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Autore: Kagedumb    13/02/2015    2 recensioni
4295 words | Adommy!centric
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. – Ci pensi mai? A come sarebbe poter tornare indietro e cambiare tutto, intendo – fa Adam, e tira un calcio ad un sasso della strada sterrata.
C'è un vento, un vento leggero, quel vento di fine ottobre. Il vento delle foglie che cadono e delle cose che se ne vanno. Il vento che gli scompiglia i capelli e gli raffredda il volto, le guance e le mani.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Adam Lambert, Nuovo personaggio, Tommy Joe Ratliff
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Titolo: “E se si potesse cambiare qualcosa, io non cambierei niente”
Fandom: Adam Lambert / Adommy
Personaggi: Adam Lambert, Tommy Joe Ratliff, Nuovo Personaggio
Genere: Drammatico - Romantico
Avvertimenti: Tematiche delicate
Rating: Arancione
Introduzione:
Ci pensi mai? A come sarebbe poter tornare indietro e cambiare tutto, intendo – fa Adam, e tira un calcio ad un sasso della strada sterrata.
C'è un vento, un vento leggero, quel vento di fine ottobre. Il vento delle foglie che cadono e delle cose che se ne vanno. Il vento che gli scompiglia i capelli e gli raffredda il volto, le guance e le mani.




 
E se si potesse cambiare qualcosa, io non cambierei niente”


 
 
 


 
I

 
 
I'm so happy 'cause today
I found my friends
They're in my head
I'm so ugly, that's okay, 'cause so are you
We broke our mirrors
[Nirvana - Lithium]





 
Nella terrazza della scuola è vietato fumare. Adam lo sa bene, come sa pure che Tommy lo ignora giornalmente e che quando chiede alla professoressa di mate se può andare al cesso in realtà va su in terrazza e guarda il mondo dall'alto, e quindi Adam non è sicuro se lo faccia per fumare in santa pace o semplicemente perché gli piace quel posto.
 


Tommy  si lagna a mezza voce, mentre lo raggiunge e si appoggia a sua volta alla ringhiera. Se ci beccano la nota me la prendo anch'io 'sta volta.
 
E suo padre l'avrebbe ammazzato, anche perché, suo padre, Tommy non lo poteva manco vedere. Lo odiava. Un nullafacente , diceva, Un idiota, cerca solo guai, basta guardare la famiglia che si ritrova!

La sorella di Tommy è rimasta incinta a quattordici anni, nessuno sa chi sia il padre del neonato, e la loro madre, la signora Ratliff, era scappata qualche anno prima con un forestiero. Forse cinque o sei prima. Tommy non ricorda.

Non ne faceva parola, ma Tommy, dopotutto, parlava poco di suo, dunque Adam non faceva troppe domande anche perché, alla fine, non erano cazzi suoi. O meglio, tentava di convincersi che non gliene dovesse importare nulla.
 
Che lagna sei – Tommy ha ancora la sigaretta accesa tra le labbra.
 
Adam arrossisce un po', anche se riesce a vedere di profilo che Tommy ha un sorriso accennato sul volto. È solo che ho bisogno di avere il massimo dei voti per entrare in medicina. Non posso continuare a prendere note, Tommy  si giustifica con la prima cosa che gli è venuta in mente, ancora un lieve rossore sulle guance. Anche se in realtà a lui di medicina non frega proprio niente, suo padre ci tiene così tanto che lui diventi chirurgo, allora gli ha promesso che ci avrebbe provato. Poi io non fumo nemmeno.
 
Sei una lagna lo stesso. Parli troppo.

Tommy gli dà le spalle e guarda il cortile, silenzioso, allora Adam lo guarda e pensa che almeno un po' sia bello, ma di una bellezza tutta sua, una bellezza un po' malinconica e distratta, che pochi riescono a cogliere.
 

Adam ride. In realtà a lui l'odore di fumo dà fastidio, però quando si tratta di seguire Tommy sul tetto tenta di non farci caso.




Tommy sta per Thomas Joseph, ma Adam non sa esattamente quando ha iniziato a chiamarlo Tommy anche nella sua testa.
Forse quando si sono conosciuti, perché Tommy ha un suono malinconico e indeciso, come qualcosa che manca, e Tommy è esattamente così. Adam pensa, guardandolo, che qualcosa in Tommy è sparita e non si sa più dov'è.
 


Domani devo portare quella stronza in clinica  dice Tommy di colpo, sporgendosi in avanti per guardare meglio il cortile, e Adam sa che per la stronza intende sua sorella, la piccola Liz. Pa' è furioso, ma non gli do torto. Vuole che abortisca. E vorrei la stessa cosa se avessi una figlia e si ritrovasse improvvisamente in queste condizioni.
 

E lei? Che dice?
 

Assolutamente nulla, non ha ancora detto una parola. Sta sempre chiusa nella sua camera a piangere e non mette il naso fuori. Nemmeno per la cena. E' insopportabile.
 
Adam un po' la capisce. Pensa a quanto debba essere brutto ritrovarsi in una situazione del genere e non sapere come agire. Adam ne sa qualcosa. E come ce la porti in clinica? È fuori città, è lontano, e la tua auto...  azzarda, ricordando quando nemmeno una settimana prima, ubriaco fradicio, Tommy è riuscito ad andare a sbattere contro un palo della luce, distruggendo buona parte della vettura. Sul momento era sembrato davvero molto divertente da raccontare, e infatti al ricordo Tommy ridacchia con quella sfrontatezza giovanile di cui Adam è un po' innamorato. Perchè lui, quella sfrontatezza, non ce l'ha più.

Lo so, lo so. Ma mica l'ho detto a pa' che l'auto l'ho scassata. Sei pazzo. Mi ammazzerebbe  fa una pausa, prende un sospiro profondo e poi ricomincia Sto aspettando il momento giusto, quando tutta 'sta storia di merda sarà finita. Così potrò dirglielo. E non mi ammazzerà.
 
Tommy si porta la sigaretta alle labbra per l'ennesima volta e inspira. Adam le guarda, quelle labbra, non riesce a non guardarle e alle volte si domanda se Tommy lo sappia.
Forse no, non lo sa.
 

Ti posso dare un passaggio  Adam sospira, un po' rassegnato e Tommy sorride, ironico.
 

Significa che vuoi tagliare la scuola. Taglieresti la scuola?
 

Adam scrolla le spalle. L'hai detto tu che l'auto l'hai mandata a farsi fottere e che se lo sapesse tuo padre ti ucciderebbe.
 
Tommy lo guarda, questa volta ne incrocia lo sguardo. Ha un sorriso divertito stampato sul volto.
Però, Tommy ha gli occhi di un banalissimo nocciola. Però... però c'hanno quel qualcosa gli occhi di Tommy, qualcosa che Adam non si spiega, anche ora che lo fissano divertiti. Luccicano. 
Sei così...  Si morde il labbro, come cercando la parola giusta  Carino, che mi dai la nausea.
Spegne la sigaretta e la butta di sotto.
 

Idiota – ride.
 

Cagasotto.
 
E a Adam sembra quasi di essere tornato in quell'afosa giornata di agosto, nella stanza di Tommy, a spiegargli la stupida matematica. Non sa perché ci sta pensando proprio adesso, forse perché Tommy ha le sopracciglia aggrottate, come quando cercava di ripetere i concetti sui radicali e il trasporto, ed è così bello.
 


Che c'hai?
 
Adam si appoggia alla ringhiera, gli sfiora il gomito senza volerlo. Niente.
 
Tommy rotea gli occhi, sbuffa e lo osserva meglio. Col cazzo, niente  e Adam sorride, perché davvero non è niente.
 
Si volta a guardarlo e il sorriso sparisce per far spazio ad un minimo della sua espressione seria. Io... vorrei baciarti, Tommy.
 
Tommy irrigidisce la mascella, fa mezzo passo indietro e si stacca dalla ringhiera.
 
Sei fuori di testa? sibila. Se ci scoprissero, mio padre-... Se qualcuno sentisse 'ste cose, cosa pensi che succederebbe?  Sta ringhiando, ora. È nervoso e una miriade di pensieri gli offuscano la mente in un secondo.
 
Adam si morde il labbro. Prova ad avvicinarsi all'amico Non c'è nessuno qui, solo noi due, e poi è solo un bacio. Un bacio.
– Un bacio ripete Tommy, mentre le sue dita intrappolano il mento del moro.

È un bacio veloce, irrequieto, possessivo, perché Tommy è così e Adam lo ama per quello, per quel lato tenebroso del suo carattere.
 
Tommy gli volta le spalle.
 
Torniamo in classe  fa, la voce atona.
Il vento gli spettina i capelli.
 
 
Però Adam ci ripensa, a quell'agosto estivo, mentre scendono le scale e camminano silenziosi per i corridoi.



Il fatto è che Adam non può smettere di pensare. Torna da scuola – percorrendo il tratto a piedi, le mani infilate nelle tasche dei bermuda – si sdraia sul letto e ci pensa, le dita che sfiorano l'elastico dei boxer.
E quindi pensa.
Pensa a Tommy, alle sue labbra, a quelle che ha baciato sul tetto della scuola, a-... È come una droga, Tommy. Se pensa a lui, Adam pensa ai pomeriggi passati a suonare ai citofoni e poi scappare, ai frullati sulle panchine del parco, ai suoi denti contro il lobo del suo orecchio. Tommy. C'ha la sua voce nella testa, quella voce un po' divertita e un po' ironica.



Sta pensando di nuovo alle lezioni di matematica ad agosto.
Parlava di Paige, quella del terzo, quel giorno. Parlava di come l'avesse sbattuta alla festa di Ethan. 
Aveva gli slip rosa di pizzo nero, capisci? Non so bene, ma sembrava una porno star e Adam aveva provato a sorridere, sul serio, e ad evitare che l'immagine di Tommy che si scopava Paige del terzo, con le gambe allargate e la figa bagnata, si formasse nella sua mente. Però Tommy se n'era accorto.
Ce l'hai duro  aveva riso, accostando leggermente il viso al suo orecchio.  Vuoi che torniamo all'algebra?  l'aveva provocato perché Tommy era così e Adam era arrossito tutto ad un colpo.
 
Adam se lo ricorda, il primo giorno in cui ha conosciuto Tommy. È successo durante la prima superiore. Adam ce l'ha nella testa l'immagine di quel Tommy piccolo e minuto, dai capelli platino freschi di tintura, appoggiato alla parete del cesso del bagno delle ragazze, che lo fissava mentre veniva menato da quei bastardi.
Quando se n'erano andati, Tommy aveva sbadigliato un  Sei proprio una mezza sega , staccandosi dal termosifone e porgendogli la mano per aiutarlo ad alzarsi, l'espressione sprezzante. Però, non aveva avuto l'intenzione di offenderlo, no. Per Adam, quel sei proprio una mezza sega, aveva significato "svegliati, e datti una mossa".

Tommy era in un'altra sezione e prima di quel giorno non si erano mai nemmeno rivolti la parola, probabilmente Tommy non aveva idea di chi cazzo fosse.
Mi hanno preso alla sprovvista  aveva borbottato, invano.

Cazzate  aveva ribattuto laconico Tommy, che in quel momento Adam non aveva ancora preso a chiamare così.  Ti menano perché sembri frocio  aveva continuato imperterrito, lo sguardo altezzoso, e aggiunto:  E poi sei proprio impedito  quando Adam era inciampato alzandosi nei lacci delle scarpe.

Non sono-...

Sta' zitto. Per cinque euro a settimana te li tengo lontani io, gli stronzi  Tommy aveva roteato gli occhi. Una mano aperta che pendeva distrattamente verso Adam.  Prendere o lasciare, forza  aveva sbuffato, in quel modo particolare che al moro aveva ricordato vagamente Walker Texas Rangers, che era costretto a guardare ogni pomeriggio dalla nonna. Forse anche Tommy lo guardava, o perlomeno era quello che aveva pensato.
Poi erano diventati amici e Adam, i cinque euro settimanali, aveva potuto smettere di darglieli.
Solo dopo qualche mese, però.
 
Adam c'ha le gambe aperte come Paige del terzo, quando Tommy glielo succhia quel pomeriggio d'agosto, la cerniera dei jeans tirata giù.
Cazzo  ricorda di aver ansimato, con gli occhi nocciola di Tommy che non lasciavano la sua espressione perché, quando veniva, Tommy non voleva perdersi manco un secondo.  Ci sono i tuoi sotto, Tommy.
E quindi Tommy, quello nella sua testa, gli lecca piano la punta. La cosa che più fa impazzire Adam è che quando glielo succhia Tommy lo fa come se fosse un compito di chimica, aggrottando leggermente le sopracciglia per concentrarsi.
Sono usciti, sta' tranquillo. Oggi è il loro anniversario e la stronza è in camera, sta facendo i compiti.
Oh.

 
 Poi è costretto a scuotere la testa e tornare nel mondo reale. L'Adam del presente si sporge e afferra dal comodino il cellulare che sta squillando.
Sono impegnato  si lamenta, mentre ha fretta di rimettere giù e continuare ad immaginare una scena che in realtà non è mai esistita.
Dall'altra parte, Helena ride.
Helena è la compagna di banco di Adam, Helena è una scassacoglioni senza precedenti. 
Ti stavi facendo una sega? – continua a ridacchiare, mentre Adam si sistema meglio sul letto e sbuffa, arrossendo un po'. Poi le risponde con quel secco e coinciso No, i compiti.

Claro, claro. Te creo  ribatte la ragazza, che ha passato tutte le sue vacanze estive in Spagna, e c'è un pizzico d'ironica soddisfazione. Non stavi pensando a Tommy, mh.

No. Che vuoi?

I compiti di mate. Non li ho scritti.

Te li passo dopo su Facebook, ci sent-...
Che palle che sei, Ad. Volevo solo chiederti se domani uscissi con Erika e il gruppo.

Adam ci pensa, si mordicchia il labbro. Forse gli piacerebbe, ma per domani ha altri piani.
Non posso Hel, domani taglio.

Ah-a, davvero?

Adam non sa cosa dire. Ci pensa un secondo, due, tre Tommy  aggiunge dopo un po', incerto, a mo' di spiegazione, come se quello dovesse dire tutto.
Lo sai che gira il pettegolezzo che l'abbia messa incinta lui la sorella? Roba da pazzi. Me l'ha detto Erika ieri, ed io mica glielo potevo dire che Tommy Joe è più finocchio di Ben Whishaw e John Barrowman messi insieme...

Dio.

Dio che? È pazzesco, vero?
Adam sospira, esasperato, la mano ormai fuori dai boxer e l'erezione che a poco a poco sparisce. Lascia che la testa cada sul cuscino e fissa il soffitto Dio-non-posso-crederci-che-non-ti-ho-ancora-staccato-il-telefono-in-faccia.




 
How can I decide what's right?
When you're clouding up my mind
I can't win your losing fight
All the time
[Paramore - Decode]




 
Nella bio di Liz su Netlog c'è scritto “sono alta un metro e un tappo” e Liz, alta un metro e un tappo, lo è davvero. Liz è bassa, e non è neppure bella, non bella quanto suo fratello almeno. Solo, è carina.
Quel tipo di aspetto che non potendosi collocare né fra bello né fra brutto rimane in mezzo. Carina.

Liz si arrotola la t-shirt dei Linkin Park fin sopra la pancia, studiandosi con attenzione allo specchio. Si carezza il ventre e intanto pensa alla prima volta che ha fatto sesso.
La prima volta che l'ha fatto è stato un anno fa.
Un anno fa. Sembra così tanto.


Era giugno e si stava sentendo con quel ragazzo di Riverside, Logan, che aveva le spalle più belle che avesse mai visto. Era stato quello a catturarla quando si era messa a sfogliare le sue immagini di profilo su Netlog.
Le spalle.
Liz è ossessionata dalle spalle, ma non ha idea del perché. Forse per il fatto che è convinta che le sue siano troppo larghe, quindi quando incontra una persona la prima cosa che guarda sono le spalle.
Le spalle dicono sempre molto di una persona, lei la pensa così.

Dalle spalle di Logan capiva che era un tipo sportivo, uno cool, uno a cui piace ridere.

Gli aveva inviato la richiesta d'amicizia e cinque minuti dopo aveva visto la colonna della chat lampeggiare.
Ehy, ci conosciamo? :)
A Logan piacevano gli smile, ne metteva uno sempre alla fine della frase.

Alle volte Liz ci ripensa ancora, a Logan e ai suoi smile, a quella volta che è venuto a prenderla a scuola e lei si è sentita a sua volta così cool, alle sue dita che le slacciano il reggiseno e le dicono che lo fanno tutti ormai.

Liz ha le guance rosse quando lui le mette la mano , ma la Liz del presente continua a fissarsi la pancia, non riesce quasi a crederci che ci sia davvero qualcosa là dentro.
Era innamorata di Logan, le piaceva tenerlo per mano per i corridoi della scuola, baciarlo vicino al loro termosifone. L'amore per Liz è quello.

Le fa strano pensare a Logan come il ragazzo con cui ha perso la verginità. Quello che le aveva giurato che sarebbero stati insieme per sempre.
Logan.
Logan, quello che lei aveva scaricato perché troppo pressante. Logan. Chissà cosa doveva pensare ora, Logan.
Erano stati insieme tre mesi.
Liz apre gli occhi, guarda di nuovo il suo riflesso, poggia il naso contro il vetro.
Quella troia della mia ex, lo immagina dire e le lacrime (di stizza, di rabbia?) cominciano a scorrerle lungo le guance.

Non esce manco più di casa, Liz, perché le sembra che tutti la fissino, che tutti la giudichino, che tutti sussurrino alle sue spalle. E lo sa, Liz, che anche dopo,
tutto questo continuerà. Lo sa, che sarà sempre, per tutti, la ragazza che si è fatta mettere incinta a quattordici anni.
Posa le labbra contro il vetro.
È freddo.
Vorrebbe poterci passare attraverso, diventare la Liz Dell'Altra Parte. Chissà com'è, poi, questa Altra Parte.

C'è la voce di Thomas alle sue spalle, atona.
È pronta la cena.

Liz sente i passi che si allontanano. Ogni giorno che passa, suo fratello è sempre meno presente, più distante da lei.
Più dall'Altra Parte.
Socchiude gli occhi, il vetro contro il naso è ancora gelido.



 
I walk a lonely road
The only one that I have ever known
Don't know where it goes,
But it's home to me and I walk alone.
[Green Day – Boulevard of broken dreams]




 
II



 
Ci pensi mai? A come sarebbe poter tornare indietro e cambiare tutto, intendo  fa Adam, e tira un calcio ad un sasso della strada sterrata.
C'è vento, un vento leggero, quel vento di fine ottobre. Il vento delle foglie che cadono e delle cose che se ne vanno. Il vento che gli scompiglia i capelli e gli raffredda il volto, le guance e le mani.
Tommy affonda le mani nelle tasche e scrolla le spalle. Tu segamentalizzi troppo, secondo me  dice, visibilmente annoiato.
Adam fa finta di non aver sentito Io ci penso, spesso... E se si potesse cambiare qualcosa, io non cambierei niente.


 
Il viaggio in macchina è stato silenzioso con lui alla guida e Tommy al suo fianco, che guardava fuori dal finestrino, con la sorella – com'è che si chiamava? - dietro, con le cuffie alle orecchie. Alla radio c'erano i Green Day.
I walk a lonely road / The only one that I have ever known / Don't know where it goes / But it's home to me and I walk alone.

Tommy si porta la sigaretta alle labbra, si stringe nel giubbotto. Adam gli mette un braccio intorno alle spalle, fa per avvicinarlo a sè, ma Tommy se lo scrolla di dosso con poco garbo. Non qua  sibila.
Non qua.
Alle volte Adam pensa che un “qua” per lui e Tommy non esista, che sia un continuo scappare a nascondersi e poi trovarsi, come giocare a nascondino. Come uno sfiorarsi con le dita senza prendersi mai, o almeno non per davvero.
Adam si rassegna, affonda le mani delle tasche e camminano insieme per i viali. Hanno lasciato Liz all'ospedale perché lui non li sopporta gli ospedali e Tommy lo sa, per quello gli ha detto che voleva prendere una boccata d'aria.

Tommy ha quel modo, quel modo di capirlo e prendersi cura di lui cercando di non farglielo notare, e Adam lo ama, quel modo.


Giochiamo a premere i campanelli  se ne esce, di colpo, guardando le spalle di Tommy, che ora lo fissa, col il sopracciglio sinistro inarcato. Premere-I-Campanelli, è così che lo chiamavano loro.

Eravamo dei mocciosi, Ad  soffia, con l'aria che si condensa.
Adam rotea gli occhi, sbuffa e lo provoca. Tanto lo so che stai morendo dalla voglia anche tu.
Il sorriso di Tommy è sfuggente quando lo guarda con la coda dell'occhio.  Come ti pare  fa, la sigaretta fra l'indice e il medio, come se non gli importasse veramente.

E per un attimo sono di nuovo loro due, loro due che scappano ridendo con dietro una vecchia urlante, loro due che si battono il cinque, loro due che si rotolano nel prato facendo la lotta davanti alla casa di Tommy.
Ci sono cose che non cambieranno mai.
Per quanto il vento soffi forte, alcune cose restano per sempre.

Adam ride mentre corre, le scarpe basse nelle pozzanghere con Tommy che gli stringe la mano, quella leggera pressione, il calore delle sue dita, per farlo correre più veloce.
Q-quel tipo - ansima Tommy - Dio, era proprio incazzato!

Adam si aggrappa a lui per non cadere, le gambe che non lo reggono più in piedi, ignorando i passanti per quella strada di Riverside che lanciano loro occhiate fra il divertito e l'esasperato.
Tommy gli spettina i capelli all'improvviso, e Adam pensa che l'amore è quello, quei gesti di famigliarità, che l'amore per lui è Tommy, e non gliene fotte un cazzo se la gente pensa che l'amore siano quelle robe dei film.
L'amore per Adam è il sorriso di Tommy, le sue labbra sulla sua clavicola quel pomeriggio d'agosto.

Dio  mormora Tommy, sfiorandogli l'orecchio. Quanto ti detesto quando mi guardi così. Ti detesto, Ad.
 
 
 
 
 
 
Can't you see that you're smothering me
Holding too tightly afraid to lose control
Cause everything that you thought I would be
Has fallen apart right in front of you
[Linkin Park - Numb]
 

 
Quando Liz pensa alla morte, pensa all'azzurro. Pensa ad un azzurro accecante, che una volta visto non ti esce più dalla testa.
E Le pareti dell'ospedale sono azzurre. C'è azzurro ovunque, negli ospedali.
Liz cammina in punta di piedi, per non attirare l'attenzione. Le infermiere le sorridono tutte gentili, come per rassicurarla che andrà tutto bene.
Liz pensa prima a Logan, poi a Dylan.
Liz pensa a un sacco di cose.
Pensa al dolore, se farà male, ma la cosa di cui ha più paura è il dopo, i “puttana” sussurrati alle sue spalle, nei corridoi della scuola, e poi pensa agli schiaffi di suo padre.
Non sa se ciò la renda egoista.
I Linkin Park nella sua mente continuano a suonare.


 
 
I've become so numb I can't feel you there
I've become so tired so much more aware
I'm becoming this all I want to do
 

 
Dylan ha smesso di andare a scuola a diciassette anni.
La verità è che la scuola lo annoiava, come lo annoiavano i professori, e la vita stessa.

Dylan è quello che si siede su una panchina e guarda le persone che passano, immagina che esistenza squallida abbiano e socchiude gli occhi perché tutto ciò lo diverte.

Dylan lavora al pub, era il pub in cui era entrata Liz un paio di venerdì prima, insieme a Paige ed Erika.
C'è qualcosa che le attrae l'un l'altra, le anime perdute. Un qualcosa d'invisibile che aveva portato i loro occhi a incrociarsi quando Liz aveva sorriso e due fossette si erano create proprio lì, agli angoli della sua bocca.
E Dylan aveva pensato che fosse bella con quella felpa troppo lunga, i capelli arruffati per la pioggia e quello sguardo un po' malinconico.
E quando un poeta pazzo e una musa incrociano gli occhi, la realtà cade a pezzi, perché tutti i poeti hanno una musa e le muse sono di tutti i poeti.


 
Sei così...  sussurra quando se la scopa, in quello squallido appartamento del secondo piano del condominio ...bella.
Liz non è vergine, non è pura, ma la purezza è noiosa quasi quanto la perfezione, quindi quella notte Dylan la ama, perché Dylan le ama sempre tutte, le sue muse, anche solo per un minuto, per un'ora, per una manciata di secondi.
 Dylan se lo chiede, cosa serve l'amore quando si hanno le parole, perché alla fine l'amore è solo illusione e le parole ciò che lo rendono realtà.
 
Liz, a essere oggettivi, non è nessuno. L'abbiamo già detto: non è bella, non di quella bellezza che ti salta all'occhio, che ti fa voltare per le strade. Non è intelligente, è superficiale. Ha dei gusti musicali a dir poco discutibili e parla troppo, invade il mondo di parole e le parole per Dylan sono l'amore, quindi per lui amare Liz è la cosa più semplice che ci sia.




E così fra le sue braccia, Liz gli apre il cuore. Gli parla di lei, della sua famiglia, di quel suo amore per suo fratello maggiore, di sua madre che è scappata di casa, di suo padre, e Dylan l'ascolta.
La ragazzina sfrega il naso sul suo polpaccio, con innocenza, poi lo fissa, gli occhi marroni che trovano i suoi.
I miei si staranno chiedendo dove sono finita, è tardi  soffia, piano.
Dylan sorride. Vuoi restare?  e Liz scuote la testa. Non se la sente.
Neh sospira stancamente Anche se, qui, là... che differenza c'è? È sempre una gran merda. Per questo Ma' se n'è andata, s'era rotta le palle, ed ora io non so se la felicità l'ha trovata, eh, ma secondo me no, non l'ha trovata, e sai perché? Perché la felicità non esiste.
Non esiste  ripete Dylan, e la ragazzina annuisce, convinta.

Giàgià, io la penso come Leopardi. Quello depresso lì, hai presente? La felicità è un'inganno, un'illusione, qualcosa che c'è e non c'è. Tutti che la cercano, 'sta felicità, ma quando chiedi che cazzo sia nessuno sa risponderti.
Dylan inizia a ridere, ma non sa bene perchè.
A me non l'hai chiesto però fa, issandosi sui gomiti sul cuscino.
La mocciosa lo guarda, fra l'incuriosito e l'ironico.  Perché, per te cos'è la felicità, Dyl?

La felicità sta nei dettagli. Nel caffè del sabato mattina, in mia madre che mi chiama per sapere come va col pub, nelle ragazze che gemono il mio nome 'oh, Dylan, oh sì!' 

Sei un porco  soffia Liz, con le guance che le si tingono di un rosso fuoco, mentre le dita di Dylan le accarezzano la gamba scoperta.
E il ragazzo ha ripreso a ridere e intanto la bacia, quella buffa ragazzina senza speranze.
E i tuoi? Come vuoi fare? –  le chiede, dando per scontato che Liz abbia deciso finalmente di restare a dormire da lui.
Liz alza le spalle. Nulla, gli dirò che ho dormito da Erika.

– Facciamolo di nuovo, Liz e la bacia.




 
Not really sure how to feel about it.
Something in the way you move
makes me feel like I can not live without you.
It takes me all away.
I want you to stay.
[Adam Lambert - Stay]





 
A Adam piace particolarmente il gioco del ti ricordi.
Ti ricordi la nostra prima canna, Tommy?
E Tommy ride, lì, su quel prato, e sembra di nuovo quel ragazzino in quella stanza di sei anni fa con i poster dei Nirvana attaccati al muro.
Cazzo, sì! Ad, tu eri completamente andato. Ah, e ti ricordi la torta che aveva cucinato tua madre?

Faceva schifo! Così l'avevamo data al cane. Diamine, è passato tanto tempo. Ti ricordi le vacanze?
Era vicino Los Angeles, giusto? Era bello, là. Te lo ricordi il tramonto? Tu parlavi già di stelle.

Mi piacciono le stelle.
Tommy lo fissa, sorride A me non dispiacciono.
Adam si inumidisce le labbra, pensoso. Era agosto!  dice, colto da un'illuminazione improvvisa, e Tommy fa un cenno con la testa.
Tu indossavi quella T-Shirt da gay.
Tu il cappello dei Linkin Park comprato al concerto! Quello era figo.
 
E ci sono solo sguardi che s'incontrano e dita che si cercano.
Due ragazzi che amano, amano senza complemento oggetto, perché l'amore dev'essere libero, senza limitazioni, amanoamanoamano, che cosa? Le stelle, loro, il mondo, il tramonto a Los Angeles, la sabbia fra le dita, il vento che scompiglia i capelli.
Amano e basta, perché amare è una cosa così stramba e senza senso, che cercare di trovargliene uno è inutile e impossibile. Ci si può solo lasciar trascinare dal vento e stringersi nel cappotto per riscaldarsi e amare come si può, in grigio, in rosso, in verde perché poco importa come o cosa si ama alla fine.

Adam decide che non gli importa che Tommy un po' ci sia e un po' non ci sia, che lo ami o forse no, perché in quel mondo non ci sono mai certezze. Non ci sono mai sì o no, c'è tutto in mezzo, grigio chiaro o scuro.
Quindi Adam lo bacia, lì, sul naso, poi sulle labbra.
Anch'io mormora in un sorriso.
Tommy lo guarda, stranito.
Anch'io che?

Anch'io ti detesto.

Il vento di ottobre gli accarezza il viso.







 

 
 
 
 
 
 ANGOLO AUTORE!

OneShot con ben poco senso che ho voluto scrivere dopo tante (e giuro, tante) riflessioni sulle relazioni, sull'amore, sull'amicizia che poi sfocia in amore, e su altre cosucce di poco conto. Mi immaginavo un Adam delle superiori che si innamora di questo Tommy pieno di problematiche alle spalle e ho detto quel famoso "why not?", e ho iniziato a scrivere. Ho fatto male eh? XD

Vi ringrazio in anticipo se lascerete una recensione, vi voglio tanto bene ♥

Lars ~
  
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