrano un po’ più del dovuto tra i suoi capelli… No, no, che brutta idea – Asahi deglutisce e avvampa e arretra mettendo subito un paio di metri tra lei e Noya.
“S-solo stanchezza” rispose, abbozzando un sorriso quasi apologetico. Si china di scatto verso la borsa e inizia a frugare per trovare la camicia e il maglione, trattenendosi un po’ più del dovuto per evitare di incrociare ancora lo sguardo di Nishinoya. La ragazzina la osserva ancora per un po’, poi scrolla le spalle e si avvia all’uscita; prima di chiudere la porta, si gira con un sorriso e dice: “Asahi-san, fai presto, guarda che fuori è già buio!”
Non appena rimane sola, Asahi smette di rovistare nella borsa, si cambia il reggiseno e si abbottona la camicia, poi si guarda di nuovo allo specchio. La camicia è troppo stretta intorno al seno e ai fianchi. Non le piace affatto. Nishinoya batte impaziente la mano sulla porta. Asahi sussulta, infila il maglione in fretta e si lega di nuovo i capelli, afferra la borsa ancora semiaperta ed esce.
“Scusa” dice, senza fiato perché il freddo le mozza il respiro. Nella fretta di lasciare lo spogliatoio, non ha nemmeno pensato a indossare una giacca, né di mettere il pantalone di tuta sotto la gonna come Nishinoya. La kouhai la fissa per un attimo, poi distoglie lo sguardo e inizia a scendere le scale; salta gli ultimi cinque gradini e atterra sulla suola piatta delle converse con grazia, senza tirare fuori le mani dalle tasche, e poi si gira a guardare Asahi dal basso.
“Oggi vengo a dormire da te” afferma con convinzione, sorride. “È da un sacco che non facciamo una bella seratina tra ragazze.” Asahi la guarda e annuisce, nervosamente: dal tono di voce non sembra che la proposta di Nishinoya possa essere rifiutata.

 
xxx
 
Entrambi i genitori di Asahi sono fuori per lavoro, e Nishinoya lancia un urlo di gioia quando realizza che avranno la casa tutta per loro. Si butta nella poltrona a fagiolo davanti alla tv e comincia a fare zapping tra canali a caso mentre Asahi sale di sopra e inizia a svestirsi per farsi una doccia. Entra nella propria camera ed è felice che Nishinoya non l’abbia seguita, perché anche se hanno parlato solo di pallavolo durante tutto il tragitto Asahi è certa che l’altra l’abbia “spiata” per tutto il tempo, cercando di capire cosa non vada in lei.
La risposta non è poi tanto difficile: tutto non va in lei.
Asahi si spoglia e resta in solo reggiseno e biancheria davanti allo specchio della sua camera. È sciocco fissarsi su questa cosa, lo sa, le è successo troppe volte e farci caso è così stupido – ma davvero, da quando ha sentito quei ragazzi sparlare di lei, sul treno della mattina, non può fare a meno di fissarsi allo specchio e chiedersi: perché. Perché non sono meno grossa, meno impacciata, più slanciata, più carina? Potrebbe fare una dieta, ma sarebbe inutile; lei è così di costituzione, quindi a meno di non segarsi le ossa non può farci proprio niente. È destinata ad essere brutta.
“Asahi-san.”
La voce di Nishinoya è quasi un sospiro ed è incredibile come in quelle poche sillabe riesca a concentrare una miriade di sentimenti – rassegnazione, preoccupazione, rimprovero e molte altre cose indefinibili. Asahi sussulta sentendo le mani dell’altra farsi spazio attorno alla sua vita e sistemarsi sui suoi fianchi, aprendo le dita al massimo per coprire quanta più pelle possibile; le dita di Noya sono calde, ruvide, più dure di come quelle di una ragazza dovrebbero essere, ma Asahi sa quanto l’altra si alleni, giorno e notte, quindi non poteva essere altrimenti.
Noya sfrega la fronte contro la sua larga schiena, le solletica la pelle con i capelli e il suo respiro caldo fa rabbrividire Asahi, che si rende improvvisamente conto della situazione e scatta.
“N-Nishinoya!” balbetta, protesta, e allontana rapidamente l’altra da sé. Si volta, tenendo le mani di Noya strette nelle proprie, e quasi si pente di averlo fatto perché gli occhi castani della kouhai sprizzano scintille e la guardano fissi. Asahi vorrebbe scomparire; d’un tratto è molto consapevole di essere quasi del tutto nuda e questo la imbarazza tantissimo – ha sempre odiato spogliarsi davanti agli altri per via del suo fisico, ma davanti a Noya è addirittura terrorizzata. Ha così tanta paura di non piacerle che lo stomaco ha fitte d’ansia e potrebbe vomitare da un momento all’altro.
Nishinoya dà una stretta alle sue mani così forte che fa quasi male. “Asahi-san, guardami” dice, con voce ferma, vibrante di rabbia. “Cosa è successo?”
Asahi deglutisce e fa una risata nervosa. “Non… non è successo nulla” si rende conto lei stessa che è una bugia patetica, perché ovviamente Nishinoya si è già accorta da un pezzo che qualcosa non va. Ovviamente non può ignorarla e semplicemente lasciar stare.
“Non dirmi che non è successo nulla mentre sei sul punto di piangere” borbotta la kouhai, le sue labbra si arricciano in un broncio. Stringe le mani di Asahi come se si aspettasse di vederla fuggire da un momento all’altro (non ha tutti i torti, se potesse Asahi sarebbe già scappata a chiudersi nel bagno) e usa una leggera spinta per sospingersi contro la compagna.
Asahi si irrigidisce istintivamente quando Nishinoya si lancia tra le sue braccia e affonda il viso nel suo petto, si alza sulle punte e le sue labbra le sfiorano la clavicola nuda. Poi solleva gli occhi su di lei, e Asahi si gira per non incrociare il suo sguardo.
“Asahi-san, dovresti smetterla di stare così sulla difensiva quando sei con me” fa notare Nishinoya, inclinando leggermente la testa di lato. Gli angoli della sua bocca si piegano in un sorriso quando si accorge del rossore diffuso sul volto di Asahi che arriva fino alla punta delle orecchie. Sembra particolarmente soddisfatta dell’effetto che ha su di lei, e al contempo preoccupata. Le lascia le mani, ma solo per scioglierle lo chignon e scorrere le dita nei suoi capelli. “Tu mi piaci così come sei” continua, e le prende il viso tra le dita. “E questo non cambierà mai” sussurra, e si alza ancora un po’ per baciarla sulle labbra. Asahi sente il battito cardiaco accelerare immediatamente. Non è la prima volta che si baciano, ma probabilmente non le basterebbe una vita intera per abituarsi a quella sensazione – le farfalle che fluttuano nello stomaco, il respiro ridotto al minimo.
“Come fai a dirlo?” chiede Asahi quando Noya si stacca e scende dalle punte. La ragazza le lancia uno sguardo sorpreso e Asahi subito vorrebbe distogliere lo sguardo, solo che non può perché l’altra ha ancora le mani premute contro le sue guance.
“I-Insomma, voglio dire… guardami. Non sono… bella” dice, nervosa, e si morde il labbro inferiore.
“Ma cosa dici Asahi-san?! Tu sei bellissima!” esclama Noya incredula, con gli occhi sgranati, come se non possa credere a ciò che sta sentendo. “Per cominciare, hai un gran cuore! Sei gentile e disponibile con tutti, adoro questa parte di te. E quando giochi a pallavolo sei troppo figa, sei il nostro Asso e sei affidabilissima. Adoro anche questa parte di te. E hai dei capelli stupendi, e hai un sacco di ciglia, e sapevi di avere un sacco di nei sulla spalla destra?” Noya si blocca, rendendosi conto di come suoni ciò che ha appena detto, e arrossisce. “Cioè, non che mi sia messa a contarli, chiaro…”  borbotta, e dal modo in cui lo dice è chiaro che invece l’ha fatto. Di colpo alza lo sguardo su Asahi e ridacchia.
“Asahi-san, le tue guance sono così bollenti che ci si potrebbe friggere le uova” commenta e preme forte le dita contro la sua pelle come per provare la verità di quell’affermazione. Asahi si riscuote, le gira la testa per tutto il sangue che le è andato al cervello in quei cinque minuti.
“Lo… lo pensi davvero?” mormora, ancora stupita. “Tutto quello che hai detto?”
“Ehi, se c’è una cosa su cui puoi essere certa,  è che non ti mentirei mai” risponde Noya, con il naso e le orecchie tinte di rosso acceso. “E tra l’altro, non so come ho fatto a non accorgermi prima che hai un tatuaggio dietro la schiena. È troppo figo” aggiunge, spostandosi per gettare un’altra occhiata alle spirali nere disegnate sulla schiena della ragazza più grande, dove finisce la spina dorsale. Asahi la lascia fare e ride appena, terribilmente imbarazzata ma anche sollevata, perché sente come se si fosse tolta un peso dal cuore. Noya torna a guardarla negli occhi, seria anche se sulle sue labbra c’è ancora l’ombra di un sorriso.
“Asahi-san, tu sei bellissima. Non credere a nessuno che dica il contrario, nemmeno a te stessa. È il cuore che conta” afferma e le posa una mano sul petto, a sinistra, dove il cuore di Asahi sta facendo gli straordinari da un quarto d’ora. “E se guardarti allo specchio ti fa stare male, verrò personalmente a spaccare tutti gli specchi che ti trovi davanti, okay?”
“Accumulerai un numero assurdo di anni di disgrazie!” esclama Asahi e fa il primo vero sorriso della giornata, su cui Noya stampa subito le proprie labbra.

 
xxx
 
Asahi stringe convulsamente le dita attorno alla cinghia della borsa a tracolla e cerca di concentrarsi intensamente sul proprio armadietto. Non può dare ancora corda alle chiacchiere degli altri; questa cosa deve finire. Anche se per lei è impossibile essere completamente priva di dubbi e paure, vuole credere con tutta se stessa alle parole di Nishinoya, per questo deve sforzarsi di ignorare i commenti e le battutine che i ragazzi le tirano dietro quando credono che lei non senta - ma parlano a voce così alta. Visto che è l’unico modo che conosce per distrarsi, Asahi comincia a cercare qualcosa – ma non sa nemmeno lei cosa – nella borsa, magari c’è la possibilità di essere risucchiata dentro e scomparire...
In quel momento un rumore, seguito da un urlo di sorpresa, la fa sobbalzare. Asahi si gira e vede che uno dei ragazzi  è finito a terra e sta fissando basito la ragazza che lo ha appena spintonato.
“Senpai, certo che urli davvero come una femminuccia.” Nishinoya gli rivolge un largo, efficace sorriso. Tiene la borsa nella mano sinistra, e non è difficile capire con cosa lo abbia colpito. Il ragazzo sembra sul punto di ribattere, ma ci ripensa in fretta quando dietro Noya spunta Tanaka - che è una gran piantagrane anche da sola, ma lei e Noya insieme sono praticamente imbattibili. I ragazzi battono in ritirata e Asahi può tirare un sospiro di sollievo, che si trasforma rapidamente in una risata quando si gira verso Nishinoya e la sua fantastica ragazza le fa un occhiolino.


 
**C'era una volta una mela (?)**
Buonasera~
Questa fic mi è stata ispirata da questa fanart di Viria (questa ragazza è assolutamente un genio, quindi se non la conoscete ancora correte a guardare il suo tumblr! I suoi genderbend di Haikyu sono troppo belli). Solo guardando l'immagine, mi è subito venuto in mente l'headcanon che Asahi sia una ragazza che ha problemi ad accettare se stessa ed il proprio corpo, anche a causa di ciò che la gente dice su di lei - in fondo, anche nel canon è un personaggio pieno di insicurezze, no? -, e che Nishinoya sia sempre pronta a confortarla e a ricordarle che è bellissima ;u;  Insomma, sono adorabili (per me l'AsaNoya è una coppia adorabile in qualunque versione, ok)
Spero che la fic vi sia piaciuta, mi farebbe piacere avere un commentino o un'opinione~
Alla prossima,
                      Roby




 
  
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