Ad
una stella appassita
Salve gente vorrei dedicare questa a
tutti quelli che hanno recensito le altre mie di Harry Potter (Quella
Notte) ma visto che sono molto pochi non lo faccio :P. Spero vi piaccia, è un
po’ triste…lo so, ma recensitela comunque! ^^
Ti guardo mentre vieni portata via a
forza. È un sogno mi dico. Un brutto sogno. Ron, al mio fianco, è già scivolato
a terra dalla disperazione, come puoi averci fatto questo? Guardo gli occhi che
amavo. I tuoi occhi, una volta azzurri, limpidi, vivi! Ora sono solo vuoti. Urli
mentre gli Auror ti legano le mani e cercano di tenerti ferma. Urla che non
sembrano provenire dalla tua bocca. Urla così stridule da non sembrare umane.
Che cosa ti è successo, Ginny? Ti guardo ancora per un secondo, poi abbasso lo
sguardo. Non ce la faccio a vederti così. Era da tanto che non eri più tu, me ne
ero accorto. Non credevo, però che fosti cambiata tanto. Perché l'hai fatto
Ginny? Vedo il sangue sul pavimento, stringo gli occhi, non posso seguire quella
scia. Non voglio seguirla, so cosa c'è alla fine. L'ho guardata solo per un
secondo ma riesco comunque a vederla nitida nella mia mente anche se cerco di
non guardarla, fa male vederla così. Il vestito impregnato di sangue, la testa
appoggiata al muro, il viso in un certo senso sereno, è bella anche nella morte.
Ha le mani appoggiate al ventre come una madre, sembrerebbe perfetta se il suo
petto non fosse straziato, come il nostro cuore del resto, come il cuore di chi
ti amava. Perché l'hai uccisa Ginny? Alzo di nuovo lo sguardo su di te. Ti
dibatti come un animale in trappola, non sembri più una donna mentre gli Auror
ti trattengono. Ti fermi per un secondo incrociando i miei occhi con i tuoi.
Vuoti. Totalmente privi di quella luce che una volta vi risiedeva, per un attimo
indagano i tuoi occhi chiedendomi perché. Ci deve essere un perchè a questa
follia. Vedo i miei occhi riflessi nei tuoi, li vedo come tu li vedevi, di una
luce accecante dal colore della speranza, ma ad un tratto cambiano, non sono più
i miei e non sono neppure i tuoi. Un brivido mi scende lungo la spina dorsale,
ho visto qualcosa dentro i tuoi occhi, dentro la tua testa. Abbasso di nuovo lo
sguardo, non posso guardarti in queste condizioni. Tu urli ancora, un urlo
disperato. Sembra quasi una richiesta di aiuto. Non posso più aiutarti Ginny. Ti
avevo offerto il mio aiuto, mia piccola stella. Te l'avevo offerto quando ti
erano stati strappati. Quando la tua famiglia è stata sgretolata, pezzo dopo
pezzo. Ma tu non l'hai accettato allora. Mi dicesti che era tutto apposto, che
eri forte, che tu e Ron ce l'avreste fatta da soli! Ron ha chiesto aiuto, l'ha
chiesto alla persona che tu hai ucciso. Forse credevi ti strappasse anche
l'ultimo frammento di quella famiglia che tu amavi tanto. Io ci sarei stato per
te, Ginny. Perché hai chiesto aiuto proprio a Lui? Cosa ti ha promesso che io
non potevo darti? Ti ha promesso che te li avrebbe ridati? Che ti avrebbe ridato
la tua famiglia? Lui mente Ginny, dovresti saperlo, come me, tu l'hai già
sperimentato eppure.... Perché sei caduta di nuovo nella sua trappola, Ginny?
Forse perché amavi troppo la tua famiglia ed ora... l'hai persa per sempre.
Credo che te ne sia resa conto quando hai visto le tue mani sporche di sangue.
Del suo sangue. Il sangue di quella persona a cui abbiamo voluto tutti bene. È
per questo che l'hai uccisa vero? Per un illusione. Ma purtroppo poi l'hai
capito, vero Ginevra? È per questo che sei impazzita. Sento le tue urla. Mi
martellano cancellando il ricordo del tuo sorriso. Mi dispiace Ginny, non posso
aiutarti. Mi volto un po' di lato cosicché tu non veda il mio volto. Non voglio
che tu capisca cosa sto provando. Ti fermi, non urli più. Forse credi che
anch'io ti abbia abbandonato. Questo pensiero mi tormenta e mi fa voltare
ancora. Vedo le lacrime uscire dai tuoi occhi. Occhi in cui ora vi risiede il
vuoto. Lui ti ha distrutto l'anima, vero amore mio? Nel buio della notte ti ha
sussurrato parole oscure, parole cariche di odio. Parole che nella disperazione
ti hanno ammaliato. Parole che ti hanno fatto perdere il senso della realtà.
Parole che ti hanno fatto credere che lei, che Hermione avrebbe potuto
strapparti Ron, per sempre. Perché hai creduto a quelle parole? Vorrei odiarti
per quello che hai fatto ma non posso, Ginny. Non posso perché una parte di me
ti capisce. Capisce cosa significa sentirsi soli, perdere chi il tuo cuore ha
per tanto tempo amato. Sei impazzita, mia piccola stella e piano piano ti sei
spenta nella tenebra. Ti sei convinta di aver perso tutti quelli che amavi, ma
noi eravamo qui, Ginny. Io, Ron ed Hermione saremmo stati al tuo fianco, ma tu
hai preferito svelare i tuoi segreti alla notte. Abbasso di nuovo lo sguardo,
questa volta lo faccio per nasconderti le lacrime che rigano anche il mio volto.
Fisso Ron, lui non sta piangendo, guarda il corpo della donna che amava, forse è
troppo shockato per capire realmente cosa è successo. Cosa hai fatto a tuo
fratello, lo capisci Ginny? Lo vedi, li hai tolto le cose più preziose che
aveva: Hermione e l'unico legame di sangue che gli fosse ancora rimasto, tu. No,
forse non puoi vederlo. Forse ora vedi solo tenebra. Ti lasci cadere a terra.
Rannicchiandoti, le ginocchia al petto. Un gesto infantile che mi impietosisce,
ti vedo fragile come un fiore tormentato dal vento mi rendo conto di quanto tu
sia debole in questo momento e allora decido di avvicinarmi a te. Gli Auror mi
guardano, li faccio un cenno, non credo tu sia pericolosa. Non più almeno. Mi
inginocchio davanti a te, proprio come tu facevi quando cedevo al mio dolore, al
peso sulle mie spalle. Stai tremando. Gli occhi sbarrati colmi di lacrime, il
respiro affannoso. L'hai capito Ginny? Hai capito cosa hai fatto? Ti guardo.
Purtroppo si, l'hai capito è per questo che sei così ora. Sembri non vedermi.
Guardi il corpo della ragazza con cui sei diventata donna e cominci di nuovo a
piangere, le mani ancora sporche di sangue. Cerchi di portarle al viso ma le
corde te lo impediscono. Allora nascondi il viso tra le ginocchia. I singhiozzi
ti fanno tremare, mi fai tanta pena i questo momento.
“Ginny”
Non ho la forza di parlare più forte di
quanto io faccia. Per un attimo ho pensato che non mi avessi neanche sentito,
poi ti volti verso di me, scuoti la testa. Cerchi di balbettare qualcosa. Non
vuoi che ti veda così, vero? Non hai mai voluto che ti vedessi fragile. Ora mi
odio per averti permesso di restare da sola, per non esserti stato accanto in
quei momenti. Forse è colpa mia. Questo pensiero probabilmente è chiaro nei miei
occhi che tu stai fissando. Lo sai cosa sto provando. Riesci a balbettare
qualcosa di sensato, un sussurro per consolarmi, tre parole che potrebbero
sembrare macigni.
“è colpa mia...”
Ricordo quello che mi dicevi sempre
quando stavo male. Dicevi che non era colpa mia, che era colpa Sua, di colui che
non deve essere nominato, non dovevo cedere perché era quello che Lui voleva.
Anche adesso stai cercando di difendermi? Sai che se venissi sopraffatto dai
sensi di colpa potrei cedere, tu l'hai sempre saputo. Ti guardo ancora e vedendo
i miei occhi carichi di gratitudine per quelle parole, arrossisci. Sei sempre
arrossita davanti il mio sguardo, me lo ricordo bene. Così facendo ti guardi
intorno. Guardi Ron e ti alzi in piedi. Gli Auror sobbalzano, li faccio un altro
cenno, non devono preoccuparsi, lui ha abbandonato il tuo corpo ormai, non gli
servi più mio piccolo fiore. Non gli servi più e ti ha reciso le radici, l'anima
cosicché tu appassisca lentamente, da sola nel tuo corpo vuoto. Ti avvicini a
tuo fratello e ti inginocchi come io ho fatto con te. Ron ti guarda. Per un
attimo i suoi occhi hanno avuto paura di incontrare i tuoi e di vederli come li
ho visti io. Vuoti. Muovi le labbra, e anche se non ne esce alcun suono io e Ron
abbiamo capito il loro significato: “Ti voglio bene”
Gli Auror si guardano, non hanno più
tempo da perdere. Ti prendono per le spalle e ti trascinano fuori dalla stanza.
Ci guardi un'ultima volta, guardi me, guardi Ron e guardi Hermione, le tue
labbra si muovono ancora. Noi non ti abbiamo sentito ma lei di sicuro si.
Perdonala Hermione. Resto a guardare la porta anche dopo che tu sei sparita. Mi
chiedo ancora perché è successo tutto questo. In un attimo mi accorgo che tu non
sei più in questa stanza, la mia mente mi suggerisce qualcosa: non ti rivedrò
mai più. Addio Ginevra.
Ron si è alzato. Mi guarda, ora anche lui
sta piangendo. Non cerco di nascondere le mie lacrime, non ce bisogno di
nascondere niente in quel momento. Ron si avvicina scuote la testa e sussurra
qualcosa che non riesco a capire. Mi guarda di nuovo.
“Non era più mia sorella” anche lui se ne
è accorto, mia dolce Ginevra tu sei morta già prima di oggi. Gli faccio un cenno
del viso
“Le vendicheremo...” rispondo io, mi
guarda, per un momento i suoi occhi sono decisi, si, vi vendicheremo insieme.
Esce dalla cucina. Lo seguo. So cosa vuole fare. Camminiamo in silenzio verso il
capanno. Lo apre, tutto è rimasto come l'ha lasciato suo padre, gli oggetti
babbani sparsi un po' dappertutto. Sta cercando qualcosa ed è chinato su un
vecchio baule. Quando si rialza ha in mano due pale, me ne porge una. Risaliamo
la collina, dove una volta giocavamo a Quidditch, ora non ci sono più dei
ragazzi a volare intorno agli alberi, ora ci sono solo sei croci. I gemelli sono
stati sepolti insieme. Nessuno di noi ha avuto il coraggio di dividerli. Sono
nati assieme e sono morti assieme, credo che avrebbero sofferto a restare
separati per l'eternità. Le margherite che abbiamo piantato in primavera con te
ed Hermione sono sfiorite. Il vento freddo ci trapassa le ossa mentre scaviamo.
Passa un tempo indefinito, sembra l'eternità mentre stiamo qui a scavare, non
abbiamo parole per spiegare all'altro come ci sentiamo, eppure ci capiamo, non
serve parlare, stiamo provando le stesse emozioni. Ha cominciato perfino a
piovere. Per un momento odio il tempo inglese ma poi penso con romanticismo che
il cielo stia piangendo per Hermione. Quando abbiamo finito, la buca è profonda
e la pioggia continua a cadere. Nasconde le lacrime. Ron torna verso casa, so
cosa sta per fare. Mi avvicino ad un albero e prendo due rami. Creo un'altra
croce, con la bacchetta ci incido una scritta. “Hermione Jane Granger in
Weasley”. Domani sarebbe stato il loro primo anniversario, avremmo fatto una
bella festa noi quattro insieme ed Hermione era ogni giorno più orgogliosa della
creatura che portava segretamente in grembo. Ginny... hai distrutto una vita che
doveva ancora nascere, lo sai questo? Probabilmente no, Hermione aspettava
domani per dirlo a te e a Ron, l'aveva detto a me per sfogare la sua felicità,
avrebbe fatto una bella sorpresa a Ron. Io non ho il coraggio di dirglielo ora,
ora che è tutto finito. Le loro speranze sono finite. Resto ancora molto da
solo, sotto la pioggia, prima che Ron ritorni. Porta Hermione in braccio, le ha
cambiato i vestiti. Quelli che aveva addosso prima erano imbevuti di sangue. La
adagia nella tomba con dolcezza, chinandosi sul suo volto pallido a guardarlo un
ultima volta scostandole una ciocca di capelli. Le accarezza il volto bagnato
ormai dalla pioggia e dalle sue lacrime. L'amava, l'amava più della sua stessa
vita, avrebbe voluto essere lui disteso in quella tomba, cosa che avrei fatto
anch'io per te. Con un ultimo bacio, freddo come una mattina d'inverno, comincia
a seppellirla senza dire una parola. Mi avvicino, gli do una mano, le sue mani
tremano, non ce la farebbe da solo. Incastro la croce nel terreno e restiamo a
guardarla. Ron prende la bacchetta e sotto la mia scritta ne appare un'altra.
“E il mio figlio mai nato.” lo sapeva. Appoggio una mano sulla sua
spalla. Mi guarda. Vorrei sorridergli, ma non c'è nulla per cui farlo. Sospiro.
Si volta di nuovo verso le tombe.
“La mia famiglia...” sussurra con voce
rotta dal pianto silenzioso in cui entrambi siamo caduti
“La nostra famiglia...” lo correggo io
con un filo di voce. Si volta a guardarmi ed è lui a sorridermi. È un sorriso
triste, ma sincero, un sorriso che vale più di mille parole, è il suo
ringraziamento.
“Meno male che ci sei tu, Harry” così
dicendo mi abbraccia
“Andiamo a casa fratello...” gli sussurro
mentre la pioggia continua a sferzarci il volto. Ron fa un cenno con il viso,
incamminandosi verso la tana. Un tempo quella casa era piena di vita, ora è
vuota, lo sarà sempre per noi due. Io resto indietro, guardo per l'ultima volta
la croce di legno. Ricordo una cosa che Hermione mi disse tanto tempo fa “Ci
sono altre cose importanti: l'amicizia, il coraggio e...” a quel punto si
era fermata, sorrido amaramente. L'amore. Addio Hermione.