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Autore: BlackPaperMoon    08/02/2015    5 recensioni
Un gioco iniziato per caso, un modo per diradare la noia, fa in modo che i sentimenti dell'albino e quelli della giovane meister si diano libero sfogo senza più alcuna restrizione. L'atteggiamento spavaldo di Maka e un bel po' di ormoni di troppo trasformano un semplice incidente domestico in una serata... Un po' troppo calda.
Dal testo:
"Dottor Evans...Si, mi piace come suona. D'ora in poi io sarò il Dottor Evans e tu sarai la signora Albarn."
"Per favore, manco fossimo all'asilo."
"Esatto, infatti questo gioco é vietato ai minori di diciotto anni."
"Tu guarda che disdetta, io ne ho solo sedici! Che gran peccato...Eh?"
"Si ma per te e solo per te faremo un'eccezione.~"
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maka Albarn, Soul Eater Evans | Coppie: Soul/Maka
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Un rumorosissimo tonfo provenì dal salotto dell’appartamento, facendo drizzare a tutti le orecchie.
 
《 AHI! 》
 
Mugugnò lamentosamente Maka, non facendo altro che far preoccupare maggiormente il suo partner che di rimando si era affacciato dalla cucina, indossando il suo solito -falso- atteggiamento indifferente. La shokunin se ne stava adagiata sul pavimento, a carezzarsi il fondoschiena con quell'espressione dolente tatuata sul viso. Di fianco a lei la sedia rovesciata e un paio di libri giacevano per terra, facendole compagnia. Sollevò un sopracciglio con fare perplesso, dinnanzi a quella scena.
 
《 Che male... 》
 
《 Cos'è successo? 》
 
La bionda sollevò il viso, incontrando i suoi occhi cremisi indagatori. Esibì poi un sorrisetto misto tra l'imbarazzo e il dolore.
 
《 Eheheh.. Stavo prendendo un libro e sono scivolata dalla sedia... 》
 
Ammise, grattandosi la nuca e allargando il suo sorrisetto colpevole, rendendosi inconsapevolmente più adorabile agli occhi di Soul.
 
《 Che stupida... 》
 
Sospirò l’albino tra i denti, sghignazzando per prenderla in giro e ficcandosi le mani nelle tasche. Quel suo atteggiamento le fece gonfiare le guance con fare indispettito.
 
《 EHI! 》
 
《 Dai, alzati. 》
 
Interruppe sul nascere quella ramanzina, tendendole la mano e facendole spalancare leggermente le iridi verdastre. Rimase a fissarla tesa di fronte a se per qualche secondo, prima di afferrarla con decisione e aiutarsi con essa per farsi leva e sollevarsi da terra.
 
《 Ahi ahi... 》
 
Continuò a lamentarsi, reggendosi una natica con la mano destra e stando attenta a tenete la gonna giù per non esibire la sua biancheria. Eppure nonostante i suoi sforzi, l'attenzione di Soul venne catturata comunque da quella sottana eccessivamente corta. Un rivolo di bava discese dal lato destro della sua bocca, sulle quali labbra si accese un sorrisetto piuttosto perverso. Tutta la sua preoccupazione per la salute di Maka si tramutò improvvisamente di fronte alla possibilità di stuzzicarla e divertirsi un po', tanto ghiotta da non poter proprio essere ignorata. Aveva già perfettamente in mente cosa fare, e ogni reazione della ragazza l'avrebbe fatto certamente morire dal ridere. Beh, se prima non avessero ceduto lui e i suoi capillari deboli, di fronte a quel corpo le cui urla venivano soffocate da quei vestiti sciatti.
 
《 ...Dove ti fa male, esattamente?~ 》
 
Intonò con quell'insolita cantilena perversa, tenendo gli occhi puntati sul suo fondoschiena.
 
《 Vedi, esattamente qu--! 》
 
Si bloccò improvvisamente, rendendosi conto in ritardo del reale motivo per cui era sorta quella domanda. E lei che gli stava perfino indicando il punto che le doleva maggiormente.
 
《 ...Ma che problemi hai?! 》
 
Gli chiese in tono sorpreso, coprendosi in modo da rendere invisibile il proprio fondoschiena ai suoi occhi accesi da una luce diversa. La guardava in modo strano, diverso dal solito. E ciò la fece crollare nel dubbio e nel turbamento più assoluti, poiché non era abituata a certi commenti e comportamenti, specie da parte sua. Soul esibì un altro dei suoi sorrisetti perversi, squadrandola da capo a piedi. Era rossa come un peperone per l'imbarazzo, e ciò non faceva altro che indurlo maggiormente in tentazione. Quegli occhi... Quei dannatissimi occhi verdi perplessi e confusi.
 
《 Nessun problema in particolare. 》
 
Ammise, passandosi una mano fra i capelli albini.
 
《 Oggi gira così. 》
 
《 Beh, gira male. 》
 
Commentò lei per tutta risposta, mostrandosi sostenuta, seccata e fredda come era solita fare di fronte a certi comportamenti. Anche se la cosa la coglieva del tutto impreparata. Probabilmente derivava dal fatto che Blair non era in casa e Soul non sapeva dove sbattere la testa per sfogare i propri ormoni impazziti. Ma le cose non stavano esattamente così.
 
《 Spero non mi sia uscito qualche orrendo livido violaceo... 》
 
Riprese, cercando di cambiare discorso e finendo per toccare un tasto che gli avrebbe permesso di fare commenti ancora peggiori di precedenti.
 
《 Vuoi che controlli io?~ 》
 
Affermò, sollevandole la gonna ancor prima che lei avesse il tempo di rispondere e trattenendo a stento il sangue dal naso. Lei, dal canto suo, nemmeno si era resa conto che fosse finito alle sue spalle. Rimase interdetta per qualche istante, sbattendo le palpebre come a volersi convincere che quello spiffero che proveniva da sotto la sua gonna era dovuto senz'altro a una motivazione differente. Ma quando effettivamente vide le mani dell'albino reggere la sottana, d'istinto gli mollò una gomitata fatale al basso ventre, rossa come non lo era mai stata nella sua vita.
 
《 C-CHE ACCIDENTI FAI. 》
 
Sbottò, abbassandosi d'istinto il lembo del suo capo d'abbigliamento, mentre lui, dopo essere sbiancato completamente, si accasciava a terra reggendosi la bocca dello stomaco.
 
《 SEI IMPAZZITO PER CASO?! 》
 
Che cosa gli prendeva tutto a un tratto? Non si era mai comportato in quel modo con nessuna ragazza, figuriamoci con lei, così povera di forme e sex appeal da apparire arida come il deserto. Soul non la pensava esattamente come lei, invece. Ciò che lo spingeva a comportarsi in quel modo erano i suoi dannatissimi ormoni trattenuti per troppo tempo. Era da una settimana e passa che Maka non faceva altro che sbatterli –inconsapevolmente- in faccia la sinuosità del suo corpo. Quelle dannatissime gambe lunghe, lisce e snelle… Ok, perfino con quella gonna eccessivamente corta erano visibili, ma ad indurlo maggiormente in tentazione erano quei maledetti pantaloncini che indossava solamente in casa che STRINGEVANO ISINTENTEMENTE SU QUELLA MERAVIGLIA DI NATICHE. Accidenti a lei, perché per uscire di casa si vestiva come una nerd e tra le mura domestiche a momenti andava in giro in biancheria? Una volta si era perfino permessa di pulire casa indossando solamente una maglietta lunga ce le copriva a malapena il principio della coscia. Stava scherzando col fuoco, la ragazzina. Non ce la faceva più a guardarla e a fingere che ciò che vedeva non le piaceva affatto. Doveva sfogarsi in qualche modo, e aveva trovato l’occasione giusta per farlo.
 
《 M-mi hai fatto malissimo, sai? 》
 
Mugolò lamentosamente con un filo di voce, giacendo ancora sul pavimento in preda al dolore più assoluto. Lei gli lanciò uno sguardo di sufficienza, girando il capo verso la parte opposta rispetto a lui con fare offeso, le braccia incrociate sotto il petto.
 
《 Ti sta bene. Così impari a fare il cretin-! LA SMETTI DI GUARDARMI SOTTO LA GONNA?! 》
 
Sfruttando la sua posizione, la falce si mise a fissare la biancheria della sua partner al di sotto della sua sottana, con quel rivolo di sangue ancora a sgorgargli abbondantemente dalle narici, il tutto incorniciato da quell’espressione idiota e imbambolata a solcargli il viso. La bionda fece per tirargli un calcio in pieno stomaco, esattamente nello stesso punto in cui l’aveva colpito in precedenza. Ma Soul le afferrò prontamente la gamba prima che potesse colpirlo, seguendo la lunghezza di quest’ultima per sollevarsi da terra. Il suo sorrisetto perverso illuminava i suoi lineamenti, contornando quegli occhi accesi di desiderio. La bionda fece un passo indietro, voltandosi di spalle e scampando chissà come a quella presa tanto salda. Solamente pochi istanti dopo la mano della falce, senza che la shokunin potesse accorgersene, volò sulla natica destra della bionda, assestandole una leggera tastata. Quel sorriso perverso si allargò maggiormente, mentre il sangue scendeva copioso dalle sue narici e gli occhi cremisi si accendevano di un rosso intenso.
 
《 Le fa male qui, signorina Albarn? ~ 》
 
Sussurrò al suo orecchio da dietro, mentre lei ancora stava di spalle.
 
《 NGH--! 》
 
Non ci mise molto a spalancarli con fare allibito, avvertendo quella mano stringersi intorno al suo fondoschiena. Rimase interdetta ancora per qualche secondo, prima che un rossore violento le invadesse completamente il viso, dalla punta delle orecchie fino a quella dei piedi. Una scarica elettrica partì dal punto violato, fino ad invaderle completamente tutto il corpo. Istintivamente, si voltò in malo modo, rifilandogli una seconda gomitata, stavolta sul naso. Tra l’altro era proprio quella la parte che le faceva male…
 
《 … LEVAMI LE MANI DI DOSSO, ORA. E SMETTILA DI PARLARE COME SE FOSSI UN DOTTORE. 》
 
Sbottò in preda alla rabbia e all’imbarazzo, celando che infondo infondo la cosa non le sia dispiaciuta poi tanto.  Non accettava lei stessa il fatto di desiderare ardentemente quelle mani su di lei, si faceva ribrezzo da se solamente a pensarlo. Soul, dal canto suo, cadde rovinosamente a terra, creando ancora quella voragine di distanza tra loro due che prima pareva aver distrutto. Il sangue dal naso, se prima era dovuto al sinuoso corpo della bionda, ora cadeva copiosamente dalle sue narici per colpa del colpo subito. Eppure, nonostante gli avesse inflitto un male cane, continuava a sghignazzare divertito della situazione. Ciò non fece altro che accrescere la rabbia di Maka.
 
《 Dottore, eh? Se tu fossi la paziente farei anche il ginecologo. 》
 
Si lasciò sfuggire, mentre era intento ad asciugarsi con la manica della felpa il sangue dal suo povero e dolorante naso, non facendo altro che peggiorare la situazione.
 
《 TI SPACCO IL CRANEO A SUON DI LIBRI, PIANTALA! 》
 
Gli rispose di rimando, sempre più rossa e irritata da quel comportamento strano. Intanto il ragazzo aveva assunto un’espressione pensierosa.
 
《 Dottor Evans… Si, mi piace come suona. D’ora in poi io sarò il dottor Evans e tu sarai la signora Albarn. 》
 
《 Per favore, manco fossimo all’asilo. 》
 
《 Esatto, infatti questo gioco è vietato ai minori di diciotto anni. 》
 
La bionda schioccò le dita, adottando il suo tono ironico.
 
《 Tu guarda che disdetta, io ne ho solo sedici! Che gran peccato, eh? 》
 
Se s’illudeva di scamparla così, aveva sbagliato i suoi calcoli.
 
《 Si, ma per te e solo per te faremo un’eccezione. ~》
 
La meister sbuffò sonoramente, girando il capo ormai abbonato al colore rosso dalla parte opposta rispetto a lui. Grave errore poiché solamente qualche minuto dopo si accorse che il suo partner aveva cominciato ad avanzare rovinosamente verso di lei. Inghiottì nervosamente la propria saliva, prima di cominciare a indietreggiare di rimando. Tutto ciò fin quando non arrivò sfortunatamente a incontrare il muro con la propria schiena. In trappola, senza via di fuga. E ciò permise a Soul di raggiungerla immediatamente.
Cominciava ad allarmarsi per il suo atteggiamento. Il modo in cui la guardava non le piaceva affatto. Il ragazzo arrivò a un passo da lei, facendo insinuare con insistenza il suo fiato caldo sul collo della bionda. Maka serrò gli occhi con forza, mentre il suo viso si colorava di rosso. Tremava non sapendo cosa l’aspettasse, e questo non lo sopportava. Debole di fronte ai suoi occhi, ancora.
 
《 Maka… 》
 
Sibilò sinuosamente, mentre lei abbassava il capo sempre più imbarazzata.
 
《 Scherzi e malizia a parte, dovremo proprio controllare che tu non ti sia fatta male. 》
 
Sentenziò, tornando serio e anzi distaccandosi lievemente da lei, non facendo più pressione col suo corpo sopra il suo. La bionda aprì gli occhi, distendendo i muscoli facciali, lievemente sollevata.
 
《 …Dovremmo? 》
 
Precisò, come a volergli dire che il plurale non ci stava a fare niente.
 
《 Dovrei, semmai! 》
 
Puntualizzò risoluta, assopendo l’imbarazzo provato in precedenza, mentre lui si insinuava le mani nelle tasche e fissava altrove.
 
《 Eh no, è un punto in cui non ti puoi curare bene da sola. Quindi ti serve per forza il mio aiuto. 》
 
Rivolse nuovamente lo sguardo verso di lei e nel vedere l’espressione che aveva assunto il suo viso dovette sforzarsi per non scoppiare a ridere nuovamente. Quelle guance rossissime, quegli occhi verde brillante spalancati e quei capelli drizzati manco fossero il pelo di un gatto arrabbiato gli facevano venire ancor più voglia di… Di…
 
《 ….E sia. Ma niente scherzi o ti tiro non un libro, ma l’intera mensola con le mie enciclopedie in testa! 》
 
Patti chiari, amicizia lunga. O accettava le sue condizioni, o lei da lui non si faceva sfiorare nemmeno con un dito. Soul emise un sospiro, prima di sciogliersi in un sorriso furbesco.
 
《 Tranquilla, farò piano. 》
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《 … Era necessario che mi togliessi anche la camicia? 》
 
Sussurrò la bionda a denti stretti, con la testa china e lo sguardo vitreo sui cuscini del divano. Inginocchiata sopra di esso con addosso solamente la sua gonna e il reggipetto, Maka si interrogava su come fossero arrivati dalla sua caduta a una situazione simile. Il suo volto era di un rosso acceso, evidente anche a chilometri di distanza. Soul, nella stessa posizione, poco distante da lei, brandiva una crema contro le lesioni e i graffi.
 
《 Certo. Sei caduta anche di schiena, se non sbaglio. 》
 
Dannato Soul, grazie alla risonanza era a conoscenza di tutto. Non gli si poteva nascondere niente, e Maka, che adorava celare dentro di se qualsiasi cosa, con lui si trovava in seria difficoltà a farlo. Gli bastava guardarla negli occhi per capirla, anche se in quell’istante era un po’ difficile vederle il viso visto che si ostinava a tenerlo basso. La shokunin cacciò l’ennesimo sospiro, preparandosi al peggio. Di lì a poco, serrò con forza le palpebre, immergendosi nell’oscurità dell’ignoto. In quello stesso istante il suo partner le cinse il busto nudo con le sue braccia, cominciando ad armeggiare sulla sua schiena col medicinale. D’istinto lei avvolse i propri arti intorno al corpo dell’albino, quasi a volersi reggere. I muscoli si distesero rapidamente, rilassandosi a contatto con quella crema fredda capace di donarle un sollievo fuori dal comune. Soul intanto ammirava estasiato la schiena della bionda. Liscia, chiara, pallida, dotata di quella pelle di porcellana che profumava di buono come il suo intero corpo. Irresistibile, al punto che dovette mordersi con forza il labbro inferiore per trattenersi dall’abusare della sua posizione. Cercò di accontentarsi nel poterla sfiorare, passando con cautela la sostanza sulle ferite lievi e appena accennate. Ma i graffi che bruciano maggiormente sono quelli più piccoli, perché ne avverti il dolore ma non puoi vederli. Vederla rilassarsi al suo tocco non faceva altro che indurlo ancor di più in tentazione. Non doveva cedere, non come la volta precedente. Dannata Maka e il suo corpo seducente messo in risalto solamente in sua presenza, come se lui fosse fatto di gomma. Dannata lei talmente convinta di essere imperfetta e sbagliata da sottovalutarsi in quel modo. Se solo avesse saputo che effetto mostruoso gli faceva, se solo fosse stata a conoscenza delle volte in cui si era mangiato le unghie per resisterle.
Quei pensieri fastidiosi gli avrebbero dato alla testa. Senza pensarci due volte, mentre lei si accoccolava maggiormente fra le sue possenti braccia, Soul fece penetrare con delicatezza una mano all’interno della gonna della bionda, abbassandola di poco. Avvertì un leggero tepore sulla sua spalla destra, il viso della sua partner doveva essersi colorato di rosso. Ogni muscolo del suo corpo venne bloccato da una forza sconosciuta, dinnanzi a quella visione. Quella CELESTIALE visione.  Il sangue dal naso cominciò a scendere copioso dalle sue narici, stappandole manco fosse il tappo in sughero di uno spumante a capodanno. Quelle natiche perfette… Che accidenti di fondoschiena si ritrovava?!
 
[E smettetela di tentarmi in questo modo!]
 
《Soul… Tutto bene? 》
 
《…Credo di aver bisogno di un fazzoletto. 》
 
Commentò senza troppi problemi, tenendo gli occhi puntanti sulle chiappe tonde della bionda e asciugandosi rapidamente naso e bocca con la manica della felpa.
 
《 …Potevi scegliere un giorno migliore per metterti le mutande che ti ha regalato tuo padre. 》
 
Si lasciò sfuggire, provocando una leggera risatina in Maka. Ok, era squallido e pervertito, ma per quanto le costasse ammetterlo le facevano quasi piacere quelle attenzioni e quei commenti. Certo, fanno piacere a tutti, ma mai a chi disprezza fortemente il proprio corpo e si sente improvvisamente dire certe cose da chi ha sempre sostenuto che non fosse poi granché. Poco dopo la falce, inebetito da quella vista per niente spiacevole, scosse il capo per tornare in se. Era esattamente il giorno sbagliato per fare l’apprensivo con Maka.
 
《 Quindi? Ho lividi? 》
 
《 ….Eh? Ah-! S-si, no, i-io… 》
 
[Dannazione, riprenditi.]
 
《 …Si, ne ha uno sulla natica destra, signorina Albarn. Vuole che le indichi il punto preciso?~ 》
 
Proprio non riusciva a stare serio. La shokunin emise un sospiro tirato.
 
《 Che fai, ricominci a fare il dottore? 》
 
《 E chi ha mai smesso? 》
 
Si affrettò a dire, brandendo nuovamente la crema.
 
《 Devo ancora curarti la ferita. 》
 
Improvvisamente, le dita della piccola mano di Maka strinsero debolmente la stoffa della maglietta del ragazzo.
 
《 P-piano… 》
 
Emise in un sussurro imbarazzato.
 
《 Fai piano… 》
 
Intenerito dalla reazione della sua partner, Soul tolse le dita intrise di crema dal contenitore.
 
《 Faccio piano. 》

Ribadì, prima di posarle sulla sua natica destra e cominciare a massaggiare in senso orario sul punto dolente. Lentamente, delicatamente, come se stesse maneggiando un giocattolo nuovo appena uscito dalla scatola, una bambola di porcellana. Maka trattenne con fatica un gemito. Non sapeva se la cosa le regalasse più piacere o dolore, il che era a dir poco sconcertante. Socchiuse gli occhi, aggrappandosi con più foga e forza alla sua maglietta, al punto da fare in modo che Soul si domandasse se le stesse facendo male pur avendo tentato di essere il più delicato possibile. Ma in quel momento gli avvertì distintamente, lievi, timidi, imbarazzati e oppressi senza risultato: quei gemiti di piacere che gli mandarono letteralmente il sangue al cervello. Piano piano, impulsivamente, finì per sdraiarla completamente sul divano. Lo sguardo confuso della bionda, i suoi occhi che brillano di quel verde speranza, peggiorarono la situazione. Avrebbe voluto che lei non lo guardasse in quel modo, Avrebbe voluto che lei non gli facesse questo effetto marcato, avrebbe voluto che amarla non fosse così complicato e avrebbe voluto non avere voglia di farla sua in quell’istante. Ma l’istinto era troppo forte, i suoi sentimenti erano  troppo forti e quel petto che lui stesso aveva preteso rimanesse semiscoperto attirò  la sua attenzione, accrescendo la sua voglia. Non si sarebbe più fatto problemi di alcun genere, si sarebbe comportato come desiderava. Sarebbe bastato che lei dicesse si, voleva sentirle pronunciare una semplice sillaba. Tutto il suo mondo sarebbe potuto cambiare da quel momento in poi, in negativo o in positivo. Maka non era a conoscenza del fatto che stava per avere addosso una responsabilità enorme. Stava per riporre in lei il suo cuore, e lei avrebbe dovuto decidere se spezzarlo o meno. Se solo lo avesse saputo, se solo ciò che stava per accadere le fosse stato espresso a parole, la maister avrebbe avvertito la pressione nell’aria schiacciare il suo debole, gracile corpo seminudo.
 
《Soul cosa.. 》
 
La sua espressione timida e imbarazzata lo trafisse. Non ce la faceva più, non resisteva più. Doveva essere sua. La sua mano cominciò a scorrere lentamente su quel ventre piatto, mentre avvertiva al suo tocco i muscoli di Maka irrigidirsi. La sentiva tremare, si tense come una corda di violino. Non sapeva come interpretare questa reazione, non sapeva se fosse positiva o negativa, ma non c’era più spazio per i suoi mille dubbi in quel momento. Decise di scoprire da se cosa sarebbe successo, in modo del tutto singolare e insolito, confidando nel fatto che se lei avesse voluto fermarlo l’avrebbe. Se lei non desiderava che accadesse, gli avrebbe detto di smetterla. Oh, sperava davvero che lo facesse. Non l’avrebbe mai costretta a fare qualcosa solo per renderlo felice, per appagare la sua sete e i suoi desideri. Conosceva troppo bene la sua partner, al punto da sapere quanto lei fosse strana, complicata, imprevedibile. A suo modo lo era anche lui, sono parecchio simili. A volte rifiutava attenzioni che avrebbe invece voluto, altre volte permetteva che accadessero cose che la distruggevano solo per il bene degli altri. Non sapeva dire se Maka volesse più bene a lui o a se stessa. Ma in cuor suo sapeva che lei non si amava, lei si disprezza. E se non amava se stessa, avrebbe mai potuto provare qualcosa per lui? Mentre s’interrogava su questo fatto, la sua mano giunse fino alla meta, passando sotto la stoffa del reggipetto e stringendosi delicatamente intorno al suo seno. Piccolo, rotondo e morbido. Le sue narici cedettero di nuovo, mentre gli occhi della bionda si strabuzzavano increduli e il suo viso prendeva fuoco. Senzatette… Sisi… Peccato che la senzatette lo stesse facendo impazzire. Dannatissima Maka.
 
《 …Fammi sentire come ti batte il cuore. ~》
 
Interruppe il silenzio con una punta di ironia, quasi a voler smorzare la tensione. Lei rivolse prima lo sguardo neutro verso la mano che violava la sua intimità, poi verso di lui.
 
《 …Quello non è il cuore. 》
 
Sentenziò secca e risoluta. Nessun Maka-chop ne colpo di alcun genere… Allora forse… Un sorrisetto perverso si accese nuovamente sul volto dell’albino, mentre saliva addosso alla sua partner senza togliere la mano dal luogo proibito. Poggiò quella libera sulla sua spalla e la fece scivolare lentamente verso la schiena, come a chiedere alla sua partner il permesso di procedere. Quest’ultima, come di riflesso, inarcò la schiena permettendo la discesa della mano. Quello sguardo imbarazzato e incerto rendeva tutto più eccitante, più invitante. La voglia di sporcare quell’anima pura era immensa. Arrivata al principio di quel fondoschiena lievemente scoperto, la mano di Soul si strinse intorno alla natica sinistra della sua partner, piano, lentamente. Ella in seguito a quel contatto emise l’ennesimo gemito di piacere, mentre la sua pelle veniva invasa totalmente dai brividi creando una distesa di pelle d’oca lungo la sua cute. Il cuore bramava di raggiungere l’esterno, racchiuso in quella gabbia senza uscita. Era così dannatamente piacevole che s vergognava di desiderarlo ancora, ancora e ancora.
…COS’ACCIDENTI STAVA FACENDO?! Perché stava permettendo che accadesse?!
 
《 SOUL TU-! IO TI…! 》
 
Ma le parole le morirono in gola non appena incrociò i suoi occhi cremisi. Sebbene il desiderio fosse forte in loro, il modo in cui la guardavano era differente da come si aspettava. Ci si vedeva riflessa unicamente lei, come se il resto del mondo non esistesse, non contasse, non avesse importanza. Si sentì quasi inadeguata e in colpa per aver tentato di soffocare ogni sentimento e sensazione che lui le causava. La paura ci blocca sempre, ci impedisce di provare, di seguire ciò che in quel momento desideriamo poiché magari le cose più avanti potrebbero andare male e ferirci a morte. Per paura di soffrire o di far soffrire non muoviamo un muscolo e stiamo a guardare la vita scorrerci dinnanzi agli occhi. Non prendiamo iniziativa e soffochiamo i nostri desideri più nascosti, preferiamo stare muti e non tentare di cambiare la situazione, accontentandoci di ciò che abbiamo perché anche se poco non ci fa soffrire. E finiamo col preferire il rimpianto all’amaro della sconfitta.. Ma cos’è meglio? Vivere col rimpianto di non aver nemmeno tentato, o sorridere sapendo di averle provate tutte prima di dire con sconforto di aver fallito? Non c’era tempo per pensarci. Cosa sentiva in quel momento? Sentiva che lo amava. Il suo essere maledettamente sfuggente e scorbutico assopirsi così all’improvviso solo per lei le sembrava strano e meraviglioso al contempo. Specchiandosi in quella superfice cremisi, comprese che era perché lo amava che gli stava permettendo di fare tutto questo.
《 S-se non la smetti i-io… 》
 
《 Tu cosa? 》
 
Le chiese, in tono di sfida. Lei, che ancora teneva stretta nella mano la stoffa la sua maglietta, la tirò con forza facendoselo piombare addosso senza preavviso. Le labbra di Soul finirono esattamente dove lei desiderava, contro le sue. Lo baciò d’istinto, con foga, come se aspettasse quel momento da decenni. Lui rimase con gli occhi spalancati, non capendo inizialmente cosa fosse successo, ma avvertendo una sensazione strana riscaldargli lo stomaco. Si sentiva così… Dannatamente bene. Come fosse possibile che quella che tutti giudicavano una ragazzetta insulsa gli procurasse emozioni tanto forti ancora non se lo spiegava, ma non gli importava. Ricambiò quel bacio con la stessa passione con cui lei lo aveva iniziato, facendosi di lì a poco spazio tra le sue labbra per far danzare le loro lingue e avvertendo il forte desiderio di continuare a tastare la sua pelle. Ne approfittò per stringere leggermente la mano ancora intorno al suo seno, di cui ormai si era impossessato e lei gemette contro le sue labbra, ansimando.
Meraviglioso.
Di lì a poco, l’altra mano si strinse intorno alla natica destra ancora una volta, tastandola ancora una volta lentamente.
Inarcò ancora di più la schiena, per permettergli di toccarla meglio, per permettersi di far correre liberamente quelle sensazioni lungo la sua pelle. Ed è lì che Soul comprese e sorrise sulle sue labbra, privo di ogni malizia  dimostrata in precedenza. Interruppe a malincuore il contatto con le sue labbra e si chinò appena verso il suo viso per sussurrarle all’orecchio:
 
《 Maka… Rilassati. 》
 
La bionda socchiuse gli occhi, decisa a lasciarsi finalmente andare, prima che le labbra dell’albino potessero premere ancora una volta sulle sue, regalandole nuovamente quella forte sensazione provata in precedenza. Lingue che danzano, corpi che si stringono, vestiti che volano e sensazioni imbattibili. Ci rendono schiavi del piacere queste situazioni strane e inaspettate, non meditate, che non sappiamo mai se le desideriamo o meno fino a quando non ci ritroviamo a provarle in prima persona, ad esserne protagonisti. Le unghie di Maka graffiarono leggermente la schiena dell’albino ormai nuda, spoglia, chissà dove sarebbero andati a finire se avessero continuato a regalarsi quelle attenzioni senza ragionare, lasciandosi solo guidare dall’istinto e dalla passione. Le labbra di Soul si staccarono da quelle della bionda per qualche istante, concedendosi di ammirarla. I capelli sciolti e scompigliati, il viso rosso, la bocca ansimante e la pelle nuda, spoglia, rivestita unicamente di pelle d’oca. Era bellissima, era meravigliosa.
Era sua.
 
《 …Benvenuta nello studio del dottor Evans, signorina Albarn.~ 》
 
Fu l’ultima cosa che disse, prima di baciarla di nuovo con passione, per impedirle di commentare. Prima di ricominciare a invadere il suo corpo con le sue mani come se gli appartenesse.
E in un certo senso, oramai, era così.


  
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