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Autore: TheDoctor1002    09/02/2015    9 recensioni
I Marines hanno appena inflitto un pesante colpo ad un'isola remota e poco frequentata della Rotta Maggiore. È qui che Shanks fa un incontro insolito e straordinario.
Genere: Dark, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Shanks il rosso
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Guardo quelle barche bruciare lontano, le mani nelle tasche. Tutti stanno piangendo, nessuno vuole davvero parlare o dire qualcosa: chiunque aveva almeno un amico in quell'ammasso di corpi. 
Volgo lo sguardo su quello spettacolo ancora una volta, cercando di ricordare quanti più volti e nomi possibili, senza unirmi mai alla folla, restando in disparte. 
"Osservi la morte danzare, Essere Impossibile?" chiede il rosso, avvicinandosi a me. Credevo che fosse anche lui nel corteo funebre. Forse detesta gli addii, forse ha già pianto tutte le lacrime che aveva, forse non ha perso nessuno. "Certo che deve sembrare davvero patetico, non è così? Tutti muoiono e tu resti lì. Tutti hanno qualcuno a compiangerli tranne te." 
"Non credo tu sappia molto di immortalità." Constato gelida come il freddo mare del nord che chiude su quattro lati le scialuppe di legno decorate di fiori selvatici e drappelli di stoffa. "Dopo tutto questo tempo, non fa più così male." 
"Ci hai fatto l'abitudine?"
L'aria fredda che sale dal mare non porta più con se l'odore della salsedine, ma quello della carne dei guerrieri divorata dalle fiamme di frecce scoccate dagli ultimi parenti a loro rimasti. 
Un soffio di brezza sposta i miei capelli bianchi, pungendomi le guance e gli occhi scuri. 
"L'abitudine, dici? No. Quella non riesci mai a fartela. Sono secoli che ci provo, che mi dico che sono solo umani, che era inevitabile. La verità è che è come una malattia cronica. La prima volta senti i sintomi e fa talmente male che pur di farlo finire ti strapperesti il cuore dal petto. Ti senti morire e hai solo paura, nient'altro che una paralisi totale. Ti salvano, ti curano e stai bene di nuovo, poi torna. Fa ancora male, ma ti ricordi come gestirla e lo fai, tieni duro e aspetti che passi e fai allo stesso modo con ogni ricaduta, sempre, sempre. Ma il dolore resta. Ed è sempre lacerante, corrosivo, estenuante, solo impari a gestirlo. Impari che per toglierti di torno quelle facce piene di commiserazione non puoi fare altro che nascondere il fatto che ti senti morire quando cerchi un volto e sai che non c'è più. Non sono mai solo umani, non sono mai solo mortali, sono frammenti di anima dati in pasto agli avvoltoi. Temo il giorno in cui quei maledetti uccellacci finiranno il loro pasto." 
Shanks mi guarda, non sa che dire. Forse era venuto qui per tirarmi su il morale, forse cercava conforto, non saprei. 
"Rimpiangi di aver mangiato quel frutto?" Domanda infine. 
Per un momento fisso le acque tumultuose del mare, vedo la Rotta Maggiore alla distanza di un palmo dal mio viso. 
"È il paradosso del viaggiatore spazio-temporale: l'eternità a disposizione, ma sai che nessuno sarà al tuo fianco a vederla. Talvolta vorrei semplicemente finisse. Dovrei trovarmi uno svago, partire e andare per mare come te.Sai una cosa? Credo lo farò. Tra qualche anno avranno un gran ciarlare di un certo Rufy, il ragazzo dal cappello di paglia." 
"Rufy?!" Chiede scosso lui, come fosse stato colpito in pieno dalla folgore divina. 
"Certo, Rufy! Lo conoscono tutti, mi farebbe piacere incontrarlo, dev'essere forte. Inoltre, non voglio restare qui ancora per molto. Vedo troppe lacrime ingrossare il mare, non mi fa bene."
"Aspetta!" Mi ferma "Puoi farmi un favore?"
"Se riesco, con piacere"
"Quando incontri Rufy, portagli i saluti dell'uomo del cappello. Lui sa chi sono." 
Io sorrido. Tutti quelli che ciarlano di Rufy conoscono la storia di quel cappello. 
"Certo che lo sa." Rispondo sorridendo "Ora, puoi fare tu un favore a me?"
"Se riesco, con piacere" ribatte lui 
"Quelli della Marina hanno fatto fuori un bel po' di gente che conoscevo" gli dico, sollevando il mento in direzione delle alte colonne di fumo che si sprigionano dalle imbarcazioni date alle fiamme "a me non daranno retta, se domanderò loro di darsi una calmata, ma credo proprio che se glielo chiederai tu ti ascolteranno." 
Il rosso annuisce, confuso, mentre io continuo a sorridere. Dietro le palpebre ho inciso a fuoco il ricordo futuro dell'uomo che con un cenno finì una guerra. Ricordo la voce ferma di lui, i visi attoniti di marines e pirati. "Oh si." Sussurro ancora, prima di gettarmi in un portale per un altro tempo e un altro luogo "Sono certa che ti ascolteranno." 
   
 
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