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Autore: Relie Diadamat    10/02/2015    15 recensioni
I pensieri di Merlin dopo la morte di Arthur.
Ho tentato di ritrovarti in tutto ciò che mi circonda, convincendomi forse che, niente sarà mai in grado di separarci.
Scusa dell’ignoranza cronica, Arthur.
Avevo bisogno dell’ultima scusa per sopravvivere.
Genere: Angst, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Note d'autrice: salve a tutti. Questa è una piccola perla di tristezza, venuta letteralmente fuori dal nulla. Ho immaginato come deve essere perdere la persona più importante della propria vita. Guardare tutto il mondo sgretolarsi sotto i propri occhi, ma non poter fare nient'altro che guardare.
Ringrazio chiunque deciderà di leggere questa piccolissima O.S. Sono graditi scambi di opinione e soprattutto critiche. 
Buona lettura.



Non dovrebbe esserci la parola ‘Good’ in ‘Goodbye’
 


Mi ritrovo steso al suolo, da non so nemmeno quanto tempo.
Il vento mi muove i capelli, ma non lo avverto; la mia memoria me lo rammenta.
La memoria? E chi l’hai mai inventata questa stucchevole fantasia che provoca solo dolore?
Non lo so. Ho smesso di sapere per paura di comprendere.
La verità è che non riesco a comprendere più niente.
Continuo a piangere in automatico, come se fosse un riflesso involontario.
Le braccia sono divaricate contro l’erba umida, eppure non avverto il freddo, non avverto neanche il caldo.
Non sento più niente.
Dove sei finito?
Non riesco a credere di non poter più sentire la tua voce. Mi ferisce, come nessun’arma sarebbe mai in grado di fare.
Qualcuno ha poeticamente affermato che tu possa sentirmi. È l’ennesima ingiustizia in un mondo spogliato della sua bellezza primordiale.
La Terra si è spogliata della sua essenza, oppure è semplicemente il mio Sole ad essersi eclissato?
Mi hai lasciato nell’oblio.
Di chi è la colpa adesso?
No, non m’importa di chi sia la colpa; ormai questa è diventata una tortura secondaria.
La vera afflizione dell’anima è saperti irraggiungibile. È accettare la luce del Sole senza sentirne il calore.
Il mio cuore risente della tua costante mancanza; cerca in ogni angolo del mondo, nel profondo della mia disperazione, un qualcosa che ti assomigli.
Ne ho bisogno.
Ne necessito irrimediabilmente.
Dimmi Arthur, cosa resta dopo tanto rumore? Cosa resta delle risa in una mattina soleggiata o dei litigi in un cortile affollato?
Il silenzio.
Basterebbe solo una parola per annullarlo, eppure la mia bocca si rifiuta di emettere un suono. Anche il più banale, anche il più insignificante tra i rumori.
Non una parola straripa dalle mie labbra inutili.
A tutti è concesso di vivere appieno la vita, siccome è l’unico dono che arriva solo una volta e che non torna più. Cosa me ne farò dell’immortalità?
Cosa vuol mai dire la parola immortale? Che non muore.
E cos’è la morte?
Un punto su un intero foglio bianco.
Mi perdo in riflessioni e domande antiche quanto la Terra, perché ho perso ogni tipo di volontà.
Sento di averti perso da meno d’un’ora eppure sembra di essere in agonia da un’eternità.
Ti cerco e non ti trovo.
Corro nelle stanze della mia mente, affanno nei corridoi del mio cuore e ti ritrovo nella mia anima.
Vorrei non uscirne mai più.
Mi sorridi, sembri felice.
Forse lo sono anch’io. Forse no.
Non so più nulla.
Tutto tace nel suo immutabile frastuono.
La vita pullula in ogni angolo di questa terra bagnata, eppure non l’avverto.
Mi accorgo solo ora che il tempo passato insieme non mi è bastato.
Non mi basterebbe mai.
A chi basterebbe l’aria che respira? Non basta mai. Non puoi smettere di respirarla, ne morresti.
Sento spegnermi a poco a poco, mentre il tuo odore smette di essermi familiare.
Ho paura.
Sto impazzendo.
Posso ricordare della tua assenza ma la tua essenza rischia di sfuggirmi dalle mani.
Il buio mi spaventa.
L’aria che respiro mi ferisce.
Vorrei raggiungerti con la stessa facilità che ho nel sentirmi morire.
Mi manchi.
Sono in apnea. Annaspo acqua dalla bocca e mi si riempiono i polmoni.
Questo è il sapore della mia vita senza la tua presenza.
Chiunque abbia scritto questo destino dovrebbe riscoprire il guasto nel suo trattato.
Una metà non può esistere in assenza dell’altra.
L’ unica cosa che ti rende completo, non può lasciarti in balia del nulla.
L’equilibrio si spezza, come il cuore nel mio petto.
Ritorna da me, ti prego.
Ti farò dormire quanto vorrai, ma adesso riapri quei tuoi occhi magnifici.
Non abbandonarmi in questo mondo senza te.
Oggi il cielo è azzurro, esattamente come i tuoi occhi. Quella distesa azzurra non è mai stata tanto spettacolare, l’hai donata tu quella bellezza al cielo?
Il vento non è mai stato tanto melodioso. Ne riconosco il timbro profondo e deciso.
E adesso guardo questo Sole che mi acceca la vista. Il mondo si è privato della sua luce migliore per proiettarla dall’alto.
Ho tentato di ritrovarti in tutto ciò che mi circonda, convincendomi forse, che niente sarà mai in grado di separarci.
Scusa dell’ignoranza cronica, Arthur.
Avevo bisogno dell’ultima scusa per sopravvivere.

                             
   
 
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