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Autore: tatachan    13/02/2015    0 recensioni
Se Kamenashi decidesse di baciare il ragazzo di Ueda, alias Nakamaru, durante un concerto... come la prenderebbe il pugile? E se Kamenashi non avesse il coraggio di dichiararsi al ragazzo che gli piace davvero...Taguchi se ne accorgerebbe lo stesso?
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Junnosuke, Kazuya, Tatsuya, Yuichi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Vado a stare per un po’ a casa mia» aveva decretato Ueda esattamente 5 minuti dopo aver messo piede nell’appartamento che lui e Nakamaru condividevano da ormai diversi anni.
«E… quando lo avresti deciso??» rispose Nakamaru, sconcertato.
«Dunque… esattamente nel momento in cui ho capito che avevi deciso di farti baciare in bocca da Kame durante il concerto» ribattè Ueda stranamente calmo.
«Mi prendi in giro? Sei fuori di testa?!» replicò Nakamaru, arrabbiatissimo. Ma cosa saltava in mente al quel deficiente del suo ragazzo? Una scenata di gelosia così non se la sarebbe mai aspettata!
Ueda era intento a infilare qualcosa nello zaino e lo stava letteralmente ignorando, Nakamaru era talmente nervoso che sentiva le lacrime appannargli lo sguardo.
«Tu sai benissimo che io non ho deciso niente, ma, diamine, tu credi davvero che sia stato premeditato? Per la miseria, ma cosa ti dice il cervello? Secondo te io avrei progettato con Kamenashi una scena del genere? Ma sul serio, serve che io ti ricordi che quello gode nel sentire le fan impazzite? Io non c’entro proprio un bel niente!!!» continuò Nakamaru disperato.
Ueda non rispondeva, ormai aveva preso la sua decisione, e non sarebbe tornato indietro. Si mise lo zaino in spalla, e uscì dalla porta senza voltarsi (forse non sarebbe andato via se avesse visto il volto del suo ragazzo…).
Ueda si recò a casa di Kamenashi, bussò con un certo impeto alla porta. Quando Kamenashi andò ad aprire, si ritrovò di fronte lo sguardo infuocato di Ueda.
«Ueda, che succede?» iniziò Kamenashi ma non fece in tempo a finire la frase, perché Ueda sferrò un pugno contro la porta, sfiorando pericolosamente il volto dell’amico.
«Kame, io ti voglio bene, ma… avvicinati ancora al mio ragazzo, e ti spezzo le ossa» sussurrò Ueda. Kamenashi restò di sasso. Ueda si girò, entrò in macchina e se ne andò, lasciando Kamenashi impietrito davanti alla porta.
“Cazzo… stavolta ho combinato un danno!” si disse il più giovane dei Kat-Tun.
In realtà Kamenashi avrebbe volentieri baciato Taguchi durante il concerto, ma forse non si sarebbe fermato ad un semplice bacio con quello spilungone… e poi, infondo, era anche un tantino geloso del fatto che Ueda passasse tanto tempo con Taguchi, quando invece lui non aveva il coraggio di chiedergli di uscire.
Ma, come diceva sempre Nakamaru, mai fare arrabbiare Ueda.
 
Dopo una settimana di pausa post-concerto, giunse il giorno del rientro a lavoro. Nakamaru era impaziente di rivedere Ueda, era convinto che dopo una settimana l’offesa fosse stata superata.
Povero illuso, Maru!
Ueda non si degnò nemmeno di salutarlo. Fece in modo e maniera di non interagire con lui durante tutto il giorno, fino a quando Nakamaru decise che non ci stava ad essere trattato così. Nonostante ogni giorno, da quando Ueda se n’era andato, lui gli avesse scritto un messaggio, senza mai ricevere risposta, nonostante gli avesse ricordato ogni giorno quanto lo amava, non era servito a niente.
Nakamaru era stufo di quel comportamento, perciò decise di smettere di fare l’accondiscendente: se Ueda voleva la guerra, lo avrebbe accontentato (vai Maru, siamo con te!!!).
«Ne~ Kame… torniamo a casa insieme?» chiese Nakamaru a Kamenashi, cercando di mandargli dei segnali per fargli capire che voleva che lui stesse al gioco.
Kamenashi, da parte sua, ricordava molto bene l’avvertimento di Ueda ma, ehi, lo sappiamo tutti com’è fatto Kame: l’amicizia prima di tutto, e lui aveva capito benissimo che Nakamaru aveva bisogno di una mano, quindi stette al gioco.
Anche il fesso di Taguchi si era accorto dello sguardo assassino che aveva per un attimo attraversato gli occhi di Ueda, quindi pensò bene di fare finta di niente, tenendo incollati gli occhi allo schermo del cellulare.
Nakamaru e Kamenashi si alzarono e fecero per andare via, ma Kame ad un tratto si fermò esclamando:
«Accidenti ho dimenticato la borsa nell’altra stanza! Taguchi accompagnami a prenderla!» e afferrò Taguchi per la giacca, trascinandolo con sé fuori dalla stanza. Nakamaru e Ueda erano rimasti soli.
“Bella mossa, Kame… vuoi davvero vedere il sangue scorrere oggi?” chiese mentalmente Nakamaru.
«Che fai… non corri dal tuo innamorato?» la voce tagliente di Ueda ruppe il silenzio nella stanza.
“Almeno mi ha parlato!” Nakamaru dentro di sé ringraziò Kamenashi per quella mossa strategica: forse non tutto era perduto.
Nakamaru corse verso Ueda, che stava stravaccato sul divanetto, e gli saltò addosso, finendo a cavalcioni su di lui.
«Eccoti accontentato!» rise Nakamaru, avvicinandosi sempre di più al volto di Ueda, che era rimasto spiazzato dalla reazione di Nakamaru, e lievemente imbarazzato.
«Apri bene le orecchie stupido geloso che non sei altro: ti amo, e questo, caro mio, non cambierà mai, perché tu sei insostituibile. Mi hai fatto un male cane andandotene e lasciandomi da solo per un’intera settimana» al pronunciare quelle ultime parole il sorrisetto che Nakamaru aveva in volto si trasformò in un’espressione triste e ferita.
Solo in quel momento Ueda si rese conto di quanto fosse stato stronzo.
Alzò una mano, accarezzando lievemente la guancia del suo ragazzo.
«Yuichi… perdonami, sono uno stronzo. Per un attimo ho avuto paura che…» Ueda si bloccò.
«Che… cosa? Dimmelo!» incalzò Nakamaru.
«Che quel bacio ti fosse piaciuto! Maledizione non riesco nemmeno a dirlo! È un pensiero che mi ha torturato in continuazione dal concerto!» sbuffò Ueda.
«Tu sei l’essere più idiota di questo mondo! Più idiota anche di Taguchi! Ma che vai a pensare?» iniziò Nakamaru.
«Lo so, mi dispiace, ma ero terrorizzato da questa idea e…» Ueda fu bruscamente interrotto dalle labbra di Nakamaru, che si poggiarono sulle sue. Finalmente poteva risentire quel sapore: accidenti quanto gli era mancato!
Dopo quell’attimo infinito, Nakamaru si allontanò un po’ e si specchiò negli occhi dell’altro:
«Ma tu credevi davvero che una persona che non sei tu mi potesse fare felice?» disse.
Ueda fu talmente colpito da quelle parole che gli scappò una lacrimuccia…
«Ti amo!» sorrise nuovamente Nakamaru sulle sue labbra.
«Torniamo a casa nostra…!» propose Ueda.
Varcata la soglia di casa, Ueda e Nakamaru si fiondarono nella loro camera, i vestiti erano stati gettati a terra disordinatamente, il bisogno di sentirsi con ogni fibra del corpo era vitale per i due.
Fecero l’amore per tutta la notte, fino a quando non crollarono addormentati, con i volti finalmente felici.
 
Ma… che ne è stato di Kamenashi e Taguchi??? xD
  
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