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Autore: Wandering_Child    14/02/2015    2 recensioni
Ancora oggi preferisco non agire, limitandomi ad osservare da lontano, ancora appoggiata alla vetrina. Sono incatenata ad un perenne stato di attesa, ad un “forse” che non trova mai risposta, una fine adeguata. La parte peggiore è che mi rendo perfettamente conto che questa attesa continua per me è la scelta migliore. Probabilmente, se tu decidessi diversamente, se tu ti comportassi diversamente con me, non lo sopporterei, non reggerei il colpo.
Nonostante questo, a volte non posso fare a meno di domandarmi se tu pensi a me. So che sei ben consapevole della mia esistenza, ma allo stesso tempo non ti rendi conto che sono davvero qui, a così poca distanza da te. E io non voglio interferire, non con il tuo essere così impegnato.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Molly Hooper, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando ero bambina, ricordo che vicino casa mia c’era una pasticceria molto grande che ogni giorno produceva torte e dolci buonissimi, riccamente decorati, dei veri capolavori culinari. Era un luogo magico, quasi irreale, una specie di sogno per me che ero così piccola. Mio padre mi portava spesso a passeggiare per la città e ricordo benissimo che ogni volta che ne avevo l’occasione e ci trovavamo nelle vicinanze del negozio, subito mi voltavo a guardare la vetrina della pasticceria, piena di curiosità. Che torta sarebbe apparsa quel giorno? Con quale decorazione? Di nuovo pasticcini al cioccolato oppure una leggera ma buonissima torta al limone? Ricordo che mio padre doveva insistere parecchio per riuscire a trascinarmi via da lì. A volte, sconfitto dalla mia testardaggine, mi comprava persino un dolcetto, di solito uno dei tanti colorati bignè presenti nel negozio, ma stranamente, per quanto quei dolci fossero buoni e gustosi, quello che a me veramente piaceva di più era stare appoggiata alla vetrina e attendere la comparsa della torta del giorno. Me ne stavo lì, in silenziosa attesa, a chiedermi cosa sarebbe apparso. E, una volta entrata in scena la torta, ero divisa tra la curiosità e il timore: una parte di me voleva assaggiarla ma l’altra aveva anche paura che le mie aspettative sarebbero state irrimediabilmente deluse. E se la torta non fosse stata buona come pensavo? Non avrei potuto sopportarlo. E così, indecisa sul da farsi, preferivo restarmene in attesa, il naso schiacciato contro il vetro.

Mi rendo conto che, per quanto riguarda te, non sono poi tanto cambiata rispetto a quella bambina che preferiva non sapere e restare in attesa. Ancora oggi preferisco non agire, limitandomi ad osservare da lontano, ancora appoggiata alla vetrina. Sono incatenata ad un perenne stato di attesa, ad un “forse” che non trova mai risposta, una fine adeguata. La parte peggiore è che mi rendo perfettamente conto che questa attesa continua per me è la scelta migliore. Probabilmente, se tu decidessi diversamente, se tu ti comportassi diversamente con me, non lo sopporterei, non reggerei il colpo.
Nonostante questo, a volte non posso fare a meno di domandarmi se tu pensi a me. So che sei ben consapevole della mia esistenza, ma allo stesso tempo non ti rendi conto che sono davvero qui, a così poca distanza da te. E io non voglio interferire, non con il tuo essere così impegnato. Tu stai benissimo anche senza di me, lo so. E così, ancora una volta, mi ritrovo con il naso appoggiato contro la vetrina e rimango ferma, immobile. Si ripete il meccanismo e io non riesco a muovermi. E non riesco a smettere di farlo, non riesco a smettere di restare immobile, anche se so che per più di una buona ragione, tu sei completamente irraggiungibile.

Ho provato a voltare pagina, ci ho provato davvero ma non è mai servito a niente. È come se la mia mente fosse cieca e sorda riguardo a tutto, tranne te. E quindi è da te che torno, di nuovo ferma al punto di partenza. Resto nel tuo regno, dove tu sei al centro dell’attenzione, dove tu controlli l’atmosfera e dove io, ancora una volta, mi limito a restare in attesa e ad osservare da lontano. Non riesco a controllare i miei sentimenti e neanche i miei pensieri. Non riesco a smettere. E sono di nuovo ferma, sono di nuovo lì, con il naso premuto contro il vetro.

E non posso smettere.
  
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