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Autore: _Tiina05    14/02/2015    5 recensioni
Alma e Yu, se avessero potuto festeggiare San Valentino come i comuni mortali. Un tranquillo momento senza gli impegni della guerra, solo per loro e... la maionese!
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alma Karma, Altro personaggio, Yu Kanda
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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DISCLAIMER: I personaggi presenti in questa storia non mi appartengono, ma sono proprietà di Katsura Hoshino &CO; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro, ma solo per divertimento o masochismo, dipende dal caso.
 
 
 
 
- In the garden without flowers -
 
-Per chi sono quei fiori, dottor Edgar?- chiese il piccolo Alma, guardando incuriosito l’uomo con il camice che gli stava davanti.
Questi rigirò il mazzo di rose rosse che stringeva fra le mani e rispose: -Sono per la persona a cui tengo di più al mondo.-
-E perché glieli regala? Si tratta di un regalo, giusto?- domandò imperterrito.
-Sì, Alma, è un regalo- sorrise l’uomo, paziente. Effettivamente aveva del lavoro da sbrigare e si era preso un attimo di pausa solo per consegnare il mazzo di rose, quando invece era stato fermato dall’ostinata curiosità del Second. Ma quel bambino gli stava a cuore più di quanto immaginasse e rispondere ai suoi innocenti quesiti era una consuetudine a cui non si sentiva di rinunciare.
-Allora, perché? È il compleanno di quella persona?- insistette.
-No, oggi non è il compleanno di nessuno. Oggi è San Valentino! E a San Valentino si fa un regalo alla persona a cui vuoi bene e che è speciale per te- rispose Edgar e, al pensiero del destinatario delle rose, le labbra di lui si distesero in un dolce sorriso.
-Ma a me i fiori non li ha regalati nessuno!- protestò Alma, leggermente rattristato. Edgar accarezzò la testa del piccolo. I morbidi capelli neri si scompigliarono sotto quel tocco affettuoso.
-Vedrai Alma che quando sarai grande qualcuno regalerà anche a te delle rose, e tu a tua volta le regalerai a qualcuno. Questa persona sarà quella con cui vorrai stare per il resto della tua vita, che non vorrai mai lasciare e a cui vorrai un bene immenso- affermò l’uomo con voce sicura. E sperò veramente con tutto se stesso che ciò potesse accadere anche ad un esorcista come lui, un giorno.
 
 
-Dottor Edgar, non vorrà mica mangiare tutta quella cioccolata spero?- gridò allarmato il piccolo Second.
-Ma no, Alma!- rise divertito l’uomo con il camice da dottore e il volto solare di un padre. Teneva in mano una scatola rettangolare, con un voluminoso fiocco rosso in cima, e conteneva tanti piccoli cuori di cioccolata.
-Non sarò da solo a mangiarli, almeno…-aggiunse a bassa voce, quasi fosse più una considerazione personale che un’affermazione. Le guance dell’uomo si colorarono di porpora quando realizzò che Alma lo stava ascoltando. Il ragazzino lo guardò con un’espressione furbetta in volto.
-Ah, sì? E con chi intende dividerli, dottore? Se non c’è nessuno, posso sempre offrirmi io.-
Edgar ridacchiò, grattandosi la nuca con la mano libera.
-In realtà è un regalo. Ti ricordo che oggi è San Valentino.-
-Però lo scorso anno mi aveva detto che si regalano rose, non cioccolatini- ribatté Alma, ricordandosi bene le parole pronunciate dal dottore l’anno precedente.
-Non solo. La tradizione include anche la cioccolata, che si regala e si condivide con la persona a cui si vuole bene- precisò lui.
Alma abbassò lo sguardo, avvilito, e mormorò: -Nessuno mi ha fatto un regalo, nemmeno quest’anno. Quindi non c’è nessuno che mi vuole bene…?-
Edgar cinse con un braccio le esili spalle del ragazzino.
-Non dire così Alma! Sai che non è vero- sorrise dolcemente. Ma il morale del giovane esorcista non accennava a risollevarsi.
Allora l’uomo si accucciò davanti a lui, posando con attenzione il prezioso dono accanto ai piedi. Prese il volto del bambino con una mano e ne accarezzò la tenera rosea guancia con il pollice.
-Tante persone ti vogliono bene qui, e anch’io te ne voglio Alma, ma non sono quella persona che ti farà un regalo a San Valentino o a cui tu lo farai.
-E perché no?- protestò, con rinnovato vigore.
Inizialmente, Edgar non seppe come spiegarsi. Aprì la bocca a vuoto, non trovando le parole adatte. Ci rifletté un attimo e, immergendo lo sguardo nei trepidanti grandi occhi azzurri e cristallini che gli stavano di fronte, rispose: -Beh, perché quella persona deve essere estremamente importante per te. Dev’essere quella persona per cui faresti qualsiasi cosa, per la quale daresti persino la vita. È…-
La voce di Edgar vacillò. Chinò il capo, sospirando.
-È difficile spiegartelo, Alma. Sei ancora troppo piccolo per capire delle cose così importanti e profonde- disse, quasi in tono di scusa.
-Io non sono piccolo!- si inferocì l’altro.
-Ah, non badare a queste cose smielate che fanno gli adulti!- rise il dottore. Recuperò il dono e si rialzò. Posò una mano sulla spalla del ragazzino e si allontanò, salutandolo con la mano.
-Vedrai che quando sarai grande capirai le mie parole e allora avrai già trovato quella persona così importante- gli disse, procedendo lungo l’immenso corridoio.
L’eco della voce baciò le pareti di pietra, rimbalzando sulla fredda e ruvida superficie.
Alma restò solo con i propri pensieri. No, voleva anche lui trascorrere quella festività con qualcuno.
 
Yu non si trovava da nessuna parte. Da quando aveva lasciato la cucina per non rischiare di essere punito dai cuochi, Alma lo cercò in ogni stanza, cunicolo e ripostiglio che conosceva ma non vi era traccia dell’amico. Alla fine si decise a ritornare nella mensa, il luogo più affollato, sperando che qualcuno sapesse dirgli dove potesse essere finito.
-Non so proprio dove possa essere. Mi dispiace- si sentì ripetere più volte da più persone. Nemmeno gli scienziati seppero aiutarlo.
Alma era preoccupato. Forse stavano trattenendo Yu per un esame. Come Alma, anche lui era sottoposto a speciali test ai quali solo loro speciali “Apostoli di Dio” era consentito prendere parte. Dicevano che erano importanti, che loro due erano importanti e fondamentali per la vita e la sopravvivenza di molte, troppe persone. Lo diceva il dottor Edgar, per questo Alma si fidava cecamente. Anche se quegli speciali test facevano male, perché distruggevano il loro corpo e implicavano un altrettanto doloroso recupero delle ferite, Alma credeva nelle parole di quell’uomo così gentile, affettuoso quanto un padre.
Alma non aveva famiglia, non era nemmeno certo di aver capito appieno che cosa fosse, ma sentiva di dover e voler credere in qualcuno. Era pur sempre un bambino e anche Yu lo era, per quanto fosse difficile essere bambini in quel sotterraneo nascosto al mondo che era la loro casa.
“Il posto in cui ci sono le persone a cui vuoi bene, il posto a cui puoi fare sempre ritorno. Questa è la vera casa” gli aveva detto Edgar. Alma credeva anche in tale affermazione.
Per questo detestava l’idea di separarsi da Yu.
Un grido inferocito riecheggiò per la sala mensa, proveniente dalla cucina.
-La maionese! È di nuovo finita la maionese!- sbraitarono diversi cuochi all’unisono.
-ALMA!!!- urlò il capo cuoco.
Il Second si guardò un attimo intorno per valutare la via di fuga più vantaggiosa, poi se la diede a gambe levate prima di prenderle seriamente.
Andò al Laboratorio 6, unico luogo tranquillo in tutto quel caos confuso che segnava lo scorrere ripetitivo dei giorni dei due giovani esorcisti, e decise di aspettare. Yu sarebbe certamente passato di lì, prima o poi.
 
Yu arrivò al laboratorio barcollando. Arrancava trascinando i piedi sulle pietre gelide e squadrate del pavimento e si appoggiava ad ogni pilastro per mantenere l’equilibrio, a tratti instabile a causa di improvvisi capogiri.
Quei dannati fiori rosa accompagnavano il suo incidere fiacco.
Il Second digrignò i denti, seccato da quella fastidiosa vista.
La distesa rosa scomparve solo quando Yu raggiunse le pozze, le silenti culle di centinaia di altri promettenti esorcisti, e il vapore inghiottì ogni cosa. Il ragazzino si lasciò cadere stancamente ai piedi di un pilastro, scoprendo però che era già occupato. Alma lo aveva utilizzato come punto di appoggio per un pisolino occasionale ma si stava svegliando.
-…Yu- farfugliò, un attimo prima di sbadigliare.
-Non volevo svegliarti.
-Ah, fa niente!- disse Alma allungando gli arti per sgranchirsi un po’. Gettò una fugace occhiata all’amico: era bendato fino alla punta delle dita. Come aveva sospettato, Yu aveva appena terminato uno dei test di sincronizzazione.
-Hai qualcosa da fare?- chiese.
-Ti sembra che abbia da fare?- ribatté brusco l’altro.
-Allora potremmo…-
-Non ho voglia. Sono stanco.-
-…potremmo vedere a chi Edgar ha fatto…-
-No.-
-…il regalo di…-
-Non mi interessa!- sbraitò Yu, mollando un pugno sulla spalla del compagno, nel tentativo di farlo tacere. Alma riprese immediatamente la postura precedente, massaggiandosi la spalla, e piantò lo sguardo negli occhi truci e gelidi dell’altro. Poi fece spallucce e, con fare misterioso, mormorò: -Vorrà dire che il mio regalo lo terrò per me.-
Yu non lo degnò di un briciolo di attenzione. Strinse le ginocchia al petto, poggiandovi sopra le braccia incrociate e il mento.
-Dai, so che se sei interessato!- lo punzecchiò Alma.
-E perché dovrei? Non ti ho mica chiesto di farmi un regalo- borbottò l’altro.
-Un regalo lo si fa e basta!-
Yu sbuffò. Sul pavimento accanto a lui comparve un pacchetto ricoperto da una carta da regalo blu. Se anche fosse stato lì fin dall’inizio, lui lo avrebbe guardato allo stesso modo con indifferenza.
-Perché?-
-Cosa?-
-Perché mi fai un regalo?-
Il volto di Alma si illuminò, leggermente arrossito.
-Perché è San Valentino.-
Yu immerse ancor di più il mento nel tessuto morbido delle maniche.
-Ahn- fu la sua unica risposta, lapidaria.
Alma mise il broncio. Prese con energia le guance dell’amico e le storpiò in un largo sorriso.
-Possibile che tu abbia sempre ‘sto brutto muso?!-
Gli sguardi dei due Second si incrociarono, sprizzando scintille, dando così inizio alla classica azzuffata del giorno. La quale però terminò quasi subito perché Yu si stancò di rispondere. Sentiva il sangue fuoriuscire dalle ferite riaperte.
Alma vide le macchie rossastre colorare le candide bende che ricoprivano le mani del compagno.
-Scusa- si sentì in dovere di dire.
-Non dovresti chiedermi scusa. Dovrebbero essere loro a doversi scusare- ribatté rudemente l’altro.
Prese il pacchetto blu da terra e lo studiò con un sguardo di sufficienza, non dando il tempo ad Alma di parlare di quegli odiati esperimenti.
-Che roba è “San Valentino”?- domandò.
Facendo ricorso a tutta la propria conoscenza, l’altro Second rispose: -È una festa che ricorre il 14 febbraio, ossia oggi…-
-Non sono così stupido, questo l’avevo capito pure io- bofonchiò.
-E lasciami finire! Come stavo per dire, oggi si deve fare un regalo alla persona più speciale e importante.-
Le mani di Yu, che stavano strappando meccanicamente la carta con noncuranza, si pietrificarono. Il ragazzino sentì il sangue pulsare alle orecchie e divenne rosso come un pomodoro. Abbassò il viso, tentando di nascondere l’eccesso di emozione dietro la frangia di capelli scuri.
-M-ma che dici, idiota…- mormorò.
-Dico la verità- sorrise Alma, sporgendosi verso di lui. –Su, apri!-
Accompagnato dagli incitamenti del ragazzo, Yu aprì il pacchetto. Gli si dipinse un’espressione seccata in volto alla vista del contenuto: sulla base blu della scatola erano disposte una decina di piccole semisfere scure, simili a minute coppe, contenenti una crema chiara, color vaniglia.
-Che è?- sbottò.
-Non è mica cacca di cane, sai. Sono fatti di cioccolata. Li puoi anche assaggiare- disse Alma.
Yu, malvolentieri, ne prese uno e lo assaggiò. Lo sputò all’istante.
-Che schifo!- gridò, pulendosi la bocca con le mani, ottenendo come risultato di sporcarsi ancora di più di cioccolata.
-Ma che cavolo è ‘sta roba?-
-…maionese- rispose Alma con innocenza.
Yu ammutolì. L’altro ragazzino immerse titubante un dito nel ripieno giallognolo, gustando la tanto amata salsa francese, poi si decise a dare un morso ad un cioccolatino. Sentì le lacrime pungergli gli occhi mentre il boccone acido si bloccava nella bocca dello stomaco.
-Ma a me piace tanto la maionese e tu non la mangi mai! E lo stesso vale per la cioccolata. Ho pensato di metterli assieme, così da farteli piacere entrambi in una volta, però non credevo che avessero questo gusto…
-Tsk. Sei proprio un’idiota- inveì Yu.
Alma riprese il pacchetto in mano e, una per volta, tolse la maionese da ciascuna semisfera.
-Basta toglierla, no? Saranno buoni lo stesso, ne sono certo!-
La perseveranza del ragazzino colpì Yu. Gli sfuggì un sorriso quando capì quanto Alma tenesse a quel semplice dono. Yu rise appena. Un atto raro e prezioso.
-Ti perdono solo se non provi mai più a cucinare! Saresti capace di uccidere qualcuno! E poi chi la sente Tui!-
Alma tentò di ribattere ma si lasciò coinvolgere dall’insolita allegria di Yu.
 
Questo mondo è buio e faccio una fatica terribile a respirare. Però, se in questi momenti provo a ridere come fai tu, ho l’impressione di riuscire a respirare un po’ meglio.
Alma, tu sei il mio… unico…
 
 
 
EXTRA
La scrivania dell’ufficio di Edgar era piena zeppa di piccoli pacchetti regalo. Accanto, l’ufficio della direttrice della Sede Asia Tui conteneva a stento una quantità industriale di scatole di cioccolatini, biglietti di auguri e mazzi di rose di ogni colore, specialmente rosse. Edgar si sentì in imbarazzo di fronte alla moglie con quella misera confezione tra le mani. Aveva preparato lui stesso ogni singolo cuoricino di cioccolata, mettendo in ognuno un frammento del suo cuore, ma si sentiva sminuito davanti a quella moltitudine di doni di così tanti altri ammiratori.
-Non è colpa mia se la stragrande maggioranza dei sottoposti è composta da uomini- chiarì subito la donna, lievemente imbarazzata, oltre che irritata.
-Beh, non sarà nulla di speciale ma…-mormorò lui. Allungò il pacchetto verso la moglie, sorridendole dolcemente.
-Buon San Valentino!-
Quel sorriso fu il regalo più bello. Tui lo baciò, facendo suo anche quell’inconscio dono del marito.
 
Back stava per entrare e consegnare dei documenti alla madre, quando invece si fermò a spiarli dalla fessura della porta rimasta aperta. Un calore invase il suo petto quando vide i suoi genitori così felici. Da molto tempo non li vedeva così sereni. San Valentino sospendeva per un attimo le preoccupazioni derivanti dal lavoro e dalla guerra.
Improvvisamente Back si rattristò. Lui, al contrario, non aveva di che festeggiare. Solo una manciata di ammiratrici anonime – e un paio di ammiratori, pure – gli avevano inviato dei biglietti di auguri. Niente in confronto con i propri genitori.
Sospirò e si decise a tornare al proprio lavoro, lasciando i due soli nella tranquillità che meritavano. Si voltò verso il corridoio e, incamminandosi, per poco non pestò una rosa. Forse era caduta da uno dei doni per la madre, eppure non ricordava di aver notato quel fiore quand’era arrivato davanti all’ufficio. Si chinò e raccolse il fiore. Nel farlo, con la coda dell’occhio intravide una scia di luce pallida, rosea, allontanarsi. Una risatina lontana riecheggiò nell’aria. Le labbra di Back si incurvarono in un morbido sorriso e arrossì lievemente.
Four si divertiva ancora a comportarsi come un fantasma.
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
NdA
Salve a tutti ^.^
Per chi non mi conoscesse già come recensitrice sono Arly e questa è la prima fic che pubblico. Spero che possa esservi piaciuta. Vedete, io adoro i Second Exorcist e mi sembrava quasi doveroso scrivere qualcosa di carino su di loro, qualcosa di semplice e allegro dal momento che il volume 20 è un tale strazio.
Beh, vorrei fare alcuni chiarimenti in merito alla fic. Intanto, le imprecisioni presenti nei dialoghi di Alma e Yu sono stati voluti, con lo scopo di emulare la parlata dei più piccoli. Sono inoltre del parere che loro due non abbiano avuto un granché di maestra che gli insegnasse seriamente la lingua. Quei dannati di scienziati non avevano a cuore la loro istruzione! A parte Alma, poiché lui stesso sostiene di aver letto molti libri, quindi forse sa qualcosa in più di Yu.
Poi… a mio parere la storia non è shounen-ai. Io vedo Alma e Yu come amici, se non fratelli, e non più di così. Se qualcuno leggendo ha inteso qualcosa di più intimo, ben venga: significa che la mente umana vede da prospettive differenti.
Il titolo invece è una storpiatura della night “Garden of Failed Flowers”, solo che nel mio caso i fiori hanno il significato di illusioni… spero che si capisca il motivo. Ovviamente, anche le ultime parole in corsivo prima della parte extra fanno parte di una night, di cui al momento non ricordo il numero, e sono un pensiero di Yu.
Riguardo all’extra non saprei che dire. È venuto fuori mentre pensavo ai cioccolatini di Edgar e mi sono trovata davanti agli occhi la scena in cui lui li consegnava a Tui. E Back che li spia... beh, lui è un po’ ficcanaso e geloso quindi ho pensato che sarebbe stata carina pure questa aggiunta XD
Nelle note ho messo OOC per sicurezza, specialmente per Alma, Edgar e Tui. Spero di non aver alterato troppo i caratteri.
Infine, passiamo ai ringraziamenti! Uno è per Mitsuki no Kaze che inconsciamente mi ha ispirato questa cosuccia e perché è stato un piacere conoscerla e conversare (quanta pazienza ha avuto, troppo gentile!). Altro ringraziamento va alla mia Beta, che legge sempre con immensa compassione le bozze :’)
Grazie a tutti quelli che leggeranno e che vorranno lasciarmi un commentino – mi farebbe piacere sapere com’è sembrata questa fic :3
A presto (spero),
_Arly
 
PS: …dimenticavo, perché non provate la nuovissima ricetta di Alma? Non è del tutto orribile, è pur sempre commestibile. Provare per credere! XD
   
 
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