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Autore: Dian87    07/02/2015    0 recensioni
Anna è una bimba che scopre i propri poteri e per questo viene separata dalla sua famiglia.
Cosimo è un bambino che passa molto tempo nella foresta.
Ognuno deve imparare il più possibile prima che i problemi li raggiungano.
Genere: Angst, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un fruscio tra l'erba indicava la posizione della preda. Il bimbo trattenne il fiato, con la piccola lancia stretta in mano.

Il nasino fremente fece capolino nell'aria fredda della mattina e le orecchie si sollevarono. Il bimbo posò un ginocchio al suolo, sollevando appena la lascia. La lepre si voltò di scatto e saltò via, rendendo vano l'appostamento del piccolo.

«Nooo!» fu la reazione alla fuga. «C'ero quasi!»

«Cosimo!» una voce chiamò il bimbo, non era molto più matura di quella di lui. «Dove ti sei cacciato?»

Il bambino si sollevò, con un sospiro, voltandosi verso la persona che si stava avvicinando.

«Dovevi proprio venire, Titti?» chiese il bimbo, lanciando un'occhiata di stizza alla persona lontana.

Osservò il ragazzino che lo stava raggiungendo i cui capelli gli ricordavano il legno non completamente bruciato e gli occhi scuri... se non fosse stato per gli zigomi più alti ed il viso più affilato sarebbero stati due gocce d'acqua.

«Mamma ci sta cercando.» rispose il ragazzino. «Ti sei dimenticato che oggi passa il re?»

Cosimo scosse la testa, puntando i pugnetti contro i fianchi. I capelli erano così corti che non ondeggiarono nemmeno un po'.

«No che non me lo sono dimenticato.» il visino del bimbo arrossì.

Il ragazzino scosse il capo e prese l'altro per mano.

«Andiamo, altrimenti si arrabbieranno.»

I due iniziarono a camminare. Il bosco risplendeva del verde più chiaro delle foglie novelle ed i massi erano umidi di rugiada, che di tanto in tanto si raccoglieva in pozzanghere o rivoletti. Il più grande portò la mano sulla testa dell'altro e lo spinse indietro, iniziando a correre, saltando sassi e pozzanghere; dopo un attimo di perplessità, anche l'altro iniziò a correre. I due cominciarono ad arrampicarsi per un irto pendio, prendendosi da una parte con la mano, o spingendosi su su sasso, fino a quando arrivarono ad un pianoro. Corsero tra i campi arati in cui le piante stavano appena sbucando dopo il sonno invernale fino alla loro meta: una grande casa di tronchi e col tetto formato da zolle d'erba.

Il bambino aprì con forza la porta, correndo all'interno e ridendo.

«Sono primo!» esclamò, voltandosi verso il fratello e facendo una linguaccia.

«Cosimo, ti pare il modo di rivolgerti a tuo fratello?» il tono della voce ero duro e severo.

Il bimbo si voltò, con le spalle che cadevano..

«Scusa, babbo, ma Titti diceva che ero più lento di lui.» disse il piccolo, mentre il fratello arrivava con le guance arrossate.

«Mi hai battuto solo di poco.» rispose l'altro, lanciando un'occhiataccia al fratellino.

Il padre scosse il capo, fissandoli con gli occhi chiari. «Andate dalla mamma e dalla nonna, dobbiamo essere in città entro metà giornata.»

I bimbi annuirono e si diressero verso il retro, lasciando il padre a sospirare nella sala. Videro la madre poco dopo e Cosimo appoggiò la lancia contro la parete prima di entrare nella stanza di pietra. Qui dentro vi era anche un'altra donna, i cui capelli erano d'argento.

«Cosimo, Tiziano, andate in acqua.» disse la donna con la cascata di riccioli mori.

I bimbi si spogliarono e s'infilarono nella tinozza messa su un ripiano di pietra sotto il quale era acceso un fuoco molto basso.

«È fredda...» si lamentò Tiziano.

«Se non foste andati nel bosco, sarebbe stata ancora calda...» commentò la madre, mentre la nonna strofinava vigorosamente il più piccolo con uno strofinaccio.

«Nonna, mi togli la pelle...» si lamentò Cosimo.

«Tolgo solo lo sporco, Cosimo.» rispose la vecchia con voce dolce, continuando a strofinare vigorosamente.

A poco a poco le pelli rosee dei bimbi diventarono rosse e solo quando la madre li reputò sufficientemente puliti li fece uscire ed asciugare.

«Andate in camera vostra, troverete gli abiti sui vostri letti.» disse la madre.

Cosimo spostò lo sguardo sulla vecchia, con un sorriso in volto.

«Nonna, mi dai una mano?» le chiese.

La vecchia annuì e tutti e due corsero fuori dalla stanza e salirono sulla scala. Il primo a raggiungere la camera fu Tiziano, mentre Cosimo aveva quella successiva. Sul loro letto si trovava una semplice tunica che arrivava a metà polpaccio di colore verde e dei pantaloni aderenti sulla tonalità del marrone. Cosimo prese in mano la tunica, squadrandola con diffidenza e cominciò ad arricciare il lato con l'apertura più larga fino a metà della sua lunghezza, poi mandò una preghiera agli avi ed infilò il capo...

 

Quando la nonna arrivò, il bimbo stava cercando inutilmente di far passare la testa per la manica...

  
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