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Autore: treautunni_    13/02/2015    2 recensioni
Mi guardi, non parli, sorridi e ti volti. Che poi vorrei anche riuscire a capirti, riuscire a decifrarti.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Calum Hood, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A te, che sei sempre qui.

 

 

Mi sorridi, sempre. C'è qualcosa di incomprensibile in quel paio di occhi che trovo sempre a fissarmi. Mi guardi, non parli, sorridi e ti volti. Che poi vorrei anche riuscire a capirti, riuscire a decifrarti. Cosa pensi quando mi guardi? Dimmelo, parla. Vorrei urlarti contro, dirti di parlarmi, di farti capire ma no, è tutto inutile perchè preferisco stare lì, in silenzio, ad aspettare. Ad aspettarti. Sempre.                                                                                                                             

Però ti sento, sappilo. Anche se non parli, sento il tuo sguardo addosso, sento te. Sotto la mia pelle. Che il tuo sguardo me lo sento ovunque, tra le costole, nello stomaco - nel cuore - e ci sei, anche se non ci penso, anche se non voglio pensarci, anche se ti evito. E posso far finta di odiarti, di odiare quello che fai, quello che mi fai provare ma poi, ti odio davvero? Non credo e non credi nemmeno tu. E dimmi, cosa provi quando i tuoi occhi incontrano - per errore, davvero?- i miei? Che mi sento sopraffare da quel tuo sguardo, da quegli occhi scuri che starei ore a guardare. Starei ore a guardarti, in realtà. Ma sai come sono, no? Io, gli occhi, li ho sempre rivolti verso il basso quando ci sei tu. Che tu comunque continuerai a farmi questo effetto, che se potessi probabilmente ti odierei per questo ma non posso, né ora né in futuro. Che comunque, anche se mi costa ammetterlo, te sei sempre qui, nei miei pensieri, anche se lo nego, anche se non voglio - davvero?-  E va bene, va sempre bene quando si tratta di te. Credo tu sia il mio limite, sai? Quel qualcosa che raggiungi con fatica e che non puoi, non riesci, non vuoi superare. E non si tratta di accontentarsi, no, si tratta di essere impossibilitati, si tratta di un qualcosa più forte di noi, che non si può superare, non si può abbandonare.

E se avessi quel po' di coraggio che mi manca, verrei da te. Ti chiederei di scegliere, di smettere di guardarmi così,  di fare un passo verso di me che poi l'altro lo faccio io. Ma io questo coraggio continuo a non averlo e tu continui a non farlo, quel passo. Ed a me continua ad andare bene così, alla fine. Che tu ci sei ed io sono legata a te, dal tuo sguardo che sento su di me, sempre, e da quel qualcosa che sento in me, qualcosa che ho paura di definire. Che, forse, non saprei nemmeno come definirlo quel peso sullo stomaco che sento quando ci sei tu, quel dolore al petto - al cuore -, quel rossore che comunque c'è sempre ma che, quando ci sei te, aumenta. E tu lo vedi ma fai finta di non vederlo. E forse è meglio, sai? Si sta meglio così, nell'incertezza ma nella garanzia di averti qui, con me, sempre. Che il tuo sguardo la mia mente non lo scorda, e nemmeno il mio cuore.

 

  
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