Serie TV > Arrow
Ricorda la storia  |      
Autore: ethelincabbages    08/02/2015    3 recensioni
Cosa succederebbe se Oliver, una volta tornato a Starling City, avesse difficoltà a impersonare il suo ruolo di giustiziere mascherato? Se la sconfitta per mano di Ra’s Al Ghul lo avesse segnato più di quanto voglia far credere al team? Chi potrebbe aiutarlo a raccogliere i pezzi per l’ennesima rinascita di Oliver Queen?
Tanti Auguri, Lights!
Olicity | Angst, Fluff, Romantico | Giallo | One-shot
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, Oliver Queen
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Titolo: Recoil
Personaggi: Oliver Queen, Felicity Smoak, (Menzione di tutto il resto del Team Arrow)
Pairing: Olicity
Generi: Romantico, Angst, Fluff
Rating: Giallo
Capitoli: 1 – One-shot
Beta-reader: Vannagio
Introduzione: Cosa succederebbe se Oliver, una volta tornato a Starling City, avesse difficoltà a impersonare il suo ruolo di giustiziere mascherato? Se la sconfitta per mano di Ra’s Al Ghul lo avesse segnato più di quanto voglia far credere al team? Chi potrebbe aiutarlo a raccogliere i pezzi per l’ennesima rinascita di Oliver Queen?
Disclaimer: I personaggi di Oliver Queen, Felicity Smoak e tutto il resto dell’allegra combriccola citata nel testo appartengono alla DC Comics, WB, CW e chiunque altro ne detenga i diritti.
Note personali: A ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria, un contraccolpo, che qualche volta è anche un indietreggiamento, “recoil”.
Confesso, non c’erano altre storie Olicity in programma per me, ma l’influenza di Lights mi ha spintaneamente convinto a tornare a parlare di questi due, spero le sia di gradimento, miss, e che sia di gradimento a tutti voi. Buona Lettura!
 
A Lights,
che il Polly Power sia sempre con te
Tanti Auguri!
 
 

 
Recoil
E se avessi paura, Felicity?
 
La curva a gomito ti impone di piegare la moto, la pelle dei pantaloni striscia sull’asfalto.
“Attento, Oliver, Tipo Losco a ore dieci,” quasi strilla Felicity nell’auricolare. Per un pelo la pallottola non ti colpisce sulla spalla destra. Ti sfiora appena.
L’ennesima pallottola che ti sfiora appena, Oliver Queen. Che tipo di gatto sei? Quante vite ti rimangono da giocare?
Stringi la mano sull’acceleratore. La voce di Felicity continua a guidarti nelle strade buie di Starling. Diggle ti copre le spalle, e Roy si nasconde tra un palazzo e l’altro.
“Forse, stasera, non dovresti andare.”  Ti ritorna in mente lo sguardo preoccupato di Felicity, che ti pregava di abbandonare la maschera per quella notte. “È troppo presto.”
Ti ritorna in mente, mentre la moto scivola via, e la spalla, il braccio, il petto rotolano uno alla volta contro l’asfalto duro. La pelle verde non ti protegge. Le ossa gelano, e una scimitarra ti trafigge il fianco. Di nuovo.
Senti le forze abbandonarti.
E non è neanche colpa della pallottola.

**

C’è una tazza di tè sul tavolino. Ti aspetta e fuma, nell’aria. Vola verso quello sciocco poster di Robin Hood. Sei quasi sicuro che quel poster sia un bizzarro modo di Felicity per torturarti. Quasi. Potrebbe anche piacerle sul serio.
Felicity si stringe sul divano, nasconde i piedi scalzi tra i cuscini e l’onnipresente porcellino di peluche, sorseggia piano la sua buona dose di tè caldo. Anche lei aspetta. Aspetta una tua parola, una spiegazione, qualsiasi cosa che giustifichi il tuo presentarti in piena notte alla sua porta. O forse ha solo sonno.
“Fa ancora male?” ti chiede, incapace di sopportare ancora tutto quel silenzio.
La fasciatura sulla spalla pizzica un po’, ma “No, non fa molto male.” Scuoti la testa, chiudi gli occhi automaticamente. Cosa diavolo sei andato a fare a casa di Felicity in piena notte? Cosa volevi confessare?
“E se,” incominci, ma non sai continuare. “Cosa succede se…” Ti torna il gelo nelle ossa e una scimitarra ti trafigge il fianco. Cosa succede se la prossima volta non ti salva nessuno? Cosa succede se il gatto ha finito le vite?
Avevi dimenticato questa sensazione. Quando non hai più un nome, buttarsi a capofitto in strada e in guerra non è un problema. Tanto nessuno ti piangerà più. Ma adesso?
Cosa succede se Oliver muore e poi qualcuno lo piange?
“E se avessi paura, Felicity?”
Felicity ti osserva con attenzione, rinuncia a bevicchiare il tè e posa la sua tazza accanto alla tua, scosta il porcellino e si sporge verso di te, con la mano ti accarezza la guancia. Piccola, la mano sulla tua barba ruvida.
“Io ho sempre paura,” confessa, con un mezzo sorriso. “Quando,” rincomincia, “quando tu… quando Merlyn ci ha portato la scimitarra, io non volevo continuare, Oliver. Ho mollato perché tu non c’eri. E l’idea di perdere Dig o Roy… ero terrorizzata. Ma se lasciamo che la paura ci paralizzi, allora, perché restiamo svegli ogni notte? Avere paura fa parte del gioco. Me lo hai insegnato tu.”

**

Ventinove. Ventinove palline da tennis schiacciate contro il muro da frecce appuntite.
Una.
Rimbalza a terra.

**

Non eri pronto quella notte. Forse non sei pronto neppure stasera.  Hai persino accolto l’assistenza di Laurel, sciocca, incosciente Laurel, che cade e si fa male e ritorna in strada, che cade e piange e non molla mai. Lei non molla mai.
Sai cosa aspettarti dai movimenti di Dig e Roy, sai di poterti di fidare di loro. È di te stesso che non ti fidi, i tuoi movimenti sono ancora troppo accorti. Troppo prevedibili.
“Oliver,” una voce chiara nell’orecchio ti richiama, “c’è un terzo ingresso nell’edificio, alla tua destra, uno scantinato.” Felicity ti guida, dall’alto di tutte le telecamere di sorveglianza che riesce a hackerare. Ti dirige, passo dopo passo, fino a guardare negli occhi il nuovo boss del traffico d’armi di Starling. “Ti tengo io sotto controllo,” bisbiglia, e ti sembra quasi di vedere l’occhiolino che ti sta dedicando. Da quando vi siete scambiati di ruolo?
“Puoi vederlo?”
“Sì, sotto tiro.”
Non ti servono trenta palline da tennis schiacciate nel muro. Ne basta una più una, una freccia diretta al polso che impugna il fucile e un’altra sulla spalla.
Quel che basta finché non arriva Lance.

**

“La freccia è tornata a colpire.”
Quando rientri alla fonderia Felicity ti accoglie con un sorriso saputo. Ti viene voglia di lavarglielo via dalla faccia con un bacio. Uno di quelli per cui andavi famoso una volta. Ti ricordi come si fa? Passo deciso, sorriso sulle labbra, le afferri la mano, l’attiri verso te, pieghi piano la testa. E poi aspetti l’assenso. Nessuna sapeva resistere, tutte con le ginocchia molli, strette nelle tue braccia. Eri un insopportabile sbruffone, una volta.
“Il resto del team?”
“Li ho mandati a dormire, meritano un po’ di riposo.”
“Mi sembra giusto,” annuisce, mentre spegne i computer, “dovremmo andare anche noi a letto.” Un sorriso scappa via spontaneo. “Non a letto, voglio dire.” Felicity scuote la testa, e si inumidisce le labbra. “Lo sai.”
Sì, lo sai. Conosci Felicity. Sai che dirà sempre cose che sfuggono al controllo del suo filtro cervello-bocca. Sai che riuscirà a incrociare millemila algoritmi solo per aiutarti ad acciuffare uno di quelli che lei chiama Tipi Loschi. Sai che riuscirà sempre a trovare il lato umoristico di una situazione e che saprà accompagnarti in ogni angolo buio in cui ti caccerai. Sai che la sua voce ti guiderà sempre. E che le piace Robin Hood. Davvero.
“Perché mi guardi così? Andiamo a casa, Oliver.” Ora è in piedi di fronte a te, occhiali sul naso, borsa in spalla, pronta ad andare via.
“Come ti sto guardando?” indulgi in un piccolo scherzo.
Sorriso sulle labbra, sguardo deciso e sincero.
“Come se…” incomincia lei, poi ci ripensa. “No, lasciamo perdere.”
Le passi la mano sul fianco, l’attiri verso di te.
“Abbiamo fatto questo discorso mille volt-,”
Pieghi piano la testa, un’occhiata a quelle labbra che non sanno mai stare ferme. Le sfiori il naso con il tuo, come due sciocchi eschimesi.
“-e sappiamo come va a finir-”
“Ti amo,” la interrompi. “E ho capito. Ho capito, Felicity.  Ho paura, e farà sempre paura e… quello che facciamo… non esiste assicurazione che possa coprire i rischi, e il mondo, il mondo è… folle ma giuro di impegnarmi a tenerlo a bada, però ho bisogno del tuo aiuto, ho bisogno di averti qui, insieme a me.”
Lei ti osserva con un piccolo ‘oh’ di sorpresa sulle labbra. Per un attimo, temi che questo tuo discorso sgangherato la faccia correre via ancora un’altra volta. Forse c’è Palmer che la aspetta.
Ma siete così vicini.
È lei ad accorciare la distanza tra le vostre labbra, e a stringerti tra le braccia. E ti fa tremare le ginocchia.
“Insieme,” sussurra, “Insieme va bene.”
Sei un insopportabile sbruffone, Oliver Queen. Un insopportabile, troppo fortunato, sbruffone.
 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Arrow / Vai alla pagina dell'autore: ethelincabbages