Tutte le vite vengono spezzate, tutti i cuori cedono all'inesorabile scorrere del tempo e alle sue leggi, tutti gli uomini si piegano sotto la morsa del destino. Ti sei sempre creduto al di sopra di loro, non è vero, Mycroft? Hai sempre pensato che nulla potesse scalfire la tua facciata imperscrutabile, che niente potesse far breccia in quel tuo cuore gelato, sicuro, ermetico. Nulla.
Solo a tuo fratello avevi permesso una piccola via, scavata a forza nel ghiaccio, fino al tuo cuore. Solo lui era riuscito a vedere il lato più umano di te, solo a lui avevi permesso di sciogliere la tua anima.
Ma poi è arrivato il tuo primo sbaglio. Hai lasciato che un'altra fiammella s'accendesse nel tuo cuore, l'hai lasciata incustodita a divampare. Non hai badato a lei, per un po', hai provato a soffocarla con venti gelidi che venivano dal profondo della tua anima, ma invano. Forse era lei che era troppo ardente, o forse eri tu che non hai realmente provato a estinguerla. Perché ti piaceva, quel calore. Ti faceva ricordare la sensazione di essere amati.
Ti hanno amato, sì, Mycroft. Solo che non te ne ricordi più. Tua madre, tuo padre, tuo fratello. Li hai allontanati tutti, con la tua logica ferrea e inoppugnabile, con i tuoi toni freddi e scostanti, con le tue risposte gentili e supponenti. Con la tua maschera impenetrabile.
Cosa credevi, Mycroft, che davvero saresti stato risparmiato? Credevi che davvero la vita non avrebbe trovato il modo di fregarti, di fregare il tuo cuore? Pensavi davvero che quella fiammella prima o poi si sarebbe spenta di suo, lasciandoti il tempo di accettare l'evento? Ma non è così, che va, tu dovresti saperlo. Tu che passi tanto tempo a guardare gli altri avresti dovuto intuirlo.
Ti piaceva guardare le vite degli altri crollare su se stesse. Ti piaceva osservare le loro reazioni di fronte al dolore. Non era crudeltà, quella. Era scienza, scienza precisa ed esatta. Ti piaceva pensare di essere diverso da loro, di essere intoccabile, di essere irraggiungibile. Ma il dolore tocca tutti. Avresti dovuto capirlo, Mycroft, con l'intelligenza che hai. Avresti dovuto capirlo.
Ed eccoti qui, ora. Ora che il dolore ti ha preso, ora che ti ha afferrato tra le sue dita gelide, non c'è più nulla di bello. Non c'è più nulla di scientifico, né di preciso, né di esatto. C'è solo dolore.
Ti sembra di risentirti, supponente, dire a tuo fratello “Preoccuparsi non è un vantaggio”. Oh sì, come avevi ragione. Se solo fosse stato così facile.
C'era qualcosa che non andava, in voi. Sherlock l'aveva capito. Ma tu... quanto ci hai messo tu? Tanto, troppo tempo. Forse lo capisci solo ora.
Ora che Gregory è morto.
Lo senti questo rumore? È il ghiaccio che si sta crepando, nel tuo petto, è il tuo cuore che sta lottando per liberarsi dalla prigione dove tu l'hai rinchiuso, tanto tempo fa. Già rivoli colano dal tuo cuore di ghiaccio, pronto a sciogliersi. Ed è strano, per te, ma anche sul tuo viso stanno colando delle lacrime.
E ora, Mycroft? Che ne sarà di te? Ora che succederà alla tua maschera? Colerà via anche lei, insieme al tuo cuore? E pensare, che ti piaceva osservare le vite degli altri. Ti piaceva vederle spezzarsi.
Lo senti questo rumore, Mycroft? È una vita che si spezza.
La tua, Mycroft, la tua.