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Autore: laurapalmer_    11/02/2015    5 recensioni
"E' quando sei convinto di poter stare in piedi, o di esserlo, che possono passare gli tsunami senza che tu faccia la minima piega."
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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tredici

trip








Non hanno mai avuto una buona reputazione, tra i compagni di scuola più popolari, ma Zara non ha intenzione di farsi rovinare la serata da un paio di occhiate un po' curiose e un po' stronze.
Balla tenendo le braccia sopra la testa, gli occhi socchiusi, così come la bocca, e le ginocchia leggermente piegate.
Ha bevuto tanto (troppo, secondo Ashton) e sente la testa così leggera che potrebbe volare via da un momento all'altro.
- Piccola, sai dov'è Calum? - le chiede Luke, avvicinandosi con uno spinello tra le dita - Non lo trovo.
- Che cazzo ne so io - ridacchia Zara, i capelli tornati verdi da poche ore.
- Non sono io che me lo scopo di solito.
- Vai a farti fottere, Luke - ride ancora lei - E non fissarmi le tette.
Luke scuote la testa, avvicina la canna alle labbra di Zara e la osserva tirare.
- Sono tutte di Calum?
- Di nuovo, vai a farti fottere.
Il biondo ride, scuote la testa, poi aspira un nuovo tiro, socchiudendo gli occhi e lasciandosi andare.
La musica è forte e c'è talmente poca luce che quasi non riesce a distinguere le pareti del salotto di casa Buster.
- Vado a cercare Calum.
- Vai - lo saluta Zara, avvicinandosi per dargli un bacio pericolosamente vicino alle labbra.
- Dio, sei completamente fatta.
Zara ride.


C'è qualcosa di tremendamente malato e insano, in questo, e lo sa perfettamente.
Michael passa distrattamente una mano tra i capelli arancioni e sbuffa, 'ché lui dovrebbe essere semplicemente in giro, come ha raccontato a Lena, e non seduto sugli scalini che collegano il piano terra alla zona notte.
La sua unica compagnia è una bottiglia di whisky di scarsissima qualità, che Joy Buster avrà pagato sì e no qualche centesimo.
Tiene la testa appoggiata mollemente alla parete, ricoperta da una carta da parati color senape.
Sono le due, forse, e adesso scoppia.
Non sa dove sia Luke, non sa se Calum abbia superato il litigio dell'altro giorno, non sa più un cazzo e avrebbe soltanto bisogno di stare un po' con Zara, che lei lo fa ridere e lo fa riflettere senza però alzare la voce.
Con lo sguardo attento controlla il salotto, dove vede chiaramente la sua amica dai capelli verdi che balla con un ragazzo dai capelli rasati.
Inizialmente si chiede se sia il caso di dirlo a Calum, poi si ricorda che lui non gli parla e prende un altro sorso di whisky.
Tornando con gli occhi sulla gente che balla, incontra Danie e la ragazza italiana che ballano in piedi sul divano, prive delle scarpe.
Non può non sorridere e beve di nuovo.


Sono nella camera da letto del fratello di Joy Buster, che ha venticinque anni e vive a Berlino da almeno tre, insieme a un paio di loro compagni di scuola.
Victor ha i capelli lunghi e biondi, legati mollemente con un elastico nero, gli occhi grigi che continuano a saettare dalla porta chiusa alle mani scure di Anwar.
- Dove l'hai comprata?
Quello fa spallucce: - Solito.
Luke annuisce, senza però staccare gli occhi dallo spinello che sta facendo su.
Vive nell'appartamento che suo fratello Jack condivide con la fidanzata da quattro giorni e, nonostante sua madre abbia tentato in ogni modo di farlo tornare a casa, Luke sta troppo bene così, per tornare indietro.
Jack è ben felice, di ospitarlo, ma lo è ancora di più se non si fa trovare in mezzo alle palle e ciò si traduce nell'inesistenza di un coprifuoco e nella più totale assenza dei martellanti messaggi di Liz, quelli delle due di notte e quelli delle quattro.
Mentre lecca con precisione la cartina lunga, il suo occhio cade sui cartoni che Anwar tiene nelle mani, sigillati in una bustina di plastica.
Victor ha assicurato che quei quadratini colorati valgono quanto una bomba, non resta che provare.


Lia adora Danie e, ora come ora, l'adora il doppio, perché sta ballando in piedi sul tavolino di legno del salotto, completamente incurante di tutto.
Ha una gonna a tubino verde, le Dr Martens nere quasi del tutto slacciate, una canottiera bianca e probabilmente chi le balla sotto riesce a vederle le mutande, ma Danie non si lamenta.
Continua a ballare, la testa china e il braccio destro alzato in aria, mentre la mano sinistra regge una bottiglia di vodka liscia nella quale Lia, previdentemente, ha buttato un po' di Lemon Soda.
Ci vorrebbe Calum, adesso, o Ashton, in alternativa, che Lia sente di non essere più in grado di regolarsi, né tantomeno di regolare Danie.
La mora torna con gli occhi verdi sull'amica che le sta di fronte proprio nel momento in cui Danie le porge la bottiglia di vodka, invitandola a prenderne un sorso.
Lia accetta, lasciando che il liquido le bruci la gola (non è abituata, a bere così tanto, lei), scoppiando poi a ridere nel rimetterla nelle mani tremanti di Danie.
- Love you, italian! - ed è curioso come sia l'ennesima volta che se lo sente dire, da quando è ad Edimburgo.


Nina Sanchez indossa un paio di pantaloni neri che le fasciano alla perfezione le gambe generose, una canottiera color mostarda e le Creepers bianche e nere che ha comprato dopo mesi di risparmio e piccoli furti nel salvadanaio dei suoi fratellini.
Ashton, invece, è venuto alla festa di Joy Buster esattamente come era vestito durante il giorno: jeans scuri, canottiera altrettanto e anfibi incrostati di fango.
Il fatto è che non gli andava, di uscire, non gli andava nemmeno di dover andare a mischiarsi con un sacco di suoi compagni di classe, tutti più piccoli di lui, buoni a ricordargli soltanto di essere un cazzo di fallito, ancora al penultimo anno quando in teoria dovrebbe essere già fuori.
E' svogliatamente seduto in cucina, il telefono tra le mani, quando Nina lo raggiunge, un sorriso allegro sul volto tondo. - Non ti diverti? - gli chiede, sinceramente interessata.
Ashton scuote la testa, osservando come le mani di Nina siano andate a posarsi sulle sue ginocchia ossute: - Non dovevo nemmeno venirci, qui.
- Non dire cazzate, dai - lo riprende - Fingi di essere qui per controllare Zara, mh?
- Cosa?
- Di solito questa è la scusa che usi con i tuoi genitori.
Lui incurva leggermente le labbra: - No, io... Non ho detto dove sarei andato.
- Ok. Senti, mi accompagni in bagno un attimo? Devo ritoccare il rossetto.
Ashton annuisce, saltando giù dal piano cottura e seguendo Nina che, ancheggiando, si dirige verso il piano superiore.
Quando la raggiunge in bagno, la mora ha già tirato fuori dal decolleté un rossetto bordeaux e lo sta stendendo minuziosamente sulle labbra carnose.
- Mi piaci, con il rossetto.
Nina gli restituisce un'occhiata obliqua, sorridendo maliziosa: - Ho sempre il rossetto. Cosa devo dedurne?
- Niente - fa lui, togliendosi il cappellino color cachi (di Calum, ci scommetterebbe un braccio) e poggiandolo sul davanzale accanto ai sanitari.
E' questione di secondi, poi si leva anche la giacca di pelle e muove un paio di passi verso Nina, giungendo a cingerle la vita con le sue braccia.
- Ashton - è un mugugno, quello che esce dalle labbra colorate di Nina, quando lui posa la bocca sul suo collo liscio - Ashton, dai...
- Non è nulla.
Nina alza gli occhi al cielo; le mani di lui si intrufolano sotto la canottiera, avide di toccare quanta più pelle possibile.
- Non ne usciamo, così - ride lei, voltandosi però fino a guardarlo in viso.
- Mh, ok - e la bacia, ancora, accarezzandole le cosce e le guance.
Ashton sa perfettamente distinguere il bene dal male, il giusto dallo sbagliato, il buono dal cattivo, ma ha solo voglia di fare sesso senza dover necessariamente pensare a qualcosa di preciso.
Tira fuori un preservativo dalla tasca e Nina gli morde il labbro.


Luci.
Luci.
Suoni.
Le gambe tese.
Sono passate forse un paio di ore e... Sono sempre stati così belli i pesci rossi di Joy Buster?
No, aspetta.
Da quando Joy Buster ha dei pesci rossi?
Calum si alza, non prima di fare un tiro generoso dalla canna che Victor tiene tra pollice e indice, e si dirige verso la porta.
Ci sono delle scie verdi e gialle che lo seguono docilmente, accompagnandolo quasi come provenissero direttamente da lui.
Giù da basso è un casino e la testa gli pesa un po', ma tutte le persone che incontra, sedute sulle scale, gli appaiono buffamente deformate, tanto che è costretto a morsicarsi una guancia per evitare di scoppiare a ridere.
E' come se nel mondo non ci potesse più essere dolore, o frustrazione.
E' tutto bello, tutto colorato, tutto così schifosamente giusto che ora come ora vorrebbe tanto essere in camera sua, con un po' di buona musica e una sigaretta, ma anche la techno che fa ballare tutti non è male.
Poi la vede, con i capelli verdi e gli occhi... gli occhi che sono rossi, sì.
Sangue.
Zara è sangue, carne, è istinto e Calum odia il sangue.
Lo odia da... da quando?
E' come se poi i capelli di Zara si trasformassero in una cascata di serpenti e lui non vuole ridere, ma non può non farlo. Piange, dentro, mentre continua a mordersi la guancia per non scoppiare in una risata del tutto immotivata al centro della sala.
Poi, come è arrivata, Zara se ne va.
Ritornano i colori, ritorna il senso di storditezza che l'ha accompagnato fuori dalla camera da letto, ritorna la musica ovattata che giunge al suo cervello come se fosse la melodia più soave degli ultimi venticinque anni.
Le gambe, non le sente più, come non sente le braccia, le mani, le dita.
Si sente immerso in un oceano di pace e di tranquillità, ma quando chiude gli occhi una miriade di immagini psichedeliche lo travolgono, sovrastandolo con la forza di un uragano.
Zara torna, quando riapre gli occhi, ma non è lei. Ha il suo viso, ma fluttua e saranno forse le tre del mattino, quando Calum scuote la testa, urla un "No" secco (o forse immagina di urlare) ed esce in giardino.
Seduto sull'erba, è tutta un'altra cosa.















NdA: Buonasera a tutte :)
Come qualcuno di voi sapeva, questo capitolo è una bomba a mano ahah ma prendetelo con le pinze, insomma, nulla è come sempre.
Vorrei prendere un attimino per parlare di ciò che fanno Luke e Calum. So che sembra eccessivo e so che adesso entrambi diventeranno quelli "drogati della storia", ma io vorrei che andaste più a fondo. La droga che i due provano si chiama LSD, si prende per via orale attraverso dei cartoncini colorati e non provoca dipendenza, ma ha un effetto veramente lungo. Quello che Calum sente e prova, sotto gli effetti di questo cartone, in parte è ciò che in gergo viene chiamato "bad trip".
Si ha un bad trip quando le condizioni nelle quali si è non sono il massimo della vita, diciamo, e ciò che è descritto nell'ultimo paragrafo non è a caso, niente di quello che lui immagina è buttato lì tanto per :)
Detto ciò, io spero che la storia continui a piacervi, nonostante le recensioni siano diminuite drasticamente! Per qualsiasi domanda/chiarimento, io sono qui e sono felicissima di aiutarvi :)
Vi mando un bacione!!

Eleonora






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