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Autore: Mirwen    10/02/2005    14 recensioni
"Non posso perché una parte di me ti capisce. Capisce cosa significa sentirsi soli, perdere chi il tuo cuore ha per tanto tempo amato. Sei impazzita, mia piccola stella e piano piano ti sei spenta nella tenebra. Ti sei convinta di aver perso tutti quelli che amavi, ma noi eravamo qui..."
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ad una stella appassita

Ad una stella appassita

Salve gente vorrei dedicare questa a tutti quelli che hanno recensito le altre mie di Harry Potter (Quella Notte) ma visto che sono molto pochi non lo faccio :P. Spero vi piaccia, è un po’ triste…lo so, ma recensitela comunque! ^^

Ti guardo mentre vieni portata via a forza. È un sogno mi dico. Un brutto sogno. Ron, al mio fianco, è già scivolato a terra dalla disperazione, come puoi averci fatto questo? Guardo gli occhi che amavo. I tuoi occhi, una volta azzurri, limpidi, vivi! Ora sono solo vuoti. Urli mentre gli Auror ti legano le mani e cercano di tenerti ferma. Urla che non sembrano provenire dalla tua bocca. Urla così stridule da non sembrare umane. Che cosa ti è successo, Ginny? Ti guardo ancora per un secondo, poi abbasso lo sguardo. Non ce la faccio a vederti così. Era da tanto che non eri più tu, me ne ero accorto. Non credevo, però che fosti cambiata tanto. Perché l'hai fatto Ginny? Vedo il sangue sul pavimento, stringo gli occhi, non posso seguire quella scia. Non voglio seguirla, so cosa c'è alla fine. L'ho guardata solo per un secondo ma riesco comunque a vederla nitida nella mia mente anche se cerco di non guardarla, fa male vederla così. Il vestito impregnato di sangue, la testa appoggiata al muro, il viso in un certo senso sereno, è bella anche nella morte. Ha le mani appoggiate al ventre come una madre, sembrerebbe perfetta se il suo petto non fosse straziato, come il nostro cuore del resto, come il cuore di chi ti amava. Perché l'hai uccisa Ginny? Alzo di nuovo lo sguardo su di te. Ti dibatti come un animale in trappola, non sembri più una donna mentre gli Auror ti trattengono. Ti fermi per un secondo incrociando i miei occhi con i tuoi. Vuoti. Totalmente privi di quella luce che una volta vi risiedeva, per un attimo indagano i tuoi occhi chiedendomi perché. Ci deve essere un perchè a questa follia. Vedo i miei occhi riflessi nei tuoi, li vedo come tu li vedevi, di una luce accecante dal colore della speranza, ma ad un tratto cambiano, non sono più i miei e non sono neppure i tuoi. Un brivido mi scende lungo la spina dorsale, ho visto qualcosa dentro i tuoi occhi, dentro la tua testa. Abbasso di nuovo lo sguardo, non posso guardarti in queste condizioni. Tu urli ancora, un urlo disperato. Sembra quasi una richiesta di aiuto. Non posso più aiutarti Ginny. Ti avevo offerto il mio aiuto, mia piccola stella. Te l'avevo offerto quando ti erano stati strappati. Quando la tua famiglia è stata sgretolata, pezzo dopo pezzo. Ma tu non l'hai accettato allora. Mi dicesti che era tutto apposto, che eri forte, che tu e Ron ce l'avreste fatta da soli! Ron ha chiesto aiuto, l'ha chiesto alla persona che tu hai ucciso. Forse credevi ti strappasse anche l'ultimo frammento di quella famiglia che tu amavi tanto. Io ci sarei stato per te, Ginny. Perché hai chiesto aiuto proprio a Lui? Cosa ti ha promesso che io non potevo darti? Ti ha promesso che te li avrebbe ridati? Che ti avrebbe ridato la tua famiglia? Lui mente Ginny, dovresti saperlo, come me, tu l'hai già sperimentato eppure.... Perché sei caduta di nuovo nella sua trappola, Ginny? Forse perché amavi troppo la tua famiglia ed ora... l'hai persa per sempre. Credo che te ne sia resa conto quando hai visto le tue mani sporche di sangue. Del suo sangue. Il sangue di quella persona a cui abbiamo voluto tutti bene. È per questo che l'hai uccisa vero? Per un illusione. Ma purtroppo poi l'hai capito, vero Ginevra? È per questo che sei impazzita. Sento le tue urla. Mi martellano cancellando il ricordo del tuo sorriso. Mi dispiace Ginny, non posso aiutarti. Mi volto un po' di lato cosicché tu non veda il mio volto. Non voglio che tu capisca cosa sto provando. Ti fermi, non urli più. Forse credi che anch'io ti abbia abbandonato. Questo pensiero mi tormenta e mi fa voltare ancora. Vedo le lacrime uscire dai tuoi occhi. Occhi in cui ora vi risiede il vuoto. Lui ti ha distrutto l'anima, vero amore mio? Nel buio della notte ti ha sussurrato parole oscure, parole cariche di odio. Parole che nella disperazione ti hanno ammaliato. Parole che ti hanno fatto perdere il senso della realtà. Parole che ti hanno fatto credere che lei, che Hermione avrebbe potuto strapparti Ron, per sempre. Perché hai creduto a quelle parole? Vorrei odiarti per quello che hai fatto ma non posso, Ginny. Non posso perché una parte di me ti capisce. Capisce cosa significa sentirsi soli, perdere chi il tuo cuore ha per tanto tempo amato. Sei impazzita, mia piccola stella e piano piano ti sei spenta nella tenebra. Ti sei convinta di aver perso tutti quelli che amavi, ma noi eravamo qui, Ginny. Io, Ron ed Hermione saremmo stati al tuo fianco, ma tu hai preferito svelare i tuoi segreti alla notte. Abbasso di nuovo lo sguardo, questa volta lo faccio per nasconderti le lacrime che rigano anche il mio volto. Fisso Ron, lui non sta piangendo, guarda il corpo della donna che amava, forse è troppo shockato per capire realmente cosa è successo. Cosa hai fatto a tuo fratello, lo capisci Ginny? Lo vedi, li hai tolto le cose più preziose che aveva: Hermione e l'unico legame di sangue che gli fosse ancora rimasto, tu. No, forse non puoi vederlo. Forse ora vedi solo tenebra. Ti lasci cadere a terra. Rannicchiandoti, le ginocchia al petto. Un gesto infantile che mi impietosisce, ti vedo fragile come un fiore tormentato dal vento mi rendo conto di quanto tu sia debole in questo momento e allora decido di avvicinarmi a te. Gli Auror mi guardano, li faccio un cenno, non credo tu sia pericolosa. Non più almeno. Mi inginocchio davanti a te, proprio come tu facevi quando cedevo al mio dolore, al peso sulle mie spalle. Stai tremando. Gli occhi sbarrati colmi di lacrime, il respiro affannoso. L'hai capito Ginny? Hai capito cosa hai fatto? Ti guardo. Purtroppo si, l'hai capito è per questo che sei così ora. Sembri non vedermi. Guardi il corpo della ragazza con cui sei diventata donna e cominci di nuovo a piangere, le mani ancora sporche di sangue. Cerchi di portarle al viso ma le corde te lo impediscono. Allora nascondi il viso tra le ginocchia. I singhiozzi ti fanno tremare, mi fai tanta pena i questo momento.

“Ginny”

Non ho la forza di parlare più forte di quanto io faccia. Per un attimo ho pensato che non mi avessi neanche sentito, poi ti volti verso di me, scuoti la testa. Cerchi di balbettare qualcosa. Non vuoi che ti veda così, vero? Non hai mai voluto che ti vedessi fragile. Ora mi odio per averti permesso di restare da sola, per non esserti stato accanto in quei momenti. Forse è colpa mia. Questo pensiero probabilmente è chiaro nei miei occhi che tu stai fissando. Lo sai cosa sto provando. Riesci a balbettare qualcosa di sensato, un sussurro per consolarmi, tre parole che potrebbero sembrare macigni.

“è colpa mia...”

Ricordo quello che mi dicevi sempre quando stavo male. Dicevi che non era colpa mia, che era colpa Sua, di colui che non deve essere nominato, non dovevo cedere perché era quello che Lui voleva. Anche adesso stai cercando di difendermi? Sai che se venissi sopraffatto dai sensi di colpa potrei cedere, tu l'hai sempre saputo. Ti guardo ancora e vedendo i miei occhi carichi di gratitudine per quelle parole, arrossisci. Sei sempre arrossita davanti il mio sguardo, me lo ricordo bene. Così facendo ti guardi intorno. Guardi Ron e ti alzi in piedi. Gli Auror sobbalzano, li faccio un altro cenno, non devono preoccuparsi, lui ha abbandonato il tuo corpo ormai, non gli servi più mio piccolo fiore. Non gli servi più e ti ha reciso le radici, l'anima cosicché tu appassisca lentamente, da sola nel tuo corpo vuoto. Ti avvicini a tuo fratello e ti inginocchi come io ho fatto con te. Ron ti guarda. Per un attimo i suoi occhi hanno avuto paura di incontrare i tuoi e di vederli come li ho visti io. Vuoti. Muovi le labbra, e anche se non ne esce alcun suono io e Ron abbiamo capito il loro significato: “Ti voglio bene”

Gli Auror si guardano, non hanno più tempo da perdere. Ti prendono per le spalle e ti trascinano fuori dalla stanza. Ci guardi un'ultima volta, guardi me, guardi Ron e guardi Hermione, le tue labbra si muovono ancora. Noi non ti abbiamo sentito ma lei di sicuro si. Perdonala Hermione. Resto a guardare la porta anche dopo che tu sei sparita. Mi chiedo ancora perché è successo tutto questo. In un attimo mi accorgo che tu non sei più in questa stanza, la mia mente mi suggerisce qualcosa: non ti rivedrò mai più. Addio Ginevra.

Ron si è alzato. Mi guarda, ora anche lui sta piangendo. Non cerco di nascondere le mie lacrime, non ce bisogno di nascondere niente in quel momento. Ron si avvicina scuote la testa e sussurra qualcosa che non riesco a capire. Mi guarda di nuovo.

“Non era più mia sorella” anche lui se ne è accorto, mia dolce Ginevra tu sei morta già prima di oggi. Gli faccio un cenno del viso

“Le vendicheremo...” rispondo io, mi guarda, per un momento i suoi occhi sono decisi, si, vi vendicheremo insieme. Esce dalla cucina. Lo seguo. So cosa vuole fare. Camminiamo in silenzio verso il capanno. Lo apre, tutto è rimasto come l'ha lasciato suo padre, gli oggetti babbani sparsi un po' dappertutto. Sta cercando qualcosa ed è chinato su un vecchio baule. Quando si rialza ha in mano due pale, me ne porge una. Risaliamo la collina, dove una volta giocavamo a Quidditch, ora non ci sono più dei ragazzi a volare intorno agli alberi, ora ci sono solo sei croci. I gemelli sono stati sepolti insieme. Nessuno di noi ha avuto il coraggio di dividerli. Sono nati assieme e sono morti assieme, credo che avrebbero sofferto a restare separati per l'eternità. Le margherite che abbiamo piantato in primavera con te ed Hermione sono sfiorite. Il vento freddo ci trapassa le ossa mentre scaviamo. Passa un tempo indefinito, sembra l'eternità mentre stiamo qui a scavare, non abbiamo parole per spiegare all'altro come ci sentiamo, eppure ci capiamo, non serve parlare, stiamo provando le stesse emozioni. Ha cominciato perfino a piovere. Per un momento odio il tempo inglese ma poi penso con romanticismo che il cielo stia piangendo per Hermione. Quando abbiamo finito, la buca è profonda e la pioggia continua a cadere. Nasconde le lacrime. Ron torna verso casa, so cosa sta per fare. Mi avvicino ad un albero e prendo due rami. Creo un'altra croce, con la bacchetta ci incido una scritta. “Hermione Jane Granger in Weasley”. Domani sarebbe stato il loro primo anniversario, avremmo fatto una bella festa noi quattro insieme ed Hermione era ogni giorno più orgogliosa della creatura che portava segretamente in grembo. Ginny... hai distrutto una vita che doveva ancora nascere, lo sai questo? Probabilmente no, Hermione aspettava domani per dirlo a te e a Ron, l'aveva detto a me per sfogare la sua felicità, avrebbe fatto una bella sorpresa a Ron. Io non ho il coraggio di dirglielo ora, ora che è tutto finito. Le loro speranze sono finite. Resto ancora molto da solo, sotto la pioggia, prima che Ron ritorni. Porta Hermione in braccio, le ha cambiato i vestiti. Quelli che aveva addosso prima erano imbevuti di sangue. La adagia nella tomba con dolcezza, chinandosi sul suo volto pallido a guardarlo un ultima volta scostandole una ciocca di capelli. Le accarezza il volto bagnato ormai dalla pioggia e dalle sue lacrime. L'amava, l'amava più della sua stessa vita, avrebbe voluto essere lui disteso in quella tomba, cosa che avrei fatto anch'io per te. Con un ultimo bacio, freddo come una mattina d'inverno, comincia a seppellirla senza dire una parola. Mi avvicino, gli do una mano, le sue mani tremano, non ce la farebbe da solo. Incastro la croce nel terreno e restiamo a guardarla. Ron prende la bacchetta e sotto la mia scritta ne appare un'altra. “E il mio figlio mai nato.” lo sapeva. Appoggio una mano sulla sua spalla. Mi guarda. Vorrei sorridergli, ma non c'è nulla per cui farlo. Sospiro. Si volta di nuovo verso le tombe.

“La mia famiglia...” sussurra con voce rotta dal pianto silenzioso in cui entrambi siamo caduti

“La nostra famiglia...” lo correggo io con un filo di voce. Si volta a guardarmi ed è lui a sorridermi. È un sorriso triste, ma sincero, un sorriso che vale più di mille parole, è il suo ringraziamento.

“Meno male che ci sei tu, Harry” così dicendo mi abbraccia

“Andiamo a casa fratello...” gli sussurro mentre la pioggia continua a sferzarci il volto. Ron fa un cenno con il viso, incamminandosi verso la tana. Un tempo quella casa era piena di vita, ora è vuota, lo sarà sempre per noi due. Io resto indietro, guardo per l'ultima volta la croce di legno. Ricordo una cosa che Hermione mi disse tanto tempo fa “Ci sono altre cose importanti: l'amicizia, il coraggio e...” a quel punto si era fermata, sorrido amaramente. L'amore. Addio Hermione.

   
 
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