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Autore: Insicura    07/02/2015    2 recensioni
Come riuscirà Christian Grey a gestire la figlia adolescente fra cuori spezzati, amori pericolosi, come potrà Christian Grey proteggere la figlia dal mondo che si rivela sempre più crudele?
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Christian Grey, Phoebe Grey, Theodore Grey
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Mancavano pochi minuti al suono della campanella che avrebbe decretato la fine di quell'inferno, l'ora di fisica sarebbe finita e le vacanze di Natale sarebbero iniziate, la professoressa cercava invano di assegnarci i compiti ma nessuno le dava ascolto, dopo quegli ultimi attimi interminabili la campanella suonò e finalmente la libertà cominciò. Mi misi a rimettere i miei libri nello zaino, indossai il giubbotto e uscì dalla classe, appena fuori dalla porta trovai il mio sorriso, la mia spalla su cui piangere e il mio sostegno: Jackson. Jackson mi prese per mano e ci dirigemmo all'uscita della scuola dove incontrammo mia cugina Ava e altri amici, tornai a casa dopo essere andata a mangiare con gli altri, sapevo già cosa mi aspettava. Aprì la porta di ingresso, non feci in tempo a togliermi la giacca che mio padre arrivò e disse: " Phoebe, dove sei stata?" con tono severo, io risposi: " Sono andata a pranzare con Ava, Jackson e gli altri". Sapevo che Jackson gli piaceva, era bravo a scuola, intelligente, rispettoso e di buona famiglia, mio padre mi guardo, inizialmente con gli occhi arrabbiati, io feci il sorriso che lo addolciva ed infine mi si avvicinò e mi diede una bacio sulla fronte. Stranamente non si arrabbiò per niente, mi disse solo che le prossime volte Luke, la mia guardia del corpo, mi avrebbe dovuto accompagnare.

 

 

 Christian Grey questa volta non era stato inflessibile come le altre, forse con l'età si stava addolcendo. Io e mio padre abbiamo un rapporto  buono tutto sommato, dopo la morte di mia madre, avevo appena nove anni, si è rafforzato, abbiamo sofferto entrambi moltissimo per la sua morte e ci siamo aiutati a vicenda, ci siamo supportati moltissimo; mio fratello Teddy invece aveva reagito in maniera completamente diversa, quando mamma morì lui aveva dodici anni e si allontanò moltissimo da papà, loro prima della morte di mamma erano sempre andati d'accordo, avevano un buon rapporto come io e mamma. Teddy aveva reagito in maniera così estrema che nostro padre lo portò anche da una psicologo, il Dr.Flynn, che aiutò molto Teddy, infatti dopo sei mesi di terapia con lui si può dire che tutto tornò come prima, anche se mamma non c'era più.

 

 

Dopo aver parlato con mio padre andai in camera mia a prepararmi per la serata: avrei cenato con mio fratello Teddy, che era appena tornato da Harvard per la pausa invernale, e mio padre e dopo al cinema con Jackson.

MI feci una doccia e mi misi un paio di jeans a vita alta, una maglione largo e corto e i miei Dr. Martens bassi, quanto amavo quelle scarpe. Per cena Gail preparò i piatti preferiti di Teddy. Prima di andare a cenare abbracciai mio fratello, ci volevamo molto bene anche se lo avevamo realizzato solo quando lui si trasferì a Cambridge, ci sentivamo su Facetime e su Skype, Teddy era una persona di cui non avrei potuto fare a meno. A cena parlammo di come si trovava Teddy ad Harvard e di come gli erano andati gli esami, mio padre pretendeva sempre moltissimo da noi in fatto di istruzione, era una delle cose su cui non transigeva. Dopo che finimmo di parlare di Teddy mio padre esordì dicendo: " Allora siete pronti a fare le valigie per Aspen?" io lo guardai con uno sguardo truce, io non volevo affatto andare ad Aspen,volevo trascorrere le mie vacanze a Seattle con Jackson, mio padre avendo già intuito i miei pensieri disse irremovibile: " Ci andremo e trascorreremo lì il Capodanno dopo aver pranzato a casa dei nonni per Natale" non replicai sapendo che se avessi detto qualcosa di sbagliato mi sarei potuta giocare l'uscita al cinema con Jackson, allora mi alzai ed andai a prepararmi.

Un quarto d'ora dopo ero in macchina con Jackson che aveva uno sguardo triste, non era da lui, ma non indagai. Al cinema guardammo un film horror sceglievamo sempre quel genere di film così lui poteva abbracciarmi e farmi sentire al sicuro, questa volta Jackson mi abbracciò ma non mi sentii al sicuro.

Prima di riportami a casa Jackson mi portò nel NOSTRO posto, un ex museo dove ora le pareti erano piene di graffiti e di dediche tra innamorati, mi fermò e disse: " Mio padre ha aperto una nuova azienda a New York e ha deciso che ci dobbiamo trasferire tutti lì" non riuscì a credere a cosa mi aveva appena detto così me lo feci ripetere più volte finchè non scoppiai a piangere, lui mi abbracciò, ma lo sentivo già lontano. Cercai di chiedergli di non seguire suo padre, lui mi disse che ci aveva provato in tutti i modi ma lui non aveva sentito ragione. Sia io sia Jackson sapevamo che non eravamo i tipi da una relazione a distanza quindi decidemmo con lacrime e tanto dolore che la cosa migliore sarebbe stata lasciarsi e magari al college ci saremmo rivisti e ci saremmo innamorati di nuovo. Dopo un'ora passata abbracciati decisi che era meglio se Jackson se ne fosse andato, lui fece così e mi lasciò nel posto che prima era nostro ma che ormai non era più di nessuno.

Tornai a casa con Luke che aveva assistito a tutta la scena, entrai in casa piangendo, probabilmente mio padre sapeva già tutto e cercò di abbracciarmi dicendomi che sarebbe andato tutto bene, in realtà tutto stava andando malissimo, evitai il suo abbraccio e mi chiusi in camera mia cercando di dimenticare che Jackson il giorno dopo sarebbe partito.

  
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