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Autore: Gloria Bennet    08/02/2015    2 recensioni
Bonnie guardò per l'ultima volta il viale di casa Salvatore col cuore gonfio di speranza.
Era talmente leggero che quasi non lo sentiva battere nel petto.
Damon era stato geniale, davvero. Dal momento in cui il garage si era aperto, inspiegabilmente, aveva capito che avrebbe dovuto essere forte ancora, ma per l'ultima volta.
La volta in cui si sarebbe salvata, sul serio.
Troppi mesi erano trascorsi senza che potesse parlare con nessuno, in cui l'unica eco era quella del suo cuore che batteva disperato, sperando che il proprio battito si sarebbe congiunto a quello di un altro, prima che fosse troppo tardi.
SPOILER 6X13
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bonnie Bennett, Damon Salvatore | Coppie: Bonnie/Damon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I will always love you


 

Bonnie guardò per l'ultima volta il viale di casa Salvatore col cuore gonfio di speranza.

Era talmente leggero che quasi non lo sentiva battere nel petto.

Damon era stato geniale, davvero. Dal momento in cui il garage si era aperto, inspiegabilmente, aveva capito che avrebbe dovuto essere forte ancora, ma per l'ultima volta.

La volta in cui si sarebbe salvata, sul serio.

Troppi mesi erano trascorsi senza che potesse parlare con nessuno, in cui l'unica eco era quella del suo cuore che batteva disperato, sperando che il proprio battito si sarebbe congiunto a quello di un altro, prima che fosse troppo tardi.

Era stato troppo tardi, quella mattina.

Quando si era svegliata, aveva deciso di attuare il piano che aveva sempre avuto in testa, negli ultimi tempi. Porre fine a quell'agonia, nell'unico modo possibile, togliendosi la vita.

Era stata una scelta ponderata nelle infinite notti insonni e nei giorni senza sole che l'avevano portata inesorabilmente a trascorrere l'ennesimo giorno da sola, il suo compleanno.

Ricordava fin troppo bene il momento in cui lei e Damon avevano stipulato quel contratto di morte.

 

Damon, non sei costretto a finire tutte le bottiglie di alcool della casa” esclamò lei, alzando gli occhi al cielo mentre il vampiro tracannava l'ennesima bottiglia.

Esiste un supermercato e non c'è neppure personale, quindi potrò sempre rifornirmi e gratuitamente, per giunta”

E la mia tolleranza dove la metti?”

Damon la guardò, senza capire.

Tollero già a fatica il Damon sobrio, se poi è anche ubriaco, la situazione potrebbe diventare insopportabile per me.”

Ah ah ah”

Lui le si avvicinò e le porse la bottiglia.

Vuoi favorire anche tu?”

Bonnie lo spinse via, scoppiandogli a ridere in faccia.

Neanche morta. Specialmente non dalla bottiglia che è entrata a contatto con le tue labbra.”

Damon smise di bere istantaneamente. La bottiglia era ancora abbastanza piena.

Se ci dovessimo stancare di vivere nel mio inferno personale e decidessimo di farla finita, credo che sia giusto berci questa bottiglia, prima di morire.”

E perché dovremmo farlo?”

Perché morire può essere anche divertente se si è ubriachi.”

Bonnie si perse nella convinzione perversa dei suoi occhi blu e non poté fare a meno di sorridere.

E come faremo a distinguere questa bottiglia dalle altre?”

Damon sparì dalla sua vista e, quando si girò per vedere dove fosse, vide che era finito in cima alla libreria e stava lasciando la bottiglia lì.

Questo sarà il posto della bottiglia brindamorte.”

Scese dal mobile e si avvicinò ancora a lei. Le porse la mano, Bonnie gliela strinse.

Non era molto convinta del piano di Damon.

Lei non si sarebbe mai uccisa, ma ammetteva che quell'atteggiamento era tipico di Damon e, forse, trascorrendo tutto quel tempo insieme a lui, anche lei, alla fine, avrebbe desiderato farla finita.

In fondo, anche lui poteva avere delle buone idee.

Sentì uno strano brivido nel momento in cui Damon ricambiò la stretta con forza e sicurezza.

Arrossì per un istante e prese un foglio e una penna dal mobiletto.

Mettiamolo per iscritto. Non mi fido di quello che dice un vampiro ubriaco.”

Damon fece il suo solito sorriso sghembo.

La tua saccenza è uno dei motivi per cui sei la mia compagnia meno preferita.”

Bonnie gli porse la penna e guardò Damon concentrarsi a elaborare un pensiero di senso compiuto e a metterlo sulla carta. “Ci vuole l'h lì” disse.

Lui le fece la linguaccia e lasciò che Bonnie scrivesse di sua mano il contratto, limitandosi a firmarlo e a pensare a quanto fossero geniali le sue idee, anche e soprattutto da ubriaco.

 

Era l'ultima volta in cui Bonnie vedeva quei dannati alberi, tutti intorno alla tenuta dei Salvatore.

Li guardò, sorridendo. Come non faceva da mesi, ormai.

Da quando Damon se n'era andato.

Era così stupido, eppure così geniale, a volte. Non sempre, naturalmente.

Damon poteva avere anche qualche idea brillante, ma la maggior parte del tempo restava un idiota.

Quanti giorni aveva trascorso, vagando a piedi per Mystic Falls?

Non aveva usato molto la Camaro di Damon perché, se si fosse spostata sempre in auto, poi non avrebbe più avuto nulla da fare.

Camminando, invece, riempiva il suo tempo di pensieri che si scandivano, che si delineavano nella sua testa e l'accompagnavano lungo il ciglio della strada.

Adesso, poteva guidare a testa alta, scrutando l'orizzonte davanti a sé.

Un orizzonte stranamente ricco di nuove possibilità e, forse, di nuovi inizi.

Era tutto davanti a sé, quello che aveva desiderato per tutto quel tempo dentro di sé, finalmente, stava per diventare reale.

Non poteva trattenersi dal sorridere e pensò che, anche l'ultima volta in cui aveva sorriso davvero, l'aveva fatto dopo aver pianto.

L'ultima sera, prima che Damon se ne andasse, avevano rivisto, per l'ennesima volta, “The Bodyguard”.

 

Non dirmi che quello che sto vedendo è reale!” esclamò Damon, voltandosi verso di lei.

Bonnie era seduta sul divano, lui aveva il fondoschiena adagiato sul suo tanto amato tappeto.

Lei non gli rispose, era troppo impegnata a piangere.

Damon la guardò e il suo sguardo passò dal disappunto allo stupore perché, nonostante avessero visto quel film moltissime volte, Bonnie continuava a emozionarsi, ogni volta.

Non aveva mai conosciuto una persona altrettanto sensibile e umana.

Umana a tal punto da essere così empatica da stare male, anche se dei personaggi stupidi e finti soffrivano in un film altrettanto stupido e finto.

Lui lo trovava estremamente divertente, ma se le prime volte in cui l'aveva visto, non aveva esitato a coprire i singhiozzi di Bonnie con le sue risate, col tempo, aveva smesso di ridere e aveva iniziato a stare in silenzio e ad ascoltare il pianto della strega, con rispetto e devozione.

Bonnie continuò a piangere sulle note di “I will always love you” di Whitney Houston.

Damon la guardò, meravigliato come la prima volta, e sempre guardandola (senza che lei ci facesse caso, concentrata com'era a commuoversi), iniziò a canticchiare.

Dire che era stonato è un eufemismo, continuò a cantare finché Bonnie non distolse lo sguardo da Kevin Costner e lo posò su di lui.

Fu un istante eterno in cui smise di piangere, scoppiò a ridere e poi sgranò gli occhi, mentre quelli di Damon erano l'unica cosa che riuscisse a vedere.

Mentre stonava sulle note della canzone, mentre diceva “I will always love you”, guardandola fino in fondo all'anima, le sembrò davvero che fosse sincero e non poté fare a meno di sorprendersi per come si sentiva meglio. Gli sorrise.

Vorrei piangere perché stai rovinando una canzone bellissima, ma riesco solo a sorridere.” disse.

Damon smise di cantare.

Perché io riesco a farti sorridere, BonBon.”

Dentro di sé, Damon era orgoglioso di essere riuscito a farla smettere di piangere e Bonnie, dal canto suo, era sconvolta per come certe parole “sbagliate” suonassero benissimo cantate da Damon, cantate per lei.

 

La strada scorreva sotto di lei, trascinandosi dietro quei ricordi allegri e luminosi.

Ora che stava per dire addio al 1994, si sentiva più sollevata che mai.

Quei ricordi sarebbero sempre stati con lei, avrebbe cercato di rimuovere i momenti bui trascorsi da sola, ma non quelli passati in compagnia di Damon.

Perché quelli erano stati la parte migliore della sua permanenza nel 10 maggio del 1994.

Non avrebbe mai smesso di ricordare come il suo rapporto col vampiro era cambiato a tal punto da farla sorridere, al solo pensiero, e da farla sacrificare, solo qualche mese prima, per potergli consentire di tornare a casa.

 

La voce di Damon sembrava provenire da una distanza lontanissima da lei.

Nonostante questo, riusciva a sentire distintamente le sue parole

Ed ecco qua la bella addormentata nel bosco, o meglio, la bella sonnambula del 1994, Bonnie Bennett. Sta russando, grazie al cielo! Se non fosse così, la sentiremmo blaterare strane formule magiche in latino...”

Bonnie spalancò gli occhi, consapevole che non sarebbe stata felice di quello che avrebbe visto.

Svegliarsi, vedendo Damon, già non era positivo, ma se poi teneva tra le mani la sua preziosa videocamera e girava video che avessero lei dormiente per protagonista, era anche peggio.

Damoooon!” gli urlò. “Esci di qui, sto cercando di dormire! E comunque è sonniloquio quando uno parla nel sonno.”

Damon scoppiò a ridere, continuando a registrare.

Vuoi che i nostri telespettatori pensino di avere a che fare con una strega psycho? Già sanno che parli nel sonno, non peggiorare ulteriormente la tua reputazione!”

Bonnie lo guardò, arrabbiata, attraverso la telecamera.

Prese il cuscino e lo lanciò contro la testa di Damon, che, sfortunatamente, lo schivò.

Ho dimenticato di dire che la sonnambula del 1994 è anche estremamente aggressiva! Può essere molto violenta anche di prima mattina.”

Bonnie si alzò dal letto, scalza e infastidita, e sbatté il cuscino addosso a Damon ripetutamente.

La telecamera gli cadde di mano, atterrando sul letto.

Stavo scherzando, Streghetta. Cercavo solo di movimentare un po' la situazione.”

Lei lo guardò male. “Adesso mi costringi a vendicarmi.”

Damon la guardò con gli occhi luccicanti, adorava quando la situazione si complicava, specialmente con lei.

Bonnie lo spinse sul letto e gli rovesciò la bottiglia d'acqua, che c'era sul comodino, addosso.

Lui si finse profondamente offeso, mentre continuava a fare la sua smorfia da vampiro super affascinante.

Avrei preferito fosse bourbon”

Ma così ti saresti macchiato i vestiti e nessuno vuole che Damon Salvatore abbia macchie indelebili su quei bei vestitini attillati.” “

Damon Salvatore sta molto meglio senza vestiti, però.”

Bonnie arrossì mentre si ritrovò, senza volerlo, a fissare la maglietta bagnata appiccicata al suo corpo.

Per fortuna non avrò mai modo di vederlo.”

Lui si rialzò e tolse la maglietta, gettandola ai suoi piedi.

Ci vediamo a colazione, BonBon.”

Suppongo che tu non abbia intenzione di riprendere la maglietta.”

Damon le fece l'occhiolino.

Te la lascio, così puoi sognare il proprietario mentre te la stringi al petto di notte.”

Bonnie scoppiò a ridere.

Modestia Man, taci e vai a prepararmi i pancakes!”

Damon le sorrise e lei gli fece una smorfia simile alle sue e si ritrovò a pensare che avrebbe sempre amato risvegliarsi con qualcuno al suo fianco, magari non come Damon, ma qualcuno che ci fosse e non la facesse mai sentire sola. Avrebbe anche potuto amare una persona del genere.

 

Sembrava che stesse guidando da secoli, ormai.

Era trascorso un giorno, ma non era stanca.

Non avrebbe chiuso occhio, non ora. Non quando stava per uscire dal purgatorio di Kai, quello in cui lei era rimasta prigioniera, contro ogni possibile previsione.

Guardò sul sedile posteriore lo zaino che aveva preparato.

C'erano i vestiti più belli del 1994, la maglietta grigia di Damon, la videocassetta di “The Bodyguard” e il grimorio di sua nonna. Gli unici oggetti che si sarebbe portata a casa, nella Mystic Falls del presente.

Quando scorse, in lontananza, il cartello con scritto “Welcome to Nueva Scotia”, accelerò.

Come avrebbe fatto Damon, come avrebbe fatto chiunque altro, al suo posto.

E non smise di farlo finché non superò il cartello e, solo allora, si permise di sorridere ancora.

Si fermò.

Scese dalla Camaro e guardò il cielo che si estendeva dinanzi a lei a perdita d'occhio.

Il sole stava per tramontare in quel 10 maggio 1994, ma non sarebbe tramontato per davvero, non dentro di lei.

Perché lei, Bonnie Bennett, Sonnambula del 1994, stava tornando a casa.

E Damon Bastardo Salvatore si era rivelato più utile del previsto.

Era stato un genio, ma era stato molto più di questo e dentro di sé lo sapeva.

Al suo ritorno, ogni cosa sarebbe cambiata.

Il sole non sarebbe più tramontato nei suoi giorni perché lei, lei avrebbe fatto in modo che non accadesse.
Non avrebbe mollato più.

Sarebbe stata forte, come diceva sua nonna, e avrebbe lottato un po' di più per se stessa e un po' meno per gli altri.

E, per prima cosa,  sarebbe corsa ad abbracciare Damon e gli avrebbe cantato “I will always love you” per mostrargli che sapeva cantare meglio di lui.

E, pur avendo finito la sua tanto preziosa bottiglia di bourbon, gli avrebbe detto di scegliere un nascondiglio migliore la prossima volta, un nascondiglio che lei non sarebbe riuscita a raggiungere, nel caso in cui avesse avuto ancora voglia di uccidersi.

Avrebbero litigato e si sarebbero amati un po' di più.

Perché quello era il loro modo di amarsi, e sempre lo sarebbe stato.


 

A/N

Avevo bisogno di scrivere su di loro, dato che è trascorso un po' di tempo dall'ultima volta che l'ho fatto.
Ho sempre pensato che Kat fosse un'attrice straordinaria, ma nell'ultimo episodio, è riuscita ugualmente a sorprendermi ;)
Spero che questa storia vi sia piaciuta, ma se siete arrivati fin qui, credo che l'abbiate apprezzata al punto da continuare a leggerla!
In ogni caso, mi farebbe piacere sentire la vostra opinione.
Il titolo, naturalmente, viene dalla canzone colonna sonora del film "The Bodyguard".
Un film che mai avrei pensato avrebbero associato al Bamon, invece sì!
Speriamo sia di buon auspicio (:
Buona serata e un abbraccio,
Gloria

 

   
 
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