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Autore: Slayer87    03/12/2008    4 recensioni
Blaise guardò Neville che parlava con Potter, e poi spostò lo sguardo su Draco, che a sua volta stava guardando Potter, prima di rispondere alla domanda di Malfoy con un leggero ghigno sulle labbra:
“Beh… non è che ci abbia proprio pensato.
“Nemmeno io.”
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaise Zabini, Neville Paciock
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Happy Birthday Serie'
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Titolo: Gli effetti di una conversazione con Draco Malfoy.
Autore: Slayer87
Beta: Nikeforos, Lizzie Bennet
Rating: PG13
Pairing: Blaise/Neville e un accenno di Harry/Draco
Genere: romantico, generale
Note: ecco la prima fic premio del mio meme. La richiesta è stata fatta da Lori, per cui se fa schifo prendetevela con lei XD!

La citazione indovinata da Lori è la seguente: L'uomo volerà eccome, come un pezzo di piombo! Da “La spada nella roccia”. Spero vivamente che vi piaccia. Una nota di merito va a Lizzie, che è veramente una beta eccezionale!

Gli effetti di una conversazione con Draco Malfoy.

Il ragazzo camminava senza far rumore per i corridoi ormai bui di Hogwarts; quella passeggiata oltre l’orario di coprifuoco era ormai diventata un rito per Blaise.

Non lo faceva per violare le regole, ma per rilassarsi e ritrovare la sua calma interiore. Ne aveva bisogno, soprattutto dopo una giornata pesante come quella appena trascorsa.

Vagava senza una meta precisa, e fu solo dopo parecchio tempo che si rese conto di essere vicino alla torre di Grifondoro. Chissà se il suo inconscio lo aveva fatto apposta a portarlo in quella direzione. Stava ripensando alla conversazione avuta con Draco quella mattina sui Grifondoro, quando la sua attenzione venne catturata da un rumore.

Escluse subito Gazza, dato che gli sembrava un po’ strano che il custode si rintanasse in un angolo a piangere. Cercò quindi di individuare la causa del rumore, anche se trovare qualcosa nel buio che copriva il castello non era un compito facile, anche per uno che lo conosceva come le sue tasche.

Quando i suoi occhi iniziarono a mettere a fuoco l’immagine, la sua mente riuscì a fare il collegamento necessario per riconoscere la persona raggomitolata sul pavimento. Era Neville Paciock.

Doveva proprio essere immerso nelle sue riflessioni per non accorgersi di Neville. Dire che il Grifondoro non gli interessava sarebbe stato come mentire a se stessi, e Blaise era sempre sincero con se stesso, era un Serpeverde del resto.

Non riusciva a spiegare cosa esattamente lo attirasse in quel ragazzo tanto tenero quanto imbranato. Forse erano i suoi occhi, che pur essendo di un colore banale, erano grandi e avevano questa perenne espressione di meraviglia, come se il mondo per lui fosse una continua scoperta. O forse era il suo essere diverso dai soliti sbruffoncelli che appartenevano a quella casa. O ancora il fatto che quando lo vedeva gli veniva voglia di abbracciarlo e non staccarsi mai da lui.

Ma era inutile rimuginarci troppo, soprattutto nel momento in cui l’oggetto dei suoi pensieri se ne stava li, accovacciato, a singhiozzare. Decise per una volta che il suo cervello poteva andare in vacanza, e seguì il consiglio che il suo migliore amico gli aveva dato. “Se vuoi conquistare un Grifondoro, vai d'istinto.” aveva detto. Seguendo quindi solo il suo cuore, si avvicinò a Neville e si sedette proprio di fianco a lui.

Quando lo vide aprire la bocca per parlare, probabilmente per chiedergli una spiegazione, gli poggiò un dito sulle labbra, bloccandolo L’espressione confusa e bellissima di Neville fu qualcosa a cui Blaise non sarebbe mai riuscito a resistere, nemmeno con tutte le sue forze. Il dito si mosse, come di propria volontà, fino alla lacrima che stava ancora scendendo, e con delicatezza infinita la asciugò. Continuò poi il percorso sfiorando la linea del mento, per poi risalire, lentamente, a toccare le labbra.

Lo guardò. Solo un breve istante di comprensione reciproca, in cui tutto era chiaro e le parole erano inutili, e la sua bocca fu su quella del ragazzo, accarezzando e consolando con un leggero movimento. Dopo un po’ sentì Neville iniziare a rispondere, piano piano, come se avesse paura, o come se quello fosse il suo primo bacio. Sperò che fosse così. Voleva essere l’unico ad esistere per il ragazzo.

Quella stessa lieve, gentile carezza divenne sempre più profonda, mentre la sua lingua andava ad incontrare quella dell’altro, in un reciproco, delicato, conoscersi a vicenda.

Quel contatto durò solo pochi minuti, ma ebbe un effetto potentissimo. Non avrebbe mai pensato che un solo bacio, un primo bacio, potesse ridurlo in quello stato, totalmente dipendente dalla sensazione di protezione che aveva provato.

Rimasero lì per tutta la notte. Neville non sapeva la nuova parola d’ordine della Torre, e Blaise non voleva lasciarlo solo, né rovinare il momento ritornando nei sotterranei. Quando vide che il Grifondoro stava tremando per il freddo, lo coprì con il suo mantello e il sorriso con cui fu ricompensato gli fece provare un delizioso crampo allo stomaco, come se una colonie di bisce avesse deciso di accamparsi proprio lì. Non fecero nient’altro che sussurrarsi brevi frasi, intervallate a baci sempre meno casti. Ma erano pur sempre baci, di cui avrebbe dovuto stancarsi dopo poco tempo, e invece sembrava che non ne avesse mai abbastanza: non era mai sazio del sapore di Neville, ed era deciso a tenerselo stretto per sempre. Guai a chi si fosse messo in mezzo, Voldemort compreso.

Fu Potter a trovarli, quando stava già albeggiando, e chissà per quale motivo non si mostrò troppo stupito. Quello che invece Blaise si domandò era dove fosse stato tutta la notte il Golden Boy, visto che non sembrava aver dormito troppo. Affidò Neville alle sue mani, anche se il suo cuore non voleva più lasciarlo andare.

Quando entrò in Sala Grande per la colazione per prima cosa sorrise a Neville, e il suo cuore balzò nel petto quando quest’ ultimo gli sorrise a sua volta, poi si sedette vicino a Draco e gli disse:

“Ho capito quello che intendevi dire sui Grifondoro.”

Malfoy guardò le leggere occhiaie di Zabini e gli chiese

“Ci hai pensato su tutta la notte?”

Blaise guardò Neville che parlava con Potter, e poi spostò lo sguardo su Draco, che a sua volta stava guardando Potter, prima di rispondere alla domanda di Malfoy con un leggero ghigno sulle labbra:

“Beh… non è che ci abbia proprio pensato.

“Nemmeno io.”

Restò un attimo di sasso di fronte a questa risposta così strana, poi guardò Draco, si spostò su Potter e poi di nuovo su Draco. Ora gli era tutto chiaro. Compreso il motivo per cui Potter era rientrato nel suo dormitorio così tardi.

“Raccontami tutto.” Disse incuriosito, al suo migliore amico.

The End.
   
 
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