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Autore: LeoValdez00    09/02/2015    10 recensioni
"Bianca era morta.
E con lei la sua vita"
"Ignorare i demoni, le paure, i sensi di colpa.
Vivere per gli altri, non per sé stessi"
Due ragazzi molto diversi, che forse riusciranno a ritrovare la voglia di vivere...
(ValdangeloFriendship AU College) (Solangelo e Lazel)
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Leo Valdez, Nico di Angelo
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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La morte non era la cosa peggiore.
Nico lo aveva imparato sulla propria pelle.
La cosa peggiore era sopravvivere.
Se nessuno teneva a lui, si poteva davvero parlare di vita?
Bianca era morta.
E con lei la sua vita.
***
Ridere.
Leo doveva solo far ridere.
Ignorare i demoni, le paure, i sensi di colpa.
Vivere per gli altri, non per sé stessi.
A cosa serviva vivere se a nessuno importava davvero di lui?
***
Nico spalancò gli occhi di scatto non appena sentì la sveglia del cellulare, il cuore che batteva ancora all’ impazzata per il sogno che aveva appena fatto.
L’ incidente.
Sempre e solo quello stupido incidente.
Il ragazzo chiuse ancora un secondo gli occhi, passandosi stancamente una mano sul viso, cercando di dimenticare le immagini e le sensazioni di quella maledetta sera, che si ripetevano incessantemente nella sua testa.
Lui che abbracciava da dietro la sorella, mentre questa guidava il piccolo scooter argentato che aveva appena comprato.
La lite di poco prima, che ancora faceva fremere di ira il ragazzino.
“Non sono più un bambino e tu devi imparare ad accettarlo!” le aveva urlato, lacrime di rabbia che gli salivano al viso, mentre Bianca cercava di farlo ragionare.
In quel momento stringeva forte la sorella, per paura di cadere dal motorino a causa del vento e della pioggia, mentre la ragazza si ostinava in un forzato silenzio.
Poi i fari.
I fari di quel camion che non li aveva visti, che non era riuscito a frenare in tempo, che li aveva colpiti e trascinati per metri.
La sorella che gli veniva strappata dalle braccia, la caduta e quel dolore acuto alla spalla.
Quel senso di intontimento, di non riuscire più a mettere a fuoco nulla, di non sentire più alcun suono.
E quella mano.
Quella mano che aveva infine ritrovato la sua e la stava stringendo forte.
“Nico” un sussurro che arrivò nitido alle orecchie del ragazzo, poi solo buio e silenzio.
Il ragazzo sospirò tremante e si decise a trascinarsi fuori dal letto.
Era comunque il suo primo giorno di università.
***
Un braccio colpì con forza il viso di Leo, che si svegliò di soprassalto.
“La mia faccia non è un sacco da boxe se non te ne fossi accorto!” disse ancora mezzo addormentato, trascinandosi fuori dal letto e massaggiandosi il naso dolorante.
Il ragazzo che lo aveva colpito non si degnò nemmeno di rispondergli, si girò solamente dall’ altra parte con uno sbuffo, raggomitolandosi tra le coperte.
“Bene, si comincia molto bene” borbottò Leo ironico, lanciando un’ occhiataccia al fratellastro, che stava iniziando a russare.
Si sedette sul pavimento sbadigliando, chiudendo gli occhi per cercare di far scomparire le immagini del recente incubo dalla sua mente.
L’ incendio.
Sempre e solo quello stupido incendio.
Sua madre che gli chiedeva di aiutarlo ancora un po’ in officina, con il suo solito sorriso contagioso.
E lui che sbuffò e disse quella frase.
“Non ne ho voglia, torno a casa”
Esperanza che, nonostante tutto lo guardava sorridendo, accennando anche ad una risata.
“Ah, questo nin§o che sta diventando troppo grande per prestare attenzioni a sua madre…” scherzò lei, guardandolo comprensiva.
“Va’ pure, Leo, quando torno però stai un po’ con la sottoscritta ok?”
Quel sorriso, quel meraviglioso sorriso che non abbandonava mai le sue labbra.
E poi, non la vide tornare.
E chiamarono a casa.
E la corsa che fece, corse a perdifiato fino alla centrale, continuando a ripetersi che anche se c’ era stato un incendio all’ officina, lei stava bene.
Che sua madre stava bene.
Poi quel poliziotto, la sua espressione, la sua mano poggiata alla spalla di Leo.
E il cuore del ragazzo che sprofondava.
“Mi dispiace molto, Leo… Tua madre non ce l’ ha fatta…”
No, non l’ avrebbe mai più rivista.
Né lei, né il suo meraviglioso sorriso.
Leo si alzò sospirando.
Doveva smetterla di sognare quella sera, doveva andare avanti.
L’ occhio del ragazzo cadde sull’ orologio e lui spalancò gli occhi imprecando.
Era decisamente in ritardo per il suo primo giorno di lezione.



#AngoloDiLeo
*saltella contenta per la sua prima ispirazione AU*
Ora voglio che voi cari semidei siate sinceri con la sottoscritta...
L' idea vi piace e vale la pena continuare oppure lascio perdere?
-LeoValdez00

 

   
 
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