1)L'ego di Mike Fuentes versus Jenna Mcdougall.
La prima volta che l’ho visto ho pensato che avesse un
ego enorme.
Nessuno sembrava superare l’ego di Mike Fuentes, non
avevo nessuno con tale sorrisino irriverente e circondato da una
perenne nube
di fumo.
Mi dà fastidio il fumo, non sono una di quelle naturiste
che svengono all’idea che si possa fumare, ma nemmeno avere
sempre una
sigaretta tra le labbra mi piace.
E lui ce l’ha sempre o almeno da quando ricordi io, Jenna
Mcdougall.
Le nostre due band dovevano fare un tour insieme, ecco
perché dovevamo conoscerci un paio di giorni prima di
partire.
Lui era stato il primo ad entrare nella stanza con
indosso una canottiera che gli stava larga e non copriva tutti i suoi
tatuaggi,
un cappellino portato indietro e una nube di fumo.
“Ciao, bambolina.”
Mi aveva salutato indolente.
Non mi piace la gente che dà questi soprannomi al primo
incontro, io non lo conoscevo nemmeno e non volevo essere la bambola di
nessuno, tantomeno la sua.
“Mi chiamo Jenna Mcdougall.”
L’avevo corretto un po’ fredda.
“Io sono Mike Fuentes.”
“Piacere di conoscerti. Dove sono gli altri?”
Volevo chiedergli se se li era mangiati il suo ego, ma
non mi sembrava il massimo iniziare un rapporto con una band con una
battuta
acida.
“Siamo qui.”
Una voce meno roca e strascicata mi aveva risposto e avevo notato gli
altri tre
ragazzi nella stanza: quello che aveva parlato aveva dei capelli lunghi
fino
alle spalle di un caldo castano ed era il più basso, poi
c’era un ragazzo con
dei tunnel alle orecchie, un cappellino, dei capelli lunghetti rasati
da un
lato e poi un ragazzo robusto con i capelli neri e irti.
Quest’ultimo si era mosso fluidamente e mi aveva stretta
in un abbraccio spacca costole e poi mi aveva rivolto un sorriso
abbagliante.
“Io sono Jaime Preciado, il bassista e mi piace
abbracciare le persone.”
“Piacere, io sono Jenna, la cantate.
Loro sono Jake, Whackaio, Matt e Cam.”
Avevo indicato i miei compagni di band e lui era subito andato da loro
ad
abbracciarli e a farli ridere.
“Io sono Vic Fuentes, piacere di conoscervi.”
Mi aveva teso un mano sorridendo.
“Sei parente di questo qui?”
Avevo indicato la pertica accanto a me con un
movimento trascurato
del pollice, lui
aveva riso.
“È il mio fratellino.”
“Non vi somigliate per nulla, per fortuna.”
Vic aveva riso di nuovo e poi aveva indicato l’ultimo ragazzo
rimasto.
“Lui si chiama Tony Perry, detto Turtle, non parla molto.
Ama le tartarughe, Star Wars e sa risolvere un cubo di Rubik,
è il nostro
chitarrista.”
Tony mi aveva stretto la mano.
“Spero andremo d’accordo.”
“Oh, se non mi chiamerai bambolina andremo
d’accordo.”
Anche lui aveva riso.
“Sì, lo so che sembra solo un grande coglione, ma
una
volta conosciuto scoprirai che ha davvero un grande cuore.”
“Pensavo che avesse solo una cosa di grande.”
“Cosa, tesoro?”
“L’ego. Mi domando come facciano altri esseri umani
a
respirare quando ci sei tu nella stanza, voglio dire dovrebbero essere
tutti
schiacciati dalla tua ingombrante presenza.”
“Hai le unghie, mi piace.
Ragazzi, messicano per tutti, va bene?”
Avevano annuito tutti e avevamo cenato insieme.
A quella cena ho stretto amicizia soprattutto con Vic,
Tony e Jaime, tanto che ho accettato senza problemi di suonare con loro
alcune
delle loro canzoni.
È gente simpatica.
“Jen!”
L’urlo di Cam mi riporta alla realtà, chiudendo
bruscamente il cassetto dei ricordi.
“Ci sono le prove.”
Io grugnisco.
“Qual è il problema?”
“Mike Fuentes e quella ridicola sgualdrina che si porta
dietro, con le sue risate rovina tutto e mi fa perdere la
concentrazione.
Vorrei tirarle il microfono in testa.”
Cam scuote la testa.
“Tu e Mike non siete ancora diventati amici?”
“Ma lo vedi come fa?
Bambolina, piccola, tesoro di qui e di là, nonostante gli
abbia detto che preferisco essere chiamata solo Jenna. E poi flirta
sempre,
anche quando c’è la sua ragazza, non ha
ritegno.”
“Io ci ho parlato un paio di volte, mi sembra un ragazzo
simpatico.”
“È perché sei un ragazzo! Voi queste
cose non le capite!”
“Forse, ma secondo me dovresti dargli una seconda
possibilità.”
Io scuoto la testa profondamente irritata, nemmeno la mia band
è dalla mia
parte!
Sbuffando scendo dal mio bunk e seguo Cam giù dal bus e
poi fino all’arena, fuori fa caldo e c’è
un bel sole. Un tempo ottimo per
suonare. Arrivati al palco scopro che gli altri hanno già
sistemato i loro
strumenti e che sono io l’unica a non essersi preparata.
Tanto per cambiare poi
c’è un figura alta che ci osserva da dietro le
quinte.
Mike Fuentes da solo.
“Dov’è la tua oca ammaestrata?”
“Mi ha lasciato.”
Risponde cupo.
“Meglio, così non disturberà
più le prove.”
Poi mi avvio per salire sul palco, ma la sua mano scatta
attorno al mio polso e mi costringe a girarmi.
“Io non ti sto simpatico, vero?”
“No, direi di no.”
“Ti farò cambiare idea.”
“Cos’è? Una minaccia?”
“Vedila come vuoi, ma cambierai idea, te lo
assicuro.”
Detto questo mi lascia andare e io finalmente salgo sul palco di
malumore.
“Cosa voleva Mike da te?”
“Dirmi che cosa l’ha lasciato e che mi
farà cambiare idea sul suo conto. Siamo
passati alle minacce adesso.”
Gli altri non dicono niente e io inizio a cantare, sentendo a tratti
uno
sguardo scuro che mi perfora la schiena, segno che la pertica
è ancora dove
l’ho lasciata.
Mi irrita parecchio come si comporta, se vorrà che io
cambi idea si dovrà impegnare molto, una volta che una
persona mi ha seccato
difficilmente cambio parere.
“Ottime prove.”
Mi sussurra quando finalmente finiamo.
“Grazie, adesso tocca voi.”
“Non resti a sentirci suonare?”
“Prima voglio farmi una doccia.”
“Ricordati della promessa.”
Io sbuffo seccata e me ne torno al tour bus, voglio farmi davvero una
doccia,
ho sudato parecchio su quel palco. Perché diavolo si
è fissato su di me quando
potrebbe avere tutte le groupies che vuole?
Mistero.
Mi faccio una doccia e poi rimango incerta nella zona
relax, raggiungere i ragazzi che stanno guardando le prove dei Pierce
The Veil
o vedermi qualcosa in tv da sola?
L’idea mi tenta parecchio, almeno non darei ragione a
Mike. Decido di uscire alla fine e noto il batterista correre verso il
tour bus
della sua band.
“Dove stai andando?”
Gli urlo sorpresa.
“Vic non si è presentato alle prove.”
Mi risponde angosciato, senza capirci molto lo seguo ed entro nel loro
bus,
completamente deserto.
“Magari è solo a fare un giro, qui non
c’è nessuno.”
“Silenzio, Jenna!”
Mi risponde con una voce aspra che non gli ho mai
sentito, poi apre la porta del bagno e io vedo Vic con in mano una
lametta e
con del sangue che cola da un braccio.
“Avresti detto che non l’avresti più
fatto!”
Esclama arrabbiato e strappa la lametta dalle mani di Vic
per buttarla da un finestrino, io rimango paralizzata, mentre lui
– borbottando
– pulisce il sangue e disinfetta il taglio.
“Potresti passarmi una benda, per favore? Sono
nell’ultimo ripiano di quell’armadietto.”
“Oh, sì, certo!”
Scuotendomi dal mio torpore cerco una benda e gliela passo, lui lega il
braccio
del fratello.
“Gradirei che tu non dica a nessuno di quello che
è
successo qui.”
“Va bene, Mike.”
Non so cosa fare, se andarmene o dire qualcosa a Vic.
“Mi dispiace.”
Sussurro alla fine.
Me ne vado dopo un’occhiata che mi lancia Mike: vuole
risolvere da solo le cose con suo fratello.
La sera dopo il concerto io e Cam
decidiamo di andare a
bere qualcosa. Whackaio è sparito con Jake e Matt, sospetto
alla ricerca di
qualche groupie.
Non ho raccontato a nessuno di quello che è successo sul
pullman dei Pierce The Veil e
ora mi
pesa sulla coscienza. Non mi sarei mai aspettata che Vic avesse di
questi
problemi, come tutti ho letto le sue dichiarazioni in cui aveva avuto
problemi
di autolesionismo e di come fosse guarito per amore di suo fratello.
Pensavo,
ecco, che fosse una cosa che riguardasse il suo passato e non il suo
presente.
Prendiamo una delle macchine che sono a disposizione dei
gruppi e ci dirigiamo verso il centro della città. Cam
sceglie a caso un bar e
parcheggia la macchina al primo spazio libero e poi scendiamo.
“Fortuna che abbiamo entrambi superato i ventun anni
così
possiamo bere in pace.”
“Dimenticavo che siamo in California e che
c’è questa
legge.”
“Hai la testa tra le nuvole ultimamente.”
“Ho le mie cose!”
Gli dico scherzosamente, anche se mi fido di Cam non
voglio venire meno alla promessa fatta a Mike.Deve essere Vic a
decidere se e
quando dire a tutti dei suoi problemi.
Il bar è molto piccolo e noi ci sediamo al bancone, ci
beviamo una birra parlando del Warped Tour e di come ci stiamo
divertendo. Al secondo boccale noto che l’attenzione del mio
amico è calamitata da qualcosa oltre le
mie spalle, con cautela lancio un’occhiata di sbieco e vedo
una ragazza mora
che non gli toglie gli occhi di dosso.
“Per te sarebbe un problema se ti lasciassi sola,
Jen?”
“No, nessun problema. Vai, che non ti toglie gli occhi di
dosso.”
Cam si alza e la raggiunge sedendosi sullo sgabello vicino a lei, dopo
un po’
se ne vanno e lui mi fa un cenno di saluto che ricambio.
Bene, cerchiamo di non rendere noiosa questa serata.
Dieci minuti dopo un ragazzo dagli spettinati capelli
scuri si siede vicino a me.
“Ciao, lo sai che sei molto carina?”
“E tu lo sai che sei molto ubriaco?”
Lui mi rivolge un sorriso storto e mi appoggia una mano sulla spalla.
“Come ti chiami?”
“Alice, Alice nel paese delle merdaviglie.”
“Me lo daresti un bacio, Alice?”
“No.”
Mi alzo e me ne vado in bagno, sperando che al mio ritorno il seccatore
se ne
sia andato e che io possa continuare la mia serata di relax in pace.
Sto chiusa nel box un po’, poi esco e con mia grande
sorpresa me lo ritrovo lì. Faccio per urlare, ma lui mi
mette una mano sulla
bocca e con l’altra mi attira a sé. Io mi ribello
più che posso, lui toglie la
mano dalla mia bocca, ma tutto quello che mi esce è un suono
strozzato, dato
che lui ne approfitta per mettermi la lingua in bocca.
Mi contorco come un’anguilla, ma lui è decisamente
più
grande e pesante di me. Non voglio rassegnarmi al peggio, ma questa
volta
sembra inevitabile. All’improvviso non me lo sento
più addosso e apro gli
occhi, si sta rotolando per terra con le mani sul naso da cui esce del
sangue e
accanto a lui c’è Mike.
“Tutto bene?”
“Potrei stare meglio. Grazie, comunque.”
“Niente di che, non mi piace la gente che si approfitta
delle ragazze!”
Lancia un’occhiata di puro disprezzo al ragazzo che geme
piano. Io lo scavalco e raggiungo Fuentes e poi usciamo dal bar, mi
guardo
intorno alla ricerca della macchina e mi rendo conto con sgomento che
non c’è,
che probabilmente deve averla presa Cam quando è uscito con
la mora.
“Mike.”
Lo chiamo piuttosto riluttante.
“Ho bisogno di un passaggio, Cam si è preso la
macchina
con cui siamo venuti, non è che potresti portarmi al
concerto?”
Lui annuisce piano, entriamo in macchina e tra di noi cala subito un
silenzio
imbarazzato.
“E così sei venuta con Cam, come mai non
c’era quando
sono arrivato?”
“Ha adocchiato una ragazza e lei aveva adocchiato lui,
così se ne sono andati via insieme.”
“È stato davvero poco carino a lasciarti
lì da sola, è pericoloso.”
Non discuto sulla seconda affermazione perché, purtroppo, si
è rivelata vera,
ma sulla prima sì.
“Gli ho detto che non mi dava nessun fastidio, di solito
sono abituata a cavarmela da sola.”
“Non ne dubito, ma dovresti portarti dietro dello spray
al peperoncino. Di solito funziona con tipi come quello che ho appena
steso.”
“Ho lasciato il mio sul tour bus, non pensavo mi sarebbe
servito.”
Rimango un attimo in silenzio.
“Come sta Vic?”
“Bene, mi sono fatto consegnare tutte le sue lamette e lui ha
giurato che non
sarebbe successo mai più, che è stata solo una
ricaduta.”
“Spero tu non sia stato troppo duro con lui.”
“Non lo sono stato, ma non è bello né
facile vedere il
proprio fratello farsi così male e non poterlo aiutare.
Pensavo che i giorni
delle lamette fossero passati, invece no, sono ancora qui e vorrei
sapere
perché. C’è qualcosa che non mi ha
detto.”
Commenta pensieroso.
Chissà cos’è? Cosa lo turba a un punto
tale da indurlo a
tagliarsi?
Per il resto del viaggio non parliamo, arriviamo al
Warped Tour e lui mi accompagna al mio bus, inutile dire che Whack,
Matt e Jake
hanno spiato il tutto dalla finestra.
“Come mai eri in compagnia di Mike?
Pensavo lo detestassi!”
“È una lunga storia e io ho bisogno di dormire. Ve
la
racconterò domani.”
Entro nella zona notte mi faccio una doccia e mi metto a
letto. I miei sogni sono turbati d mani viscide che mi toccano.
Ugh.
Al mio risveglio sono tutti in cucina, Cam si alza
immediatamente in piedi.
“Jen, mi dispiace di averti lasciata sola in quel bar,
non avrei mai immaginato che succedesse una cosa del genere. Mi
perdoni?”
Io annuisco, lui è palesemente sollevato. Credo anche che
abbia fatto due chiacchiere con Mike Fuentes.
“Si può sapere cosa è
successo?”
Ci chiede Whackaio, un filino esasperato.
Succintamente racconto loro il tutto, parte in giro di
insulti a Cam mentre io bevo il mio the per colazione. Finito, decido
di farmi
l’ultimo giro al Warped Tour, visto che domani partiamo per
la prossima data.
Sto camminando poco lontano dal pullman dei Pierce the
Veil quando sento due voci parlare: una è di Jaime,
l’altra è di Vic.
“Si può sapere cosa ti è preso ieri?
Pensavo avessi
smesso!”
“Sì, ma poi ho visto loro e…”
“Loro chi?”
Chiede Jaime senza capire.
“Jenna e Mike.”
“Ma non stanno insieme.”
“Non ancora.”
Borbotta cupo.
“E qual è il problema, Vic?”
“Il problema, Jaime,
è che lei piace
anche a me e per l’ennesima volta sono stato friend zonato
per via di mio fratello.”
I miei occhi minacciano di uscire dalle orbite. Io che
piaccio a Vic?
Io che piaccio a
Mike?
“Coma fai a essersene così sicuro? Sono come cane
e
gatto.”
“Fidati, so riconoscere quando a mio fratello piace sul serio
una ragazza e
Jenna gli piace e io sono fottuto.”
Io rimango senza parole.
Piaccio a tutti e due i fratelli Fuentes.
Adesso cosa devo fare?