Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Yoan Seiyryu    12/02/2015    2 recensioni
[1864 - 2015] °Edimburgo°
La Storia si intreccia in due epoche differenti. Le credenze riguardanti il Piccolo Popolo vengono sempre meno e i Clan Scozzesi decidono di intervenire affinché i poteri soprannaturali delle creature fatate non vadano perdute. Si riscoprono degli esseri umani in grado di esercitare tali poteri, soggetti al volere dei Clan. Isabel McGregor è l'ultima erede della sua famiglia, dopo che quest'ultima è stata decimata da una Banshee. Le sue vicende si intrecciano con quelle di Charles Burnett, il quale per salvarla la spedisce nel futuro ma anche lì si ritroveranno ad affrontare quelle stesse persone in grado di esercitare poteri soprannaturali.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Sovrannaturale
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A




Prologo


1864, Duddingston
     



 
      La luce si nasconde più facilmente del buio.
      Il buio, anche se nascosto, crea ombre distinguibili.
      Charles Burnett l’aveva riconosciuto subito, il buio. Un buio dipinto di colori chiari che non avevano nulla a che fare con l’oscurità della notte o peggio ancora, della morte. Niente e nessuno fino ad allora era sfuggito al suo occhio e non avrebbe perso di vista la chiave che, forse, gli avrebbe restituito indietro il suo più grande desiderio.   
      L’aveva visto entrare al Sheep Heid Inn e l’aveva seguito. La luce fioca delle candele, delle tante candele che illuminavano dall’alto lampadario, rendevano l’ambiente accogliente e familiare, insieme al fuoco scoppiettante del camino che si accingeva a coprire il freddo di una primavera che non si era ancora apprestata ad arrivare.
      Erano pochi i presenti e quei pochi erano riuniti nella sala rettangolare decorata con i classici quadri che ritraevano i paesaggi scozzesi. Charles li osservò annoiato, ne vedeva così tanti al giorno di quei quadretti tutti uguali, senza alcuna unicità, che decise di non attaccar briga con il proprietario. Almeno non per quella sera.
        Il buio si sedette davanti al camino, su una comoda poltrona illuminata dalle fiamme pallide che gli lambivano gli occhi azzurri. Occhi che tentavano di tirarsi indietro dal resto del mondo. Fu invitato a svestirsi del soprabito grigio ma quando lo sfilò non permise ad alcuno di sottrarglielo e lo lasciò adagiare accanto a sé.
      Charles aveva immaginato il buio in maniera diversa, di certo non come un uomo dall’aspetto ordinario e privo di alcuna caratteristica.
     Si diresse verso il bancone per ordinare un bicchiere di whiskey e appena fu fornito si diresse con passi concitati verso il buio e si sedette sulla poltrona accanto senza chiedere il permesso.  Gli occhi azzurri si sollevarono per studiare il nuovo venuto e si lasciarono andare ad uno sguardo di sconforto e ad un accenno di disgusto. Charles vi intravide persino un segno di alterigia  che non lo infastidì: anzi, ne fu compiaciuto.
       ‹‹Permettete?›› domandò Charles cogliendo la mancanza di eloquenza nell’altro.
       ‹‹Permettete che vi faccia compagnia? Gli spifferi sono terribili, oggigiorno un raffreddore può risultare fatale con tutti i bravi medici che ci vogliono far fuori. Ed io non mi sento più giovane da lasciarmi prendere dall’avventatezza›› specificò con un sorriso divertito.
      Il buio sollevò un sopracciglio e lo osservò senza rivelare ancora la propria voce. Era piuttosto ovvio che il gentiluomo si era intromesso nel suo campo visivo poiché desiderava intrattenersi con lui, non per ostentare una falsa vecchiaia che all’alba dei ventotto anni non poteva mascherare.
      ‹‹Gradirei rimanere solo, se non vi offendete.››
      Charles, che fino a quel momento aveva tenuto la schiena in avanti per osservare meglio il suo interlocutore, tornò in posizione retta quando udì la voce del buio. Per poco non aveva sussultato. Era una voce chiara, limpida e che mostrava maggiormente la rigidità del personaggio che gli era seduto accanto. Sorrise con malcelata soddisfazione ed appoggiò la nuca allo schienale della poltrona.
       ‹‹Dunque mi lasciate libertà di scelta.  Non gradite la mia compagnia, o deduco la compagnia di alcuno, ma al tempo stesso non volete offendermi. Se mi sentissi offeso potreste decidere di cambiare postazione ma siete stato il primo ad arrogarvi il calore del fuoco, quindi non vi sposterete. E via dicendo›› si esplicò Charles lasciando che le altre ipotesi giungessero da sé.
       ‹‹Deduco che vi sentiate offeso›› sospirò il buio in una smorfia.
       Charles sorrise ed annuì.    
       ‹‹In cambio della vostra compagnia vi offrirò dell’ottimo whiskey›› sollevò il suo bicchiere da cui non aveva ancora iniziato a bere ‹‹attendetemi qui e vi prego di non approfittare della mia distrazione per fuggire›› si raccomandò.
        Non gli concesse di replicare e si alzò per raggiungere nuovamente il bancone dove gli fu fornito un altro bicchiere di whiskey. Si voltò più volte per controllare che il suo nuovo compagno non avesse cambiato postazione. Charles notò che il  buio si accingeva a guardarsi intorno in modo nostalgico. Una nostalgia non del tipo passato, ma di quello futuro che si provava verso qualcosa di impossibile da ottenere.
        Tornò dopo poco e gli consegnò tra le mani il bicchiere fingendo una certa commozione.
        ‹‹E’ d’obbligo un brindisi.››
         Il buio osservò il colore ambrato del whiskey e  poi spostò lo sguardo sullo sconosciuto.
         ‹‹Non mi capacito del motivo di tanto disturbo››  
         Charles sollevò gli occhi al soffitto e poi li riportò bruscamente su di lui.
        ‹‹La gentilezza non è estranea a questo mondo. La rifiutate?››
        ‹‹La gentilezza immotivata, non la comprendo.››
        ‹‹Non ho bisogno di avere un motivo valido per essere gentile›› sorrise Charles e poi scrollò le spalle ‹‹forse vi è difficile accettare un gesto simile da un estraneo, venendo a conoscenza del mio nome potreste tornare a rilassarvi. Il mio nome è Charles Burnett››.
       Il buio sospirò rigirando il bicchiere nella mano sinistra. La destra, invece, era ben attento a lasciarla nascosta ad occhi indiscreti.
      ‹‹Un nome non rivela l’identità di un individuo. Immagino che desideriate sapere a chi avete mostrato la vostra gentilezza: Henry Morrison.››
       Charles lasciò schioccare la lingua sul palato e trattenne una risata che produsse solo nella sua testa.       
      ‹‹Senza un nome però non c’è riconoscimento›› sospirò all’idea di aver trattato così tante volte quell’argomento che non aveva alcuna voglia di riproporlo.
       Henry, volenteroso di lasciar cadere nel nulla quella conversazione, sollevò il bicchiere gentilmente offerto. Era da giorni che non aveva avuto la possibilità di fermarsi e di godere del calore del fuoco senza essere afflitto dal peso della sua esistenza.
      ‹‹Ai nomi.››
     Charles sorrise, di nuovo. Quella sera aveva sorriso spesso e l’altro se ne era reso conto, non senza domandarsi quale fosse il motivo di tanta serenità.
     ‹‹Ai nuovi amici.››
     Bevvero all’unisono tutto d’un sorso e tornò il silenzio. Charles non vi badò, si limitò a tirare fuori  l’orologio da taschino per controllare l’ora. Non era in ritardo nemmeno di un minuto, aveva calcolato un tempo più dilatato per quella missione percio’ poteva prendersela con comodo. Quando tornò ad osservare il compagno di quella serata si avvide del dorso della mano destra, scoperto dalla manica della camicia, dove una macchia nera si intrufolava confusamente fino ad arrivare agli incavi della dita e dilungarsi dall’altra parte all’interno del polso.
       Henry se ne accorse e prese a rigirare il bicchiere vuoto tra le dita.
      ‹‹Siete silenzioso›› disse per distoglierlo da quell’improvviso interesse.
      ‹‹E voi non siete loquace›› affermò Charles inarcando un sopracciglio ‹‹vi aspettavate un gentiluomo di passaggio annoiato ed in cerca di qualcuno su cui riversare tutto se stesso?›› domandò ironicamente.
      Henry sorrise appena ed annuì.
     ‹‹Ordinario›› sospirò Charles ‹‹siete davvero troppo ordinario.››
     Henry sollevò gli occhi azzurri su di lui per decifrare quelle parole ma non ebbe il tempo di riflettere. Lui che era il buio ne fu improvvisamente circondato. Le tenebre si affollarono di fronte al suo sguardo e condotta la testa tra le mani finì per chiudere le palpebre e perdere i sensi, rovinando fuori dalla poltrona per lo slancio inaspettato.
      Charles fu lieto di vederlo rantolare a terra e si apprestò ad alzarsi prima che qualcuno si accorgesse del malumore che lui stesso gli aveva inferto. Si avvicinò e prese a frugare nelle tasche del soprabito grigio che Henry aveva abbandonato sulla poltrona. Dopo diversi tentativi trovò l’oggetto che stava cercando: un pendente, una clessidra d’argento.
       ‹‹Stento a credere che sia tu l’uomo che tutti dovremmo temere›› sussurrò osservandolo per l’ultima volta.
        Ora che aveva portato a termine la prima parte della missione poteva tornare da dove era venuto. 






NdA: 

* 'Tirra Lirra' è una citazione dai versi di Tennyson: 'Lady of Shalott' 

Non pubblico originali da più o meno una vita, voglio provare a rimettere in gioco questa storia. 
Come si è potuto capire l'ambientazione passa dalla Scozia di metà '800 alla Scozia odierna, tenendo pur sempre conto che non vi è massima accuratezza storica, è più una tipologia di storia fantasy/soprannaturale. 
I personaggi protagonisti sono quattro: due li avete già conosciuti, Charles ed Henry. Nei prossimi capitoli scoprirete anche chi sono e che ruolo avranno. 
Gestisco una pagina autrice su Facebook, nel caso qualcuno fosse interessato agli aggiornamenti e lascio qui il link --> https://www.facebook.com/pages/Hello-Captain-Im-the-Mad-Hatter/694524527306828?fref=ts

Grazie a chi deciderà di seguire la storia! 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Yoan Seiyryu