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Autore: Hermione_Jackson    08/02/2015    3 recensioni
Salve a tutti! Questa è una storia scritta a 4 mani (io e Fantasy Heart) per un compito scolastico, quindi non aspettatevi una cosa spettacolare, ma spero lascerete una piccola recensione... Parla di una ragazza assolutamente normale (per gli standard della storia, poi vedrete) il cui padre scompare misteriosamente. Così parte per "Un'inaspettata avventura" assieme ad altri tre compagni, superando ogni genere di pericoli...
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un nuovo giorno sorgeva sul Regno dell'Est, abitato dagli stregoni più potenti dei 5 Regni. Mentre tutti uscivano dalle loro case per recarsi ai loro impegni, una ragazza restava nel suo letto  nonostante la sveglia suonasse da più di un quarto d'ora. Quando, finalmente, si decise ad aprire gli occhi, era terribilmente in ritardo. I suoi corti capelli neri erano scompigliati, a causa dell'agitata notte che aveva passato, mentre gli occhi verdi erano mezzi chiusi dal sonno. Cercando di fare più in fretta possibile, si cambiò e fece una veloce colazione, prese le sue cose e uscì finalmente di casa, correndo per le viuzze del piccolo paese di Rocciadura. L'unica cosa che la consolava, era che il suo nome era in fondo all'elenco degli alunni della classe. Trafelata, bussò alla porta ed entrò, proprio mentre chiamavano il suo nome: -Zenet Jane!- -Presente!- esclamò, scivolando al suo posto. Avrebbe voluto darsi una sistemata, ma la lezione cominciò subito.  -Dove sei stata?- le chiese Anne, la sua compagna di banco. -Mio padre...è sparito! Non è salito a svegliarmi.- ansimò senza fiato. Il resto della giornata filò veloce, e Jane se ne tornò a casa. Ma appena dentro, capì che c'era qualcosa che non andava: un uomo sedeva sul suo divano ed era abbastanza minaccioso: altissimo, indossava un gigantesco  mantello nero che gli copriva il volto. La ragazza aprì la bocca per parlare ma lui l'anticipò : -Chi sei? Ah, aspetta...sei per caso la figlia di Julius?- aveva la voce cupa e roca. Jane annuì, Julius Zenet era uno degli stregoni più potenti di tutti i tempi e lei era molto fiera di averlo come padre. -Dov'è adesso? Devo parlargli.- disse l'uomo. -Non lo so. Questa mattina non c'era.- rispose Jane. -Strano... A proposito, io sono Mothan. Sono un amico di tuo padre- si presentò l'uomo. La ragazza gli strinse la mano: -Io sono Jane.- Dopo le presentazioni, Mothan domandò: -Posso dare un'occhiata in giro?- -Certo!- rispose Jane. Allora lui schizzò verso la cucina e arraffò del cibo. Lei sospirò e andò in cortile ad esercitarsi: il suo potere, il fuoco, rappresentava al meglio la sua personalità: ribelle, focosa, determinata. Dopo una decina di minuti, Mothan uscì di corsa dalla casa, con una faccia preoccupata: - Ho paura che tuo padre sia partito per un viaggio da cui non farà ritorno...- -COSA?!?- gridò Jane, rischiando di mandare a fuoco il giardino. -Devo andare a cercarlo..- sussurrò l'uomo, con aria pensosa. -Se è vero che gli Orchi sono stati qui....- -Ehi! Frena! Voglio venire con te! E comunque, di che stai parlando?- -Temo che gli Orchi abbiano preso tuo padre...- All'improvviso, un ragazzo capitombolò fuori da un cespuglio, con una palla roteante sulla mano. Era di media statura e i suoi capelli castani erano attraversati da un filo di vento. Gli occhi neri erano intelligenti e furbi: -Armal!- esclamò Jane. Mothan lo afferrò e lui tentò di divincolarsi, ma non ci riuscì: -Ho sentito tutto! Non potete affrontare gli Orchi da soli!! DEVO venire con voi!- gridò Armal. -Credo che sia una buona idea ....può venire noi, Mothan? TI PREGO! - lo supplicò Jane. -Uhmmm... e va bene! Che sai fare, ragazzino? - -Ehi! So manipolare l'aria e il fuoco, e so costruire qualsiasi cosa! - si vantò il ragazzo. Ma mentre finiva di parlare Mothan lo afferrò e lanciò a Jane uno zaino e una spada : -Ti serviranno...- le disse. Poi cominciarono a camminare.
Jane non aveva mai camminato tanto. I suoi viaggi, di solito, si limitavano alle colline Ferrose, poco fuori dal paese. Quel viaggio la entusiasmava, ma contemporaneamente la preoccupava molto. Dopo quello che le parve un tempo infinito, giunsero ad una vallata dove si ergevano statue di pietra: -Che cos'è?- chiese Jane. -La vallata Senza Perdono- rispose brevemente Mothan. -E purtroppo dobbiamo attraversarla.- -Ehi, mi potresti lasciare andare... Perché purtroppo?- domandò Armal, scalciando per liberarsi. Mothan lo lasciò cadere e non rispose. Armal si rialzò dolorante, tra le risatine di Jane. Avanzarono cautamente nella Valle, mentre una nebbia fitta li avvolse; improvvisamente Mothan sguainò la spada. -Chiudete gli occhi! Non apriteli per nessun motivo.- disse. I due ragazzi ubbidirono. Sentirono un sibilò e un frusciare e una voce sibilante disse: -Bene, bene... tre prede... due delle quali molto giovani ..... per sssuperare questa valle dovrete rissssolvere tre prove. Ssse ci riussscirete , ssarete ssalvi, altrimenti diventerete ssstatue di pietra!- Jane si lasciò sfuggire un grido e sentì una mano sulla sua spalla, Armal la strinse. - La prima prova è per l'uomo: "Sia corto, sia lungo, sia verde, sia arancio, in ogni dove lo puoi trovare"- Mothan ci pensò un attimo e poi rispose :-L'albero.- - Esssatto!- sibilò la creatura invisibile con voce velata di rabbia e delusione.  - Ora a te, ragazzino: "30 bianchi cavalli su un colle rosssso, battono il terreno, mordono il freno ma nessssuno si è mosssso" - Armal aveva una faccia spaventata e Jane sentiva la sua mano tremare. -I ..dddenti?- rispose balbettando. La creatura sibilò un -Giusssto- rabbioso. Poi si rivolse a Jane -"Riempie ogni grotta, cantina o fessura  e per tutti è portatore di paura. Dove lui c'è, più vivida la luce sssplende"- Jane si fece prendere dal panico, sentiva quella minacciosa presenza ovunque, pressante e pronta a trasformarla. -La..la...nnebbia..- -SSSbagliato!!- sibilò la voce -Ora diventerai pietra!!- Jane sentì la presenza venire verso di lei, mentre la nebbia tentava di aprirle gli occhi. Urlò. Intanto Armal e Mothan la difendevano. Improvvisamente sentì uno spostamento d'aria vicinissimo a lei e un gemito di dolore da parte della creatura. Poi una voce le disse: - Puoi aprire gli occhi, ora.- Davanti a Jane c'era una ragazza sui dodici anni, aveva lunghi capelli neri legati in una treccia e intensi occhi viola. Le orecchie erano appuntite, indossava abiti neri e grigi, aveva una spada e un pugnale in vita, frecce sulla schiena e arco in mano. Mothan la fissò e mormorò : -Che ci fai qui?- -Vi salvo, ovviamente!- esclamò la ragazza. -Vi conoscete?- domandò Armal. -Sì, per mia sfortuna...- disse Mothan, con un sospiro. -Io sono Harriet- si presentò la ragazza. -Io sono Jane, lui è Armal. - si strinsero la mano. -Sarebbe il caso che vi accompagnassi...- mormorò Harriet. -NON CE N'E' BISOGNO!- gridò Mothan, come se avesse già ripetuto quella frase milioni di volte. -Invece SI'!- esclamò Harriet e marciò verso le montagne. Riluttante, Mothan la seguì, imitato da Jane e Armal.
Dopo diversi chilometri, raggiunsero una montagna, sorvolata dai draghi. Mothan spiegò: - Come immagino abbiate intuito, siamo nella Terra dei Draghi. Dobbiamo raggiungere Heristal, dove vivono gli Orchi.- -Per raggiungerla dobbiamo cavalcare un drago!- esclamò Harriet eccitata all'idea. Jane e Armal la guardarono allarmati, poi lei estrasse un  corno da chissà dove e lo suonò; dopo un  pò dal cielo scese un bellissimo drago blu notte, con grandi occhi d'argento. -Lui è Kerhos- esclamò Harriet -E' il mio drago!- -E noi come facciamo?- domandò Jane. - Salite anche voi!- disse semplicemente Harriet. Saliti a "bordo", Kerhos comincò a volare leggero sopra le colline e le montagne. Jane pensò che volare era una bellissima sensazione, sembrava di essere su una nuvola. Armal si addormantò e Mothan consigliò ad  Harriet di fare lo stesso . Lei non se lo fece ripetere due volte. Jane non aveva sonno perciò, sdraiata in un angolo della groppa di Kerhos riuscì a godersi il volo. La luna brillava argentea nel cielo blu  e tutto era immerso in un silenzio irreale, interrotto solo dal leggero battito d'ali del drago. La ragazza si accorse che Harriet si era svegliata, alla luce della luna i suoi capelli corvini sembravano blu e i suoi occhi viola scintillavano nell'oscurità. -Non dormi?- le chiese Jane. L'altra scosse la testa. -Non è la notte giusta per dormire.- Jane alzò le spalle e si raggomitolò. Per qualche ora doveva dormire.
Si svegliò alle prime ore del giorno, erano atterrati. - Sbrighiamoci. - borbottò Mothan. -Ormai gli Orchi staranno pensando di mangiarsi tuo padre per cena.- Si arrampicarono fino ad una parete dov'era intagliato nella pietra un guerriero in armatura su un drago. -Qui.- mormorò Armal. - E' qui!- Harriet si avvicinò e posò il palmo della mano al centro del rilievo. Un getto di fulmini e ghiaccio si espanse sulla parete. -Armal! Jane! Anche voi!- I ragazzi obbedirono e scatenarono i loro poteri, la parete si spalancò e tutti entrarono di soppiatto.
In una sala enorme, scavata nel cuore della montagna, c'erano miliardi di Orchi e in mezzo a loro due prigionieri, uno era un giovane dai capelli rossi e gli occhi azzurri e l'altro era... -PAPA'!!- gridò Jane. Armal la tirò via ma ormai gli Orchi li avevano scoperti. Catturarono i due ragazzi ma Mothan e Harriet riuscirono a rimanere nascosti. Gli Orchi condussero i loro prigionieri nelle celle e li chiusero con un robusto chiavistello. Appena furono soli, Jane mormorò: -Mi dispiace...è tutta colpa mia!- -Vedrai che troveremo il modo di fuggire ...- mormorò Armal. -Puoi provare con il tuo potere del fuoco a togliere quel chiavistello...- Jane annuì e provò ma non successe nulla. -Proviamo insieme!- disse la ragazza. Ma il chiavistello rimase lì. - Mi arrendo! Non c'è modo!.- Armal si accasciò su una sedia e sospirò. Jane pensò e ripensò, infine.... -La spada!- esclamò. La tolse dal fodero e diede un potente colpo. Il chiavistello si ruppe in un attimo. -Ce l'hai fatta!!- gridò Armal e si abbracciarono. Poi corsero fuori e sconfissero le guardie in un attimo. Andarono alla ricerca del padre di Jane, non fu difficile trovarlo e liberarlo. Padre e figlia si abbracciarono, felici di essere assieme. Liberarono anche il ragazzo dai capelli rossi. -Grazie! Il mio nome è Noran.- si inchinò. -Vi aiuterò, se posso!-
Tutti e quattro corsero fuori e si ritrovarono in un' enorme sala che sembrava di controllo: era piena di macchine ed era nera. In fondo, un alto uomo dava ordini agli Orchi. Sembrava il capo, i capelli erano castani e gli occhi grigi. Aveva un'aria malvagia. Il gruppo andò alla ricerca di Mothan e Harriet, senza farsi scoprire. Li trovarono nascosti dietro una macchina. -Siete salvi! Bene!- sussurrò Mothan. -Lieto di rivederti, amico!- aggiunse, rivolto a Julius. Si strinsero la mano, poi indicò l'uomo. -Quello è Armatheon. E' il capo degli Orchi, vuole impossessarsi dei 5 Regni.- -Avevo in mente un piano...- disse Harriet -Prendiamolo alle spalle.- - Buona idea! - disse Noran. Si avvicinarono di soppiatto e gli puntarono contro le spade.
- Bene, bene... Vi siete liberati..- mormorò l'uomo. Fece cenno ai suoi Orchi di essere pronti alla battaglia. Poi posò lo sguardo su Harriet. - Sei sopravvissuta...- -Zitto!!- disse lei a denti stretti. -Non glielo hai detto?- domandò lui. Poi si rivolse agli altri: -Dovete sapere che questa ragazza fa parte di un'associazione di fuorilegge, dopo che il suo popolo, il popolo di Heristal, da cui prende nome questo monte, è stato sterminato. Lei è la sopravvissuta, assieme a ....- -ORA BASTA!!- gridò Harriet, con le lacrime agli occhi. Prima che Mothan la potesse fermare, trafisse Armatheon con la spada. In quel preciso istante, gli Orchi si gettarono sul gruppo. Durante la lotta, Jane e Armal utilizzarono i loro poteri, combattendo sempre assieme. All'inizio, il gruppo era in svantaggio a causa della moltitudine di Orchi ma poi, grazie all'abilità di Mothan e Julius, i nemici vennero decimati. Alla fine, i pochi Orchi rimasti se la diedero a gambe.
Harriet era ancora scossa per ciò che era accaduto, ma Mothan l'abbracciò dolcemente e le disse: -E' tutto finito, tranquilla... Ora torniamo tutti a casa....- -Ehi, aspetta un attimo! Chi è il secondo sopravvissuto del popolo di Heristal? - domandò Armal, curioso. -Io, il padre di Harriet.- rispose Mothan. -COSA?- esclamò Jane. -Già, lui è mio padre. E ora vorrei tornare a casa .- rispose Harriet, brusca. Poi si rivolse a Noran : -Non sei male!- -Grazie!- rispose il ragazzo. I due arrossirono.
Uscirono dalla caverna. Il sole stava tramontando di fronte a loro, tingendo di rosso la valle. Jane e Armal si abbracciarono, poi il gruppetto salì su Kerhos che prese il volo alla volta di una nuova avventura. 

Un nuovo giorno sorgeva sul Regno dell'Est, abitato dagli stregoni più potenti dei 5 Regni. Mentre tutti uscivano dalle loro case per recarsi ai loro impegni, una ragazza restava nel suo letto  nonostante la sveglia suonasse da più di un quarto d'ora. Quando, finalmente, si decise ad aprire gli occhi, era terribilmente in ritardo. I suoi corti capelli neri erano scompigliati, a causa dell'agitata notte che aveva passato, mentre gli occhi verdi erano mezzi chiusi dal sonno. Cercando di fare più in fretta possibile, si cambiò e fece una veloce colazione, prese le sue cose e uscì finalmente di casa, correndo per le viuzze del piccolo paese di Rocciadura. L'unica cosa che la consolava, era che il suo nome era in fondo all'elenco degli alunni della classe.

 Trafelata, bussò alla porta ed entrò, proprio mentre chiamavano il suo nome: -Zenet Jane!-

-Presente!- esclamò, scivolando al suo posto. Avrebbe voluto darsi una sistemata, ma la lezione cominciò subito.  

-Dove sei stata?- le chiese Anne, la sua compagna di banco.

-Mio padre...è sparito! Non è salito a svegliarmi.- ansimò senza fiato.

Il resto della giornata filò veloce, e Jane se ne tornò a casa. Ma appena dentro, capì che c'era qualcosa che non andava: un uomo sedeva sul suo divano ed era abbastanza minaccioso: altissimo, indossava un gigantesco  mantello nero che gli copriva il volto.

La ragazza aprì la bocca per parlare ma lui l'anticipò : -Chi sei? Ah, aspetta...sei per caso la figlia di Julius?- aveva la voce cupa e roca. Jane annuì, Julius Zenet era uno degli stregoni più potenti di tutti i tempi e lei era molto fiera di averlo come padre.

-Dov'è adesso? Devo parlargli.- disse l'uomo.

-Non lo so. Questa mattina non c'era.- rispose Jane.

-Strano... A proposito, io sono Mothan. Sono un amico di tuo padre- si presentò l'uomo. La ragazza gli strinse la mano: -Io sono Jane.-

Dopo le presentazioni, Mothan domandò: -Posso dare un'occhiata in giro?-

-Certo!- rispose Jane. Allora lui schizzò verso la cucina e arraffò del cibo. Lei sospirò e andò in cortile ad esercitarsi: il suo potere, il fuoco, rappresentava al meglio la sua personalità: ribelle, focosa, determinata. Dopo una decina di minuti, Mothan uscì di corsa dalla casa, con una faccia preoccupata: - Ho paura che tuo padre sia partito per un viaggio da cui non farà ritorno...-

-COSA?!?- gridò Jane, rischiando di mandare a fuoco il giardino. -Devo andare a cercarlo..- sussurrò l'uomo, con aria pensosa. -Se è vero che gli Orchi sono stati qui....-

-Ehi! Frena! Voglio venire con te! E comunque, di che stai parlando?-

-Temo che gli Orchi abbiano preso tuo padre...-

All'improvviso, un ragazzo capitombolò fuori da un cespuglio, con una palla roteante sulla mano. Era di media statura e i suoi capelli castani erano attraversati da un filo di vento. Gli occhi neri erano intelligenti e furbi.

-Armal!- esclamò Jane. Mothan lo afferrò e lui tentò di divincolarsi, ma non ci riuscì: -Ho sentito tutto! Non potete affrontare gli Orchi da soli!! DEVO venire con voi!- gridò Armal.

-Credo che sia una buona idea ....può venire noi, Mothan? TI PREGO! - lo supplicò Jane.

-Uhmmm... e va bene! Che sai fare, ragazzino? -

-Ehi! So manipolare l'aria e il fuoco, e so costruire qualsiasi cosa! - si vantò il ragazzo. Ma mentre finiva di parlare Mothan lo afferrò e lanciò a Jane uno zaino e una spada : -Ti serviranno...- le disse. Poi cominciarono a camminare.

 

 

Jane non aveva mai camminato tanto. I suoi viaggi, di solito, si limitavano alle colline Ferrose, poco fuori dal paese. Quel viaggio la entusiasmava, ma contemporaneamente la preoccupava molto.

Dopo quello che le parve un tempo infinito, giunsero ad una vallata dove si ergevano statue di pietra: -Che cos'è?- chiese Jane.

-La vallata Senza Perdono- rispose brevemente Mothan. -E purtroppo dobbiamo attraversarla.-

-Ehi, mi potresti lasciare andare... Perché purtroppo?- domandò Armal, scalciando per liberarsi. Mothan lo lasciò cadere e non rispose. Armal si rialzò dolorante, tra le risatine di Jane.

Avanzarono cautamente nella Valle, mentre una nebbia fitta li avvolse; improvvisamente Mothan sguainò la spada. -Chiudete gli occhi! Non apriteli per nessun motivo.- disse. I due ragazzi ubbidirono.

Sentirono un sibilò e un frusciare e una voce sibilante disse: -Bene, bene... tre prede... due delle quali molto giovani ..... per sssuperare questa valle dovrete rissssolvere tre prove. Ssse ci riussscirete , ssarete ssalvi, altrimenti diventerete ssstatue di pietra!- Jane si lasciò sfuggire un grido e sentì una mano sulla sua spalla: era di Armal. La strinse.

- La prima prova è per l'uomo: "Sia corto, sia lungo, sia verde, sia arancio, in ogni dove lo puoi trovare"- Mothan ci pensò un attimo e poi rispose :-L'albero.-

- Esssatto!- sibilò la creatura invisibile con voce velata di rabbia e delusione.  - Ora a te, ragazzino: "30 bianchi cavalli su un colle rosssso, battono il terreno, mordono il freno ma nessssuno si è mosssso" - Armal aveva una faccia spaventata e Jane sentiva la sua mano tremare.

-I ..dddenti?- rispose balbettando. La creatura sibilò un -Giusssto- rabbioso. Poi si rivolse a Jane -"Riempie ogni grotta, cantina o fessura  e per tutti è portatore di paura. Dove lui c'è, più vivida la luce sssplende"- Jane si fece prendere dal panico, sentiva quella minacciosa presenza ovunque, pressante e pronta a trasformarla.

-La..la...nnebbia..-

-SSSbagliato!!- sibilò la voce -Ora diventerai pietra!!- Jane sentì la presenza venire verso di lei, mentre la nebbia tentava di aprirle gli occhi. Urlò. Intanto Armal e Mothan la difendevano. Improvvisamente sentì uno spostamento d'aria vicinissimo a lei e un gemito di dolore da parte della creatura. Poi una voce le disse: - Puoi aprire gli occhi, ora.-

Davanti a Jane c'era una ragazza sui dodici anni, aveva lunghi capelli neri legati in una treccia e intensi occhi viola. Le orecchie erano appuntite, indossava abiti neri e grigi, aveva una spada e un pugnale in vita, frecce sulla schiena e arco in mano. Mothan la fissò e mormorò : -Che ci fai qui?-

-Vi salvo, ovviamente!- esclamò la ragazza. -Vi conoscete?- domandò Armal. -Sì, per mia sfortuna...- disse Mothan, con un sospiro.

-Io sono Harriet- si presentò la ragazza.

-Io sono Jane, lui è Armal. - si strinsero la mano. -Sarebbe il caso che vi accompagnassi...- mormorò Harriet.

-NON CE N'E' BISOGNO!- gridò Mothan, come se avesse già ripetuto quella frase milioni di volte.

-Invece SI'!- esclamò Harriet e marciò verso le montagne. Riluttante, Mothan la seguì, imitato da Jane e Armal.Dopo diversi chilometri, raggiunsero una montagna, sorvolata dai draghi. Mothan spiegò: - Come immagino abbiate intuito, siamo nella Terra dei Draghi. Dobbiamo raggiungere Heristal, dove vivono gli Orchi.-

-Per raggiungerla dobbiamo cavalcare un drago!- esclamò Harriet eccitata all'idea. Jane e Armal la guardarono allarmati, poi lei estrasse un  corno da chissà dove e lo suonò; dopo un  pò dal cielo scese un bellissimo drago blu notte, con grandi occhi d'argento. -Lui è Kerhos- esclamò Harriet -E' il mio drago!-

-E noi come facciamo?- domandò Jane. - Salite anche voi!- disse semplicemente Harriet.

Saliti a "bordo", Kerhos comincò a volare leggero sopra le colline e le montagne. Jane pensò che volare era una bellissima sensazione, sembrava di essere su una nuvola. Armal si addormantò e Mothan consigliò ad  Harriet di fare lo stesso . Lei non se lo fece ripetere due volte. Jane non aveva sonno perciò, sdraiata in un angolo della groppa di Kerhos riuscì a godersi il volo. La luna brillava argentea nel cielo blu  e tutto era immerso in un silenzio irreale, interrotto solo dal leggero battito d'ali del drago. La ragazza si accorse che Harriet si era svegliata, alla luce della luna i suoi capelli corvini sembravano blu e i suoi occhi viola scintillavano nell'oscurità.

-Non dormi?- le chiese Jane. L'altra scosse la testa. -Non è la notte giusta per dormire.- Jane alzò le spalle e si raggomitolò. Per qualche ora doveva dormire.

Si svegliò alle prime ore del giorno, erano atterrati. - Sbrighiamoci. - borbottò Mothan. -Ormai gli Orchi staranno pensando di mangiarsi tuo padre per cena.- Si arrampicarono fino ad una parete dov'era intagliato nella pietra un guerriero in armatura su un drago. -Qui.- mormorò Armal. - E' qui!-

Harriet si avvicinò e posò il palmo della mano al centro del rilievo. Un getto di fulmini e ghiaccio si espanse sulla parete. -Armal! Jane! Anche voi!- I ragazzi obbedirono e scatenarono i loro poteri, la parete si spalancò e tutti entrarono di soppiatto. In una sala enorme, scavata nel cuore della montagna, c'erano miliardi di Orchi e in mezzo a loro due prigionieri, uno era un giovane dai capelli rossi e gli occhi azzurri e l'altro era...

-PAPA'!!- gridò Jane. Armal la tirò via ma ormai gli Orchi li avevano scoperti. Catturarono i due ragazzi ma Mothan e Harriet riuscirono a rimanere nascosti. Gli Orchi condussero i loro prigionieri nelle celle e li chiusero con un robusto chiavistello. Appena furono soli, Jane mormorò: -Mi dispiace...è tutta colpa mia!-

-Vedrai che troveremo il modo di fuggire ...- mormorò Armal. -Puoi provare con il tuo potere del fuoco a togliere quel chiavistello...- Jane annuì e provò ma non successe nulla. -Proviamo insieme!- disse la ragazza. Ma il chiavistello rimase lì. - Mi arrendo! Non c'è modo!.- Armal si accasciò su una sedia e sospirò.

Jane pensò e ripensò, infine.... -La spada!- esclamò. La tolse dal fodero e diede un potente colpo. Il chiavistello si ruppe in un attimo. -Ce l'hai fatta!!- gridò Armal e si abbracciarono. Poi corsero fuori e sconfissero le guardie in un attimo. Andarono alla ricerca del padre di Jane, non fu difficile trovarlo e liberarlo. Padre e figlia si abbracciarono, felici di essere assieme. Liberarono anche il ragazzo dai capelli rossi.

-Grazie! Il mio nome è Noran.- si inchinò. -Vi aiuterò, se posso!-Tutti e quattro corsero fuori e si ritrovarono in un' enorme sala che sembrava di controllo: era piena di macchine ed era nera. In fondo, un alto uomo dava ordini agli Orchi. Sembrava il capo, i capelli erano castani e gli occhi grigi. Aveva un'aria malvagia.

Il gruppo andò alla ricerca di Mothan e Harriet, senza farsi scoprire. Li trovarono nascosti dietro una macchina. -Siete salvi! Bene!- sussurrò Mothan. -Lieto di rivederti, amico!- aggiunse, rivolto a Julius. Si strinsero la mano, poi indicò l'uomo. -Quello è Armatheon. E' il capo degli Orchi, vuole impossessarsi dei 5 Regni.-

-Avevo in mente un piano...- disse Harriet -Prendiamolo alle spalle.-

- Buona idea! - disse Noran. Si avvicinarono di soppiatto e gli puntarono contro le spade.- Bene, bene... Vi siete liberati..- mormorò l'uomo. Fece cenno ai suoi Orchi di essere pronti alla battaglia. Poi posò lo sguardo su Harriet. - Sei sopravvissuta...-

-Zitto!!- disse lei a denti stretti. -Non glielo hai detto?- domandò lui. Poi si rivolse agli altri: -Dovete sapere che questa ragazza fa parte di un'associazione di fuorilegge, dopo che il suo popolo, il popolo di Heristal, da cui prende nome questo monte, è stato sterminato. Lei è la sopravvissuta, assieme a ....-

-ORA BASTA!!- gridò Harriet, con le lacrime agli occhi. Prima che Mothan la potesse fermare, trafisse Armatheon con la spada. In quel preciso istante, gli Orchi si gettarono sul gruppo.

Durante la lotta, Jane e Armal utilizzarono i loro poteri, combattendo sempre assieme.

All'inizio, il gruppo era in svantaggio a causa della moltitudine di Orchi ma poi, grazie all'abilità di Mothan e Julius, i nemici vennero decimati. Alla fine, i pochi Orchi rimasti se la diedero a gambe. Harriet era ancora scossa per ciò che era accaduto, ma Mothan l'abbracciò dolcemente e le disse: -E' tutto finito, tranquilla... Ora torniamo tutti a casa....-

-Ehi, aspetta un attimo! Chi è il secondo sopravvissuto del popolo di Heristal? - domandò Armal, curioso.

-Io, il padre di Harriet.- rispose Mothan.

-COSA?- esclamò Jane.

-Già, lui è mio padre. E ora vorrei tornare a casa .- rispose Harriet, brusca. Poi si rivolse a Noran : -Non sei male!-

-Grazie!- rispose il ragazzo. I due arrossirono.

Uscirono dalla caverna. Il sole stava tramontando di fronte a loro, tingendo di rosso la valle. Jane e Armal si abbracciarono, poi il gruppetto salì su Kerhos che prese il volo alla volta di una nuova avventura. 

 

NOTE DELL'AUTRICE: hey, gente, come butta? Come già detto, questa storia sarà una schifezza, ma si è beccata un bel 9! Come al solito, ringrazio Fantasy Heart per l'aiuto e per averla come amica!! :-) Un saluto, mi raccomando, aspetto le vostre recensioni!
   
 
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