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Autore: giveitarest    12/02/2015    2 recensioni
Harry/Louis • Parents!AU •
«Vediamo un po'» comincia Harry, scorrendo mentalmente il suo personale repertorio di favole della buonanotte. Ne conosce tante, forse anche troppe a dir la verità, ma non sa mai quale raccontare alla sua bambina quando lei decide di lasciargli carta bianca. Solitamente è lei a scegliere o, addirittura, ad inventarsi i personaggi ed una piccola trama, poi –ovviamente– lascia a lui il compito di sviluppare la storia.
Sospira e socchiude gli occhi, quando «C'era una volta un parco giochi» dice, sorridendo fra sé e sé.
«Un parco giochi?» chiede Emma, con un'espressione corrucciata sul visino leggermente tondo. Le labbra sottili, gli occhi color del cielo e la pelle vagamente abbronzata, che la rendono la copia esatta di Louis: suo marito.
Eppure, i due buchini sulle guance e i capelli ricci e color del cioccolato, ricordano a tutti che ha qualcosa anche di suo.
«Sì tesoro, un parco giochi.»
«Ma, papino, che storia è? Insomma, un parco giochi non può essere il protagonista! Non ha senso!» protesta la piccola, sbadigliando e stropicciandosi un occhio col pugno di una mano.
«Amore, aspetta e vedrai, mh? Ora chiudi gli occhietti e ascolta.»
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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«Papino!» una manina paffuta stringe forte la stoffa dei suoi jeans per attirare la sua attenzione. Harry guarda la piccola Emma e sorride, incoraggiandola ad andare avanti. Sa perfettamente cosa sua figlia sta per chiedergli, per questo la prende in braccio, passa le dita affusolate fra i riccioli castani della bambina e le posa le labbra sulla fronte.
«Mi racconti una favola?» dice, guardando Harry con un piccolo –e dolce, agli occhi del ragazzo– broncio che la rende ancora più adorabile. Harry la ama, la ama tantissimo e, per quanto sia stanco e non abbia le forze per fare nulla se non dormire «Uhm» dice, aspettando le proteste di Emma che «Ti prego, papi!» lo implora, allargando a dismisura gli occhi azzurri –si, proprio come il gatto di Shrek– e scoccandogli una marea di bacini leggeri sulla guancia.
«D'accordo, tormento.» acconsente, stringendosela al petto e portandola nella sua cameretta, adagiandola sul lettino e rimboccandole le coperte di Alla ricerca di Nemo.
«Quale favola vuoi che ti racconti?» chiede poi, carezzandole dolcemente i capelli, dopo essersi sdraiato accanto a lei. Emma lo guarda, indecisa, picchiettandosi il mento con l'indice per poi «Quella che vuoi, papi» dire, tornando ad accoccolarsi fra le braccia grandi del suo papà, sorridendo contenta.
«Vediamo un po'» comincia Harry, scorrendo mentalmente il suo personale repertorio di favole della buonanotte. Ne conosce tante, forse anche troppe a dir la verità, ma non sa mai quale raccontare alla sua bambina quando lei decide di lasciargli carta bianca. Solitamente è lei a scegliere o, addirittura, ad inventarsi i personaggi ed una piccola trama, poi –ovviamente– lascia a lui il compito di sviluppare la storia.
Sospira e socchiude gli occhi, quando «C'era una volta un parco giochi» dice, sorridendo fra sé e sé.
«Un parco giochi?» chiede Emma, con un'espressione corrucciata sul visino leggermente tondo. Le labbra sottili, gli occhi color del cielo e la pelle vagamente abbronzata, che la rendono la copia esatta di Louis: suo marito.
Eppure, i due buchini sulle guance e i capelli ricci e color del cioccolato, ricordano a tutti che ha qualcosa anche di suo.
«Sì tesoro, un parco giochi.»
«Ma, papino, che storia è? Insomma, un parco giochi non può essere il protagonista! Non ha senso!» protesta la piccola, sbadigliando e stropicciandosi un occhio col pugno di una mano.
«Amore, aspetta e vedrai, mh? Ora chiudi gli occhietti e ascolta.» dice, lasciandole un ulteriore bacio sulla fronte. Emma annuisce, non del tutto convinta delle parole del riccio, e fa come le è stato detto; abbassa le palpebre e porta il pollice della mano sinistra fra le labbra, succhiandolo appena. È un vizio che, né lui né Louis, sono mai riusciti a toglierle, per questo Harry scuote appena la testa e sorride.
«Quindi, c'era una volta un parco giochi,» ricomincia; «un parco giochi piccolo e accogliente, con uno scivolo rosso e due altalene nel centro esatto del prato verde.»
«Come i 'uoi 'chi» biascica Emma, lasciandosi sfuggire un leggero sorriso.
Harry annuisce, nonostante la bambina non possa vederlo e «Sì, amore.» sussurra, strofinando il naso fra i suoi riccioli.
«Ma ne'a sto'a ci sono 'ue p'cipi?» chiede la piccola, combattendo contro Morfeo che la avvolge, lentamente, fra le sue enormi braccia.
«Mmhm» mormora Harry, per poi «In questo parco, tutti i pomeriggi, si riunivano due gruppi di amici che non andavano tanto d'accordo fra loro» aggiungere, ricordando quegli anni come se il tempo non fosse realmente passato.
«'Me mai?»
«Perché erano invidiosi gli uni degli altri. Si facevano i dispetti, si prendevano in giro senza mai fermarsi a pensare a ciò che dicevano. Le parole che usavano, erano come lame taglienti. Arrivavano dritte dritte al cuore e facevano male. Ma i due gruppi erano troppo presi dal voler primeggiare in tutto e per tutto, per rendersene conto.» continua Harry.
«Papi, questa storia non mi piace!» sbotta Emma, togliendo il pollice dalla bocca ed incrociando le braccia, imbronciata. Vuole una storia allegra, con due Principi Azzurri, o meglio... uno Azzurro e uno Verde, come i suoi papà.
«Amore, se mi lasci continuare, vedrai che la storia migliora.» la rassicura Harry, sfiorandole una guancia con il dorso della mano.
«Promesso?» chiede la bimba, speranzosa.
«Promesso, sì.» dice, ricevendo un sonoro bacio sulle labbra come risposta.
Sorride, Harry, alla reazione della bambina e «Dove siamo rimasti?» mormora, per poi «Ah, sì!» aggiungere.
Emma porta nuovamente il pollice fra le labbra sottili e richiude gli occhi, poggiando la fronte contro il petto di Harry.
«I due gruppi, come già detto, non andavano d'accordo. C'erano, però, due ragazzi che si piacevano. In segreto.» continua e «Col passare del tempo, imparavano a conoscersi, a volersi bene. Si abituavano sempre di più l'uno alla presenza dell'altro, agli abbracci, alle mani intrecciate, ai baci sulle guance che lasciavano un velo di porpora sulla pelle.» aggiunge, ricordando il modo in cui, lui e Louis, si sono lentamente innamorati. Ci erano voluti mesi per riuscire anche solo a parlarsi e, addirittura, a guardarsi negli occhi.
«Pian piano, si rendevano conto che la rivalità fra i loro gruppi era una cosa stupida e, alla fine, avevano deciso di allontanarsi da quelle persone che consideravano amici, ma che in realtà non lo erano davvero»
«'Mai?» biascica Emma, ormai nel mondo dei sogni.
«Perché, amore mio, devi sapere che non tutte le persone hanno un cervello. O meglio, non tutte lo sanno usare. Quindi, sai, non accettano due ragazzi, come me e papà Louis, ad esempio.» la informa, accarezzandole i capelli, dolcemente, quasi cullandola.
«S'lo pe'ché siete 'schi?» domanda lei.
«Sì, solo perché siamo maschi e ci vogliamo bene.»
«'O è giusto.»
«Lo so, ma te l'ho detto, non tutti sanno far funzionare i neuroni, amore.» dice e «Ora finisco la storia, mh?» aggiunge, lasciandole un bacio sulla tempia. Emma annuisce e «'Kay» sussurra.
«Quindi avevano preso le distanze dai due gruppi e ne avevano formato uno nuovo, composto solo da loro due ed era decisamente meglio. Sorridevano, stavano bene ed avevano loro stessi. Perciò, come puoi immaginare, ci misero veramente poco ad innamorarsi e a capire che non sarebbero mai riusciti a fare a meno l'uno dell'altro.» racconta, chiudendo gli occhi e mordendosi il labbro inferiore. I pensieri volano al loro primo bacio, al suo «Sì, voglio essere il tuo ragazzo» sussurrato durante la notte delle stelle cadenti, al «Voglio che tu sia il primo e l'ultimo» detto da Louis prima di fare l'amore, alle carezze, ai sorrisi, alle guance arrossate e al «Sì, lo voglio» pronunciato da entrambi sette anni prima.
Scuote la testa, ravvivandosi i capelli con le dita e «Il loro amore cresceva giorno dopo giorno, finché, dopo averne combinate di tutti i colori ed aver fatto impazzire i propri genitori ogni volta che si lasciavano per un litigio stupido, decisero di sposarsi e passare il resto della loro vita insieme.» continua, sorridendo al ricordo di tutte le volte che sua madre «Harold, alza il culo e vai a chiedere scusa a Louis!» gli urlava, quando gli teneva il muso per questa o quella cazzata.
«'Me si c'mano, papi?» mormora Emma, sbadigliando. Ma Harry non fa in tempo a risponderle perché «Harry e Louis.» dice Louis che, appoggiato allo stipite della porta, li guarda con gli occhi pieni di quella luce che tutti chiamano Amore, quello con la A maiuscola, quello che si trova solo se si è fortunati e si è capaci di coltivarlo, con pazienza, giorno per giorno.
«Oh» dice la piccola realizzando, nel sonno, che la favola della buonanotte non è una favola, ma la storia dei suoi papà, mentre Harry fa segno a Louis di raggiungerli sul lettino e «Poi hanno avuto una bellissima bambina che, a quest'ora, dovrebbe già essere nel mondo dei sogni perché è tardi e domani mattina deve andare a scuola.» dice, facendo ridacchiare Emma che si gira per stringere in un pugno la maglietta di Louis e poggiare i piedi contro le cosce di Harry.
«Oops» sussurra, prima di «Buonanotte, papi» dire, rivolta al riccio e «Buonanotte, papà» aggiungere, riferendosi a Louis che la bacia sulla fronte.
«Buonanotte, amore.» dicono all'unisono, i due ragazzi, guardandosi negli occhi come se fosse la prima volta, trovando il proprio Universo lì, racchiuso nelle iridi di uno e dell'altro, sorridendosi amorevolmente e «Vi amo» sussurrano, abbassando le palpebre e lasciandosi andare ad un sonno scomodo, ma sereno e che sa di famiglia. 










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NdA: 
Ciao a tutt*! 
So che dovrei aggiornare HSFY e Silent love, ma ieri mi è venuta in mente questa mini OS e... Dovevo scriverla e pubblicarla, sì. 
Quindi, eccola qui. E, lo so, è verde!
Prometto che nei prossimi giorni pubblico i nuovi capitoli delle storie sopracitate, davvero. Spero solo non mi ammazziate, lol. 
Comunque, fatemi sapere cosa pensate di queste "poche" righe, mh? Sapete, no, il piccione viaggiatore è lì che vi aspetta, lmao. 
Detto ciò, grazie per aver letto e, alla prossima (?) 
Lots of love. 

.xxxxxx

  
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