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Autore: Maty2002    13/02/2015    2 recensioni
-Mamma, mamma!
Guarda,il sole sta salendo!-
Un bambino indica saltellando il cielo,mentre con l’altra mano si aggrappa alle tende fiorite della finestra.
-Si chiama alba.-
Dice sorridendo la madre,mentre cerca di sistemare alla meglio la chioma scompigliata del figlio.
-È stupenda!-
-E ricorda,ogni volta che la vedrai,scoprirai un nuovo inizio.
Non dimenticartelo mai piccolo mio, è l’unico modo per dimenticare e riuscire a ricominciare,sempre.-
(ScottxDawn)
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altro personaggio, Dawn, Scott
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: A tutto reality - La vendetta dell'isola
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-Mamma, mamma!     
Guarda,il sole sta salendo!-
Un bambino indica saltellando il cielo,mentre con l’altra mano si aggrappa alle tende fiorite della finestra.
-Si chiama alba.-
Dice sorridendo la madre,mentre cerca di sistemare alla meglio la chioma scompigliata del figlio.
-È stupenda!-
-E ricorda,ogni volta che la vedrai,scoprirai un nuovo inizio.
Non dimenticartelo mai piccolo mio, è l’unico modo per dimenticare e riuscire a ricominciare,sempre.-
 
Invitato da una svitata a farle visita nel bel mezzo del bosco in una casetta fatta di residui tossici,decorata con chissà quali gingilli da bambini piccoli.
Già,che bella giornata ti aspetta!            
Dai uno schiaffo ad un ramo e quello ti si spiaccica a tutta velocità sul volto.
-Ahi!-
Ti massaggi la guancia colpita,lanciando vari insulti contro “hippie”,”ragazzine paranormali” e “principesse delle fate”.
Ma chi ti ha obbligato a presentarti ad un simili incontro?
Insomma,potresti passare il pomeriggio a stilare una lista dei concorrenti da eliminare,dei migliori metodi per sabotare una gara e invece sei lì, a girovagare nel bosco alla ricerca di una ragazzina non poco inquietante.
Forse potresti farla passare dalla tua parte, ma è a dir poco impossibile.
Quella santarellina è irremovibile dai suoi ideali rispettosi e pacifisti, e un alleanza con te è tutt’altro che basata sul sano gioco di squadra.
Comunque il suo aiuto non sarebbe poi così rilevante nei tuoi piani malvagi.
Quindi è approvato,meglio tenersi alla larga da strane proposte,c’è sempre il pericolo di essere catapultati giù dalla casetta da un’orda di animaletti mutanti comandati dalla svitata.
Sbuffi alzando gli occhi al cielo e proprio lì blocchi lo sguardo; una strana macchia marrone si staglia tra le fronde degli alberi.
Avvicinandoti lentamente  ti rendi conto che si tratta di una abitazione sopraelevata,completamente ricoperta di casette per pipistrelli, acchiappasogni, arazzi e mandala.
Deve essere proprio il luogo del ritrovo.
“Non è che una volta lì sarò obbligato a bere the e a fingere simpatici incontri con bambolotti e principesse infiocchettate?”
Un conato di nausea ti brucia la gola.
Da piccolo venivi obbligato da tua sorella e dalle sue amichette a partecipare a giochi da femminuccia,come li definivi.
Ripensi a quelle scenette pietose e ridi a denti stretti, aggrappandoti alla pericolante scaletta dell’abitazione.
“Ingegnosa la ragazzina,è riuscita a creare una piattaforma con quattro pezzi di legno e due corde!”
 
-Adesso è perfetta!-
-Hai ragione nanetto!-
-Io non sono piccolo!
Beh,forse adesso sì,ma da grande sarò altissimo,molto più di te!
E costruirò anch’io una casa sull’albero ai miei figli!-
-Va bene,ma  adesso andiamo,non vorrai che la mamma si arrabbi ancora perché siamo arrivati tardi a pranzo?-
Il bambino fa segno di “no”con il capo,per poi correre verso la porta d’ingresso.
Un grande sorriso gli illumina il volto
 
Ti sono sempre piaciute le casette sugli alberi.
Da piccolo ne possedevi una,l’avevi costruita insieme a tuo padre... prima che succedesse tutto il resto.
Arrivato in cima noti una graziosissima tenda di perline colorate e di intrecci di piume d’aquila.
Dai una manata a quella specie di rete da pesca,lasciandoti alle spalle una serie di fastidiosi tintinnii.
Dentro la piattaforma è diversa dalle tue aspettative.
Il tetto formato dalle fronde degli alberi,il semplice tappeto e il tavolino con gli incensi e altri aggeggi che ritieni inutili,sostituiscono la presenza di poster da fan sfegatate,macchie informi rosa e bambole di porcellana.
La mancanza totale di un tavolino da the(trabiccolo con cui le bambine ti torturavano con l’ausilio di  tazzine vuote) ti fa tirare un sospiro di sollievo.
-Benvenuto.-
Pigola una ragazzetta bionda e cadaverica.
Solo adesso ti accorgi della sua presenza,ma è totalmente minuta e smunta da confondersi in quella coltre azzurra e verde acqua.
-Sentito la mia aura?
-Il baccano all’ingresso.-
Risponde lei quasi in uno squittio.
“Cavolo,non può parlare più forte?”
-Uhm,che fai?-
-Sto meditando,posizione del loto.-
La osservi con la testa leggermente inclinata da un lato:
è seduta a gambe incrociate,i gomiti sollevati fino alla vita e il pollice e l’indice di ogni mano che si sfiorano.
Data la tua espressione inebetita,aggiunge con tono secco:
-Sto cercando di trovare una sorta di pace interiore,mai provato?-
-No.-
Mugoli facendo le spallucce e senza troppi convenevoli ti siedi di fronte a lei
-Perché mi hai …-
Non hai il tempo di finire la frase che lei ti blocca,poggiando l’indice contro le sue labbra in segno di silenzio,poi si alza con un saltello e va verso una specie di sgabuzzino,separato dal resto da un ramo.
Dopo poco torna con due tazze di the verde fumante.
 
 
-Vuoi altri biscotti, principessa?-
-Se mi chiami ancora così me ne vado!
E toglimi subito questo vestito!-
-Taci e torna nella parte!
Oggi è un po’ nervosa la principessa, non è vero?-.
-Odio l’ora del the!-
 
Quella visione ti manda in tilt il cervello.
La tua infanzia è stata traumatizzata da quella bevanda e lei, la “lettrice di anime”, non è nemmeno capace di comprendere il tuo stato d’animo?
Comunque ti calmi quasi subito,notando come la ragazza tiene strette a sé le tisane.
-Non ti preoccupare,conosco il tuo retroscena.-
-Te l’ha detto uno scarafaggio?-
Scoppi a ridere mentre lei ti osserva con aria confusa,senza aver inteso la battuta.
Dopo pochi secondi inizia a scrutare con molta attenzione delle foglie,appena estratte da sotto le tazze,lasciandoti alquanto sconcertato.
-Leggere il futuro nelle foglie di the non è proibito nel Canada,sai?-
Notando la tua espressione sempre più accigliata,aggiunge:
-Vuoi una dimostrazione?-
Il tuo sguardo e il suo si scontrano.
Azzurro mare contro grigio ghiaccio.
“Vuole una sfida?
Bene,ha trovato pane per i suoi denti!
Le dimostrerò quanto siano inutili questi suoi giochetti di prestigio.”
-Ok,ma facciamo in fretta,non ho tempo da perdere.-
Sospiri e ti metti ad osservare la ragazza,intenta a captare chissà quale segnale magico da una semplice manciata di foglioline verdi.
Dopo un lungo e ridicolo silenzio,solleva flemmatica il capo e inizia a fissarti intensamente.
-Non hai avuto un bel passato.-
Sei parole che ti fanno gelare il sangue nelle vene.
Fingi di fregartene altamente distogliendo lo sguardo e facendolo saettare nervosamente per la stanza.
Mossa sbagliata.                              
-E questo si nota anche senza strane stregonerie,basta guardare solamente la tua aura.
È torbida,caratterizzata da scie  nere e pungenti macchie rosse.
Rabbia,rimorso e sete di vendetta contro qualcuno di particolare o erro?-
Il tuo solito ghigno si trasforma immediatamente in una smorfia di dolore.
Che cosa ne può sapere lei del tuo passato,delle tue emozioni e della tua aura?!
Come può entrare nella tua vita privata giocando a fare la sensitiva,ma cercando solamente di ricavare da te più informazioni possibili,come osa?!
-È uno scherzo? Una vedetta?Uno scherzo subdolo?-
Sussurri a denti stretti, le mani strette a pugno e una strana sensazione di dolore al cuore.
-Non è una buffonata, è solo ciò che noto a prima vista.
Alza le spalle e inclinata leggermente il capo,con in volto un espressione tra l’intimorito e il compassionevole.
Un lungo silenzio prosegue.
In qualche modo quella ragazzina,oltre che assai penosa,ti pare anche un po’ matta.
Sembra una di quelle principesse delle favole così buone,gentili e altruisti,da inciampare da sole nella loro benevolenza.
Inoltre sono talmente perfette e dolci da essere la rappresentazione per eccellenza di bambine rinchiuse in un folle corpo di diciassettenne.
Sospiri, per poi sussurrare un semplice “continua”.
Lei ritorna immediatamente a osservarti con i suoi seri occhi color ghiaccio,quasi stesse scavando la tua anima,alla ricerca del passato che cerchi costantemente di nascondere sotto cumuli di nuovi pensieri.
Il silenzio è improvvisamente interrotto dalle sue parole.
-I tuoi genitori ti volevano un mondo di bene,finché…
Finché tua madre non ha detto di aspettare un altro figlio.-
-Due,per precisione.-
Borbotti,cercando in tutti i modi di non ascoltare le farneticazioni di quella giovane,provando a ripudiare la nuda e cruda verità.
E lei intanto si perde in un mucchio di racconti su tua sorella,su quanto buffo fosse il suo aspetto da piccola e sui brutti scherzi che le facevi.
Sono gli stessi commenti che avevi pensato tu,nel preciso istante di ogni avvenimento.
Dal solo sguardo quella ragazza riesce a far trapelare ogni tuo ragionamento.
Le tue idee sembrano quasi scritte a lettere cubitali nell’aria,adesso.
 
-Mamma,perché papà non è ancora tornato?
Un bambino dai folti capelli rossi scende lentamente la traballante scala di legno della sua casa.
-Non lo so…-
Sussurra sottovoce una donna,gli occhi arrossati di chi ha appena pianto.
-Ma adesso vai a dormire, è tardi,ormai è sera inoltrata.-
Il bambino risale pigramente i gradini,voltandosi ogni tanto a guardare la madre.
E gli sembra quasi di notare delle lacrime sul suo volto.      
 
All’improvviso la giovane torna ad essere seria.
-Quando sono nati i due gemelli,tuo padre ha totalmente dimenticato la sua famiglia,preferendo il lavoro,gli amici e il bar ad essa.
Perfino una valigia era meglio dei suoi figli…-
-Ed è così che s’è ne andato!
Fuggito come un codardo solo perché non era più di suo gradimento badare alla sua famiglia.
È scappato di casa e ci ha lasciato nello schifo più totale!
Tu non puoi neanche sapere cosa significasse per me vedere mia madre perdere ogni giorno una nuova speranza,cadere per colpa di quel vigliacco!
E tu sei così brava a fare la narratrice,a parlare con le farfalle e fare la sapientona con i tuoi intrugli,da non capire un accidente dei sentimenti delle persone!-
Urli,sfogando tutta la tua rabbia repressa,la furia nascosta nel tuo cuore e mai dimostrata per paura di ferire ancora di più i sentimenti delle persone che ti circondavano.
Riprendi lentamente fiato e solo ora ti accorgi dell’espressione spaventata della ragazza,gli occhi sgranati e le mani posizionate in avanti per proteggersi.
E solo ora noti di essere in piedi a poche spanne da lei,con un’aria ben poco cordiale in volto.
Ti risiedi mugolando un semplice “scusa” e lei cerca di rispondere con un “non fa niente” , ma le parole le muoiono in gola.
Dopo essersi calmata,la bionda continua il discorso.
-Quando avevi dieci anni,più o meno,tua madre incontrò un altro uomo,per il quale hai sempre avuto un certo astio o erro?-
-Non sbagli affatto,quel signorotto si credeva una gran Lord solo perché possedeva alcuni campi e perché a confronto della nostra situazione economica,sembrava un gran pascià.
La mia famiglia e Io vivevamo in una catapecchia in mezzo ai campi,mentre lui possedeva una bella villa al limite della città.
Inoltre amava chiamarmi “baronetto” in assenza di mia madre,tanto per ridicolizzarmi,il babbeo.
Quello aveva pure offerto a mia madre di fare la bella vita in città,in un appartamento con tutti i comodi inimmaginabili.
Peccato che l’offerta valesse solo per due e l’unica condizione era mandare i miei fratelli e me in una specie di riformatorio.
Per fortuna mia mamma ha declinato l’offerta, e credo centri soprattutto la foto della moglie del suo amante,sbucata fuori dal nulla.
Chissà chi l’avrà mai trovata,me lo sto ancora chiedendo.-
Tiri fuori uno dei tuoi soliti sorrisi sghembi,mentre lasci intendere alla ragazza la situazione.
-Ma perché hai deciso di partecipare al reality?-
-Beh,vincendo il milione farei rodere il fegato a mio padre e forse…
Forse potrebbe tornare.-
Sospiri,hai fatto il resoconto della tua vita in cinque minuti,esprimendo emozioni sempre segregate nel tuo cuore e raccontando il tutto ad un’emerita sconosciuta con serie problemi mentali.
Qualcosa di ghiacciato ti sfiora con timore il ginocchio e un brivido freddo ti percorre la schiena.
Ti volti e noti che la giovane ti sta sorridendo,la piccola e esangue mano posizionata sulla tua gamba,in un timido gesto di conforto.
All’improvviso si fa seria.
-Hey,cosa c’è che non va?
Ti ho forse traumatizzato la giornata con il mio racconto?-
-No,no,la tua storia non mi ha ferita.
Stavo solo pensando a quanto strana io possa apparire agli occhi altrui.-
Sussurra lei con una vocetta impercettibile.
“Sembri solo un’animalista psicopatica,collezionista di robaccia e seguace della stupidità umana,ma dopo aver letto una tazza di the ti assicuro che sembri ancora peggio di prima;niente di ché,vai tranquilla.”
Vorresti dirle la tua opinione,ma riesci a morderti in tempo la lingua.
Al posto di commiserarla ancora di più,compi un gesto che non ti saresti mai aspettato dalla tua mente.
Lei spalanca improvvisamente gli occhi,sentendo la tua mano stringere saldamente la sua.
È sul punto di chiederti il perché di un’azione simile,ma tu la zittisci con un sorriso,non un ghigno, ma qualcosa di molto più sincero.
-Abbiamo parlato fin troppo di me, è tempo di sentire la tua storia.-
La ragazza annuisce,anche se in parte ancora indecisa.
-Allora…
Sono nata in una famiglia agiata,ma che non si interessava molto della propria unità.
All’età di sei anni,i miei,reputandomi un peso,mi hanno spedita come un pacco regalo in un collegio.-
-Ecco cosa si cela dietro l’aureola di questo angioletto.-
Ghigni tu in tono derisorio,ma la sua occhiataccia ti zittisce in un attimo.
-Era orribile quel posto!
Nessuno che s’interessasse a me,nessuno che condividesse le mie stesse idee.
Ho passato i due anni più brutti della mia vita in quel luogo.
Passavo la mattina tra i banchi di scuola e ritornata alle camerate mi ritrovavo a studiare per ore.
C’erano anche delle attività extrascolastiche come il coro dell’istituto, a cui partecipavo.
Alla fine mi hanno sbattuta fuori dopo avermi beccata mentre leggevo il futuro a delle rane dissezionate.
Inoltre mi avevano già duramente punita quando ho fatto girare per la scuola una petizione sulla salvaguardia degli alberi, dicendo che “anche essi possiedono un aura,sradicandoli è come se facessimo a pezzi i nostri genitori e poi li trasformassimo i armadi a doppia anta”.
Già all’epoca avevo una fervida immaginazione.-
La giovane ridacchia sommessamente,per poi proseguire:
-Comunque,hanno chiamato i miei e hanno detto loro che un certo “demonio” doveva scomparire dalla circolazione.
E fu così che tornai a casa e iniziai a frequentare una scuola pubblica.
Certo,mio padre e mia madre mi consideravano quasi un’estranea,ma dopo poco cominciai a farci l’abitudine.-
-Ma non hai mai avuto un’amichetta?
Sì,insomma,una specie di colla umana che ti si appiccica addosso e vuole creare con te un rapporto come quello di quelle sceme Sadie e Katie?-
-Beh,così no,ma una specie di amica l’ho incontrata.
Si chiamava Katrina,aveva quindici anni e una simpatica chioma di capelli castani.
Ogni sera mi faceva sedere sulle sue ginocchia raccontandomi infinite storie sulla sua famigliola felice,mentre mi pettinava i capelli per ore.
Amava chiamarmi “Raggio di Luna” e mi considerava la sua sorellina,visto che era figlia unica.-
Sospira  ,mentre con una mano si sposta una ciocca bionda dietro all’orecchio.
Capisci alla perfezione il suo stato d’animo e sai ancora meglio quanto sia difficile colmare il vuoto di un’infanzia infelice.
Conosci fin troppo bene il significato della parola solitudine.
 
È notte fonda.
Un ragazzo esce da un bar con passo barcollante.
È sicuramente ubriaco,vista la sua espressione in parte stordita e in parte distrutta.
Si avvicina con un’andatura incerta al ciglio della strada,per poi appoggiarsi ad un lampione,la cui luce si accende e spegne ad intermittenza.
In pochi attimi la lampadina si fonde totalmente.
Il rosso alza lo sguardo al cielo notturno,perdendosi in quella massa oscura,priva di luna e stelle.
Quasi come in un sogno,l’oscurità lo avvolge lentamente e tutto scompare sotto una patina sempre più spessa e tenebrosa.
Poi all’improvviso, il Buio regna sovrano.
 
 
-Perché sei venuta qui?-
-Vorrei vincere e dimostrare a tutta la mia famiglia e a quei cretini che per anni mi hanno oppressa,che valgo qualcosa e non sono solo un’incapace.-
Nelle sue ultime parole noti un pizzico di frustrazione,non pensavi potesse provare vera rabbia in quel suo piccolo mondo rosa e fiori.
-Sai,forse non sei così svampita come pensavo,Dawn.
Credevo fossi una ragazzina asociale e inutile,capace solo a farsi intelligente agli occhi degli altri con trucchetti vari e pratiche occulte.
Inoltre mi sembravi sempre così perfetta e imperturbabile,da far concorrenza alle principesse dei cartoni animati.
Ma a quanto pare anche la santarellina più dolce può avere un passato oscuro.
Vero principessa delle fate?-
-Ma io ho fatto una scoperta più grande,mio caro Scott.-
La giovane ti guarda con un piccolo sorrisetto di sfida.
-Cosa?-
-Che anche la iena più caina può avere un’aura bianca.
Bastava eliminare un po’ dello sporco accumulato negli anni per lasciar emanare la luce.-
Scuoti il capo,in senso di negazione,ma lei si è già voltata,ormai di nuovo occupata nelle sue solite faccende.
“Che ingenua  la principessa delle fate.
Non capisce che Scott sfrutta e tradisce,usa e spezza soltanto?
Il bianco è solo per gli illusi,mia cara e dolce Dawn.”
-Ora vado, ma ricordati che questa chiacchierata non cambierà nulla del nostro rapporto.
Domani,sul campo,sarai mia nemica e dovrai stare molto,molto attenta.
Capito Raggio di Luna?-
A quelle parole Dawn si volta,ma il ragazzo è già scomparso.
-Afferrato al volo,baronetto Scott.-
E per la prima le sue guancie si dipingono leggermente di rosa,un colore così ambiguo sul suo pallido volto.
 
-Aveva ragione.-
Sussurra un ragazzo mentre si appoggia alla ringhiera di un balcone.
La luce dell’alba imminente dipinge d’oro il paesaggio,illuminando il lago in tutti i suoi riflessi.
-Di chi stai parlando,Scott?-
Una ragazza minuta appare al suo fianco,i capelli biondi ancora scompigliati e un tazza di the fumante in mano.
-Uhm,no niente,stavo solo pensando.-
Il rosso sospira,mettendo un braccio attorno alle spalle della giovane.
-Stavi pensando a lei,vero?-
-Come fai a saperlo?-
-The verde e scarafaggi parlanti.-
Risponde lei,terminando la frase con una delle sue solite risate cristalline.
Il giovane la guarda,sorridendo,per poi stringerla in un abbraccio.
E un muto “grazie” sfugge dal suo sguardo,mentre volge un’ultima occhiata al cielo.
 
 
 Angolo autore:
Alla fine,dopo mesi privi d’ispirazione,torno a pubblicare nuovi obrobr... ehm,intendevo storie!
Comunque,questo racconto doveva essere una flashfic,ma frase dopo frase è divenuto un colosso di 3.020  parole (più la parte dove rompo le scatole al povero lettore con tutti i miei ragionamenti,cioè qua).
Forse i personaggi sono un po’ OOC,visto che tra Dawn e Scott non ho mai visto granché attrazione nella serie,ma credo di non averli stravolti così tanto,spero.
Inoltre mi scuso in anticipo se ho fatto confusione con qualsivoglia accenno alla trama della serie,visto che non rispolvero gli episodi dalla remota estate del 2013 e la mia memoria comincia a far cilecca.
Spero vi sia piaciuta questa storia,nata da un cartone completamente fuori di testa ma adorabile,scritta da un’idea partita a mezzanotte in un cervello un po’ annoiato e un po’ fuso dalla stanchezza .
Forse dovrei scrivere un po’ di meno nell’angolo autore!
Alla prossima!
 
PS: Buon San Valentino a tutti,anche se in anticipo!
 
 
 
 
   
 
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