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Autore: Dany Art 99    07/02/2015    1 recensioni
Eccomi tornata con una nuova storia... questa qui è ispirata al videogioco IB, che ho sempre amato molto... spero che vi piaccia come è piaciuta a me.
è stata contestualizzata al gioco ma ho cambiato qualche caratteristica dei personaggi come l'età.
-Dal testo:"
-Ib..vieni- disse la stessa voce nella testa della ragazzina; Ib allungò la mano libera verso la tela e si aspettò di sentire il tessuto ma era come infilare una mano in una finestra aperta.
La mano di Ib spariva appena varcava la soglia del quadro; -entra..- le disse di nuovo la voce dolce; Ib stava per tirare via il polso quando una mano calda le avvolse il polso e la tirò dentro il quadro totalmente.
Il buio l'avvolse e Ib cadde in un vortice stringendo con tutte le sue forze la rosa rossa.
Quando la terra arrivò una voce parlò ma non era più nella sua testa, -benvenuta Ib- disse un ragazzo."
Genere: Avventura, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Garry, Ib, Mary, Weiss Guertena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ta-ta-taaaaa eccomi tornata :) Ammettetelo che vi son mancata eh? Ahahahaha, scherzi a parte, mi scuso per il ritardo di pubblicare una nuova storia ma in questo periodo fra stage, scuola, canto, calcetto era piena di impegni e il tempo non c'è l'aveva neanche per respirare... comunque, mi è sempre piaciuto molto questo videogioco e credo che sia una piccola opera d'arte di trama :) qui, ho cambiato un po' delle cartteristiche, per esempio Garry è già da tempo dentro il quadro ed ha uno o due anni in più di Ib... Mary sarà sempre gelosa e tenterà in ogni modo di togliere di mezzo la sua rivale in amore...
Spero che vi abbia incuriosito e fatemi sapere che ne pensate del primo capitolo con una recensione o due anche ahahah, vi lascio alla storia
Buona lettura,
[Revisionato]




*Tic*Toc*Tic*Toc. La pioggia cadeva copiosa sopra la macchina mentre essa attraversava la campagna cittadina alla ricerca della villa dello zio.
Ib sedeva composta dietro, il cellulare in mano con le cuffiette pressata nelle orecchie a volume massimo.
Era ancora arrabbiata.
Anzi infuriata, perchè  suoi genitori le avevano “chiesto” nel loro gergo imposto, di passare le vacanza estive a casa dello zio Guerteva che praticamente non aveva mai visto. Ne aveva solo sentito parlare e non aveva sentito delle ottime voci.
Si rigirò per la frustrazione una ciocca di capelli castano scuro davanti agli occhi finchè da liscia che era non diventò praticamente riccia.
Appoggiò la testa sul finestrino umido e rabbrividì seguendo con lo sguardo le gocce di pioggia che si univano e cadevano, come se la loro esistenza fosse già finita.
Prese la felpa dalla sua borsa e se la infilò  tirandosi su il cappuccio, lasciando i capelli al di fuori come a creare una barriera fra lei e l'esterno.
La macchina viaggiava abbastanza velocemente da ormai due ore e mezzo, le stradine sterrate sembravano non finire mai e non avevano incontrato altre macchine da poco dopo l'inizio della traversata, facendo sentire la ragazza ancora più sola.
Ib sentiva le mani fredde, le infilò nella tasca centrale della felpa con il cellulare e cominciò a sfregarle per scaldarle.
Possibile che l'estate dovesse essere così piovosa?
Si appisolò in quella posizione per una buona mezz'ora e quando si risvegliò, per un piccolo scossone che aveva avuto la macchina, le si erano intorpiditi ed informicolati il collo e il braccio su cui era appoggiata.
Guardò fuori ma il paesaggio non era cambiato granché, sempre alberi e campi coltivati, senza scordare il costante cielo scuro e nuvoloso.
La stazione radio era noiosa quindi il padre di Ib la cambiò sistemandosi un ciuffo ribelle da davanti la fronte; la moglie con i capelli ordinatamente legati in uno chignon guardò la figlia che si stava svegliando e le sorrise; Ib invece rigirò lo sguardo verso il paesaggio.
-Credo che ad Ib non piaccia molto dover andare da mio zio- disse la madre guardando il marito; -si vede molto in effetti- disse il padre con un accenno di sorriso.
-Forse non dovremo andare.. insomma l'abbiamo praticamente costretta a venir qui. Sì certo, ci eravamo costretti... non sapevamo dove lasciarla e poi lo zio sembrava contento di tenerla con sé per conoscerla, no?- disse la madre guardando la figlia che teneva costantemente lo sguardo verso il paesaggio piovoso.
-Tesoro...starà bene, è tuo zio in fondo che vuoi le faccia? Insomma, hai detto che è un pittore, Ib adora l'arte, andranno d'amore e d'accordo- disse il padre mettendo una mano sulla gamba della moglie che sorrise leggermente.
-Speriamo.. mio zio non è conosciuto per la simpatia... però sembrava davvero felice di averla con sé ed ha sempre risposto che era molto carina quando gli mandavo le nostre foto- disse la madre sorridendo.
-Vedi? Starà benissimo- disse il padre ridendo e ricambiando stazione radio un'altra volta.
Gli occhi rossi di Ib scrutavano il paesaggio per noia o forse per trovare una via di ritorno, poteva veramente scappare da una vacanza che era certa, avrebbe odiato?
Certo che no... i suoi l'avrebbero uccisa di sicuro e nonostante avesse sedici anni, quasi diciassette non se la sarebbe cavata con una semplice punizione.
Spense il cellulare però non si tolse le cuffiette, non voleva parlare con i suoi, voleva mantenere ancora quel silenzio.
Ma i suoi non lo sapevano, -comunque cara, che faremo dopo?- le chiese, -non lo so probabilmente penserà che non dovevamo lasciarla qui- disse la madre.
Ib l'ascoltò e scattò senza rendersene conto, -e allora perchè mi dovete lasciare lì allora?-, -ah quindi ci hai sentiti- disse il padre guardando la strada.
-Ib... siamo stati costretti, dobbiamo fare quel viaggio di lavoro o saremo licenziati- disse la madre girandosi verso la figlia, era molto dolce ma anche permalosa... sperava fosse solo una di quelle volte in cui le passava velocemente.
-Potevate lasciarmi a casa da sola- rispose lei incrociando le braccia, -sai come la penso... non mi piace lasciarti a casa da sola Ib- disse la madre.
Per tutta risposta Ib sbuffò e riposò lo sguardo sul finestrino; -comunque è anche un modo per conoscere tuo zio, Ib- aggiunse dopo suo padre,-ma non lo conoscete neppure voi- rispose lei.
-Per favore Ib... lo faresti per me? Ci starei anche io se potessi, lui è l'unica persona che rimane della mia famiglia- le chiese la madre con occhi supplichevoli.
Ib la osservò ... non poteva dirle di no e sentì che la rabbia spariva in un momento.
-Va...bene- rispose lei osservando la madre che le sorrise dolcemente,-beh, meno male che avete fatto pace... perchè siamo arrivati- disse il padre girando l'angolo.
-Beh... è vicino a casa... ci sono volute tipo? Tutto il pomeriggio?-disse sarcastica Ib, -dovrai rimanerci un paio si settimane al massimo, te la puoi cavare... puoi disegnare, andare per i campi, e poi lo zio ha detto di avere una serra di rose- disse la madre cercando di trovare il lato positivo.
-Ti farà solo bene- intervenne il padre, -e poi vicino c'è una cittadina... potresti trovare amici- aggiunse dopo.
-Io ho amici- disse Ib, -in città, e poi che senso ha? Farmi degli amici che vedrò solo per un mese?- aggiunse dopo con tono stizzito.
-Potresti trovare un fidanzato no?- disse il padre con un lieve sorriso, -stesso principio di prima... non solo per un mese- disse Ib, -ma ho fatto una promessa a mamma... proverò a divertirmi- disse la sedicenne guardando la madre che la ringraziò con lo sguardo.
Entrarono da un cancello di ferro molto alto che si aprì al loro arrivo, come se fosse dotato di fotocellule, questo particolare rallegrò Ib, forse suo zio non era poi così antiquato.
Entrarono e parcheggiarono di fianco ad un' altra auto, molto vecchia ma tirata a lucido come se dovesse partecipare ad una mostra.
Il padre rimase sbalordito dall'auto e rimase qualche momento a fissare la vettura. Infondo, nonostante organizzasse mostre d'arte le automobili erano la sua passione più grande.
La madre di Ib le prese le valige dal bagagliaio facendo molta attenzione a quella che conteneva il materiale da disegno, a cui la figlia era molto legata.
Ib prese la borsa dei vestiti e le ultime due, se le caricò in spalla mentre suo padre fissava ancora la macchina a bocca aperta.
Si guardò intorno, la villa aveva una splendida facciata; in stile barocco puro... era stupendo.
Ib si guardò intorno di nuovo, il giardino era molto ampio ma sembrava poco curato, gli alberi da frutta campeggiavano un po' di qua e un po' di la, con rami secchi, intrecciati e non potati in modo accurato.
Alla destra della casa c'era una grande serra di cui si vedeva leggermente la forma nascosta dal fogliame.
A sinistra c'era invece una specie di sgabuzzino o qualcosa che sembrava esserlo.
-Papà. vogliamo andare o devi rimanere lì a fissare quella macchina?- chiese Ib, -oh.. si, tesoro.. era troppo che non vedevo una macchina del genere- disse ancora sorridendo come un ebete.
Prese la borsona dalle mani della moglie e affiancò Ib mentre saliva i tre scalini che li separava dalla porta.
La moglie li raggiunse e bussò timidamente, per qualche momento non si sentì niente, poi la porta si aprì e ne uscì un uomo.
Doveva avere circa cinquant'anni, i capelli erano nero pece come i vestiti, la pelle sembrava leggermente pallida solcata da rughe lievi intorno alle labbra e profonde sotto gli occhi.
Gli occhi erano molto scuri quasi neri ma il sorriso sembrava caldo agli occhi della mamma di Ib.
-Zio Guerteva, io sono Elisabeth e questo è mio marito, John... questa è Ib invece-disse la donna con un leggero sorriso.
-Piacere a tutti e tre- disse stringendo le mani a tutti, poi si soffermò su Ib fissandola intensamente negli occhi.. -che begli occhi mia cara.. mi piacerebbe ritrarti se non ti dispiace uno di questi giorni- disse lo zio con un sorriso spento.
-Oh... grazie- rispose semplicemente Ib, cercando di non pensare a quanto gli sembrava sciupato lo zio.
-Perchè non venite dentro per un the prima di andare?- invitò gentilmente i suoi ospiti che accettarono portando dentro le valige di Ib.
-Mi scuso ma oggi è il giorno libero della governante, se no vi avrei fatto aiutare... lo farei io stesso ma non sono nelle condizioni per la mia età. ormai riesco solo a dipingere ed a coltivare le rose- disse come sovrappensiero.
-Stia tranquillo- disse il padre di Ib ponendo le valige a terra; -allora vado a prepararvi il the- disse sparendo in una delle molte stanze della casa.
-Wow... è stupenda- disse Ib osservandosi intorno, i quadri coprivano ogni singolo centimetro di parete, sculture e busti decoravano gli angoli.
Lo stile barocco contraddistingueva la casa come faceva sulla facciata, era una cosa che Ib non aveva mai visto... era meravigliata.
-Direi che c'è la farai a passare qui un po' di tempo...vero?- chiese la madre a Ib vedendo gli occhi della figlia che guardavano la casa.
-Forse potrei anche divertirmi-sussurrò Ib con un leggero sorriso in volto, -prego, venite così vi servo il thè- disse lo zio uscendo dalla sala di cucina.
-Certo- disse la mamma, lasciarono i bagagli all'ingresso e andarono verso la sala da pranzo che sarebbe basta per un pranzo di tutto un esercito.
Il tavolo era lungo circa otto metri con sedie ad ogni lato e due un po' più grandi agli estremi capotavola.
Lo zio era seduto con davanti una teiera e quattro tazze, con qualche piattino di biscotti.
-Mi scuso per la sala... ma sono un tipo che non ama cambiare, questi sono gli stessi arredi che ha scelto mio nonno quando ha costruito la villa- disse sorseggiando il suo tè -è stupendo secondo me- disse Ib osservando i disegni e le decorazioni sul legno sul tavolo.
-Ti intendi dello stile barocco?- le chiese lo zio affascinato, -leggermente... mi è sempre piaciuto- disse Ib arrossendo e riponendo la tazza sul piattino, non le piaceva affatto.
Dopo circa un'ora i genitori di Ib erano in macchina e stavano partendo, la figlia li salutò dal portone con lo zio di fianco.
Non era felice ... insomma sapeva già che le sarebbero mancati ma sperava che comunque sarebbe andato tutto bene.
La mano raggrizita di Guerteva le si posò sulla spalla e lei lo guardò  -Ib... io dovrò lavorare in questi giorni quindi mi scuserai se non sarò molto presente, neanche ai pasti.. comunque sarai stanca... vuoi riposarti?- le chiese, Ib annuì ma non era stanca... voleva solo mettere a posto le sue cose ed esplorare la casa.
Lo zio l'aiutò con le valige e dopo essere saliti al secondo piano tramite scale di marmo bianco, entrarono in un corridoio con molte porte tutte decorate.
Ib si guardava intorno esterrefatta e si fermò con lo zio di fronte ad una porta decorata con rose rosse.
-La rosa rossa credo sia quella giusta per te... coraggiosa ma dolce, il colore della passione e del sangue.. ti piace il rosso Ib?- le chiese sovrappensiero lo zio.
-Oh si... è il mio colore preferito- disse la ragazza sorridendo, -sai non ho un ragazzo della tua età da molto tempo sotto queste mura... sai qualche anno fa, un orfano, non ricordo il nome, che amava molto la mia arte  è venuto qui. A lui piaceva il blu e mi parlò dei suoi racconti, quindi lo ospitai...un giorno è sparito e non l'ho più visto, pensa qualche volta penso ancora di vederlo nei miei quadri- disse ancora una volta sovrappensiero lo zio.
Ib lo stava osservando, vedeva che in qualche momento si perdeva nella sua memoria e il suo sguardo si perdeva.
Era strano. Particolare.
-Beh, dovrai essere stanca, ti lascio ma .. aspetta, puoi andare ovunque vuoi in questa casa- disse sorridendo ma poi si fece serio.
-Ma nella serra delle rose c'era una stanzina in fondo dove tengo quelle più belle e delicate, gradirei che non ci andassi senza il mio permesso e nemmeno nella casetta dal lato opposto alla casa perchè è li che lavoro... ti ci porterò se vorrai farti ritrarre o se vorrai vedere ma mentre lavoro non mi piace essere disturbato- disse guardandola fissa negli occhi.
Questo se l'era aspettato Ib,-certo zio...ti chiederò se vorrò andarci- e gli sorrise.
Lo zio rispose a quel sorriso e diede la buonanotte alla nipote prima di tornarsene a dipingere nel suo studio.
Ib sorride ed entrò in fondo lo zio non era male stranezze a parte e la sua stanza era meravigliosa.
Un letto baldacchino rosso fuoco, un armadio rosa chiaro, un cassettone ai piedi del letto, una porta finestra che dava su un piccolo balcone.
Il rosso dominava la stanza come le decorazione di rose tutto intorno.
Ib svuotò le valige e si infilò il pigiama, aveva già mangiato qualcosa con i suoi e non voleva disturbare lo zio mentre lavorava.
Si infilò fra le coperte e cercò di prendere sonno, dopo aver chiamato sua madre e averle detto che andava tutto bene per qualche centinaio di volte.
Ma era difficile prendere sonno, c'era troppo silenzio, dopo circa due ore di tentativi però la stanchezza la soppraffò e si addormentò.

-Ib..Ib..svegliati- disse una voce calda e gentile nella sua testa, come posseduta da una strana magia Ib si svegliò e si alzò.
Aveva voglia di andare alla serra.
Sapeva solo questo.
Si infilò le prime scarpe da ginnastica ed uscì in corridoio in pigiama, aveva i capelli sciolti che le ricadevano sopra il viso, li spostò con un gesto frustato.
Scese le scale di marmo ed aprì la porta pregando che nessuno la sentisse, ma pensandoci bene non le importava.
Voleva solo andare nelle serre.
Aveva smesso di piovere però il terreno era comunque fangoso, in poco tempo uscì e rabbrividì.
Indossava solo un paio di pantaloncini larghi ed una canottiera, non era proprio “coperta”.
Continuò a camminare ed aprì la porta delle serre richiudendosela alle spalle.
Continuò a camminare in direzione della fine della serra, essa era divisa in due, da un parte piante di rosa colorate e rampicanti decoravano tutto l'ambiente.
Nella seconda c'era la stanza che lo zio le aveva detto di non andare ma non voleva andare li.
Sulla parete che divideva le due parti; c'era un grande quadro che copriva tutta la parete.
Sembravano solo pennellate di colore messe a caso ma Ib lo sapeva, raffigurava un intero mondo con foreste, mari, montagne e persone, e come tutti i mondi c'era una parte oscura ed una parte di luce.
Fece qualche passo indietro e prese una rosa rossa stringendosela al petto, come se ne dipendesse la propria vita.
-Ib...vieni- disse la stessa voce nella testa della ragazzina; Ib allungò la mano libera verso la tela e si aspettò di sentire il tessuto ma era come infilare una mano in una finestra aperta.
La mano di Ib spariva appena varcava la soglia del quadro; -entra..- le disse di nuovo la voce dolce; Ib stava per tirare via il polso quando una mano calda le avvolse il polso e la tirò dentro il quadro totalmente.
Il buio l'avvolse e Ib cadde in un vortice stringendo con tutte le sue forze la rosa rossa.
Quando la terra arrivò, una voce parlò ma non era più nella sua testa, -benvenuta Ib- disse un ragazzo.
La ragazza lo guardò ma prima che potesse veramente vederlo svenne e l'oscurità l'avvolse.




Primo capitolo andato ahahaha :)  spero vi sia piaciuto, aspetto con trepidazione le vostre recensioni :)
al prossimo capitolo che metterò forse stasera :)
Un bacio, Dany

   
 
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