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Autore: Zomi    11/02/2015    7 recensioni
Vorrei riuscire a ridere di noi due, di due sciocchi che cercano nel luogo sbagliato la cosa giusta.
In me cerchi una bontà d’animo che non esiste, una dolcezza esteriore e priva di armonia, come i fiori d’acacia da cui nasce il miele più dolce del mondo, ma più povero di nutrimento.
E io, cerco in te dura corazza in scalfibile, un affetto e un calore che sei restio a concedermi.
L’acacia non può scalfire l’ebano, ora lo so, anche se per troppo mi sono illusa di esserne in grado, e di veder corrisposti i miei stessi sentimenti.
Di veder ricambiato il mio amore incontrollato e folle per te.
Illusa, io.
Inscalfibile, tu.
*Panda Day*
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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AGO DI ACACIA
*ebano*


 

L’ebano è l’albero con la corteccia più dura e scura al mondo.
In antichità si credeva nascesse dalla roccia stessa, assumendo il colore dei vulcani, ardenti e pericolosi, e che solo gli Dei potessero scalfire il suo durissimo tronco.
È il simbolo della forza, della maestosità demoniaca e della cocciutaggine.
L’ebano è il colore della notte più buia, il sapore del carbone in bocca, la durezza dell’animo ferito.
Sei ebano, Zoro.
Forte, indistruttibile, oscuro, in scalfibile e intoccabile.
Per fino i Kami hanno rinunciato a piegarti, e solo gli uomini, stolti e sciocchi, ci provano ancora.
Sei ebano Zoro.
Ebano i tuoi occhi, uno chiuso per sempre l’altro aperto a giudicare il Mondo con durezza.
Ebano il tuo carattere, duro, testardo, fiero, che non si piega a catene e non si spezza per la fatica.
Ebano come il demone che tieni chiuso dentro, indistruttibile e temibile.
Ebano come l’oscurità che ti circonda, quando lo lasci uscire.
Ebano la tua corazza, che nessuno può scalfire e intaccare.
Ebano Zoro, ebano che non mi lascia entrare.
A volte penso sia tutto un gioco.
D’incastro, di sfida, di pietà.
Tu che mi cerchi, io che non mi nascondo, nonostante la mia natura di Gatta Ladra, i nostri corpi che si uniscono e si amalgamo, mischiando l’ebano a qualcosa di più malleabile e debole.
Acacia, forse.
Flessibile, debole, dalla corteccia così morbida da poter togliere con un’unghia.
A difenderla non una corazza dura e indistruttibile, ma semplici aghi, appuntiti e corti, che non spaventano nessuno e che feriscono solo di paura.
Sono acacia, Zoro?
Guardo i nostri corpi unirsi, amalgamarsi e cercare il giusto posto per zittire i nostri demoni interiori.
L’ebano che si fonde con l’acacia, ma non trova pace.
L’acacia che prova a ritirare le sue spine, ma non ci riesce, e punge l’ebano, che non si scalfisce.
Ebano e acacia.
Che assurda combinazione.
Vorrei riuscire a ridere di noi due, di due sciocchi che cercano nel luogo sbagliato la cosa giusta.
In me cerchi una bontà d’animo che non esiste, una dolcezza esteriore e priva di armonia, come i fiori d’acacia da cui nasce il miele più dolce del mondo, ma più povero di nutrimento.
E io, cerco in te dura corazza in scalfibile, un affetto e un calore che sei restio a concedermi.
L’acacia non può scalfire l’ebano, ora lo so, anche se per troppo mi sono illusa di esserne in grado, e di veder corrisposti i miei stessi sentimenti.
Di veder ricambiato il mio amore incontrollato e folle per te.
Illusa, io.
Inscalfibile, tu.
Fisso il buio della stanza, ascoltando il tuo respiro regolarizzarsi, segno che ti stai addormentando.
Sollevo il busto, mettendomi a sedere sul bordo del letto, non provando nemmeno a coprimi con il lenzuolo, certa che non ci sia più nulla da spogliare di me.
Allungo un braccio e raccolgo la mia maglia, fremendo un poco quando le tue dita mi sfiorano la schiena.
Attento, Zoro: saranno deboli gli aculei dell’acacia, ma feriscono comunque.
Continuo a raccogliere i miei vestiti, ignorando i brividi che il continuo passaggio delle tue dita sulla mia schiena mi provocano.
Ti diverti?
Inscalfibile ebano, ti diverti a spezzare gli aghi di un’acacia?
-… devo andare…- sussurro, sottraendomi al suo tocco, alzandomi e iniziando a rivestirmi.
Non mi volto a guardare la sua espressione basita e scottata, in fondo ti avevo avvertito: l’acacia, seppur debole, ferisce.
Mi infilo l’intimo, cerco il verso della maglia, provo a essere intoccabile e dura come l’ebano.
Ma non ci riesco.
-Resta-
Mi volto a fissare l’ebano del tuo sguardo, respirando piano.
-Perché?- rido.
Un altro ago lo ferisce, un altro ago prova inutilmente a graffiare la tua dura corazza Zoro, ma è come provare a spegnere un inferno con le lacrime.
Ti sposti fino al bordo del letto, sedendoti davanti a me, sostenendo i miei occhi, inclinando il capo.
-Perché?- sbotti, mostrandomi poi un ghigno –Perché ti amo-
La maglia mi cade di mano, scivola a terra portando con sé tutti gli aghi, lasciandomi inerme davanti a lui.
-C-che vuoi dire?- sussurro, ma non mi da risposta, e semplicemente torna a stendersi nel letto, lasciando libero del posto per me.
Piega un braccio sotto il capo, lisciando con l’altra mano il materasso in un muto invito, in attesa, e con una lieve crepa nella corazza, a formare un sorriso solo per me.
E in un attimo lo capisco, sai?
Lo capisco mentre mi spoglio e torno accanto a te, stringendomi forte al tuo costato e annientando tutte le mie false difese.
Perché l’ho capito: un ago, di acacia, è riuscito a scivolare sotto la tua corazza d’ebano, Zoro.




 
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Per mercoledì prossimo, in occasione della decima parola del Panda day, ne sono state estratte due. Sta a voi decidere se usarne una o entrambe e buona decima parola pandosa
Primo prompt: Sombrero
Secondo prompt: Giardino
Zomi 
   
 
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