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Autore: perrieyes    14/02/2015    2 recensioni
«Siamo uno sbaglio, tutti stanno male per colpa nostra» dissi passandomi una mano lungo il viso mentre sospirai per la millesima volta in quella nottata.
«Non può essere così sbagliato il nostro amore se fa felici noi due».
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Perrie Edwards, Zayn Malik
Note: Cross-over | Avvertimenti: Triangolo
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Le grandi feste a casa Malik non mancavano mai.
Questa sera si sarebbe tenuta la tanto agognata ‘pesca di beneficenza’ che poi di beneficenza ce n’era ben poca.
I soldi dei ricavati la maggior parte andava a tutte le associazioni che partecipavano prestando il proprio nome e il resto andava alle ricerche per le malattie.
Stavo camminando per le strade di Londra alla ricerca del negozio per ritirare gli abiti delle donne Malik e mentre mi guardavo attorno mi sentivo sempre più fuori luogo.
Tutte le ragazze che camminavano lungo quella strada indossavano dei vestiti corti oppure dei jeans con la targhetta ‘Armani Jeans’ mentre i miei pataloncini corti venivano da ‘Topshop’ come la maglietta nera che indossavo, sbuffai leggermente quando una ragazza dall’altra parte mi indicò all’amica e ridacchiarono.
Mi aggiustai il cappellino borgogna sui capelli biondi e continuai a camminare fino al negozio che mi avevano detto, alzai lo sguardo verso la scritta e mi morsi leggermente il labbro inferiore ‘Chanel’.
 
Mi guardai attorno meravigliata da tutte le luci che emettevano quelle vetrine.
Era il 23 Dicembre e stavo camminando assieme a mio nonno teneva la mia mano stretta per paura di perdermi, avevo solo dieci anni ma sognavo di indossare quei vestiti e di poter camminare assieme a un ragazzo per quelle vie così belle e illuminate.
Lascia la mano di mio nonno per salire i pochi gradini che c’ero e dischiusi leggermente la bocca guardando la vetrina illuminata mentre dei manichini neri indossavano dei vestiti bianchi o rosa cipria, la mia bocca si chiuse e un sorriso mi spuntò sul viso, due mani si posarono sulle mie spalle e alzai lo sguardo per vedere mio nonno guardarmi con un dolce sorriso «Mia piccola Perrie anche tu un giorno indosserai questi vestiti» mi sembrò una promessa e annui con  la testa per poi voltarmi così da abbracciarlo e mentre posavo la guancia sulla suo petto vidi una donna uscire assieme a un bambino che teneva per mano e aveva un bellissimo sorriso mentre un uomo dietro portava due borse con sopra la scritta ‘Chanel’.
 
Mossi leggermente la testa per non pensare alla mia infanzia e sospirai per poi salire ancora una volta quei pochi gradini, le vetrine erano illuminate da tante piccole luci bianche che mostravano i vestiti di alta moda posti sui manichini neri.
Mi morsi il labbro ripensando un’ultima volta a mio nonno e posai una mano sulla maniglia della porta e chiusi per un secondo gli occhi mentre spingevo la porta così da entrare.
Quando fui dentro mi guardai attorno meravigliata da quanto un negozio potesse essere bello, non era come i negozi che frequentavo con le mie amiche.
Nell’aria c’era un profumo sconosciuto ma così buono che avrei voluto immergermi in una vasca piena di tutto quel profumo, camminai lentamente su un tappetto nero e mi avvicinai alla cassa richiamando l’attenzione di due donne.
La prima che si girò era una donna sulla trentina con i capelli castani che mi guardò leggermente scocciata mentre alzava il sopracciglio destro e l’altra si voltò poco dopo alzando leggermente un labbro inferiore.
Erano scocciate dalla mia presenza perché non ero una loro cliente abituale.
«Hai sbagliato negozio, il centro commerciale è più avanti» disse la prima commessa e mossa le dita sopra la cassa rigorosamente di nero leccato e provocò un fastidioso rumore con le unghie dipinte di un rosso scuro «Dovrei ritirare degli abiti per le signore Malik» le due donne si guardarono per poi annuire all’unisono e la mora scomparì dietro una porta nera.
Mi guardai attorno con occhi sognanti e con un dito arricciavo una piccola ciocca di capelli che mi ricadeva lungo la guancia «Ti piacciono?» domandò la donna che non aveva ancora emesso parola, voltai il viso verso di lei per annuire con la testa.
La voce della donna era dolce non come quella della sua collega e uscì da dietro la cassa, era più alta di me e indossava un tubino nero con delle calzamaglie color carne che aveva abbinato a delle ballerine nere con un piccolo fioco vicino alla punta «Vieni» fece un piccolo gesto con la mano e la seguì in silenzio, mi portò vicino a un mobile pieno di scarpe alte e mi fece accomodare su una poltroncina nera «Che numero porti?» domandò mentre guardava le varie scarpe esposte «37» risposi leggermente dubbiosa al riguardo e la donna si abbassò per prendere una scatola bianca con sopra la scritta in nero.
Sposto il coperchio e mi mostro delle deliziose decolletè nere e le  poso vicino sul tavolino avanti a me «Togli quegli orribili scarponi dai piedi e prova queste» dischiusi leggermente la bocca per poi fare come mi aveva detto e una volta tolte le calze bianchi presi tra le mani la scarpa destra e la guardai attentamente.
Era nera e lucida e il tacco non era neanche molto alto con molta delicatezza posai le due calzature sul davanti a me e successivamente infila i piedi dentro, il numero era perfetto ed era molto comode, mi alzai per provare a camminare e con grande sorpresa riuscì a camminare fino allo specchio posto al centro del negozio, le mie gambe sembrano più slanciate e i miei polpacci sembravano molto più magri, un sorriso spuntò sul mio volto e mi morsi leggermente il labbro inferiore con gli incisivi «Visto? Sei molto più carina senza quei scarponi neri» disse la donna dietro di me che teneva le mani sui fianchi e annuiva con la testa «Sono bellissime ma non posso permettermele» dissi leggermente dispiaciuta e mi passa una mano sui capelli mossi e camminai verso la poltroncina di prima e levai con attenzione le scarpe per poi posarle nella scatola e mi infilai di nuovo le calze e gli anfibi neri.
La donna era tornata dietro la cassa e io camminai verso di lei per aspettare l’altra con i vestiti.
Qualche minuto dopo uscì da Chanel con quattro borse pieni di vestiti e accessori, camminai sul marciapiede di prima e non mi sentivo così osservata come prima, sembravo una di loro ma non ero una loro e non lo sarei mai stata.
 
**
 
Entrai dalla grande porta bianca di casa Malik e posai i sacchetti sul divano per poi bussare alla porta dello studio dove solitamente si trovavano i coniugi e aspettai un ‘avanti’ per poi entrare e vidi Trisha parlare con suo figlio.
«Scusi il disturbo signora ma ho ritirato i vestiti per stasera e volevo avvisarla» la donna annui lentamente con la testa «Grazie Perrie, puoi portarli nella mia stanza e dare gli altri alle mie figlie» annui guardandola e spostai  per qualche secondo gli occhi su Zayn, aveva un viso ancora stanco per le poche ore di sonno e arrossì quando i suoi occhi incontrarono i miei così uscì velocemente dallo studio per poi riprendere le buste e salì lentamente le scale e mi avvicinai alla stanza di Doniya e bussai per due volte alla sua porta e dopo poco la ragazza mi venne ad aprire e mi prese da un braccio per farmi entrare «Doniya!» esclamai dopo esser entrata nella sua stanza e la guardai alzando un sopracciglio «Scusa Perrie ma devo parlare con qualcuno o altrimenti scoppio» disse buttandosi sul letto con le mani tra i capelli, posai le buste sulla sua poltroncina viola e mi sedetti vicino a lei «Che succede?» domandai attentamente guardando il viso della ragazza «Questa sera ci sarà anche quello stupido di Heric » confessò poco dopo la ragazza e sbuffò dopo aver nominato quel nome.
Heric Harrison, quante volte avevo sentito  il suo nome uscire dalla bocca della ragazza.
Doniya ne era inconsciamente innamorata ma non l’avrebbe mai ammesso, soprattutto a se stessa.
Tutti consideravano Heric un figlio di papà che si vantava delle sue ricchezze e dei possedimenti che aveva il padre ma sotto tutta quella apparenza anche Doniya sapeva che si nascondeva un ragazzo insicuro e fragile.
Dopo essermi subita mezz’ora di discussione su Heric lascia il suo vestito e quello di Waliyha nella stanza e uscì da essa chiudendomi alle porte alle spalle per poi andare verso la stanza di Safaa, bussai una volta e la bambina mi venne ad aprire sorridendo «Perrie!» esclamò la bambina dopo avermi visto, aprì la porta e finalmente entrai posando la busta sul tappetto rosa e mi sedetti sul suo letto a balconcino e mi misi a gambe incrociate guardandola alzando leggermente il sopracciglio «Allora? Vai a provare il vestito che voglio vederti» Safaa alzò ancora di più gli angoli delle labbra e prese il sacchetto e corse verso il suo bagno per cambiarsi, accennai una piccola risata.
Restai per qualche minuto nella stessa posizione per poi sentire la porta del bagno aprire e Safaa camminò lentamente verso il letto con addosso un meraviglioso vestitino lilla, aveva le maniche corte e la gonna era leggermente gonfia e portava delle graziose ballerine con una piccola rosa disegnata sulla punta «Sei bellissima così» dissi sorridendo e inizia a battere le mani mentre la bambina arrossì leggermente, scesi dal letto e mi abbassai per essere alla sua stessa altezza prendendole le mani «Ti ricordi com’era la canzone?» domandai guardandola attentamente, lei scosse la testa.
Scossi leggermente la testa divertita e dischiusi leggermente la bocca per poi cantare una piccola strofa della canzone tratta dal cartone ‘La Principessa e La Povera’.
Safaa annui sorridendo, mi buttò le braccia al collo e la strinsi forte a me chiudendo gli occhi.
 
Era quasi l’ora della ‘fantastica’ festa di beneficenza e stavo aiutando lo chef di casa, Christopher.
«Mi raccomando Perrie, non far cadere nulla» mi raccomando per l’ennesima volta l’uomo dai capelli brizzolati, annuì ancora sbuffando leggermente «Non sono così imbranata, Christopher» mi lamentai per la poca fiducia ripostami, l’uomo scosse la testa ridendo leggermente  e alzai un sopracciglio per poi portare i piatti puliti nella sala da pranzo.
Posai i piatti in ordine come mi aveva insegnato mia madre e successivamente mi sedetti su una sedia passandomi una mano tra i capelli biondi, questa stupida festa mi aveva stancato.
«Anche tu sei già stufa di questa festa?» domandò una voce alle mie spalle sobbalzai sulla sedia per poi alzarmi di scatto così da far cadere delle posate e voltai il viso verso quello della voce, dischiusi leggermente le labbra quando gli occhi di Zayn incontrarono i miei, abbassai lo sguardo e notai le  posate a terra e mi abbassai per raccoglierle «Ti aiuto» disse il moro prima di abbassarsi davanti a me «Non si preoccupi, signorino».
Il ragazzo alzò un sopracciglio guardandomi leggermente stranito «Signorino? Abbiamo la stessa età»  dissi in una piccola risata e scrollai successivamente le spalle «Lei è il padrone e io la domestica» il moro mi porse una mano per aiutarmi ad alzare ma la rifiutai e mi alzi facendo finta di niente «E ora mi scusi» dissi prima di sorpassarlo per entrare in cucina, buttai le poche posate nel lavandino e sbuffai rumorosamente «Perrie, ti avevo detto di stare attenta» disse Christopher dopo aver visto le posate in argento nel lavandino «Non è stata colpa sua» disse il ragazzo dopo esser entrato in cucina per prendere un bicchiere dalla credenza e il cartone di latte dal frigorifero «Zayn, figliolo, ti rovinerai l’appetito così» disse l’uomo togliendogli il cartone di latte dalle mani, il moro alzò gli occhi al cielo per poi posare di nuovo il bicchiere nella credenza e ordinò all’uomo di andare a prendergli la giacca nella sua stanza.
Dopo qualche lamentela l’uomo uscì dalla cucina così da lasciarci da soli ancora una voltai, il mio cuore perse un battito quando le mani del ragazzo si posarono sulle mie spalle «Cambierai opinione su di me» disse al mio orecchio per poi soffiarci sopra e si staccò prima che sua madre fece l’ingresso, chiusi gli occhi per qualche secondo.
Trisha parlava col figlio di quanto fosse bella Ariana e di come era ben educata mentre il ragazzo annuiva spostando qualche volta lo sguardo su di me.
Il campanello suonò e la padrona di casa mi ordinò di andare ad aprire, feci una breve corsa fino alla porta bianca di casa Malik e l’aprì dandola la buona sera, una donna dalla carnagione olivastra mi guardò attentamente per poi togliersi il cappotto di pelliccia bianca e me la porse, l’afferrai e andai verso la cabina armadio che tra pochi minuti si sarebbe riempita di costosi soprabiti.
Quando tornai in salotto vidi Ariana scendere le scale con un vestito estremamente corto di colore nero, si intravedeva una scritta dorata ‘moschino’, sospirai leggermente per poi attraversare il salotto.
Entrai in cucina e posai le mani sul mobile di marmo socchiudendo leggermente gli occhi, mi sentivo sempre così fuori posto durante queste feste, tutte le ragazze presenti mi lanciavano delle occhiatacce  e poi ridacchiavano tra di loro e il mio imbarazzo aumentava notevolmente.
 
Ero seduta sullo sgabello bianco della cucina già da una buona mezz’ora e tra poco avrei dovuto servire la cena per tutta quella gente e il mio cuore palpitava velocemente.
Avevo paura di poter fare una figuraccia ed essere umiliata davanti a tutti.
«Perrie, dobbiamo servire la cena» mi avverti mia madre entrando in cucina con un vassoio pieno di calici da champagne e appoggiò il tutto sul lavello, mia madre lavorava qui da prima della nascita di Zayn quindi l’aveva sempre considerato un ‘figlioccio’ o qualcosa del genere.
Mi avvicinai ai piatti da antipasto che erano posati sul tavolo rotondo in mezzo alla cucina e presi tre piatti per poi portarli dell’altra stanza, l’aria era viziata da profumi da donna molto costosi e sigari di alcuni uomini accessi, scossi leggermente il capo prima di fare un grande respiro e inizia a servire delle donne alla mia sinistra.
E andò avanti così per due ore.
 
Durante la solita asta di beneficenza io e mia madre eravamo in piedi in fondo alla sala e guardavamo attentamente tutte le offerte che la gente più ricca della città proponeva.
Trisha dopo un quarto d’ora lascio il posto a suo figlio, osservai Zayn prendere il posto della madre e mi sembrò che tutti i presenti fossero scomparsi.
Il ragazzo stava parlando delle cure di alcuni dottori americani che stavano svolgendo sui bambini malati di leucemia e che per continuare queste cure servissero altri fondi.
In meno di mezz’ora aveva guadagnato più soldi di quanto sua madre facesse ogni anno, mi morsi il labbro inferiore e lascia sola mia madre per poi salire velocemente le scale.
Entrai nella mia stanza e mi abbassai davanti al letto coperto da un piumone bianco e tirai fuori una scatola di velluto rosa e sollevai il coperchio così da prendere una busta bianca che conteneva dei piccoli risparmi.
 
**
Dopo aver ripulito il salotto da tutti i bicchieri vuoti e le briciole che gli invitati avevano lasciato sul salotto, salì veloce sulle scale e attraversai il corridoio fino alla stanza che fino al giorno prima era rimasta rigorosamente chiusa.
Bussai con delicatezza cercando di non fare troppo rumore e si morsi leggermente il labbro inferiore con gli incisivi e dondolai leggermente sui talloni aspettando che la porta si aprisse.
Pochi minuti dopo la porta si aprì e il moro resto leggermente sorpreso della mia visita e accennai una piccola risata, il moro si fece leggermente da parte e così entrai nella stanza.
Mi guardai attorno notando i vari poster appesi alle pareti e dei cd su una mensola nera «Perrie?» mi richiamò il moro sedendosi sulla sedia girevole nera «Ah, si!» esclamai leggermente imbarazzata per poi passarsi una mano sul braccio «Ecco, ho sentito il tuo discorso prima e volevo darti questo» dissi prima di prendere la busta bianca dalla tasca del mio grembiule e gliela porsi «Non è molto o non sono come le somme dei tuoi amici però volevo contribuire» lo guardai accennando un piccolo sorriso e mi passai una mano tra i capelli dopo che il ragazzo prese la busta osservando il contenuto «Grazie Perrie!» esclamò il ragazzo dopo aver alzato il viso per regalarmi un sincero sorriso «Sono i piccoli gesti che fanno la differenza» continuò dopo essersi alzato dalla sedia e si avvicinò a me per lasciarmi un leggero bacio sulla guancia, arrossi velocemente dopo il suo gesto e sorrisi leggermente imbarazzata così da far uscire una smorfia sul mio volto «Buonanotte» sussurrai a testa bassa e uscì velocemente dalla stanza per poi incamminarmi verso la mia.
 
Perché quel ragazzo mi fa questo strano effetto? Eppure ho sempre criticato la gente come lui ma ha qualcosa di nascosto che io scoprirò.
 
HELLO GUYS!
Sono tornata dopo mesi, lo so..
Mi dispiace, davvero.. ma non trovavo tempo e non trovavo ispirazione ma ora ho in mente tante nuove idee e anche qualche one shot, oh yes.
Buon San Valentino!
E questo è il mio piccolo regalo per voi.
Presto pubblicherò su youtube il trailer di questa storia.
Vi lascio il link del mio canale di youtube dove troverete dei video (nuovi) su Perrie, Zelfie e presto anche un nuovo video Zerrie: https://www.youtube.com/channel/UCEBfwpRkateA2ANdGbmhV1w
Scusate eventuali errori,
un bacio.
 
Twitt
er: @vivodiperrie
 
  
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