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Autore: Ilune Willowleaf    09/02/2005    3 recensioni
Questa è la primissima fanfic che ho scritto, e in effetti risente un po' della forte influenza del fantasy che ha segnato la mia crescita. Perchè Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango e Shippo sono finiti in un mondo tutto diverso, dove vivono le personificazioni del tempo? E cosa devono fare per tornare indietro? Leggete!
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A SNOWY STORY

A SNOWY STORY

Di Ilune Willowleaf

(nota anche come Giulia-chan)

 

Famigerata nota legale

Alcuni personaggi (non certo i migliori) sono i miei, e sono venuti fuori dai recessi della mia mente un po’ stramba e totalmente fantasy e manga-dipendente. I migliori (Inuyasha, Kagome & co) nascono dalla mente della grande regina dei manga, Rumiko Takahashi (ave, somma Maestra, la scrittrice si inginocchia di fronte al tuo genio creativo); tutti i diritti di Inuyasha sono:
Inuyasha manga © 1997 Takahashi Rumiko, Shogakukan
Inuyasha anime © 2000 Takahashi Rumiko, Shogakukan, Sunrise, YTV
per cui…oh, cavolo, è la prima volta che scrivo una roba del genere, per cui, abbiate pazienza, ok? ;-) G-chan

 

Capitolo 1 - sciarpe e berretto nella neve alta

 

Nell’era Sengoku era arrivato il culmine dell’inverno; un soffice strato di neve copriva il villaggio e la foresta, candido e uniforme, segnato solo dalle impronte dei bambini che si rincorrevano nella neve alta, giocando a palle di neve e facendo grandi fantocci bianchi. C’era anche chi, pur non essendo più propriamente un bambino, se la stava spassando un mondo a giocare a palle di neve: Kagome, Sango e Miroku stavano allegramente prendendosi a palle di neve,  mentre Inuyasha, appollaiato su un albero, guardava la scena con una faccia truce. Non che non gli piacesse la neve, anzi, quando era bambino adorava costruire pupazzi, ma il giorno seguente sarebbe stato il novilunio, e lui in quel momento era di cattivo umore: DETESTAVA stare in forma umana!

-Inuyasha, vieni a giocare con noi!- lo chiamò Kagome, dalla base dell’albero.

-Feh! Io detesto bagnarmi con la neve!- mentì l’hanyou, che non aveva nessuna voglia di scendere.

-Ah, davvero?- gli chiese lei.

-Davvero!- le rispose seccato Inuyasha.

-Davvero davvero?- chiese con un sorrisino Kagome, mentre comprimeva qualcosa con le mani, calzate di comode manopole.

-Davvero davvero, creti…- Inuyasha non finì la frase: una gigantesca palla di neve gli si era spiaccicata sul viso, entrandogli nelle sensibili orecchie canine e bagnandogli i lunghi capelli.

-Te la sei voluta tu!- esclamò allora, saltando su un ramo più basso dell’albero, ancora coperto di uno spesso strato di neve. L’impatto del peso del ragazzo sul ramo fece cadere tutta la neve, che coprì Kagome facendola diventare un insolito pupazzo. Inuyasha non poté trattenersi dal ridere, ma la cosa gli costò cara, perché scivolò sulla sdrucciolevole superficie del ramo, cadendo come un salame in un mucchio di neve alta, manco Kagome gli avesse gridato “Osuwari!”. Stavolta toccò a Kagome ridere, imitata da Sango, da Miroku e da Shippo. Prima che il mezzodemone decidesse di contrattaccare a sua volta con proiettili nevosi, decisero di rientrare nella capanna di Kaede, dove un bel fuoco caldo e scoppiettante li stava aspettando, assieme a qualcosa di caldo da una delle tante buste di liofilizzati che Kagome aveva nello zaino.

Brontolando per il fatto di avere le orecchie bagnate, Inuyasha si sedette a pochi centimetri dal fuoco, cercando di asciugare il kimono, infradiciatosi dopo la caduta nella neve alta.

-Avresti dovuto accettare gli indumenti che la divina Kagome ha portato dal suo tempo, Inuyasha: noi siamo perfettamente asciutti. - disse Miroku, togliendosi da sopra il vestito la giacca a vento impermeabile che Kagome gli aveva dato.

-Miroku ha ragione, sono davvero comodissimi, specialmente questi cosi che si infilano sulle mani. -

-Si chiamano guanti, Sango. Avevo portato guanti e altro anche per Inuyasha, ma lui non mi vuole mai dare retta!-

-Feh! Non mi ammalo per così poco, e io non indosserò MAI quella roba ridicola!- esclamò, riferendosi alla sciarpa giallo scuro e al berretto dello stesso colore che Kagome gli aveva portato.

-Perché, Inuyasha? Sono così comodi!- esclamò Shippo che, per la prima volta in vita sua, non si era congelato la coda nel giocare con la neve, grazie a una grossa sciarpa di lana che Kagome gli aveva avvolto intorno. Il piccolo kitsune non se la sarebbe mai tolta, tanto la trovava comoda, ma Kagome gli aveva spiegato che occorreva asciugarla, o non lo avrebbe tenuto ancora caldo.

-E poi, ti stanno così bene! Sono in tinta col colore dei tuoi occhi!- esclamò la ragazza, mettendogli il berretto in testa, da dietro. Inuyasha sbuffò, ma tra sé e sé dovette riconoscere che era davvero caldo e comodo, e non se lo tolse. Kagome apparve contenta: aveva fatto il berretto, la sciarpa di Inuyasha e quella di Shippo durante le ultime lezioni di economia domestica, a scuola, ed era felice che le indossassero.

-Mi piace la neve! Quest’anno, nella mia epoca, non ha nevicato quasi per nulla, e ormai si è sciolta quasi tutta. - disse, per fare un po’ di conversazione.

-A proposito, come mai non cerchi di precipitarti al pozzo per tornare a quella…come si chiama? Scuola?- chiese l’hanyou in tono beffardo.

-Perché sono in vacanza! Benedette le vacanze di capodanno!- esclamò Kagome, versando il the caldo dal pentolino.

Mentre sorseggiavano il the, la vecchia Kaede chiese -Domani è il novilunio, giusto? Non credo che ripartirete, quindi, domattina. -

-Certo che no, vecchia! Se non fosse per il novilunio, perché pensi che ce ne staremmo qui, anziché a cercare i frammenti della sfera o a dare la caccia a Naraku?-

-Inuyasha, cerca di avere rispetto per la venerabile Kaede!- esclamò scandalizzato Miroku. Non gli andava proprio giù che l’hanyou si rivolgesse sempre in modo così volgare alle persone.

-E tu cerca di tenere le mani a posto, bonzo pervertito!- esclamò Sango, togliendo dal suo sedere una mano di Miroku che, chissà come, durante la discussione era finita lì. Il giovane monaco si ritrovò l’impronta della mano della ragazza stampato sulla faccia, e come se nulla fosse tornò a bere il suo the.

 

“Forse potrebbero andare…devo averne la certezza, perché non avrò una seconda possibilità…ma è da quasi quattro settimane che li osservo, penso siano il meglio che io possa trovare. Sono affiatati, tutto sommato, e mi sembra che possano accettare di aiutarci. ” l’esile donna dalla pelle bianchissima e dai capelli corvini, cosparsi di diademi di cristallo, osservava il gruppetto riunito nella capanna attraverso uno specchio dall’impugnatura di cristallo trasparente, venato qui e là di azzurro pallido. “Il mio potere ora è al massimo, e non tornerà tale prima di un anno; non posso aspettare un intero altro anno, per cercare aiuto. Si, penso che loro vadano bene. ” posò lo specchio su un tavolino, pure di cristallo trasparente, incastonato di piccole gemme chiare, e alzò le mani, preparandosi alla sua invocazione più potente.

-Attraverso i fiumi del tempo, attraverso le dimensioni, ascoltatemi, spiriti del freddo e del gelo! A me, vostra sovrana, portate ora i prescelti del mio sguardo, per la nostra e la vostra salvezza, e per quella dell’intero Impero dell’Anno!-

la lunga veste candida, trapunta di cristallo, si agitava e tintinnava attorno alle sue caviglie, mentre piccoli spiriti simili a fate, dalle ali fatte di cristalli di ghiaccio, apparivano vorticando attorno a lei, prima di scomparire, tutti assieme, in un vortice azzurrino. La donna si accasciò, poggiandosi al tavolino, e, con le sue ultime forze, si sedette su una piccola, preziosa sedia dello stesso materiale del tavolino, attendendo.

 

Il mattino dopo, Kagome, Sango, Miroku e Shippo decisero di andare ancora a giocare con la neve e, visto che erano fuori, Kaede chiese loro di procurare dell’acqua dal fiume, spaccando il ghiaccio.

-Inuyasha, tu non vieni?- chiese gentile Kagome.

-Feh! Fossi matto! Prova a immaginare cosa succederebbe se qualche youkai mi vedesse così!- esclamò il ragazzo, scostando seccato alcune ciocche di capelli, ora nere, che gli venivano sugli occhi.

-Oh, ma io speravo che tu ci aiutassi a rompere il ghiaccio del fiume…in fondo, anche quando sei un essere umano, scommetto che sei più forte di Miroku… ma se non è così…- disse lei. Conosceva bene l’amor proprio di Inuyasha, e sapeva ormai come prenderlo.

-Io SONO più forte di quel bonzo pervertito! Adesso esco, e vedrai se non riesco a spaccare quel ghiaccio come e meglio di lui!- saltò su Inuyasha, punto sul vivo.

-Oh, si, ma non certo così! Se esci senza null’altro che il tuo kimono, ti ammalerai! Mettiti almeno la sciarpa, e gli stivali!- Kagome pareva davvero preoccupata all’idea che l’amico uscisse nella neve alta scalzo, e senza coprirsi, così Inuyasha, pur di non vederla piangere, si piegò a infilarsi gli scarponi che lei aveva portato dalla sua epoca, si ficcò in testa il berretto, ora non più in tinta col colore degli occhi, e si mise al collo la sciarpa. Beh, tutto sommato, dovette riconoscere, uscendo nella neve, erano davvero caldi e comodi. Assieme a lui uscì Shippo, tutto contento della sua sciarpa, su cui Kagome aveva ricamato il suo nome, e del berretto che la ragazza gli aveva portato; Kirara, nella sua forma grande, portava in groppa il piccolo kitsune.

-Allora, Inuyasha, andiamo?- lo chiamò Kagome, da qualche metro di distanza, ma prima che il ragazzo potesse muoversi di un passo, si sentì sollevare da qualcosa di freddo, come una forte raffica di vento, e istintivamente la sua mano corse a Tessaiga. Ma non c’erano youkai, nelle vicinanze, e prima che potesse rendersi conto di cosa stava accadendo, lui, Kagome, Shippo, Miroku, Sango e Kirara vennero risucchiati da un vortice biancastro. Kagome vorticò accanto ad Inuyasha che, d’istinto, la afferrò e la tenne stretta; se cadiamo, pensava, non voglio che si faccia male!

In effetti, caddero, su un pavimento che aveva il colore di uno spesso strato di ghiaccio di fiume, con le venature e le imperfezioni che crea l’acqua corrente gelando. Inuyasha era caduto di schiena, facendo da cuscino a Kagome; anche Sango aveva fatto un atterraggio morbido, atterrando su Miroku che, piuttosto stordito dalla caduta, non riuscì nemmeno a palparla (doveva essere davvero stordito! NdG-chan).  A fare l’atterraggio più morbido di tutti, però, furono Shippo e Kirara, caduti addosso a Sango. Poco distante dal gruppo, giacevano lo zaino di Kagome e l’Hiraikotsu di Sango. Mentre cercavano ancora di rimettersi in piedi e di capire dove fossero, una voce dolce parlò alle loro spalle.

-Benvenuti, prescelti, benvenuti nel Castello d’Inverno. -

Si voltarono a guardare chi aveva parlato: era una giovane donne dalla pelle chiarissima e dai lineamenti cesellati, coi capelli neri cosparsi di cristalli simili a ghiaccio, una lunga veste candida come la neve, senza maniche, cosparsa di gioielli come quelli che le decoravano la chioma; le orecchie erano lunghe e appuntite, decorate con innumerevoli orecchini, e gli occhi erano grandi, tristi e neri.

-Chi sei? E dove siamo?- esclamò Inuyasha, scattando in piedi e impugnando Tessaiga, sfoderandola.

-OSUWARI!- gridò Kagome, mandando Inuyasha a spiaccicarsi per terra.

-GWHA! Kagome, che cacchio combini?-

-Metti via la spada, Inuyasha. Non è uno youkai, e non percepisco energia malefica da lei. - disse severamente la ragazza all’hanyou. -Ti prego di scusarlo. E’ un po’ rozzo e violento, ma non è cattivo. - disse poi, rivolta alla donna vestita di bianco. Questa sorrise un poco.

-Le sue domande sono legittime, però. Sono Lady Loryn, sovrana del Castello d’Inverno…ommeglio, ero la sovrana del Castello d’Inverno, fino a poco tempo fa. Qui siamo nei sotterranei del mio castello, in una zona segreta nota solo a me e al mio sposo, Lord Zajer…- a quelle parole, gli occhi, già tristi, si bagnarono di lacrime. -Scusate…- si asciugò gli occhi con la manica del vestito. -Questo è l’Impero dell’Anno, in cui sono presenti i Castelli delle Stagioni e le città dei mesi dell’anno. Diverso tempo fa, al solstizio d’inverno, siamo stati attaccati…i solstizi e gli equinozi sono i momenti in cui noi, gli otto sovrani delle stagioni, cadiamo in un sonno profondo, vegliato dai principi dei mesi dell’anno. Siamo inermi, per ventiquattr’ore, e siamo stati attaccati repentinamente. Sono stati tutti catturati…tranne me, che sono stata fatta fuggire dai mesi. - si soffiò il naso -Il mio reame è stato l’ultimo ad essere attaccato, e io ero quasi sveglia. Comunque, ho usato tutto il mio potere per portare qui, dal mondo da cui provenite, delle persone che potessero aiutarci…-

-E come possiamo farlo?- chiese Sango.

-E soprattutto, perché dovremmo?!- disse Inuyasha, rinfoderando Tessaiga, e venendo immediatamente spiaccicato a terra dall’osuwari di Kagome.

-Beh, forse riuscirei a rimandarvi indietro, ma a quel punto esaurirei tutti i miei poteri, e il clima della Terra resterebbe stravolto. Già, senza il controllo del mio potere che solo il mio consorte e re riesce ad esercitare, la neve cade troppo in certe zone, e troppo poco in altre. Se poi venissi catturata anche io, sulla Terra, nell’emisfero boreale, non pioverebbe più, o vi sarebbero alluvioni, o caldi torridi, o geli assoluti…Non so che programmi abbia Humer, colui che ci ha attaccati col suo esercito, per il vostro mondo…-

-Aiutarla mi sembra che sia il minimo che possiamo fare, allora. - disse tranquillo Miroku, alzandosi da terra. Il volto della giovane donna si illuminò -Dite davvero? Se riuscirete ad aiutarmi a sconfiggere Humer, grazie al potere congiunto mio e delle mie sorelle, potremo rimandarvi senza problemi nel vostro mondo, un secondo dopo che vi ho prelevati!-

-Allora d’accordo. - disse Kagome, aiutando Inuyasha a rialzarsi, e prendendo il piccolo Shippo in braccio -Noi ti aiutiamo a sconfiggere questo Humer, e tu ci fai tornare a casa. - guardò l’hanyou -Perché l’aiuteremo, vero, Inuyasha?- la sua non era una domanda, ma praticamente un ordine. Inuyasha poteva essere forse un po’ rozzo e violento, come aveva detto Kagome, ma non era stupido, e nemmeno cattivo, per cui disse -Se questo è l’unico modo per tornare a casa…- per dire praticamente “si, va bene”.

-Ah!- esclamò Kagome.

-E adesso che c’è?- chiese Inuyasha, allarmato.

-Inuyasha…sei di nuovo un hanyou!-

-Cos…?- il ragazzo si portò una mano alle orecchie, di nuovo canine, coperte dal berretto giallo, e ai capelli, nuovamente argentei. Le dita presentavano i consueti artigli, che sicuramente erano anche ai piedi, coperti dalle scarpe che Kagome aveva insistito che Inuyasha indossasse per andare nella neve. -Ma c’è ancora il novilunio! Com’è possibile?-

-Qui non esiste il novilunio, Inuyasha. - spiegò Lady Loryn -Ci sono quattro lune magiche, che restano sempre sospese in cielo, piene, a turno; quando una tramonta, sorge l’altra, ai solstizi e agli equinozi. -

-Beh, potrebbe cominciare a piacermi, questo posto…- disse Inuyasha, raccogliendo lo zaino di Kagome e issandoselo su una spalla. Sango prese il suo Hiraokotsu, mettendoselo in spalla. Fortunatamente, prima di uscire nella neve, si era messa la tuta da combattimento, sotto gli abiti datigli da Kagome, perché era molto più comoda per muoversi agilmente dello yukata che indossava di solito. Naturalmente, Miroku aveva tentato di spiarla, mentre si cambiava, e aveva ancora il segno della sua mano sulla faccia. Il suo e quello della mano di Kagome, che aveva lasciato, per una volta, la gonna corta per una sgargiante tuta da sci, decisamente più adatta alla neve alta di quell’inverno dell’era Sengoku.

-Precisamente, per sconfiggere questo Humer, cosa dovremmo fare?- chiese Miroku, guardandosi intorno e recuperando il suo bastone da monaco.

-Semplicemente ucciderlo, credo…ma prima voglio sapere cosa ne ha fatto delle mie sorelle, dei nostri sposi, e dei principi dei mesi. Non credo li abbia uccisi, o non potrebbe più controllare il clima, ma non oso pensare cosa possa aver fatto loro. - disse piano lady Loryn.

-Beh, penso che la prima cosa da fare sia uscire di qui, e vedere di scoprire dove sia Humer, no?- chiese Inuyasha.

-Oh, è pericoloso. Mi stanno cercando, e senza dubbio le sue guardie setacciano il castello. -

-Non è un problema. Con Tessaiga ho affrontato nemici ben peggiori di un paio di guardie. Andiamo, facci strada. -

disse Inuyasha…beccandosi poi un colpo in testa da Miroku, che riteneva che l’hanyou non si fosse rivolto con la dovuta deferenza alla dama. Il monaco non si azzardò neppure ad allungare le mani sulla lady, un po’ perché si trovava in coda alla file, un po’ perché Sango e Kagome gli avevano lanciato delle occhiate inceneritici che gli avevano telegrafato un semplice, diretto messaggio: guai a te se la sfiori.

Percorsero una scala molto lunga, in salita, da che dedussero che dovevano trovarsi molti metri sottoterra. Eppure, dalle pareti, simili per aspetto (ma per fortuna non nella temperatura, pensò Kagome) al ghiaccio opaco che copre taluni fiumi e cascate, emanava un bagliore verde-azzurrino, talvolta sfumato di rosa. Piccole luci rosee, azzurrine e verdognole si muovevano davanti a loro, illuminando meglio la strada, e ad un esami più attento Sango si accorse che trattavasi di piccole fatine dalle ali simili a cristalli. Dopo diversi minuti di scale, erano arrivati a un pianerottolo, con una porta incastrata nel muro. Lady Loryn toccò un punto nel muro, e la porta si ritrasse, silenziosa, scomparendo nel muro.

 

 

Allora, che ve ne pare? Non è la mia prima ff (è la seconda), ma è la prima che abbia come protagonisti il gruppo di Inuyasha. Non sono certa di aver scritto bene i termini giapponesi (osuwari, yukata, Hiraikotsu…), per cui, se qualcuno trovasse un errore, chiedo in anticipo scusa. Aspetto i vostri giudizi! ^-^ Ilune

 

 

  
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