Anime & Manga > Dragon Ball
Segui la storia  |       
Autore: SSJD    12/02/2015    8 recensioni
Qualcuno mi ucciderà per questo...
Per aver anche solo osato rendere protagonisti i personaggi di Dragonball delle opere di Omero che, probabilmente, si rivolterà nella tomba appena inizierò a pubblicare questo racconto basato interamente sull'Iliade. Unire il sacro col profano (decidete voi quale è l’uno e quale l’altro) forse non è mai una buona idea… ma l’epica e la mitologia mi hanno sempre affascinato per cui, cosa c’è di meglio che far rivivere le vicende di una guerra mai combattuta a dei personaggi mai esistiti? Mi scuso per le improbabili coppie yaoi ed etero che ho creato, per aver stravolto molti dei legami di parentela e per l’OOC di tutti i personaggi del racconto.
Il titolo scelto ha una doppia motivazione: una ovvia dovuta all'ultimo film diretto da Akira Toriyama (la Battaglia degli Dei, con i protagonisti di DBZ), l'altra storica. La guerra di Troia, raccontata nell'Iliade, infatti, fu voluta e manovrata, di fatto, dagli dei. Anche la sua fine, con la caduta di Troia, fu decisa per soddisfare i loro desideri.
Ultimo cap.: Secondo classificato al contest: 'E se le opere classiche fossero degli anime?' Di Elettra.C.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Gohan, Goku, Turles, Vegeta | Coppie: Chichi/Goku, Gohan/Videl
Note: AU, OOC, Otherverse | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
NA: Quest'ultimo capitolo partecipa al contest 'E se le opere classiche fossero degli anime?' indetto da Elettra.C sul Forum di Efp.


δέκα
 
 

Il mattino seguente, Goku si alzò prestissimo. Indossò l’armatura, l’elmo, prese lancia, spada e scudo e uscì senza guardare Chichi, che dormiva nel suo letto, nemmeno per un istante. Sapeva che la visione di lei lo avrebbe calmato e lui non lo voleva. Non voleva che la voglia di uccidere che aveva in corpo, fomentata dal desiderio di vendetta e dalla rabbia che era tornata a fargli pulsare le vene sulle tempie, svanisse a causa della donna amata.
Prese il suo cavallo e lo attaccò alla biga su cui salì e partì sfrecciando attraverso il campo greco, per dirigersi verso Troia. Quando i soldati troiani schierati davanti alle mura lo videro arrivare urlando vendetta, si spaventarono enormemente e decisero di rientrare in città.
Goku si piazzò davanti all’enorme portone d’ingresso e, sceso dalla biga, si mise a chiamare Gohan a squarciagola, facendo rimbombare le mura dei palazzi reali con la sua voce assassina.
Il principe di Troia, già pronto dalle luci dell’alba a ricevere il suo nemico, l’uomo che gli avrebbe tolto la vita, si voltò un’ultima volta verso la moglie Videl, che teneva in braccio la piccola Pan. Con gli occhi infinitamente tristi le disse solo:
“Ti amo, Videl. Ti prego, non assistere a questo duello. Se so che tu mi stai guardando, morirò di dolore ancora prima di aver incrociato la mia spada con quella di Goku. Se mi succerà qualcosa, promettimi che te ne andrai da Troia, il più presto possibile. Va bene?”
“Va bene.” rispose la donna andandogli incontro e dandogli un ultimo bacio prima di vederlo sparire al di fuori dell’enorme porta in legno, che faceva da ingresso alla città di Troia.
Quando si trovarono uno di fronte all’altro, Gohan, il cui elmo scintillava sotto il primo sole del mattino, disse:
“Non fuggirò più di fronte a te, Goku, come è già successo per ben tre volte in passato proprio qui, davanti a queste mura. Adesso il mio animo mi spinge a non fuggire più, qualunque sia la mia sorte. Mi rivolgo agli dei perché mi facciano da testimone: io non ho intenzione di disonorarti e se grazie all’aiuto di Kaio Shin riuscirò a toglierti la vita, dopo averti tolto le armi, restituirò il tuo corpo agli Achei. E anche tu farai così.”
Goku, in tutta risposta, scoppiò in una sonora risata; poi, tornando a guardarlo minacciosamente, gli rispose:
“Gohan, Gohan, Gohan. Pensi che sia venuto qui a ucciderti stando alle TUE regole, o a quelle degli dei? Non mi importa niente, né di loro, né di avere pietà del tuo miserabile corpo, quando ti avrò trafitto con la mia lancia. Gli dei si sono presi gioco di me e TU ti sei preso l’altra metà della mia anima. Io ti ucciderò e non ci saranno accordi, né regole che garantiranno a tuo padre di renderti gli onori funebri. Ormai non puoi più sfuggire al tuo destino, gli dei hanno già deciso e tu sconterai tutto il dolore che hai portato a me e al mio popolo.”
Così dicendo, Goku scagliò la lancia contro Gohan che, all’ultimo momento, si scansò, facendola conficcare nel terreno.
Gohan canzonò il suo avversario per la scarsa mira, ma poi subì la sua stessa sorte. La sua lancia si andò a infrangere contro lo scudo di Goku e rimbalzò sul terreno vicino a lui.
I due estrassero le loro spade. Un silenzio epocale era caduto sulla piana davanti a Troia. Solo lo stridio delle spade e i colpi delle lame contro gli scudi ricordavano, agli abitanti della città vicina, l’imminente tragedia.
Mentre i due combattevano, Goku cercava di trovare il punto debole di Gohan e, continuando ad attaccarlo incessantemente, poco dopo scoprì che l’armatura bronzea del suo avversario aveva un punto scoperto tra la scapola e il collo. Appena i due si staccarono di qualche metro, Goku riuscì a recuperare la sua lancia. In un istante si voltò, prese la mira e la scagliò con tutta la sua forza esattamente nel punto scoperto che aveva adocchiato poco prima. Questa volta la sua mano non lo tradì e Gohan cadde a terra rantolante.
Dall’alto delle mura di Troia, gli unici che assistevano al duello erano Goten e suo padre Bardok, ma c’era anche un’altra persona che conosceva perfettamente quale fosse in quel momento la sorte di Gohan. Il cuore di Videl batteva troppo forte e i suoi polmoni cercavano l’aria in un modo troppo innaturale, perché sul campo suo marito stesse avendo la meglio. Appena Goku colpì Gohan, a sua moglie cedettero le gambe, cadde a terra e scoppiò in un pianto disperato.
Il semidio si avvicinò al corpo pieno di spasmi del principe di Troia e aprendo un sorriso sadico, gli disse:
“Questa volta la mia mira non mi ha tradito.”
Poi prese la lancia per estrarla dal corpo di Gohan, il quale emise un urlo di dolore lancinante.
“E sta' zitto, femminuccia.” lo canzonò Goku per poi accovacciarsi a fianco a lui e continuare:
“Non sono pienamente soddisfatto, Gohan. Tu ora verrai con me al campo acheo e farai da cena per i cani di Vegeta, mio grande amico.”
“No, ti prego, ti supplico… Goku… accetta oro e bronzo… mio padre e mia madre te ne daranno quanto ne vorrai pur di riavere il mio corpo per essere bruciato.”
“Tu mi supplichi? Nemmeno se mi dessero tutto l’oro della Grecia rinuncerei al godimento di dilaniare il tuo corpo fino a che di te non ne rimarrà nemmeno un piccolo, insulso pezzetto.”
“Come puoi essere così crudele, Goku? La guerra provoca delle vittime e ha portato via gli affetti di molti… anche a me. Ho perso fratelli e amici per mano tua, ma se oggi avessi vinto avrei fatto onorare il tuo corpo, mentre tu… tu hai un cuore di ferro che non prova nessuna passione…”
“Taci, Gohan!” lo interruppe bruscamente Goku “Tu non sai cosa stai dicendo. Io amavo Turles più di qualunque altra persona la mondo e tu me l’hai portato via. Meriti tutto il mio odio e la mia vendetta!”
Così dicendo tornò alla biga e prese un pugnale. Poi tornò da lui e, mentre gli toglieva i calzari, Gohan gli disse:
“Ciò che vuoi fare di me irriterà gli dei e Re Kaio guiderà la lancia di mio fratello per ucciderti…” riuscì a dire Gohan poco prima di spirare.
“Faccia ciò che vuole, Re Kaio. Lo maledirò per sempre se ciò che mi hai detto non si avvererà.” concluse Goku pensando ad alta voce. Poi prese il pugnale e gli forò i tendini dietro ai due piedi, dalla caviglia al tallone, ci passò due cinghie, lo legò alla biga lasciando la testa ciondolare a terra e, salendo, frustò i cavalli e partì.
Goku fece ben tre giri attorno alla città di Troia trascinandosi dietro il cadavere sempre più martoriato di Gohan. Lo trascinava come se fosse un pezzo di carne di un animale qualsiasi, invece che un uomo che aveva affrontato il suo destino e combattuto fino all’ultimo con onore.
Bardok e Goten guardavano sfrecciare Goku sulla sua biga trainata da due cavalli neri, che venivano in continuazione frustati per essere spronati a correre con maggior vigore.
Il padre e il fratello dell’uomo ormai irriconoscibile trascinato nella polvere e nei rovi dal carro di Goku erano disperati. Era chiaro che tutto l’odio e tutta la vendetta di Goku aveva avuto come unico capro espiatorio proprio Gohan, che aveva avuto la colpa imperdonabile di uccidere, anche se solo per sbaglio, la persona che il semidio più amava in tutta la sua vita. Si chiedevano quando quel macabro spettacolo sarebbe terminato e quando l’onore di Goku avrebbe avuto soddisfazione. Speravano, Goten e suo padre, che Videl non stesse guardando cosa stesse facendo al bellissimo corpo di suo marito, colui che si faceva chiamare “eroe”.
Alla fine del terzo giro, Goku decise di fermarsi, davanti alle porte di Troia, solo perché i suoi cavalli gli sembravano stanchi. Scese dalla biga e andò sotto le mura di Troia. Iniziò a chiamare a squarciagola il re di quella infernale città maledetta e, quando lui si affacciò, gli disse:
“Nessun onore per tuo figlio, nessuna gloria per il suo nome. Salutalo, re Bardok, questo infame verrà con me al campo acheo dove avrà la sua ultima e terribile punizione.”
Poi, senza ascoltare minimamente le suppliche che il re gli stava rivolgendo, gli voltò le spalle e, risalito sulla biga, si allontanò trascinando il corpo di Gohan fino alla spiaggia.
Entrato nel campo acheo, fermò i cavalli davanti alla dimora del figlio di Napa, che si trovava non lontano da quella del re. Scese dalla biga ed entrò cogliendolo di sorpresa. Il giovane non riuscì nemmeno a proferire parola, che subito Goku gli fu addosso, estrasse il pugnale e gli tagliò di netto la gola facendo schizzare sangue ovunque. Il giovane morì in pochi istanti con gli occhi pieni di terrore misto a stupore, che guardavano il suo assassino.
Il giovane semidio uscì poi dalla tenda per risalire sulla sua biga. Si diresse verso il suo alloggio, premurandosi di passare a fianco a quello di Napa. Il re, sentito il rumoreggiare dei soldati del campo, uscì dalla sua tenda e si fermò appena fuori di essa. Quando vide arrivare Goku, sgranò gli occhi e sul suo volto comparve un’espressione terrorizzata. Goku si fermò proprio davanti a lui e, guardandolo con occhi pieni di odio gli disse:
“Guardalo bene, Napa, sai chi è vero? È l’uomo che mi ha portato via Turles. Sbaglio o anche tu mi hai portato via qualcuno? Mi hai disonorato, Napa. Ti avevo detto di non osare torcere un capello a Chichi e tu sei stato così stupido da approfittare di lei. Forse non ti era chiaro con chi avessi a che fare. Pensavi che non mantenessi le mie promesse? Sei così stolto da pensare che mi fossi dimenticato di averti avvisato? Comincia a snocciolare le tue preghiere, re Napa. La mia sete di vendetta verso di te è stata appena soddisfatta. Tutto ciò che hai fatto alla mia donna è imperdonabile e qualcun altro ha scontato la pena al posto tuo. Ora capirai cosa vuol dire perdere una persona che ami. Gohan ha ucciso Turles, ma lo ha fatto solo con la spada, pensando che fossi io. Tu, invece, hai ucciso il mio onore e quello della mia donna. Inizia a pregare gli dei, Napa, ma non per la tua anima, ma per quella di tuo figlio.”
Anche  questa volta, Goku non aspettò nessuna risposta e, incitati i cavalli a ripartire, si diresse verso la sua tenda. Napa, udite quelle parole, si precipitò verso l’alloggio del figlio prediletto. Nello stesso momento in cui lui entrò, Goku arrivò alla sua tenda lasciando cavallo, biga e corpo di Gohan non molto distante. Un istante dopo, sul suo volto si aprì un sorrisetto sadico quando, togliendosi l’elmo, sentì l’urlo disperato di Napa echeggiare per tutto il campo acheo.
Mantenendo un aria soddisfatta e indifferente, chiamò Radish e Tarble, i suoi uomini più fidati, e li mise a guardia dello scempio che aveva creato.
Entrò nella tenda e trovò Chichi ad aspettarlo.
Si spogliò dell’armatura e prese un panno umido per togliersi dal corpo la polvere accumulata girando attorno alle mura di Troia. Quando Chichi vide quali fossero le sue intenzioni nel prendere il panno, gli disse semplicemente:
“Lascia, Goku, ti aiuto io.”
Lui la guardò, le fece un sorriso e, senza dire nulla, le porse il panno per lasciarsi pulire da lei.
Qualche ora dopo, di amore e riposo e ancora amore, Goku e Chichi giacevano sudati e soddisfatti e terribilmente innamorati, uno a fianco all’altro. Si stavano ancora accarezzando dolcemente, quando sentirono delle voci provenire dall’esterno:
“…vi prego, lasciatemi parlare con il vostro re… vi prego… io… non sono armato.” supplicava una voce sconosciuta.
“Aspettate qui, devo chiedere il permesso.” disse la voce di Radish.
“Posso entrare, sire?” chiese il comandante scostando leggermente la tenda che faceva da ingresso.
“Aspetta, Radish, solo un istante.” rispose Goku dall’interno.
Il re si voltò verso Chichi e le disse:
“Aspettami qui, vado a vedere di cosa ha bisogno.”
Le diede un bacio e, di malavoglia, si alzò.
Si mise la sua veste bianca da principe e si avviò verso l’uscita dicendo:
“Che c’è, Radish, spero sia importante per avermi interr…
Goku si bloccò appena fuori dalla tenda.
“Chi è costui?” chiese a Radish indicando l’uomo vestito da mendicante con un abito di iuta addosso e un cappuccio sulla testa.
“Sire, non lo so. Ha chiesto di voi, non è armato. Abbiamo controllato.” rispose il comandante.
“Sì, beh, grazie Radish. Torna a fare la guardia.” ordinò Goku.
“Sì, sire, con permesso.” concluse Radish tornando da Tarble, che non si era mai mosso dal suo posto di guardia.
Goku, rimasto solo con lo sconosciuto, gli chiese:
“Chi siete?”
L’uomo estrasse le braccia da dentro l’abito di iuta e si tolse il cappuccio dicendo:
“Voi sapete chi sono.”
Goku sgranò gli occhi. Mai e poi mai si sarebbe aspettato che quell’uomo avesse tanto coraggio di presentarsi al suo cospetto.
“B-Bardok? Cosa ci fate qui? Con che coraggio vi presentate? E come avete fatto ad arrivare fino alla mia tenda senza essere notato?” chiese Goku allibito.
Bardok, il vecchio re di Troia, si inginocchiò davanti a lui. Allungò le sue mani noccolute e gelide, per prendere la mano calda e forte del semidio che lo scrutava dall’alto. La baciò più volte e, con le lacrime agli occhi, gli disse:
“Sire, vi prego, sono venuto fino a qui, vestito da povero mendicante, contemplando nella mia mente la possibilità di essere ucciso, se qualcuno dei greci mi avesse scoperto, solo per implorarvi e chiedere pietà per il povero corpo di MIO figlio. So che offrirvi oro e ricchezze non servirà a nulla per perorare la mia causa. Spero solo nel vostro buon cuore e nella vostra compassione per un povero e vecchio padre che vuole rivedere per l’ultima volta suo figlio.”
Il volto rugoso e bagnato dalle lacrime del re di Troia era rivolto allo sguardo crudele dell’assassino che aveva di fronte a lui. Goku stette per qualche istante in silenzio a guardare quell’uomo che, in quel momento, gli ricordava suo padre, in un modo impressionante. Quegli occhi neri come il carbone, a cui avrebbe voluto ridurre la pila funebre di suo figlio, erano pieni di tutto l’amore e l’affetto che un padre può provare per la sua prole. Goku riuscì a leggere solo sincerità in quelle iridi così simili alle sue e inclinò la testa di lato, mutando la sua espressione da rabbiosa a sempre più serena. Si chinò verso di lui e gli mise la mano libera sotto il gomito dicendogli:
“Vi prego, alzatevi.”
Bardok si alzò e, quando sentì Goku chiamare Radish ad alta voce, pensò che fosse arrivata la sua fine, ma poi, sentendo l’ordine impartito al suo primo comandante, scoppiò in un pianto liberatorio:
“Radish, tu e Tarble staccate il corpo di Gohan dal carro e preparatelo, per quanto potete, alla sua restituzione a suo padre. Quando avrete finito, venite ad avvisarmi, vi darò una veste degna di un principe da fargli indossare. Hai capito?”
“Sì, sire, sarà fatto.” rispose Radish senza discutere, come sempre.
Quando Radish se ne fu andato. Goku tornò a guardare il volto del re che gli parve invecchiato improvvisamente e gli disse:
“È questo che volevate?”
Bardok riuscì solo a fare cenno di sì con la testa e a sussurrare:
“Grazie.”
Goku annuì facendo un impercettibile movimento del capo, poi gli disse:
“Bardok, vi chiedo di fermarvi a banchettare con me, questa sera. Vi chiedo di non rifiutarvi per non offendere la mia ospitalità.”
Bardok fece cenno di sì con la testa cosicché il giovane re gli fece strada nella sua tenda.
Una volta entrati, Goku trovò Chichi, che nel frattempo aveva indossato la veste e i calzari e si era pettinata meticolosamente, come se sapesse chi stava per arrivare.
“Chichi, penso che voi sappiate chi sia quest’uomo. Stasera si fermerà a cena con me. Vi chiedo se potete prepararci un banchetto per onorare la morte di suo figlio.” La informò Goku tornando a darle del voi, per non far capire a Bardok quale tipo di rapporto ci fosse tra di loro.
“Sì, sire.”  rispose la donna immedesimandosi nella parte che avrebbe dovuto recitare quella sera.
Chichi preparò l’inverosimile per accondiscendere al volere dell’uomo che amava. Goku e Bardok cenarono scambiandosi consigli di caccia, di coltivazione o di cavalli.
Al termine della cena, Goku prese un calice d’oro e lo fece riempire di un ottimo vino da Chichi. Glielo porse e, prendendone uno lui stesso, disse:
“Bardok, beviamo questo buon vino in onore dei nostri cari. Abbiamo in comune un unico e grande dolore, quello di aver perso una persona che amavamo. Io sono fortunato ad avere voi qui, stasera. Entrambi abbiamo una spalla su cui piangere per la perdita dei nostri cari. Vi giuro che non esiste persona migliore di me per capire la vostra pena in questo momento.”
Poi, mentre i due decennali nemici brindavano con le lacrime agli occhi al ricordo di Gohan e Turles, con l’ottimo vino gentilmente ‘offerto’ da Napa, quest’ultimo, nella sua tenda piangeva da solo la morte di suo figlio.
Non si chiese perché, suo figlio fosse morto: lo sapeva perfettamente.
Non si domandò neppure come avrebbe potuto vendicare la sua morte.
Si limitò a pregare gli dei perché gli dessero la forza di continuare a combattere per onorare la morte di un giovane che aveva pagato per le sue colpe.
Napa pianse tutta la notte, da solo, senza gloria, né onore, ma con la consapevolezza di essere stato solo lui la causa del suo dolore.
Nel contempo, nella tenda di Goku, il brindisi si concluse con un forte abbraccio tra Goku e Bardok interrotto dall’arrivo di Radish che informò il suo re, che i suoi ordini erano stati eseguiti.
Goku si allontanò e, aprendo un grosso baule impolverato da anni di inutilizzo, ne tirò fuori una veste molto simile a quella che lui stesso vestiva e la diede al capo delle sue guardie per farla indossare a Gohan.
Una volta che Radish fu uscito dalla tenda, Goku si rivolse di nuovo a Bardok dicendogli:
“Sire, il corpo di vostro figlio è quasi pronto per ricevere ciò che desideravate. Vi farò scortare fino a Troia. I miei uomini porteranno il principe fino alle porte della città. Da lì in avanti ci penserete voi.”
“Grazie.” rispose solo Bardok il cui sguardo ora era pieno di riconoscenza.



 
FINE






NOTA AUTORE: Carissime lettrici e lettori, come forse molti sapranno, l’Iliade si conclude a questo punto. Le vicende successive, dalla morte di Goku per mano di Goten che gli scaglia una lancia avvelenata (guidata da re Kaio nel suo unico punto mortale), all’idea di Vegeta del cavallo in legno che porterà alla conquista di Troia, sono oggetto di un’altra opera omerica: l’ODISSEA.
Chiedo di nuovo scusa ai cultori dell'epica per aver osato modificare parte della trama (tipo l’uccisione da parte di Goku-Achille del figlio di Napa-Agamennone) e aver parafrasato il vero dialogo di Omero tra Goku e Gohan a mio piacimento... Spero sia comunque una gradita lettura.

Per ora saluto e ringrazio tutti coloro che hanno letto questo mio racconto fino alla fine, nonostante quest’ultima fosse già stata scritta. Un grazie particolare a tutte le mie muse ispiratrici che mi hanno spinto a continuare lasciandomi recensioni capitolo per capitolo.
E, infine, ma non ultime, grazie a chi ha messo il mio racconto in una delle categorie e a vorrà buttarsi nella lettura del proseguo: Odissea, sempre tra le mie storie.

Alla prox!

Ssjd
   
 
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: SSJD