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Autore: laurapalmer_    15/02/2015    7 recensioni
con me non devi essere niente
con me non devi essere niente
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Calum Hood
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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la dea dell'amore








"Addio, fottiti"
Mila è strana.
"Ma aspettami"
Mila non si veste per piacere, non si veste nemmeno per piacersi. Si copre, compra un sacco di maglioni ai mercatini dell'usato (che poi inevitabilmente finiscono in fondo all'armadio) e odia come le stanno i jeans che vanno ora di moda.
Ha un paio di Dr Martens gialle che per Calum sono solo un gran pugno nell'occhio e, non appena finisce di mettersi lo smalto, prende a mangiucchiare le unghie.
Le piacciono da morire gli origami, costruisce un sacco di cigni finti che poi lui si diverte a far combattere, non sa cucinare la pasta e ha la patente ma le manca un'automobile.
Calum la ama, un po' anche perché non la capisce.
Come un gioco di enigmistica, Mila fa domande, non ascolta le risposte, si siede sul piano della loro piccola cucina e beve una tazzina di caffè nero, rigorosamente senza zucchero.
E le serate a sbranarsi, le serate a strafarsi, le luci del condominio davanti al loro, che a Mila piacciono.
I vetri delle finestre con il segno della pioggia dell'altroieri, i jeans di Calum buttati per terra, i calzini persi in mezzo al casino.
"Con me non devi essere niente"
E vogliono fare una pazzia, una di quelle che ti fanno ridere finché non ti fa male la pancia. Mila osserva i tramonti dal tetto del loro palazzo, si siede per terra e chissenefrega se sporca i pantaloni neri, o il maglione grigio.
Calum la vede cambiare colore, diventa blu, tra gli insulti che gli urla quando è arrabbiata.
Ha una voce cristallina, Mila, gli occhi color nocciola e una voglia sull'addome.
E' anche troppo magra, a dire il vero.
Strana.
"Andiamo a vedere le luci"
E si può non ridere, non bestemmiare, non volerla tutta per sé?
Perché è questo il problema, Calum non si preoccupa, ma gli tremano le mani e la ama tanto da voler vomitare, mentre Mila commenta sarcastica il fisico delle modelle che appaiono sulle riviste che sfoglia.
Strana.
E si può non seguirla, anche andasse in capo al mondo?
Mila si muove sicura, la dea dell'amore, si muove nei jeans e poi si volta, lo guarda, ride, ha la faccia pulita e non ha intenzione di cominciare a truccarsi a ventiquattro anni, se non l'ha mai fatto.
Le piacciono i treni, i paesaggi, Bristol che le corre davanti agli occhi e, se non fossero acide, berrebbe le gocce di pioggia, come una bambina.
A Calum piace, farsi sconfiggere così. Si abbandona mollemente sul letto matrimoniale che dividono, si spoglia lento e dorme, che è stanco.
Immagina le loro foto in bianco e nero su un giornale della zona e glielo racconta anche: Mila ride e "Ti ricordi i tuoi insulti?"
E si ricorda dei fiori finti? Quelli che, ok, non sono fiori, ma almeno durano.
Non ti devi preoccupare, Venere del mio intestino tenue, e poi escono, le scarpe gialle una, nere l'altro, osservano i cantieri delle case popolari.
Insieme non devono essere niente.






  
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