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Autore: Jo The Strange    10/02/2015    1 recensioni
-Vieni con me... - una voce continua a rimbombare nella testa di Merlino. - Io ti condurrò in salvo-
Il ragazzo pensa che sia solo una sua fantasia, eppure è così reale... A chi appartiene questa misteriosa voce? Ad uno spettro? O forse ad un angelo? Emrys è intenzionato a scoprirlo...
Spero di avervi incuriositi!
Genere: Fantasy, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Merlino, Nuovo personaggio, Principe Artù
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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~~In una terra di miti e in un’era di magia, il destino di un grande regno poggia sulle spalle di un ragazzo. Il suo nome: Merlino
Quella notte era scura, scura come non se ne vedevano da anni a Camelot, tuttavia nessuno se ne accorse: il trambusto nel castello era generale e i servi non avevano certo tempo per occuparsi di uno stupido cielo nero.
Solo Merlino parve accorgersene… Il ragazzo scese le lunghe scale di marmo del piano principale del castello per poi dirigersi verso gli appartenenti del medico di corte, Gaius, che lo ospitava. Merlino era esausto per la giornata di lavoro e crollò sul letto, mentre le sue palpebre si facevano pesanti e lo facevano cadere in un lungo e profondo sonno…
Ad un tratto Merlino sentì una voce che lo chiamava: la voce era femminile, leggera nell’aria come un soffio. – Vieni da me…- chiamava la voce – Vieni da me… seguimi… io… ti condurrò in salvo- Il ragazzo decise di seguire quella misteriosa voce, che lo condusse nei luoghi più addentrati della foresta fino a giungere sulle sponde del lago: quando vi giunse, Merlino riuscì a vedere la figura a cui apparteneva quella voce così soave: era una ragazza bellissima, con lunghi boccoli castani e indossava un ampio mantello blu. Al collo portava un amuleto, che però Merlino non riuscì a vedere cosa rappresentasse poiché non c’era luna in cielo quella notte e non riusciva a vedere bene. La ragazza estrasse una gemma da quel gioiello che poi gettò nel lago. 
Appena la gemma toccò l’acqua, ecco spuntare dal nulla una barca con a bordo delle figure incappucciate, avvolti da bagliori argentei: la ragazza misteriosa salì sull’imbarcazione e con un gesto della mano invitò Merlino a salire: - Vieni con me…-
La voce divenne un eco sempre più rado e l’immagine della ragazza sempre più sfuocata fino a quando ad un tratto, Merlino si svegliò, madido di sudore.
“Deve essere stato un incubo” pensò il ragazzo asciugandosi la fronte, poi si riaddormentò.  
Il mattino dopo Merlino fu svegliato da una secchiata di acqua gelida sulla testa: -Ma che diavolo succede?!?!- sbraitò il ragazzo svegliandosi di soprassalto.  –Merlino muoviti!!! Sono quasi le nove e… oh… lasciami pensare… dovevi essere da Artù circa due ore fa- Gaius, il medico di corte e l’unico uomo che aveva avuto cuore di  accogliere Merlino quando era arrivato a Camelot era furibondo: sapeva bene che a volte il ragazzo era un fannullone, ma sapeva anche fin troppo bene che le urla di Artù erano peggio, molto peggio di un secchio d’acqua di prima mattina.
Gaius diede un cestino a Merlino e lo mandò nel bosco a raccogliere della frutta selvatica: almeno poteva stare lontano dalle urla di Artù per un po’.
Giunto nel bosco, il ragazzo iniziò a frugare tra le fronde dei cespugli e degli alberi più bassi: chissà se sarebbe riuscito a trovare qualche mora o dei frutti di bosco…
Stava rovistando ai piedi di un cespuglio molto intricato, quando ad un tratto sentì un urlo.  Merlino si alzò di scatto e corse nella direzione da cui proveniva il grido. Corse e corse fino a quando non giunse in uno spiazzo piuttosto spoglio della foresta dove accasciata a terra vi era una ragazza, ferita.
Mancava poco che Merlino al vedere la fanciulla cascasse a terra morto: era la ragazza del suo sogno! Stesse lunghe ciocche di boccoli castani, stesso mantello blu…  Merlino le si avvicinò cautamente: - Signorina siete ferita? Riuscite a reggervi in piedi? – La ragazza non parlò, ma emise solamente un gemito di dolore mentre cercava di fermare con le mani il sangue che fuoriusciva copioso da una ferita profonda sulla gamba.  Merlino quindi si inginocchiò per cercare di medicarla. – Come vi chiamate? E come vi siete ridotta in questo stato? – La ragazza dapprima parve titubante, tuttavia poi parlò: -Mi chiamo Isla. Stavo attraversando la foresta per ricongiungermi al mio popolo ma sono inciampata in un grosso ramo cadendo su dei rovi. E voi invece chi siete? –
-Oh, io sono Merlino, molto piacere – disse il ragazzo tendendole la mano
-Emrys…- la ragazza parlò a voce bassissima, quasi in un sussurro.
- Solo un popolo mi chiama in questo modo ...voi quindi dovete essere una fanciulla…-  -Druida. Esattamente- concluse Isla mostrandole un medaglione che le pendeva dal collo: aveva il simbolo del Tryskelion, segno di riconoscimento del popolo Druido. Al centro vi era una gemma… ed era esattamente quella del suo sogno…  “ Ma perché la ho sognata? Qual è lo scopo di tutta questa faccenda?” Merlino non sapeva rispondere a queste domande ma al momento non era di prima necessità: ciò che contava era che doveva far medicare Isla da Gaius.
Merlino portò la fanciulla a Camelot, ma quando giunse nella piazza principale del castello si bloccò.
-Merlino!!! Dove accidenti ti eri cacciato!?!?! Sono più di tre ore che non ti vedo e questa mattina non ti sei neppure presentato in camera mia. Esigo una spiegazione… se non vuoi andare nuovamente alla gogna- Artù era furibondo e in effetti non aveva tutti i torti. Poi notò la ragazza che Merlino sorreggeva con le spalle. – Oh… questa fanciulla chi è? Cosa le è capitato? – Isla lanciò un’occhiataccia a Merlino, che il ragazzo intese subito. Doveva trovare una scusa, poiché non poteva assolutamente dire la verità riguardo a lei in quanto sapeva fin troppo bene che Uther Pendragon, re di Camelot nonché padre di Artù da anni ormai intraprendeva una lotta contro la magia e riteneva che il popolo dei Druidi fosse fautore di stregonerie e se avesse scoperto chi era realmente Isla non avrebbe esitato a condannarla al rogo.
-Oh… beh… lei, lei è Isla… è una ragazza…- balbettò Merlino in preda al panico
- Questo lo vedo- rispose Artù corrugando la fronte:  -Bhe, si insomma io, io la ho trovata nel bosco ed era ferita… così ho pensato di portarla da Gaius per medicarla, insomma si…-
Artù annuì: -Bene, Gwen!!! – Una ragazza mora accorse dal principe.
-Si mio signore? – disse facendo una piccola riverenza
-Occupati di lei, preparale una stanza e portala da Gaius.- Gwen prese la ragazza ferita sotto braccio e la condusse nel castello. –E in quanto a te…- continuò puntando un dito contro Merlino – vedi di tornare nel castello a svolgere i tuoi compiti oppure ti darò una lezione che dimenticherai difficilmente-
Il ragazzo annuì e corse verso le stanze del principe.  Nel pomeriggio Merlino decise di andare a fare visita a Isla: bussò alla sua porta ed entrò.
-Oh Emrys che piacevole sorpresa! Prego accomodati! – fece la ragazza indicandogli una sedia. –Ciao Isla, vedo che la gamba sta guarendo… però ti prego di non chiamarmi Emrys qui dentro, rischio la vita- il ragazzo pareva turbato, ma Isla gli sorrise con una smorfia beffarda: - La gamba sta guarendo, grazie. Ma… per quali motivi rischieresti la vita? - 
Merlino divenne paonazzo in volto: -Insomma, diciamo che il re non ama… quelli come me-   -Suvvia smettila di nascondere la tua vera natura! In fondo non è un delitto, non c’è nulla di male e in questo momento siete in buona compagnia- disse Isla facendogli l’occhiolino. Merlino abbassò lo sguardo e la ragazza allora in preda all’imbarazzo della situazione riprese la parola: - Tuttavia, vi capisco… beh, spero che riuscirai ad essere libero di essere chi sei veramente un giorno. E’ stato un piacere parlare con te Emr… volevo dire Merlino- La ragazza fece una piccola riverenza e se ne andò. Merlino rimase imbambolato per qualche secondo: era così bello poter essere davvero se stesso… Ma decise di non pensarci per il resto della giornata.
Quella sera Merlino andò a letto presto, ma nel cuore della notte fu svegliato ancora una volta da quella voce: -Emrys… vieni da me…-  Era la voce di Isla!
Questa volta il ragazzo era sicuro però di essere sveglio e lucido, così balzò in piedi deciso a seguire quella voce.
Uscì dalla stanza, oltrepassò la piazza del castello e si ritrovò fuori dalle mura, all’imboccatura del bosco: lì vide la figura di Isla, candida con indosso il mantello blu che camminava verso la foresta. Seppur spaventato, Merlino decise di seguire la ragazza, la cui voce ormai gli rimbombava nella testa, come un eco.
Quando ad un tratto giunse sulla riva del lago la chiamò a gran voce: -Islaa!!-
Ma ella si girò solamente di sfuggita mentre entrava con i piedi nelle gelide acque del lago e toglieva la gemma preziosa dal Tryskelion e la gettava nel lago.
Proprio come nel suo sogno, in un attimo dal nulla spuntò una barca con a bordo delle figure incappucciate che emanavano bagliori evanescenti: Merlino le scrutò meglio e notò che erano delle fanciulle, belle e leggiadre quanto Isla.
La ragazza salì sulla barca e gridò: - Emrys… Vieni con me… vieni dove non dovrai mai più fingere e potrai essere semplicemente te stesso-
-Ma dove andate? Dove sei diretta? – gridò Merlino dalla riva del lago
-Andiamo ad Avalon! Ad Avalon! Avalon!- la voce di Isla si fece un eco che rimbombava nell’aria in quella notte senza luna…
-Ti prego Emrys seguimi…- lo supplicò la ragazza tendendogli una mano dalla barca
-Non posso farlo…-  sussurrò Merlino con le lacrime agli occhi –Ho ancora tante cose da fare qui. Il mio compito è di restare qui, accanto ad Artù per aiutarlo a realizzare il suo destino. Senza di lui l’Albion non sorgerà mai! –
Merlino non riuscì più a trattenere le lacrime e calde gocce caddero nel lago, formando delle increspature.
-Capisco. Ti auguro di riuscire a raggiungere il tuo obiettivo Emrys. Un giorno ci rivedremo, proprio lì- disse Isla indicando uno squarcio di luce che poggiava proprio sul lago –Ad Avalon… Arrivederci Isla! – sussurrò Merlino.
La barca della ragazza oltrepassò lo squarcio luminoso che in breve tempo sparì, facendo tornare tutto buio. Il ragazzo allora, ancora un po’ scosso e triste per la partenza di Isla ritornò al castello.
Il mattino dopo Gwen andò nella camera di Isla per svegliarla, ma quando vi entrò la trovò vuota. Allora corse da Merlino per sapere se aveva notizie della fanciulla, poiché in camera sua non c’era. Merlino quindi le sorrise dicendole solamente che Isla era partita. Partita per un luogo meraviglioso…
 
   
 
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